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Calcio

INCHIESTA SUL CALCIO (2° parte) rischio commissariamento per Inter e Milan: controlli e pressioni sottovalutate

Le due società non sono formalmente indagate, ma un procedimento di prevenzione avviato dalla Procura di Milano punta a evitare che il controllo delle curve ultras, che gestiscono biglietti e merchandising, sfoci in infiltrazioni criminali. Le pressioni su calciatori e allenatori sono al centro delle preoccupazioni.

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    L’inchiesta sulle società calcistiche milanesi, Inter e Milan, parte da quella sulle curve ultras delle due squadre, svelando un fitto intreccio tra la criminalità organizzata e il tifo violento. Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura di Milano, le curve non rappresentano più solo un luogo di aggregazione e passione sportiva, ma sono diventate un terreno fertile per attività illecite gestite dalla malavita, in particolare dalla ‘ndrangheta. L’inchiesta ha portato ieri all’arresto di 19 esponenti di spicco delle tifoserie di entrambe le squadre.

    Le accuse contro le società: la nascita del “procedimento di prevenzione”

    Ma come era prevedibile, ora l’inchiesta non si ferma solo agli ultras, ma coinvolge indirettamente anche le società calcistiche. Il dubbio sollevato dagli inquirenti è che Inter e Milan abbiano tollerato o, in alcuni casi, assecondato le pressioni provenienti dalle curve, finendo per diventare in qualche modo complici o quantomeno facilitatori delle attività illecite. Le due squadre non risultano indagate sul piano penale, ma è stato avviato un “procedimento di prevenzione” per monitorare e verificare la gestione dei rapporti con il tifo organizzato.

    Questo istituto giuridico non ha scopo punitivo, ma preventivo, spingendo le società a bonificare internamente le loro strutture organizzative e a mettere in atto contromisure efficaci per recidere ogni legame con gruppi di tifosi violenti o con possibili infiltrazioni mafiose. In mancanza di un’azione convincente, la Procura potrebbe decidere di commissariare una parte delle attività delle due società, seguendo l’articolo 34 del decreto legislativo 159/2011, che consente l’amministrazione giudiziaria delle aziende coinvolte, anche in modo colposo, nell’agevolazione di reati.

    Il ruolo delle curve ultras: un sistema di potere consolidato

    L’indagine ha svelato un sistema ben radicato che coinvolge le tifoserie organizzate delle due squadre milanesi. Le curve sono diventate un centro nevralgico di affari illeciti, con gli ultras che gestiscono la vendita illegale di biglietti, il merchandising non ufficiale e persino il controllo di attività legate alla ristorazione e al parcheggio nei pressi dello stadio. Gli introiti di queste operazioni illecite finiscono spesso nelle casse della criminalità organizzata, in particolare della ‘ndrangheta, che ha piantato solide radici nelle curve della città.

    Un esempio lampante è quello della Curva Nord dell’Inter, dove alcuni esponenti della tifoseria, legati alla famiglia Bellocco di Rosarno, gestivano il commercio illegale dei biglietti e utilizzavano la violenza e le minacce per mantenere il controllo della curva. L’ordinanza del Gip ha evidenziato come questi gruppi fossero in grado di esercitare pressioni anche su calciatori e allenatori, come nel caso dell’incontro “quasi intimidatorio” con Milan Skriniar e dei messaggi minacciosi inviati a Simone Inzaghi.

    Dall’altra parte, la Curva Sud del Milan è stata dominata per anni da Luca Lucci, personaggio di spicco non solo per i suoi legami con la tifoseria, ma anche per le sue connessioni con esponenti della politica e del mondo dello spettacolo. Lucci è stato più volte arrestato per vicende legate al narcotraffico e alle attività illecite condotte dalla curva milanista.

    Le conseguenze per Inter e Milan

    L’inchiesta ha acceso i riflettori sulle carenze organizzative dei due club nella gestione delle tifoserie, portando alla luce una serie di relazioni ambigue che, se non risolte, potrebbero avere gravi conseguenze. Il rischio principale per le due società è il commissariamento, un provvedimento che, seppur temporaneo, metterebbe in discussione l’autonomia delle due squadre nella gestione delle proprie attività.

    Il “procedimento di prevenzione” avviato dalla Procura mira a far sì che Inter e Milan adottino misure stringenti per recidere qualsiasi legame con il mondo del tifo violento e della criminalità organizzata, evitando di diventare complici, anche solo indiretti, di queste attività.

    La minaccia del commissariamento

    Inter e Milan non sono al momento accusate di alcun crimine, ma la situazione è particolarmente delicata. Il “procedimento di prevenzione” non prevede sanzioni penali immediate, ma punta piuttosto a spingere le società a sanare eventuali falle organizzative che potrebbero favorire, anche solo indirettamente, attività illecite portate avanti dalle curve. Questa procedura, già applicata in settori come la logistica e la moda (con i casi Dhl ed Esselunga o Armani e Dior), prevede che, in caso di inerzia o carenze nella gestione interna, l’autorità giudiziaria possa disporre la messa in amministrazione giudiziaria di settori specifici delle aziende.

    In altre parole, se Inter e Milan non riusciranno a convincere la Procura di aver intrapreso azioni concrete per contrastare i fenomeni di infiltrazione, parte delle loro attività potrebbero essere sottoposte a controllo giudiziario. In particolare, i settori maggiormente sotto esame sono quelli legati alla gestione dei biglietti, una risorsa economica importante per gli ultras, che ne traggono profitti illeciti rivendendoli a prezzi maggiorati, oltre a ottenere una sorta di legittimazione agli occhi delle stesse società calcistiche.

    La gestione delle curve e il ruolo degli ultras

    La gestione delle curve rappresenta il vero nodo dell’inchiesta. I gruppi ultras, soprattutto quelli legati alla Curva Nord dell’Inter e alla Curva Sud del Milan, da anni esercitano un controllo significativo non solo sulle tifoserie ma anche su alcune attività economiche collegate al mondo del calcio, come il bagarinaggio e la vendita di merchandising non ufficiale. Queste attività, svolte spesso con la connivenza o la tolleranza delle società calcistiche, sono diventate un terreno fertile per le infiltrazioni della criminalità organizzata, in particolare della ‘ndrangheta.

    Un episodio emblematico riguarda l’incontro tra alcuni esponenti della Curva Nord interista e il calciatore Milan Skriniar, descritto come “quasi intimidatorio” dall’ordinanza del Gip Domenico Santoro. Il gruppo ultras, infatti, avrebbe cercato di esercitare pressioni sul difensore slovacco per ottenere favori, oltre a tentare di entrare in contatto con l’allenatore Simone Inzaghi tramite messaggi vocali aggressivi. Questi episodi evidenziano come il rapporto tra tifoseria organizzata e società sportiva possa sfociare in dinamiche pericolose, che vanno ben oltre il semplice sostegno alla squadra.

    Le accuse della Procura e i possibili scenari futuri

    Secondo la Procura, la gestione dei biglietti da parte degli ultras non rappresenta solo una fonte di guadagno illecito, ma anche uno strumento di legittimazione per mantenere il controllo sulle curve e continuare a esercitare il proprio potere all’interno degli stadi. L’inchiesta sottolinea come le due società abbiano sottovalutato la portata di questi fenomeni, cercando di mediare con i gruppi ultras per evitare tensioni e garantire il supporto dei tifosi nelle partite.

    La finalità del “procedimento di prevenzione” non è quella di punire le società, ma di evitare che diventino strumenti inconsapevoli nelle mani di gruppi criminali. Tuttavia, se Inter e Milan non prenderanno misure più rigorose per contrastare queste dinamiche, il rischio di commissariamento si farà concreto. A quel punto, un amministratore giudiziario potrebbe prendere il controllo di alcune attività, con l’obiettivo di bonificare le società da eventuali legami con la criminalità organizzata e restituirle al libero mercato in condizioni di legalità.

    Il quadro legale e sportivo

    Oltre agli aspetti legati alla giustizia ordinaria, c’è anche il fronte sportivo che rischia di complicare ulteriormente la situazione. Il procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, ha infatti chiesto di acquisire gli atti dell’inchiesta per valutare eventuali violazioni del Codice di Giustizia Sportiva. Se venissero accertate responsabilità da parte delle società o dei loro tesserati, si potrebbe andare incontro a sanzioni disciplinari che includono multe, squalifiche o inibizioni temporanee.

    In particolare, l’articolo 25 del Codice di Giustizia Sportiva vieta ai tesserati di avere rapporti con esponenti di gruppi ultras non facenti parte di associazioni convenzionate con le società e validate dalla Federazione. Le società calcistiche sono dunque chiamate a dimostrare di aver rispettato queste regole e di aver evitato qualsiasi contatto anomalo con i gruppi di tifosi organizzati.

    Le curve come territorio di conquista per la criminalità

    Il caso di Inter e Milan non è isolato, ma rappresenta una tendenza preoccupante che riguarda molte altre società calcistiche in Italia. Le curve degli stadi, da semplici luoghi di passione sportiva, sono diventate veri e propri territori di conquista per la criminalità organizzata. I gruppi ultras, con la loro capacità di mobilitare migliaia di tifosi, sono riusciti a costruire una rete di relazioni che va ben oltre il calcio, entrando in contatto con esponenti del mondo della politica e dell’economia e sfruttando queste connessioni per ottenere vantaggi economici e potere.

    La gestione dei biglietti e del merchandising non ufficiale rappresenta solo la punta dell’iceberg: dietro le curve si nasconde un sistema ben più complesso di interessi criminali, che spaziano dal traffico di droga al riciclaggio di denaro, passando per attività illecite come il bagarinaggio e le scommesse clandestine. Le società calcistiche, spesso incapaci o non disposte a contrastare questi fenomeni, finiscono per tollerare situazioni che mettono a rischio non solo la loro reputazione, ma anche la loro stessa sopravvivenza.

    L’inchiesta milanese potrebbe rappresentare un punto di svolta: se le società non agiranno in modo deciso per rompere i legami con le frange più violente e criminali del tifo organizzato, il commissariamento diventerà una realtà concreta, con conseguenze non solo legali ma anche economiche e sportive.

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      Calcio

      Francesco Totti, il gossip che fa tremare i social: messaggi a Francesca Tocca mentre con Noemi Bocchi la storia va avanti

      Secondo il settimanale, Totti avrebbe tentato più volte un contatto social con Francesca Tocca, ex moglie di Raimondo Todaro. Un’attrazione “non nascosta”, racconta il magazine, nonostante la relazione ormai consolidata con Noemi Bocchi. Nessuna conferma ufficiale, ma il gossip corre veloce

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        Francesco Totti torna a far parlare di sé, e questa volta non c’entrano né l’ex moglie Ilary Blasi né questioni giudiziarie o familiari. A riaccendere il fuoco del gossip è Diva e Donna, che mette in circolazione un’indiscrezione destinata a far discutere: l’ex capitano della Roma avrebbe scritto più volte in privato su Instagram a Francesca Tocca, ballerina professionista di Amici e per anni legata a Raimondo Todaro, da cui ha divorziato dopo una storia intensa e molto chiacchierata.

        Il rumor che accende il dibattito mediatico

        Secondo quanto riportato dal settimanale, Totti avrebbe mostrato un interesse costante per Francesca Tocca, tanto da cercare contatto e dialogo via social. Non si parla di incontri, non si parla di relazione segreta, ma di attenzioni insistite e stuzzicanti, tali da alimentare inevitabilmente il chiacchiericcio. È un’indiscrezione e resta tale, perché al momento non arrivano conferme né dallo storico campione giallorosso né dalla ballerina. Ma il nome è pesante, la dinamica conosciuta, e il gossip trova terreno fertile.

        Francesca Tocca, fascino, talento e una vita già sotto i riflettori

        Francesca Tocca non è una figura qualsiasi del mondo televisivo. Da anni volto fisso di Amici, professionista elegante e riconosciuta, è finita più volte al centro dell’attenzione mediatica anche per la sua vita privata. Il matrimonio con Raimondo Todaro, la separazione, i ritorni e gli addii, le voci e le conferme: una storia fatta di passione, talento e fragilità esposte al pubblico. È facile capire perché la sua figura attragga curiosità, simpatia e quel magnetismo che spesso circonda chi vive da protagonista il mondo dello spettacolo.

        E Noemi Bocchi? La vita privata di Totti e gli equilibri delicati

        Nel frattempo, Totti continua la sua relazione con Noemi Bocchi, storia ormai stabile e conosciuta, nata sulle macerie del matrimonio con Ilary Blasi e passata attraverso tempeste mediatiche, cause legali e racconti contrapposti. Ed è proprio questo a rendere l’indiscrezione ancora più scivolosa: il presunto interesse verso un’altra donna stride con l’immagine di equilibrio familiare che negli ultimi mesi l’ex capitano ha cercato di costruire.

        Il resto è il solito meccanismo perfetto del gossip: un nome enorme, una donna affascinante e un contorno di curiosità che moltiplica ipotesi e commenti. Finché qualcuno non parlerà, resteremo nel territorio del “si dice”. Ma il vento, intanto, ha già iniziato a soffiare.

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          Alvaro Morata e Alice Campello, il gelo non si scioglie: “separati in casa”, vite parallele e la fede scomparsa

          La testata iberica racconta di una convivenza ormai solo logistica: lui impegnato tra calcio e trasferte, lei tra lavoro e famiglia. Ognuno gestirebbe le giornate per conto proprio. E spunta un dettaglio che alimenta nuovi sospetti: Alice Campello sarebbe stata vista senza la fede nuziale.

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            La parola ufficiale non è mai arrivata e probabilmente non arriverà a breve. Ma i segnali continuano ad accumularsi, e ora dalla Spagna arriva un nuovo capitolo. Secondo quanto riportato da Semana, Alvaro Morata e Alice Campello starebbero attraversando una fase di “separazione in casa”, una convivenza più organizzativa che sentimentale, fatta di equilibri fragili, routine incrociate e vite che scorrono parallele.

            Una convivenza diventata distanza

            La rivista spagnola racconta di una quotidianità apparentemente normale, ma vissuta in maniera separata. Morata e Campello continuerebbero a vivere insieme, ma senza condividere davvero il tempo. Ognuno seguirebbe i propri impegni, le proprie priorità, le proprie giornate. Lei tra lavoro, famiglia e i bambini. Lui concentrato sulla carriera e sugli obblighi sportivi. Stesso tetto, ma ritmi e percorsi diversi.

            Le abitudini che cambiano alimentano i sospetti

            Non sono discussioni plateali o dichiarazioni pubbliche a far parlare, ma dettagli, quei piccoli segnali che raccontano più di mille frasi. Semana descrive una gestione separata persino delle normali attività quotidiane: spesa, tragitti per accompagnare i figli, appuntamenti familiari. Una coppia che continua a funzionare come squadra genitoriale, ma sempre più raramente come coppia.

            Il dettaglio della fede: simbolo o coincidenza?

            Poi c’è quel particolare che inevitabilmente accende il dibattito. Alice Campello sarebbe stata vista senza fede nuziale. Un gesto che potrebbe essere solo casuale, oppure il segnale di qualcosa di più profondo. Il pubblico osserva, commenta, interpreta. Ma da Morata e Campello non arriva nessuna conferma, nessuna smentita, nessuna parola che chiuda il cerchio.

            Silenzio. E il silenzio, in casi come questo, è più rumoroso di qualsiasi dichiarazione.

            Per ora restano solo indiscrezioni, osservazioni, ricostruzioni giornalistiche. Ma una cosa è certa: attorno a una delle coppie più amate del panorama sportivo e social il clima resta sospeso. In attesa di capire se si tratta di una tempesta passeggera o di una distanza destinata a diventare definitiva.

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              Alice Campello e Álvaro Morata, il mazzo di fiori riaccende le speranze: gesto d’amore o mossa per zittire le voci di crisi?

              Alice Campello ha pubblicato nelle sue storie un grande mazzo di fiori, romantico e pieno di significato. Un gesto che molti fan hanno letto come segnale di riavvicinamento con Álvaro Morata, dopo settimane di rumors su una presunta crisi. Ma c’è chi pensa che possa essere solo un modo per calmare il chiacchiericcio mediatico.

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                La storia tra Alice Campello e Álvaro Morata continua a vivere di equilibri sottili, affetti veri e una costante esposizione pubblica che trasforma ogni gesto in messaggio. L’ultimo capitolo arriva direttamente da Instagram, dove l’imprenditrice veneziana ha condiviso un bellissimo mazzo di fiori, curato, elegante, impossibile da ignorare. Un’immagine che, in pochi minuti, è diventata molto più di un semplice contenuto social.

                Un gesto che accende nuove interpretazioni
                Il bouquet è apparso come una dichiarazione silenziosa: romantica, dolce, forse riparatrice. I fan più affezionati hanno voluto leggerci un segnale chiaro, il simbolo di un momento di riavvicinamento dopo settimane in cui le voci di crisi avevano preso forza. C’è chi parla di pace ritrovata, chi di attenzione, chi semplicemente di amore che, anche quando vacilla, trova sempre un modo per raccontarsi.

                Crisi superata o strategia per fermare i gossip?
                Ma non tutti credono alla versione “cuori e serenità”. C’è chi ipotizza che il gesto possa essere soprattutto comunicazione: un modo elegante per placare il chiacchiericcio, spostare la narrazione, spegnere l’ennesimo incendio mediatico. D’altronde, la coppia negli anni ha già dimostrato di saper convivere con una pressione costante, tra campo, impegni familiari e una visibilità che non lascia respiro.

                Il fascino di una coppia che continua a far sognare
                Nonostante le indiscrezioni, Alice e Álvaro restano una delle coppie più amate del panorama internazionale. Genitori, complici, protagonisti di una storia che il pubblico ha imparato a seguire passo dopo passo, tra felicità condivise e inevitabili momenti di distanza. E forse è proprio questo il loro segreto: sembrano veri, lontani dall’idea di perfezione, ma sempre capaci di ritrovarsi.

                Per ora resta quell’immagine: un mazzo di fiori che può essere mille cose insieme. Un grazie. Un perdono. Un ricominciare. O semplicemente un modo per ricordare che, al di là delle voci, l’amore continua a scrivere capitoli nuovi. Il resto, come sempre, lo dirà il tempo.

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