Sport
Gianluca Pagliuca, uno che di portieri se ne intende, svela il suo difensore preferito
Una vecchia conoscenza del nostro calcio, parla del suo collga internazionale che maggiormente apprezza, considerato senza punti deboli. Allargandosi nelle sue valutazioni anche alla nostra serie A.

Senza ombra di dubbio l’ex estremo difensore di Sampdoria e Inter Gianluca Pagliuca è annoverabile tra i migliori interpreti del suo ruolo, vestendo anche con onore la maglia della nazionale. L’attuale opinionista dichiara al quotidiano Tuttosport: “Il migliore portiere al mondo è Dibu Martinez, è forte in tutto e non ha punti deboli”.
Il suo preferito in serie A è quello juventino
“Comanda bene la difesa, ha grande personalità e non soffre la pressione come dimostrato al Mondiale. E poi tra i pali è esplosivo, a uno così diventa molto difficile fare gol”. Per quanto riguarda i talenti nazionali Pagliuca non ha dubbi: “In Serie A scelgo Di Gregorio. Viene meno pubblicizzato rispetto a tanti altri, ma è un ragazzo molto serio. Falcone del Lecce lo conosco bene. Quando giocava nel Cosenza lo segnalai al Bologna, poi la Samp sparò alto e non ci fu niente da fare”.
Parole di elogio anche per lo svizzero Sommer
C’è spazio anche per un suo parere su Yann Sommer, altro talento coi fiocchi, che gioca tra i pali nerazzurri: “Tanta roba! Lo svizzero mi ha sorpreso. Pensavo facesse più fatica a imporsi in Italia, invece fa sempre parate determinanti. In tante gare è risultato decisivo. La dirigenza dell’Inter è stata bravissima a vendere Onana a 57 milioni, sostituendolo a pochi soldi con uno che rende di più e para meglio. Quello di saper impostare può essere un valore aggiunto, ma il portiere forte è quello che sa parare. Inutile avere piedi da centrocampista, se poi tra i pali fai errori e subisci gol parabili”.
Spalletti ha solo l’imbarazzo della scelta
Parlando poi di difensori in azzurro, argomento che lo tocca da vicino, avendo difeso i colori nazionali come vicecampione del mondo nel 1994: “Alle spalle di Donnarumma ci sono grandi portieri come Vicario e Provedel che mi piacciono molto e sono 2 garanzie. E dietro avanzano i vari Di Gregorio ecc. Quello del portiere è l’ultimo dei problemi per Spalletti”.
I ricordi di chi l’ha visto giocare
Portiere esplosivo ed atletico, robusto e tecnicamente completo, Pagliuca sul campo spiccava per l’abilità tra i pali, dove offriva il meglio di sé in virtù di doti acrobatiche, riflessi e senso della posizione. E’ stato fra i più abili della sua epoca nella difficile arte di parare i rigori. Dotato di personale eleganza negli interventi, ebbe come punto di riferimento Dino Zoff, anche se le sue movenze furono accostate a quelle del più spettacolare Enrico Albertosi.
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Tennis
Sinner re dei re: batte ancora Alcaraz e conquista il Six Kings Slam di Riad, secondo trionfo consecutivo e assegno da 6 milioni di dollari
Un’altra lezione di tennis firmata Jannik Sinner. Nella finale del Six Kings Slam a Riad, l’azzurro travolge Carlos Alcaraz con un gioco perfetto e un servizio devastante. Sorrisi, abbracci e un premio da 6 milioni: il re dell’indoor non abdica.

Non sarà un torneo ufficiale, ma battere Carlos Alcaraz resta sempre una piccola goduria. Jannik Sinner si conferma il re del Six Kings Slam di Riad per il secondo anno consecutivo, replicando il successo del 2024 e dominando ancora una volta il numero uno del mondo. Il punteggio, 6-2 6-4, racconta di una finale a senso unico, giocata con la consueta freddezza e con la potenza controllata che ormai è il marchio di fabbrica del campione altoatesino.
In appena due ore e quattordici minuti complessivi di gioco – tanto sono durate le due partite disputate in Arabia Saudita – Sinner si è messo in tasca un assegno da sei milioni di dollari, ma soprattutto la certezza di essere il più forte di tutti quando la superficie è indoor. Da quella finale persa alle Finals 2023 contro Novak Djokovic, nessuno è più riuscito a batterlo al chiuso.
Il match è stato un assolo fin dal primo set, chiuso 6-2 in ventisette minuti di dominio assoluto. Sinner ha servito come un metronomo, concedendo appena le briciole, mentre Alcaraz, apparso contratto e leggermente condizionato da un fastidio alla caviglia, non è mai riuscito a imporre il suo ritmo. Break immediato, poi un doppio vantaggio costruito con risposte fulminee e un dritto che pare telecomandato: per lo spagnolo non c’è stata partita.
Nel secondo parziale Alcaraz ha provato a reagire, allungando gli scambi e annullando cinque palle break in un game infinito sul 2-2. Ma la differenza, sotto la cupola della Kingdom Arena, resta abissale: Sinner anticipa tutto, gioca colpo su colpo come fosse un videogame e, sul 3-3, piazza il break decisivo. Da lì in poi è pura accademia, chiusa con un rovescio lungolinea da manuale.
A fine match, i due si abbracciano sorridendo, tra rispetto e ironia, consapevoli che la rivalità tra loro è ormai la più bella del tennis moderno. Sinner, però, continua a guardare tutti dall’alto, re dei re anche senza corona ufficiale. E con sei milioni di motivi per sorridere, può permettersi di farlo davvero.
Calcio
Wanda piazza la stoccata in tribunale: Mauro Icardi perde la villa e finisce tra i “morosi”
Il tribunale civile di Buenos Aires ha disposto il sequestro delle quote societarie e della villa del calciatore. L’ex Inter è stato iscritto nel Registro dei Debitori degli alimenti: se rimetterà piede in Argentina, non potrà espatriare.

La storia infinita tra Wanda Nara e Mauro Icardi non conosce tregua. Questa volta è la giustizia argentina a cambiare le carte in tavola e a infliggere un colpo durissimo all’attaccante, già alle prese con un presente calcistico incerto.
Il 106° Tribunale civile di Buenos Aires, guidato dal giudice Adrián Hagopian, ha accolto l’istanza presentata dai legali della showgirl e ha ordinato il sequestro di una quota di Icardi nella società Asociación Civil La Isla SA. L’importo non è da poco: 110.000 dollari a titolo di alimenti, oltre a un’ulteriore somma di 3.500 dollari per interessi e spese.
Non basta. L’ex capitano dell’Inter è stato iscritto d’ufficio nel Registro dei Debitori Morosi, una “lista nera” che complica qualsiasi operazione finanziaria e mina l’immagine pubblica del giocatore. E come se non fosse già abbastanza, è arrivato anche il via libera al sequestro della villa di Buenos Aires, la stessa che Icardi aveva acquistato come “casa dei sogni” e dove aveva vissuto con l’attrice China Suarez prima del rientro in Turchia.
Il provvedimento, firmato il 19 agosto 2025, porta la firma del giudice Hagopian ed è inserito nel fascicolo 88891/2024. Nella motivazione, il tribunale sottolinea l’assenza di prove sui pagamenti previsti dall’accordo di mantenimento. Il team difensivo di Icardi aveva tentato di opporsi, chiedendo l’annullamento del patto, ma il giudice ha respinto il ricorso e ha deciso per una cifra totale di 122.443,08 dollari.
C’è di più. La sentenza stabilisce che, nel caso in cui Maurito torni in Argentina, non potrà lasciare il Paese senza prima aver sistemato le sue pendenze. Una misura che rischia di pesare anche sulla sua carriera sportiva, visto che milita in Turchia e i viaggi internazionali sono parte integrante del mestiere.
Un finale che fotografa perfettamente il momento: Wanda segna un altro punto a suo favore, mentre Icardi si ritrova ancora una volta a rincorrere, ma non su un campo da calcio.
Calcio
Roberto Mancini e Silvia Fortini non si seguono più su Instagram: crisi o semplice distrazione digitale?
Roberto Mancini e l’avvocatessa Silvia Fortini, coppia riservata e lontana dal gossip, non si seguono più su Instagram. Un gesto apparentemente banale, ma che molti leggono come il segnale di un possibile allontanamento tra i due. Nessun commento ufficiale, ma la curiosità dei social è ormai alle stelle.

Nel mondo dei social basta un “unfollow” per far scattare l’allarme. E stavolta tocca a una coppia insospettabile: Roberto Mancini e la moglie Silvia Fortini, sposati dal 2018, sembrano essersi “persi di vista” su Instagram.
L’ex ct della Nazionale e attuale allenatore dell’Arabia Saudita non segue più la consorte, e lei ha fatto lo stesso. Un gesto minimo, certo, ma in tempi di amore 2.0 anche i dettagli digitali diventano notizie. E per molti fan è bastato quel piccolo movimento per ipotizzare una crisi.
Mancini, 59 anni, e Fortini, avvocatessa romana di quattordici anni più giovane, sono sempre stati una coppia riservata, lontana dai riflettori e dalle cronache mondane. Nessuna dichiarazione pubblica, poche apparizioni insieme, pochissime foto social. Proprio per questo il gesto ha colpito: una distanza “virtuale” che, per chi li conosce, non sembra nel loro stile.
C’è chi parla di semplice casualità o di un aggiornamento casuale negli account, e chi invece legge nell’unfollow un sintomo di tensione dopo mesi di vita separata tra Roma e il Medio Oriente. Mancini, infatti, vive da tempo a Riad, dove guida la nazionale saudita, mentre Silvia è rimasta in Italia, impegnata nel suo studio legale e nei progetti personali.
Nessuno dei due, per ora, ha commentato. Ma nel silenzio cresce la curiosità, alimentata dai social stessi: tra i follower che analizzano ogni like, ogni tag mancato, ogni foto cancellata.
Solo qualche settimana fa, Mancini aveva postato un’immagine da Gedda con la scritta: “Il lavoro è sacrificio, ma anche libertà”. Un pensiero che alcuni hanno letto come un messaggio personale.
Crisi vera o semplice coincidenza digitale, il mistero resta. E in un’epoca in cui le relazioni si misurano anche a colpi di “segui” e “non seguo più”, persino un gesto così piccolo può far rumore come un cartellino rosso.
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