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Sport

L’appello di CR7: aiutatemi a trovare quel tifoso in lacrime (video)

Cristiano Ronaldo si rivolge ai suoi tanti fan per ritrovare un tifoso appassionato che l’ha particolarmente colpito in un video.

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    La superstar del pallone Cristiano Ronaldo si è rivolto ai social per rintracciare un misterioso tifoso che gridava il suo nome durante la partita dell’Al Nassr – la sua attuale squadra – contro l’Esteghlal per la Champions League asiatica. Coinvolgendo in questa ricerca tutti i suoi tifosi.

    Un video viralissimo

    Durante la partita dell’Al Nassr contro l’Esteghlal nella Champions League asiatica, il 22 ottobre, è stato avvistato un tifoso di Cristiano Ronaldo gridare il suo nome in maniera appassionata, letteralmente con le lacrime agli occhi. Il calciatore, avendo visto il video – che ha già raggiunto la quota di 130 milioni di visualizzazioni – si è rivolto allora ai social media, chiedendo aiuto ai suoi fan per trovarlo. Colpito da una manifestazione di devozione così accorata, probabilmente vorrà conoscere questo suo supporter, regalandogli così un attimo di grande felicità.

    Il suo appello su X

    Ha scritto il calciatore su X: “Lo sto cercando. Qualsiasi informazione è ben accetta”. Nella registrazione video si vede questo tifoso indossare una maglia del suo idolo, mentre filma la partita con il cellulare e con gli occhi pieni di lacrime. Per il momento l’identità dell’uomo sugli spalti rimane ancora sconosciuta.

    La generosità e la bontà di Ronaldo sono doti risapute

    E’ risaputo che CR7 è un uomo molto generoso. Guandagnando oltre 420 mila euro alla settimana e con contratti di sponsorizzazione da milioni di euro l’anno non fa di certo fatica… si potrebbe affermare. Ma anche se i più cinici diranno che lo fa per le detrazioni fiscali e per farsi pubblicità, in realtà Ronaldo compie beneficenza perché ci crede. Non a caso nel 2015 il sito Dosomething.org l’ha eletto come la stella dello sport più caritatevole al mondo.

    Atti di grande generosità

    Nel 2011 Cristiano Ronaldo vinse la Scarpa d’Oro grazie ai 40 gol segnati col Real Madrid, allora allenato da José Mourinho Anziché mettere il premio nella sua affollata stanza dei trofei, CR7 decise di donarlo alla fondazione del Real Madrid perché lo mettesse all’asta, per ricostruire alcune scuole di Gaza, in Palestina. Lo scorso ottobre si è ripetuto: la stella portoghese ha messo all’asta una copia del Pallone d’Oro vinto nel 2013. Ad aggiudicarselo è stato Idan Ofer, l’uomo più ricco d’Israele, per circa 600 mila euro, che sono stati immediatamente donati all’associazione Make-a-Wish, che supporta i piccoli pazienti malati terminali e le loro famiglie.

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      Tennis

      Djokovic lascia la Serbia, porta il torneo ATP in Grecia e viene bollato come traditore dai media di Vucic

      Novak Djokovic ha sostenuto gli studenti che protestavano contro la corruzione dopo la tragedia di Novi Sad e per questo è stato preso di mira dai tabloid filo-Vucic. Ora si trasferisce in Grecia, iscrivendo i figli a scuola ad Atene e portandosi dietro il torneo ATP di Belgrado. Intanto c’è chi lo celebra come nuovo volto del liberalismo filo-europeo, ma le sue radici restano nazionaliste.

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        Da eroe nazionale a “traditore” della patria, il passo è stato breve. Novak Djokovic, 24 volte vincitore Slam e simbolo del tennis mondiale, ha scelto di lasciare la Serbia e trasferirsi in Grecia, portando con sé moglie, figli e perfino il torneo ATP di Belgrado, di proprietà della sua famiglia. Una decisione che ha il sapore della rottura definitiva con il presidente Aleksandar Vucic e con i media che ne sostengono il governo.

        Il peccato originale? Aver preso posizione. Dopo il crollo della pensilina ferroviaria di Novi Sad, che a dicembre ha provocato 16 morti e acceso la protesta degli studenti contro la corruzione, Djokovic si è schierato apertamente con i ragazzi. Prima con un post sui social: «Credo profondamente nel potere dei giovani e nella loro voglia di futuro. Le loro voci vanno ascoltate». Poi con gesti simbolici: la dedica di una vittoria agli Australian Open a uno studente ferito, la felpa con la scritta “Gli studenti sono campioni”, le immagini condivise delle piazze in rivolta.

        Apriti cielo. I tabloid filogovernativi lo hanno definito “falso patriota”, accusandolo di sostenere la “rivoluzione colorata”. Un affronto per un Paese che fino a ieri voleva dedicargli addirittura un museo a Belgrado in vista dell’Expo 2027.

        Le contraddizioni sono tutte lì. Lo stesso Djokovic che nel 2023 aveva scritto sulla telecamera del Roland Garros «Il Kosovo è il cuore della Serbia», lo stesso che si è fatto fotografare accanto a nazionalisti compromessi con il genocidio di Srebrenica, oggi si ritrova al fianco di studenti che denunciano corruzione e appalti truccati. Un fervente nazionalista che si scontra col presidente nazionalista.

        Intanto la famiglia ha già messo radici ad Atene: i figli sono stati iscritti a una scuola privata e Nole sembra pronto a una nuova vita, lontano da Belgrado. Sullo sfondo, il futuro in politica: c’è chi lo immagina come un nuovo leader populista, chi lo vede come volto del liberalismo filo-UE.

        Giuliano Ferrara, su X, lo ha già celebrato come il “GOAT del liberalismo europeo”. Ma la verità è che Djokovic resta un uomo diviso, complesso, figlio di un Paese che porta ancora addosso le cicatrici delle guerre balcaniche. Per ora ha messo la racchetta tra sé e il potere serbo. Domani, chissà, potrebbe usarla come clava in politica.

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          Tennis

          Anna Kalinskaya, l’ex di Sinner e Kyrgios spara a zero: “Rune mi ha scritto dieci volte, i tennisti sono egoisti”

          La russa, oggi numero 24 al mondo, racconta a First&Red il lato oscuro del circuito: colleghi fissati solo sui risultati, vita privata impossibile e un Holger Rune che “ci prova con tutte”.

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            Non solo dritti e rovesci. Anna Kalinskaya, 25 anni, talento russo e volto noto anche per i gossip sentimentali che l’hanno legata prima a Nick Kyrgios e poi a Jannik Sinner, ha deciso di parlare senza filtri. Lo ha fatto in un’intervista a First&Red, che sta facendo il giro del circuito non tanto per i suoi colpi da fondo campo quanto per le stoccate fuori dal campo.

            La prima frecciata è per Holger Rune, enfant terrible del tennis scandinavo: «Mi ha scritto dieci volte – racconta Kalinskaya – ma mi dicono che scrive a tutte. Ha una considerazione troppo alta di sé. Non è l’unico a comportarsi così». Un attacco diretto che conferma la fama di dongiovanni del danese e mette pepe in uno spogliatoio che già non brilla per armonia.

            Poi arriva il giudizio generale, ancora più tagliente: «Frequentare colleghi tennisti? Ti causa depressione. Sono fissati sui risultati, vivono solo per quello. Se falliscono un obiettivo per loro è la fine del mondo. Tra i primi dieci al mondo, il programma è rigidissimo e diventa impossibile costruire una vita privata. I giocatori di tennis sono un po’ egoisti. Non ti diranno mai le cose in faccia».

            Parole che pesano come macigni in un ambiente dove spesso le relazioni nascono e muoiono nei corridoi dei tornei. Kalinskaya, oggi numero 24 al mondo, conosce bene le dinamiche di chi vive con la valigia in mano e con la classifica come ossessione quotidiana. Con Sinner la storia è durata qualche mese, chiusa nel silenzio. Con Kyrgios, invece, i riflettori erano sempre accesi. Ora, senza più legami dichiarati, sceglie la sincerità e mette a nudo il lato tossico di un tennis che raramente lascia spazio a fragilità e sentimenti.

            Un racconto che divide: c’è chi la accusa di puntare più sui titoli dei giornali che sui titoli in campo, e chi invece vede nelle sue parole un’istantanea fedele del tour. Di certo, nel circuito WTA e ATP, l’intervista ha già fatto rumore. E probabilmente continuerà a rimbalzare negli spogliatoi ancora a lungo, tra un torneo e l’altro.

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              Calcio

              Icardi cancella Wanda Nara dalla pelle: al posto del volto della ex moglie spunta un lupo

              Il bomber del Galatasaray dice addio anche ai tatuaggi dedicati all’ex compagna. Dove c’era il volto di Wanda ora compare un lupo, e la data del matrimonio diventa un viale alberato.

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                Mauro Icardi ha voltato pagina. Definitivamente. Non solo sul piano sentimentale, ma anche su quello più personale, inciso finora sulla sua pelle. L’attaccante del Galatasaray ha infatti coperto i tatuaggi dedicati a Wanda Nara, la donna che per anni è stata al centro della sua vita privata e professionale.

                Il cambiamento è netto. Dove prima campeggiava il volto dell’ex moglie, oggi spicca il muso di un lupo. Un simbolo che sa di rinascita, forza e indipendenza. E non è l’unico ritocco: anche la data dell’anniversario di matrimonio è sparita, sostituita da un nuovo disegno, un viale alberato. L’opera porta la firma del tatuatore argentino Arturo Mendez Perez, tra i più richiesti in patria e amico personale del calciatore.

                Icardi ha condiviso il risultato sui social, accompagnando le immagini con un laconico «Work in progress…». Una frase che dice molto: non si tratta solo di un aggiornamento estetico, ma di un vero percorso di riscrittura della propria identità. Una pelle nuova per una nuova fase della vita.

                Il legame con Wanda Nara, a lungo vissuto sotto i riflettori tra passione e scandali, è ormai archiviato. Prima la separazione, poi le voci su nuove relazioni, e adesso l’eliminazione dei tatuaggi: il filo che li teneva uniti è stato reciso anche visivamente.

                Il gesto, inevitabilmente, ha fatto discutere. I fan si dividono tra chi lo considera un atto di liberazione e chi lo legge come un colpo di spugna troppo drastico su un passato che, nel bene e nel male, ha segnato la carriera e la vita del calciatore. Ma Icardi sembra convinto: il capitolo Wanda è chiuso e a raccontarlo è il suo stesso corpo.

                Un lupo al posto di un volto, un viale alberato che sostituisce una data. È così che Mauro Icardi ha scelto di ridisegnarsi: meno legato al passato, più proiettato su ciò che verrà.

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