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Sport

L’energia di Tamberi è l’amore per la moglie

Tamberi deve buona parte della sua grande energia alla compagna Chiara Bontempi. Una figura fondamentale nella vita e nella carriera del marito.

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    Insieme dal 2009 sposati dal 2022. Gianmarco Tamberi, medaglia d’oro in salto in alto ai recenti Campionati Europei di atletica leggera che si sono svolti a Roma, deve buona parte della sua grande energia alla compagna Chiara Bontempi. Una figura fondamentale nella vita e nella carriera del marito Chiara è costantemente presente sugli spalti durante le gare di Gimbo fornendo supporto e stabilità.

    Salti di gioia per una bella storia d’amore

    Chiara e Gianmarco si sono conosciuti da adolescenti e la loro storia d’amore è iniziata con un colpo di fulmine a 14 anni. Si sono sposati a settembre 2022 presso Villa Imperiale a Pesaro. Gianmarco ha sempre dedicato le sue vittorie a Chiara, attribuendole un ruolo cruciale nel suo successo. Chiara stessa ha dichiarato più volte che è lei a fornire a Gimbo il giusto equilibrio, calma e serenità. Oltre a seguire la sua alimentazione speciale. Nei periodi in cui prepara alle gare più importanti Tamberi segue una dieta estrema. Un regime alimentare rigido che riesce a mantenere grazie anche a lei che lo asseconda senza rammaricarsi molto per qualche cena romantica da saltare.

    Un pilastro con una solida famiglia

    Chiara Bontempi, nata nel 1995 ad Ancona, proviene da una famiglia di sportivi. Suo padre, Piergiorgio, è stato un motociclista che ha corso nel mondiale di Superbike. Chiara ha un fratello di nome Pierfrancesco e sua madre gestisce un negozio di articoli per la casa. Nel 2019, dopo essersi laureata a Verona, la sua vita si è divisa tra Milano e Roma per lavoro. Chiara Bontempi ha sempre sostenuto Gimbo nelle tappe più importanti della carriera sportiva, spronandolo e sostenendolo come un solido pilastro anche quando per il saltatore italiano la strada si faceva più tortuosa e in salita.

    Chiara, la compagna di vita di Gimbo

    C’è sempre una dedica alla moglie negli show che Gianmarco Tamberi ci propone dopo ogni medaglia conquistata. Anche quella conquistata alle Olimpiadi di Tokyo 2021, era dedicata a lei.
    Chiara usa con molta disinvoltura i social come Instagram dove può vantare 71mila follower. Lì posta in continuazioni immagini che la ritrae in compagnia di Gimbo durante i loro viaggi, le loro passioni e anche i loro allenamenti.

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      Calcio

      Dybala ko: operazione al tendine e stagione finita. “Tornerò più forte”

      Paulo Dybala dice addio al finale di stagione. Dopo la rottura del tendine semitendinoso sinistro, l’attaccante si opererà: l’obiettivo è tornare a disposizione per l’inizio della prossima stagione.

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        La stagione di Paulo Dybala finisce qui. L’argentino della Roma dovrà operarsi nei prossimi giorni a causa di una seria lesione al tendine semitendinoso sinistro, rimediata durante il match contro il Cagliari. Fatale un colpo di tacco che ha causato la rottura del tendine in ben due punti. Una diagnosi pesante, che ha convinto lo staff medico giallorosso e la proprietà dei Friedkin a spingere per un intervento chirurgico, preferito a una terapia conservativa che – secondo i medici – avrebbe potuto mettere a rischio persino la carriera del calciatore.

        Il club ha ufficializzato la decisione con un comunicato, spiegando che la scelta dell’operazione è stata presa di comune accordo tra Dybala e la società. L’intervento, considerato delicato, comporterà almeno tre mesi di stop: l’obiettivo è permettere al numero 21 di essere pronto per il ritiro di luglio e per l’inizio della prossima stagione, ad agosto. Tra le opzioni per l’operazione ci sono centri specializzati in Svizzera, Finlandia e, più lontana, negli Stati Uniti. La Roma ha già inviato i migliori auguri all’argentino: “Ti aspettiamo!”.

        Dybala ha voluto affidare ai social il suo messaggio ai tifosi: “Cari amici, vi ringrazio di cuore per l’affetto che sempre mi dimostrate. Dopo i risultati degli esami e aver valutato le diverse opzioni, ho deciso di sottopormi all’intervento ora per tornare il prima possibile. Anche se sarò lontano dal campo, continuerò a sostenere i miei compagni della Roma in questa fase cruciale del campionato e la nostra nazionale che seguirò come un tifoso in più durante queste partite di qualificazione. Tornerò presto, ancora più forte, promesso. Ci vediamo in campo. Forza Roma e Vamos Argentina”.

        Una perdita pesante per la Roma, che dovrà fare a meno del suo talento nella fase decisiva della stagione. Mourinho e i tifosi sperano ora in un recupero senza intoppi per riabbracciare la Joya in estate.

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          Sport

          Il sogno nel cassetto di Federica Brignone? Giocare un set contro Jannik Sinner!

          La sciatrice Federica Brignone, ospite di Che Tempo Che Fa, ha rivelato un sogno segreto: sfidare Jannik Sinner a tennis. Tra battute e autoironia, la campionessa di sci ha ammesso di non avere grandi speranze con la racchetta in mano, ma di essere curiosa di vedere Sinner sugli sci.

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            La fortissima atleta azzurra ha deciso di svelare un desiderio che teneva nascosto nel cassetto: giocare una partita a tennis contro il numero uno della racchetta, Jannik Sinner. Ospite di Che Tempo Che Fa su Nove, la sciatrice italiana ha lanciato la proposta con il sorriso sulle labbra: “Mi piacerebbe giocare con lui… ma c’è un problema! Io faccio schifo a tennis e non vedrei neanche la pallina!”.

            Una sfida incrociata: la vedremo mai?

            Insomma, Brignone è consapevole delle sue scarse doti tennistiche, ma il desiderio di confrontarsi con un talento come Sinner resta. E chi lo sa, magari il campione altoatesino potrebbe ricambiare la sfida sulle piste da sci… E e se da parte di Federica, spirito competitivo a parte, ci fosse un interesse nei confronti di Jannik di un altro tipo?!? Tutto può essere…

            Sinner sugli sci? La Brignone approva!

            Se a tennis la partita sarebbe a senso unico, sugli sci le cose cambiano. Brignone ha rivelato che Sinner, prima di dedicarsi completamente alla racchetta, aveva già dimostrato di essere un fenomeno sugli sci. “È stato campione del Trofeo Topolino, che è come essere campione del mondo Under 14!” ha spiegato. Insomma, Jannik non è esattamente un principiante sulla neve… Quindi, se la sfida sulla terra rossa sarebbe un massacro, una gara di slalom potrebbe essere più equilibrata. Chissà, magari un giorno vedremo davvero i due scambiarsi sport per un giorno!

            Una confessione all’insegna dell’ironia

            La campionessa azzurra ha raccontato tutto con il suo solito spirito leggero e autoironico, conquistando il pubblico e strappando qualche risata. Probabilmente anche lei “vittima” di quell’atmosfera rilassata e complice che i tanti ospiti del talk condotto da Fazio hanno avuto modo di sperimentare negli anni. “Non ho mai osato dirglielo, ma ora lo sa tutta Italia!” ha scherzato. E chissà, magari Jannik Sinner avrà sentito l’invito e sarà pronto ad accettare la sfida… a patto che Brignone lo aspetti al varco sulle piste!

            Lo sport unisce, anche con un sorriso

            In definitva… vedremo Brignone e Sinner su un campo da tennis o su una pista da sci? Un’idea che fa naturalmente sorridere ma che dimostra quanto lo sport possa unire mondi diversi. Anche se la partita a tennis potrebbe finire in pochi minuti, la curiosità di vedere Sinner sugli sci rimane. E se un giorno accadesse davvero, sarebbe uno spettacolo memorabile.

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              Calcio

              Edoardo Bove: “Ero indemoniato in ambulanza, cercavo di mordere tutti. Eriksen mi ha chiamato subito dopo il malore”

              Ospite del podcast di Gianluca Gazzoli, Edoardo Bove svela i dettagli del malore in campo, il viaggio choc in ambulanza, la vicinanza di Eriksen e la nuova vita con il defibrillatore sottocutaneo: “Mi sento fortunato, ma oggi non sono più l’Edoardo di prima”.

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                Edoardo Bove ha scelto il podcast “Passa dal BSMT” di Gianluca Gazzoli per raccontare senza filtri uno dei momenti più drammatici della sua carriera e della sua vita. Il giovane centrocampista, che oggi vive lontano dal campo in attesa di capire se potrà tornare a giocare, ha ripercorso il malore che lo ha colpito durante Fiorentina-Inter e le conseguenze che ne sono derivate, tra diagnosi incerte e un futuro ancora tutto da scrivere.

                Bove ha spiegato che, secondo la legge italiana, non potrà tornare a giocare a livello agonistico con il defibrillatore sottocutaneo, installato per proteggere la sua vita: “All’estero potrei firmare una liberatoria, ma qui non è permesso. Andrò avanti con le visite e se un giorno potrò toglierlo valuterò. La mia salute mentale però conta più di tutto. Se non mi sento sicuro senza defibrillatore, non importa. Vivo un’altalena di emozioni, tra speranza e paura”.

                Il ricordo del malore è ancora vivido, ma Bove ammette che rivedere quelle immagini oggi è più difficile: “All’inizio ero quasi distaccato, ora mi fa male. Mi chiedo perché io no e gli altri sì. Poi mi sento subito in colpa perché so di essere fortunato. Ho capito subito quanto si sono spaventati tutti, ed è stato devastante”.

                Il centrocampista ha raccontato in modo dettagliato quanto accaduto durante quella tragica partita: “Ricordo tutto fino a poco prima del malore. Avevo la testa che girava, ma pensavo fosse l’alimentazione. Mi sono chinato fingendo di allacciarmi le scarpe, poi il buio. Quando mi sono svegliato, pensavo di aver avuto un incidente. Mi hanno raccontato che in ambulanza ero fuori controllo, cercavo di mordere chiunque, ma non ricordo nulla di quel momento”.

                Bove ha voluto sottolineare l’importanza della prontezza dei soccorsi: “Siamo dipendenti da chi ci sta accanto. Se accade in strada e nessuno sa fare il primo soccorso, non c’è scampo. Io sono vivo perché ero nel posto giusto al momento giusto. In campo avevo accanto i medici, i defibrillatori, le persone giuste. Sono grato per come è andata”.

                Sulla nuova quotidianità con il defibrillatore, Bove ha raccontato anche l’impatto psicologico: “All’inizio l’ho presa alla leggera, ma ora lo sento sempre addosso. Quando dormo, quando faccio certi movimenti. Ti cambia la percezione di te stesso, anche nei controlli aeroportuali. Ti senti osservato, a volte violato”.

                Tra i momenti più toccanti, la chiamata di Christian Eriksen, che ha vissuto un’esperienza simile durante gli Europei del 2021: “Non lo conoscevo di persona, ma mi ha chiamato subito. È stato bellissimo, mi ha detto di pensare solo a stare tranquillo e a stare con la mia famiglia”.

                Infine, Bove ha parlato anche del dolore dei suoi cari: “Vedere la mia famiglia soffrire senza poter fare nulla mi ha distrutto. Nonostante le tante fake news che giravano, sono stati sempre al mio fianco, mi hanno dato tutto. Ho vissuto questa cosa forse con troppa maturità. Oggi non sono più l’Edoardo di prima, ma non smetto di lottare”.

                Bove è pronto a riprovarci, ma senza forzature: “Non mi precludo nulla. Devo rispetto a me stesso, alla mia famiglia e ai sacrifici fatti. Ma voglio fare tutto con serenità e ascoltando i medici”.

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