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La trasformazione dell’immagine femminile nel tempo: che cambiamento!

Oggi le donne sono protagoniste in tutti i settori della società: lavorano negli stessi ambiti degli uomini, ricevono un’istruzione, concorrono per le più alte cariche politiche, come dimostrato dalla candidatura di Hillary Clinton alla presidenza degli Stati Uniti. Anche il loro look è cambiato radicalmente: la moda femminile è diventata un’espressione di libertà e personalità, permettendo a ogni donna di scegliere come presentarsi al mondo senza dover aderire a rigidi standard imposti dalla società.

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    Sin dai tempi antichi le donne affiancavano gli uomini e si dedicavano esclusivamente alla famiglia, accudivano i figli e badavano alla casa. Nell’Antica Grecia, alle donne era proibito partecipare a eventi sportivi e candidarsi alle cariche pubbliche. Non avevano diritto di voto e non potevano esercitare la loro volontà. Col tempo la loro condizione è migliorata. Dopo la Rivoluzione Francese, Napoleone ampliò la sfera dei diritti delle donne e venne abolita la disparità di trattamento nella divisione dell’eredità del patrimonio familiare. Inoltre fu loro, concesso di mantenere il proprio cognome.

    Il desiderio legittimo di parità

    Uno dei primi movimenti che mirò alla libertà e al raggiungimento della parità dei diritti delle donne con quelli degli uomini, fu quello delle Suffragette nell’Ottocento. Le suffraggette
    miravano a raggiungere il suffragio universale anche per le donne. Oggi le donne sono parte fondamentale della nostra società, svolgono lavori pari a quelli degli uomini, sono istruite, concorrono alle elezioni come presidente degli Stati Uniti (come Hilary Clinton), e sono rispettate.

    La situazione in Africa

    Tuttavia, nei paesi in via di sviluppo, la donna continua ad occupare un ruolo marginale all’interno della società e all’interno della famiglia. In Africa, la donna viene sfruttata al massimo, è lei a svolgere i ruoli più impegnativi: lavorare nei campi, portare sacchi di merce sulla testa per ore e ore di cammino o andare a riempire secchi d’acqua per tutta la famiglia. Ogni donna dovrebbe ritenersi fortunata nel vivere in un’epoca e in un paese, dove questo problema è in parte superato. Non dobbiamo dimenticare, però, le donne meno fortunate, è necessario, invece, fare di tutto per aiutarle a migliorare la loro condizione affinché possano, un giorno, vivere in una condizione migliore. Ai giorni nostri, molte associazioni organizzano manifestazioni sull’argomento, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica che pesa sulle condizioni di vita della donna.

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      Una Elodie in versione… stadio: i fan fanno la ola!

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        Dopo anni di successi, Elodie è pronta a scrivere una nuova pagina della sua carriera: il suo primo tour negli stadi – anche se solo di due date – è realtà. L’artista romana, diventata una delle voci più riconoscibili del pop italiano, porterà la sua energia, sensualità e presenza scenica in una dimensione tutta nuova.

        Milano e Napoli

        Il debutto è attesissimo: il primo show in uno stadio rappresenta una consacrazione definitiva, e i fan non vedono l’ora di cantare con lei sotto le stelle, tra coreografie spettacolari e momenti più intimi al pianoforte.

        La consacrazione a icona pop

        Una notizia che ha infiammato i social, dove l’entusiasmo è alle stelle. Dopo le hit da milioni di streaming, le collaborazioni internazionali e le performance da standing ovation, Elodie è pronta a dominare anche i grandi palchi outdoor. Un traguardo meritato, che segna il passaggio da stella della musica italiana a vera e propria icona pop.

        8 giugno 2025 allo Stadio San Siro di Milano

        12 giugno 2025 allo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli​

        I biglietti saranno disponibili online dal 3 giugno 2024 alle ore 14:00 e nei punti vendita autorizzati dall’8 giugno 2024 alle ore 11:00 . I prezzi variano a seconda del settore e della città.

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          Meloni stile anni ’90: è tutto vero, non si tratta di AI!

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            In questo video risalente agli anni ’90, Giorgia Meloni, giovanissima militante del Fronte della Gioventù – organizzazione giovanile legata al Movimento Sociale Italiano (MSI) – appare con un giubbotto di pelle e, soprattutto, dotata di una grinta sorprendentemente simile a quella della leader che conosciamo oggi.

            Il contesto di allora

            Siamo in un decennio turbolento per la politica italiana: la Prima Repubblica è crollata sotto il peso di Tangentopoli, la Democrazia Cristiana si dissolve, e la destra post-fascista cerca una nuova legittimazione. In questo contesto, la giovane Meloni si fa notare per il suo eloquio sicuro e la determinazione con cui difende le sue idee.

            La nascita di AN

            Nel 1995, nasce Alleanza Nazionale dalle ceneri del MSI, un passaggio storico per la destra italiana: è il tentativo di modernizzarsi e abbandonare simboli ingombranti. Meloni vi aderisce, portando con sé lo spirito combattivo e il linguaggio diretto che colpiscono anche in quegli anni, quando la TV generalista inizia a dare spazio ai giovani e alla politica dal basso.

            Il “chiodo”

            Il suo giubbotto di pelle può essere inteso come un segno dei tempi: ribelle, pop, ma anche parte di una narrazione che la vede come “una del popolo”, lontana dai salotti del potere. In quel volto determinato si intravede già l’ambizione di costruire qualcosa di duraturo, in un’epoca in cui tutto sembrava sgretolarsi.

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              L’umorismo di Papa Francesco: un dono di Dio per la fede

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                In un mondo segnato da ansie e tensioni, uno dei messaggi che ci lascia Papa Francesco è chiaro: anche il cristianesimo sa ridere, perché la gioia è parte integrante della vita di fede. Il Santo Padre ha spesso parlato dell’umorismo come di un dono essenziale per la vita cristiana. Secondo il Pontefice, ridere con gioia e ironia aiuta a mantenere il cuore leggero, a non cadere nella rigidità e a vivere la fede con autenticità. Ma cosa dice il Papa sull’umorismo? E soprattutto, anche Gesù Cristo aveva senso dell’umorismo?

                La versione di Bergoglio

                Papa Francesco considerava l’umorismo una grazia di Dio, un antidoto contro la tristezza e il pessimismo. Durante un’intervista, ha confessato di recitare ogni giorno la Preghiera per il buon umore attribuita a San Tommaso Moro, che chiede a Dio la capacità di ridere di sé stessi. Per lui, un credente senza senso dell’umorismo rischia di diventare rigido, incapace di accogliere la vita con leggerezza e speranza. Il Pontefice ha più volte sottolineato che l’ironia e l’umorismo aiutano a mantenere un sano distacco dalle difficoltà della vita. Ha persino scherzato su se stesso, definendosi “un Papa un po’ matto” o ridendo delle sue difficoltà con la tecnologia. Questo atteggiamento non è superficialità, ma una profonda fiducia nella Provvidenza.

                Gesù Cristo aveva senso dell’umorismo?

                Il Papa non aveva dubbi in proposito: sì, anche Gesù aveva il senso dell’umorismo. Basta leggere i Vangeli con attenzione per scoprire momenti in cui Cristo usa ironia e paradossi per insegnare verità profonde. Ad esempio, quando dice che è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel Regno dei Cieli (Matteo 19,24), sta usando un’immagine volutamente esagerata per far riflettere. Anche i suoi incontri con i discepoli sono pieni di sottile umorismo. Quando Natanaele si chiede se da Nazaret possa mai venire qualcosa di buono (Giovanni 1,46), Gesù lo accoglie con una battuta: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità!” (Giovanni 1,47), quasi prendendolo in giro con affetto.

                Ridete… se potete

                Papa Francesco ci esorta a non prendere tutto troppo sul serio, soprattutto noi stessi. L’umorismo sano non è mancanza di rispetto, ma una forma di intelligenza spirituale che ci aiuta a vivere con leggerezza e fiducia in Dio. Il sorriso, secondo il Papa, è una forma di evangelizzazione, un segno di speranza che attira gli altri alla fede.

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