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Politici? Ma andate a lavorareee…
E se per una volta i nostri cari politicanti finissero a fare una vita “normale”? Un nuovo video virale generato con l’intelligenza artificiale ci regala una satira irresistibile, mostrando Giorgia Meloni, Giuseppe Conte, Elly Schlein e Matteo Salvini in un universo parallelo… dove la politica è solo un lontano ricordo, e il rientro serale è quello di lavoratori stanchi e provati. Un contenuto che fci a ridere, riflettere e soprattutto… condividere, un piccolo capolavoro di satira digitale.
Meloni cassiera al fast food: “Vuole patatine grandi o supersfruttate?”
La Premier in divisa rosso-gialla, dopo un turno a servire menù a raffica con sorriso forzato e occhi stanchi. Il momento clou? Quando, a fine lavoro, si ritrova a mangiare da sola un panino molliccio, simbolo perfetto del junk food che vende di giorno. Altro che cene istituzionali…
Conte meccanico: olio motore e populismo
Giuseppe Conte è irriconoscibile, con tuta unta e mani nere di grasso. Smonta marmitte e aggiusta freni, mentre borbotta frasi sul reddito di cittadinanza. L’unico contratto che vorrebbe firmare? Quello d’assunzione a tempo determinato.
Il crollo della Schlein
La segretaria del PD è rappresentata mentre si addormenta stremata in carrozza, cullata dal ritmo del treno. con la fronte su un faldone. Una scena familiare per molti impiegati, tra riunioni infinite e straordinari non pagati. Manca solo il badge dimenticato sul tornello…
Il monologo di Salvini
Occhi persi nel vuoto, in evidente sovrappeso, Salvini parla da solo, sembra uscito da un dramma esistenziale… Per una volta, vederli stanchi, normali e persino un po’ umani… non ha prezzo.
Guarda il video e scopri l’altra faccia del potere!
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Quando il beat è divino: la suora brasiliana che fa beatbox meglio di un DJ
Una tranquilla intervista su un canale cattolico brasiliano si trasforma in un mini concerto hip-hop, con protagonista una suora che fa beatbox. Irmã Marizele, microfono alla mano (o meglio, alla bocca), ha scatenato l’inferno… musicale, ovviamente! Ad accompagnarla, un prete ballerino e una consorella danzante. Il video? Ovviamente dilagando sulla rete in tutto il mondo: una specie di… miracolo social. Chi ha detto che religione e ritmo non possono convivere? Suor Marizele ci ha dimostrato che anche in abito talare si può spaccare il beat con carità, ma anche con groove. In fondo, “dove c’è musica, c’è speranza”… e pure un po’ di viralità.

Tutto è iniziato in modo assolutamente sobrio: un’intervista sulla TV Pai Eterno per promuovere un ritiro vocazionale femminile. Argomento serio, pubblico devoto, atmosfera contemplativa… almeno fino a quando Irmã Marizele non ha deciso che era il momento di evangelizzare a colpi di beat!
Liturgia danzante
Nel giro di pochi secondi, l’intervista è diventata uno show improvvisato: suoni gutturali, ritmi sincopati, e una consorella – suor Marisa Paula de Neves – che ha iniziato a danzare con un prete al seguito, trasformando lo studio televisivo in una versione liturgica di “Italia’s Got Talent”.
Beatbox con featuring dello Spirito Santo
A soli 44 anni, Irmã Marizele ha più flow di una playlist su Spotify. Appartiene alla Congregazione della Copiosa Redenzione, nome già perfetto per un gruppo gospel-trap. Ma la vera rivelazione è il suo background musicale: cresciuta in una famiglia di artisti fai-da-te – nonno liutaio, zie cantanti radiofoniche, sorelle coriste da cucina – non sorprende che abbia affinato le sue doti vocali col karaoke più che col canto gregoriano. E ora, a Goiana, la sua missione ha un doppio scopo: salvare anime e farle ballare.
La fede che fa battere il piede
Per chi crede che la musica sacra debba limitarsi all’organo e al canto corale, il video è uno shock mistico. Ma per il resto del mondo, è un inno alla gioia con tanto di loop vocale. L’effetto virale non si è fatto attendere: nel giro di poche ore, migliaia di condivisioni, meme e remix hanno consacrato Irmã Marizele come la “Sister Beat” della rete.
Suore in consolle: il nuovo trend spirituale?
Questa scena ci apre gli occhi su una possibilità finora sottovalutata: e se il futuro dell’evangelizzazione passasse dai beatbox e non dai bollettini parrocchiali? Per ora è solo un’idea, ma non stupitevi se tra qualche mese vedrete un deejay in San Pietro, al cospetto di Papa Leone…
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Per Vasco una “vita spericolata”, anche da settantenne

Bibione si trasforma per una notte nella capitale del rock italico, ospitando la data zero del tour Vasco Live 2025. La sera prima, solo per gli iscritti al suo fan club, si è svolto un evento speciale. Una doppia occasione che ha richiamato migliaia di fan da tutta Italia, confermando il legame speciale tra il Komandante e questa graziosa località balneare veneta.
Una scelta di cuore per Vasco
Non è la prima volta che il rocker di Zocca sceglie Bibione per inaugurare un tour. Già nel 2024, la località aveva accolto con entusiasmo la data zero, attirando oltre 25.000 spettatori. Il successo di quell’evento ha spinto l’artista a tornare anche nel 2025, trasformando Bibione in una vera e propria “Vasco City” per una notte.
Concerto come al solito memorabile
Vasco si è esibito davanti al suo popolo, proponendo una scaletta che ha abbracciato l’intera carriera dell’artista. Tra i brani eseguiti, spiccano Vita spericolata (eseguita in apertura), Gli spari sopra, Siamo solo noi e l’immancabile Albachiara come bis finale. Uno show, dedicato al concetto di “vita vissuta”, durato oltre due ore e mezza, con momenti di grande intensità emotiva e coinvolgimento da parte del pubblico. Che ai suoi concerti non è mai solo spettatore ma più che mai parte integrante.
Albachiara sul finale dell’evento per il fan club
Durante il concerto ha detto rivolgendosi al pubblico:
«La vita siete voi che siete fotografie di vita vissuta, ostinata e spericolata»
Un messaggio di pace attraverso la musica
Durante l’esibizione, Vasco ha lanciato un messaggio forte e chiaro: “Noi siamo contro la guerra, contro ogni guerra. La musica è contro la guerra”. Parole che hanno risuonato con forza tra i presenti, sottolineando l’impegno dell’artista nel promuovere valori di pace e unità attraverso la sua musica.
Prossime tappe del tour
Dopo Bibione, il “Vasco Live 2025” proseguirà con una serie di concerti in tutta Italia, tutti sold out. Le prossime date includono:
- 31 maggio e 1° giugno: Torino, Stadio Olimpico
- 5 e 6 giugno: Firenze, Visarno Arena
- 11 e 12 giugno: Bologna, Stadio Renato Dall’Ara
- 16 e 17 giugno: Napoli, Stadio Diego Armando Maradona
- 21 e 22 giugno: Messina, Stadio San Filippo
- 27 e 28 giugno: Roma, Stadio Olimpico
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Quando non hai nulla da fare… puoi sempre rotolare!

Il cheeserolling (tradotto: “far rotolare il formaggio”) è una delle competizioni più bizzarre e pericolose che l’umanità abbia mai partorito. La regola è semplice: una forma di formaggio Double Gloucester viene lanciata giù per un ripidissimo pendio. I partecipanti devono inseguirla, scivolando, rotolando e quasi sempre volando lungo la discesa. Vince chi arriva per primo al traguardo, magari con ancora qualche osso intero.
Origini tra riti pagani e pura follia
Le origini di questa gara sembrano risalire al Galles, anche se alcuni sostengono che fosse già in voga tra i Romani o nei riti pagani per celebrare la fertilità dei campi. Che sia folklore o leggenda, una cosa è certa: la tradizione ha superato i secoli, ma il buon senso… quello no.
Perché (non) partecipare
Il formaggio può raggiungere velocità fino a 130 km/h – più di quanto ammetteresti in autostrada. I concorrenti, invece, spesso raggiungono il pronto soccorso: fratture, lussazioni, distorsioni sono all’ordine del giorno. Caschi e imbottiture aiutano ma il rischio di rotolare come un sacco di patate è garantito.
Uno sport estremo travestito da farsa
Il Cheeserolling è diventato un fenomeno virale, attirando centinaia di partecipanti da tutto il mondo. Perché? Forse per la gloria. O forse per la speranza di diventare famosi su TikTok mentre si abbracciano cespugli a 80 all’ora.
Più che una corsa… una caduta collettiva
In un mondo che partorisce “sport” (le virgolette sono più che mai d’obbligo) sempre più estremi, il Cheeserolling si distingue per la sua disarmante stupidità. Non serve talento, solo fegato e una discreta dose di incoscienza. Perfetto per affrontare i nostri tempi.
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