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Bonus antisismica: fate presto

Come usufruire dell’agevolazione fiscale sismabonus per l’acquisto di casa in edifici riqualificati nel 2024 secondo i nuovi standard energetici richiesti dalla direttiva europea Case Gree. Dal 2025 cambia tutto.

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    Come usufruire del bonus antisismica per l’acquisto di una casa da riqualificare nel 2024 secondo i nuovi standard richiesti dalla direttiva europea Case Green. Dal 2025 cambia tutto.

    Alcuni bonus per l’acquisto della casa resteranno in vigore fino al 31 dicembre 2024. Altri, invece, sono strutturali e, se non interverranno modifiche normative, subiranno un abbassamento delle aliquote a partire dal 1° gennaio 2025.

    E’ dell’85% il bonus sul prezzo per chi acquista case antisismiche riqualificate dal costruttore. L’agevolazione è riconosciuta sia per le prime che per le seconde case e anche per gli immobili destinati ad uso produttivo, come uffici, negozi, o capannoni. Attenzione però questo bonus è in scadenza a fine anno. Ma c’è una novità. E’ possibile infatti approfittare dell’agevolazione anche se i lavori non si termineranno entro il 31 dicembre prossimo. Il bonus viene erogato a patto che che siano state realizzate almeno le parti strutturali del nuovo fabbricato.

    Il bonus per gli edifici riqualificati

    Si tratta in sintesi di una detrazione fiscale riconosciuta per chi compra immobili nei comuni a rischio sismico 1, 2 o 3, all’interno di fabbricati demoliti e ricostruiti da imprese. E messi sul mercato entro 30 mesi dal termine dei lavori. Gli edifici che risultano da questi interventi sono tutti in classe energetica A, ossia quella a maggior risparmio. Si tratta dello standard obbligatorio per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni effettuate tramite demolizione e ricostruzione. Tutti edifici che già rispettano i nuovi standard energetici richiesti dalla direttiva europea.

    Si ma in soldoni quanto vale?

    L’agevolazione fiscale consiste nella detrazione fiscale in 10 anni. Previste due aliquote del 75% o dell’85% a seconda della riduzione di una o due classi di rischio sismico del nuovo edificio. L’agevolazione spetta sul costo di acquisto entro un massimo di 96.000 euro. Si può ottenere un risparmio fino a 81.600 euro sull’Irpef, ossia 8.160 euro in meno di tasse da pagare ogni anno. Il bonus spetta solo a chi risulta proprietario al rogito, ed è riconosciuta a prescindere dal fatto che si tratti di prima o seconda casa. Il sismabonus è previsto per gli immobili ad uso abitativo ma anche per quelli ad usi produttivo. Ovvero unità immobiliari in cui si svolgono attività agricole, professionali, produttive di beni e servizi, e commerciali come uffici, negozi, capannoni.

    Il ritorno dello sconto in fattura e la cessione del credito

    Usciti dalla porta rientrano dalla finestra. Lo sconto in fattura e la cessione del credito erano stati eliminati dal governo Meloni. Ma nel caso di case antisismiche chi sceglie un edificio riqualificato c’è ancora la possibilità di avere sconto in fattura o cessione del credito. Opzione ammessa in caso di pratica edilizia presentata dal costruttore entro il 16 febbraio 2023. Se i lavori sono iniziati lo scorso anno, in alternativa alla detrazione, si ha diritto ad un abbattimento del prezzo da versare al rogito. E in più lo’ sconto’ è possibile anche se i lavori sono ancora in corso.

    Bonus valido anche con i lavori ancora in corso

    L’Agenzia delle Entrate ha fatto il punto sul sismabonus acquisti con la risoluzione n.14 dell’8 marzo scorso. Per avere l’agevolazione è necessario che la momento del rogito venga attestata la riduzione del classe di rischio sismico rispetto all’edificio che è stato demolito. E’ possibile anche se i lavori di finitura, ossia quelli interni o l’installazione degli impianti, non sono conclusi, a patto che sia stata realizzata la struttura portante dell’edificio. È indispensabile rispettare anche il termine ultimo per il rogito che deve perciò essere stipulato entro il 31 dicembre anche se il lavori sono ancora in corso.

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      Italia

      Bollette elettriche: ecco gli sportelli che ti fanno risparmiare

      Bollette, al via gli sportelli per lo sconto sulla luce (da 113 euro all’anno): ecco dove sono.

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        Risparmiare sulla bolletta della luce è possibile per 11,5 milioni di italiani, grazie a un servizio di consulenza gratuita che aiuta i cittadini vulnerabili a passare al Servizio a Tutele Graduali (STG), con uno sconto da almeno 113 euro all’anno. L’iniziativa, promossa dal deputato leghista Alberto Gusmeroli, permette agli utenti over 75, disabili, persone in difficoltà economica, chi utilizza apparecchi medicali e chi risiede in isole minori, di lasciare il mercato libero o il regime di maggior tutela per accedere all’STG. Tuttavia, il cambio può essere richiesto solo online ed è disponibile fino al 30 giugno 2025.

        Sportello di consulenza: ecco i documenti necessari

        Per facilitare il passaggio al STG, Gusmeroli, sindaco di Arona (Novara), ha aperto uno sportello dedicato per assistere i cittadini nella compilazione della richiesta. Il servizio, finanziato con fondi del PNRR, è attivo tre giorni alla settimana: martedì: 9:00 – 13:00 / mercoledì: 14:00 – 18:00 / venerdì: 8:30 – 11:30. Per effettuare il cambio di fornitore, è necessario portare: il documento d’identità, l’ultima bolletta elettrica, l’indirizzo email e numero di telefono, e l’IBAN (se si desidera la domiciliazione bancaria).

        Bollette elettriche: è ora di cambiare

        L’iniziativa, nata ad Arona, si sta espandendo velocemente anche in altri territori. Alcuni comuni del Piemonte, come Oleggio, Dormelletto, Pisano, Oleggio Castello e Macugnaga, hanno già attivato lo sportello. Prossimamente, apriranno punti di consulenza anche nel Cuneese, nel Torinese e in Toscana. Al di fuori del Piemonte, infatti, il servizio è già operativo a Massa in Toscana, città di Andrea Barabotti, co-firmatario dell’emendamento. Grazie a questa rete di assistenza, i cittadini vulnerabili potranno accedere più facilmente agli sconti previsti dal Servizio a Tutele Graduali, riducendo così le spese energetiche annuali. Una opportunità per migliorare l’accessibilità alle agevolazioni e semplificare il processo di cambio fornitore.

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          Italia

          Il Conclave senza milanesi: una rottura storica per la Chiesa Ambrosiana

          La diocesi più grande d’Europa esclusa dall’elezione del nuovo Papa. Escluse anche Berlino, Parigi, Lisbona, Vienna e Bruxelles.

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          Il Conclave senza milanesi: una rottura storica per la Chiesa Ambrosiana

            Per la prima volta dal 1878, il Conclave che eleggerà il nuovo Papa, e inizierà il prossimo 7 maggio nella Cappella Sistina, non avrà alcun cardinale milanese tra gli elettori. Un evento che segna una rottura storica per la diocesi più grande d’Europa, con i suoi 5 milioni di battezzati. Milano, da sempre protagonista nelle vicende della Chiesa, si ritrova ora senza rappresentanza diretta in un momento cruciale per il futuro del cattolicesimo. Tra le diocesi escluse Milano non è sola. Infatti a non essere rappresentata al prossimo Conclave ci sono anche Berlino, Parigi, Lisbona, Vienna e Bruxelles. Tutte diocesi con una lunga tradizione e un peso storico importante che non avranno cardinali elettori del prossimo Papa.

            La Chiesa più inclusiva voluta da Papa Francesco

            Secondo gli esperti, questa scelta non è casuale, ma il frutto della visione di Papa Francesco, che ha voluto una Chiesa più inclusiva, dando maggior spazio a realtà meno centrali nel mondo cattolico. Monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura della Curia di Milano, spiega che Bergoglio ha costruito un collegio cardinalizio diverso, selezionando personalità da aree meno tradizionali, con forti differenze culturali. “Ha invitato i cardinali a conoscere la Chiesa a partire dalle diversità”, dice Bressan. Se in passato il cattolicesimo era dominato dalle diocesi storiche europee, ora Francesco ha ribaltato gli equilibri, dando più peso alle Chiese periferiche.

            Milano restata ai margini? No, è presente nei dicasteri vaticani

            Nonostante l’assenza nel Conclave, Milano resta centrale nel Vaticano. Nel corso del suo pontificato Papa Francesco ha più volte dimostrato affetto per la Chiesa ambrosiana, accogliendo classi di preti e diaconi milanesi a Casa Santa Marta. Inoltre ha nominato numerosi vescovi ambrosiani per altre diocesi o ruoli chiave nei dicasteri vaticani. Don Enrico Castagna, rettore del Seminario arcivescovile di Venegono, conferma: “Non è un’esclusione, il ruolo di Milano non si definisce solo nel Conclave”. Quindi, più che una perdita di influenza, si tratta di una redistribuzione del potere nella Chiesa.

            Le preoccupazioni dei fedeli laici

            Se i sacerdoti sembrano accettare il cambiamento, tra i fedeli laici milanesi si percepisce una certa inquietudine. Marco Garzonio, ex presidente della Fondazione Ambrosianeum, teme che Milano possa perdere spazio nella Chiesa universale. “Spero che i valori dell’ambrosianità, dall’accoglienza all’integrazione, trovino comunque voce nel Conclave”, afferma. Anche Giovanni Colombo, ex responsabile dei Giovani dell’Azione Cattolica, non si rassegna: “Guardo il Duomo e mi ripeto: non è possibile che nessun ambrosiano entri in Conclave”. Questa assenza di Milano, Berlino, Parigi e Vienna dal Conclave segna comunque una trasformazione profonda nella struttura del cattolicesimo globale.

            La Chiesa di oggi, meno eurocentrica, guarda ai territori emergenti, creando nuovi equilibri. Milano, con la sua millenaria tradizione, potrebbe ritrovarsi a ridefinire il proprio ruolo in un contesto ecclesiale sempre più internazionale e decentralizzato. Ma una cosa è certa: l’ambrosianità e la sua eredità continueranno a influenzare la Chiesa, anche senza cardinali nel Conclave. Il tempo dirà se questa nuova direzione sarà un successo o una perdita per la cattolicità europea.

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              Italia

              AS Roma: sexgate all’amatriciana, Trigoria a luci rosse

              Un video rubato, una fuga all’estero e una doppia esclusione: il sexgate di Trigoria si chiude senza colpevoli. Ecco tutti i dettagli sulla vicenda che ha scosso l’ambiente giallorosso, ora archiviata senza conseguenze disciplinari.

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                A Trigoria, quartier generale dell’AS Roma, è esploso un vero scandalo: un video a contenuto hot, girato nel corso di una relazione privata tra due dipendenti del club, è finito nelle mani sbagliate. A sottrarlo sarebbe stato un giovane calciatore della Primavera, allora minorenne, che con la scusa di una telefonata avrebbe trafugato il filmato dal cellulare della donna. La sua diffusione incontrollata tra i membri dello staff e i compagni di squadra ha scatenato un terremoto interno.

                La fuga all’estero del responsabile e l’indagine senza esito

                Secondo quanto certificato nella risposta ufficiale del ministro dello Sport Andrea Abodi, l’autore della sottrazione sarebbe un ex tesserato straniero, ormai rientrato nel suo Paese d’origine. Nonostante i ripetuti tentativi della procura federale di convocarlo per un interrogatorio, il calciatore non si è mai presentato, rendendo impossibile qualsiasi azione disciplinare. La giustizia sportiva, non avendo accesso ai dispositivi personali dei tesserati, si è trovata costretta a chiudere l’indagine.

                Archiviazione e accordo economico

                Il sexgate di Trigoria si è quindi concluso senza sanzioni formali. La dipendente coinvolta, in seguito a un accordo di riservatezza e a un compenso superiore ai 300mila euro, ha scelto di non sporgere querela. Questo ha impedito ogni ulteriore indagine penale. Anche la procura generale dello sport ha accolto la richiesta di archiviazione, confermando l’impossibilità di procedere.

                La squadra allontana entrambi i dipendenti

                La società giallorossa ha deciso di licenziare entrambi i dipendenti apparsi nel video, pur non subendo alcuna accusa di discriminazione di genere. La dipendente, in servizio da oltre dieci anni, è stata allontanata insieme al suo compagno, in un atto definito come “scelta interna nell’ambito dei rapporti di lavoro privati”. Il governo ha chiarito che non vi è stata alcuna ingerenza istituzionale nella decisione.

                Silenzi, responsabilità e l’amaro epilogo

                Nessuna parola è stata spesa in difesa della vittima, nessuna sanzione è stata comminata ai responsabili della diffusione del video. Una vicenda che lascia l’amaro in bocca, tra responsabilità mancate e un sistema sportivo che, ancora una volta, sembra incapace di proteggere chi subisce.

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