Connect with us

Curiosità

Il re dei gelati ha lo scettro, si prenota e ti costa 70 euro

A Ruvo di Puglia il cono “Scettro del re” si prenota con giorni d’anticipo, si serve in sala privata e ha una foglia d’oro a 24 carati. Altro che stracciatella.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Altro che cono alla vaniglia sotto l’ombrellone: a Ruvo di Puglia, in provincia di Bari, il gelato è diventato un rito regale. Si chiama “Scettro del re” ed è il cono più sontuoso (e costoso) d’Italia, firmato dal maestro gelatiere Franco Paparella della gelateria Mokambo. Costo? 70 euro. No, non è uno scherzo. Per assaggiarlo servono tre giorni di attesa e una certa predisposizione mistica: l’esperienza si svolge in una sala riservata, con personale che guida ogni morso come fosse un pellegrinaggio gustativo.

    La ricetta è una dichiarazione d’intenti

    Per realizzare il gelato con lo scettro vengono utilizzati latte murgiano fresco, uova da galline libere, zafferano sargol iraniano di Mashhad, infuso per ore nel latte e poi mantecato nella storica macchina Carpigiani del 1972. Ma non solo. Servono anche pistacchi di Bronte DOP, zucchero caramellato, panna montata a mano e, giusto per ricordarci che è un cono per monarchi, una foglia d’oro alimentare 24 carati in cima. E per chi desidera l’intera fiaba, c’è The Ultimate Experience: per 187 euro puoi entrare nel laboratorio, assistere alla preparazione e persino personalizzare il tuo cono con il mastro Paparella, che giura: “Non vendo gelati, creo emozioni”.

    Nato nel 2018 e diventato famoso (anche per le polemiche sul prezzo), lo “Scettro del re” non è pensato per i nababbi, ma – spiega Paparella – per “curiosi disposti a scoprire sapori ricercati”. Insomma, se volete sentirvi nobili per cinque minuti e non vi dispiace mettere la carta di credito al servizio del palato… questo è il cono che fa per voi. Alla faccia della coppetta media.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Curiosità

      La scaramanzia dà i numeri: perchè il 13, il 17 e il venerdì portano sfortuna

      Il 13 evoca l’Ultima Cena, il 17 ricorda la morte nell’antica Roma, e se cadono di venerdì scatta la corsa a cornetti e ferri di cavallo. Una superstizione che viaggia tra religione, miti nordici e abitudini moderne, fino ai posti mancanti su aerei e hotel.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Aggiungi un posto a tavola o c’è una sfiga in più. Chi soffre di triscaidecafobia lo sa bene: il numero 13 non è solo una cifra, è un presagio. Già i cristiani lo collegavano all’Ultima Cena, tredici commensali e una conclusione drammatica. Da allora, sedersi in tredici è come firmare un invito alla malasorte.

        Il Nord Europa ha fatto la sua parte, con il banchetto del Walhalla, dove l’arrivo del tredicesimo ospite, Loki, rovinò la festa e avviò la marcia verso il Ragnarok. E anche il mondo antico non perdonava: si racconta che Filippo il Macedone aggiunse la propria statua a quelle dei dodici dèi e finì assassinato.

        Questa diffidenza si è infiltrata nella vita moderna. Molti aerei saltano la fila 13, gli hotel il numero di stanza e i grattacieli il piano: ufficialmente si passa dal 12 al 14, o si inventa il 12 bis. Perché rischiare di sfidare la sorte?

        Ma la paura mediterranea ha un’altra ossessione: il 17. L’eptacaidecafobia affonda le radici nell’antica Roma, dove XVII, anagrammato, diventava VIXI, cioè “ho vissuto”, sottinteso: “ora non più”. Una dichiarazione funebre in numeri romani.

        Quando poi il 17 cade di venerdì, il calendario diventa un avviso di tempesta. La tradizione medievale ha caricato il venerdì di tutte le disgrazie possibili: la cacciata dall’Eden, il fratricidio di Caino, la decapitazione di Giovanni Battista, fino alla crocifissione di Cristo. Per secoli, di venerdì non ci si sposava, non si cuciva, non si seminava, e i nati quel giorno venivano guardati con sospetto, come futuri stregoni o lupi mannari.

        Oggi sorridiamo, ma la scaramanzia continua a dettare l’agenda. Dai ristoranti che evitano il tavolo 13 ai matrimoni spostati per prudenza, fino ai viaggiatori che toccano ferro al gate 17. È la piccola aritmetica del mistero: un modo per dare senso all’imprevedibile e illuderci di tenere la sfortuna… sotto controllo.

          Continua a leggere

          Curiosità

          Rimozione forzata. Quando il tatuaggio non ti piace più

          Se stai pensando di rimuovere un tatuaggio, è importante consultare un medico estetico qualificato per discutere le opzioni disponibili e valutare i rischi e i benefici di ogni metodo.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

            Alzi la mano chi non ha almeno un piccolo tatuaggio sul proprio corpo. Pochi. La moda di tatuarsi parti del corpo, ormai ultradecennale, è ancora molto popolare. Ognuno gli dà il peso che vuole. Diventa un simbolo, uno sfizio, una scelta fatta in un momento particolare della propria vita. A ciascuno il significato che merita. Tuttavia, capita che col tempo qualcuno possa pentirsi e decidere di rimuoverli. Già. La domanda successiva è: come fare? Sono disponibili diverse tecniche ma prima di decidere bisogna informarmi bene. Anzi benissimo su cosa si va incontro.

            Ma una volta che lo fai perché lo togli?

            Secondo una ricerca del 2019 dell’Istituto Superiore di Sanità, le principali motivazioni per cui si desidera cancellare un tatuaggio sono: la perdita di significato del disegno (51,3%), non piace più (39,3%), il colore sbiadito (15,9%), motivi lavorativi (11,4%), motivi di salute improvvisi (11,4%), valutazioni preliminari del medico estetico.

            Alcune regole prima di procedere

            Prima della rimozione il medico estetico deve valutare bene la dimensione e profondità del tatuaggio, zona del corpo in cui è situato, numero di interventi e costi, caratteristiche del pigmento, metodi meccanici e chirurgici. Per rimuovere il tatuaggio si può intervenire con la dermoabrasione per la quale si utilizza il cloruro di sodio per causticare il tessuto. È una tecnica ormai quasi abbandonata. Oppure si possono utilizzare frese rotanti per rimuovere gli strati superficiali della pelle fino al pigmento. Con la criochirurgia si applica azoto liquido per necrotizzare i tessuti ma questa è una tecnica poco praticata per il rischio di cicatrici. Un’altra tecnica prevede l’asportazione chirurgica ideale per i piccoli tatuaggi, spesso utilizzata in caso di reazioni allergiche.

            Metodi chimici o laser

            Oggi i medici utilizzano principalmente l’acido tricloroacetico per i peeling chimici, anche se è una pratica meno comune a causa del rischio di necrosi e infiammazioni. Ma il metodo più utilizzato è quello del laser più efficace e sicuro. Funziona frammentando il pigmento, che viene poi eliminato dal sistema immunitario. Il laser “Q-Switched” è il più comune, utilizzato per diversi colori di pigmenti come il Ruby: 694 nm, efficace su nero, blu e verde. Nd: 1064 nm e 532 nm, efficace su nero, blu scuro, rosso, arancione e alcuni gialli. Alessandrite: 755 nm, efficace su nero, blu e verde. Negli ultimi anni sono stati sviluppati anche laser a picosecondi, più efficaci nel rimuovere i tatuaggi color pastello e quelli già trattati.

            Tatuaggi a fini medici

            Esiste anche la dermopigmentazione correttiva, utilizzata per scopi medici, come la ricostruzione dell’areola e del capezzolo, il trattamento di cicatrici e altre patologie della pelle. Questa tecnica può aiutare a migliorare il benessere mentale di chi la sceglie.

            Quante sedute sono necessarie?

            Di solito servono dalle quattro alle dieci sedute per rimuovere un tatuaggio. Tuttavia, i tatuaggi multicolore e quelli realizzati da professionisti possono richiedere più tempo e, in alcuni casi, l’utilizzo di più tipologie di laser.

            Rischi e le eventuali complicanze

            La rimozione del tatuaggio può comportare: alterazioni della pigmentazione (ipopigmentazione o iperpigmentazione, formazione di croste, vescicole, eritema transitorio e sanguinamento, reazioni allergiche dovute ai pigmenti.

            Il costo della rimozione

            Rimuovere un tatuaggio costa circa 150 euro per una piccola seduta, Una cifra che sale a 350 euro per tatuaggi estesi, Il numero di sedute dipende dalle caratteristiche del tatuaggio e viene deciso dal medico estetico.

              Continua a leggere

              Curiosità

              Boom del giardinaggio urbano: la terrazza diventa living!

              Il giardinaggio urbano è diventato una delle attività preferite dagli abitanti delle città, trasformando balconi, tetti e piccoli spazi all’aperto in veri e propri paradisi verdi. Questa tendenza, cresciuta esponenzialmente durante i periodi di lockdown, continua a prosperare portando una serie di benefici ambientali, sociali e personali.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

                Coltivare il tuo piccolo angolo di paradiso verde!
                Il giardinaggio urbano è molto più di un semplice hobby. È un movimento che con il continuo sviluppo di nuove tecnologie e l’aumento della consapevolezza ambientale, negli anni a venire potrebbe essere il momento in cui le città fioriranno come mai prima d’ora.

                L’ascesa dei giardini di città in casa
                Il giardinaggio urbano non è solo una moda passeggera, ma una risposta concreta alle sfide della vita moderna. Con l’aumento della densità abitativa e la diminuzione degli spazi verdi nelle città, sempre più persone stanno trovando modi creativi per coltivare piante e ortaggi. Dalle pareti verdi verticali ai mini-orti sui balconi, le soluzioni sono tante e varie.

                Alcuni esempi di balconi a terrazzino di arredo verde urbano

                Benefici per l’ambiente
                Uno dei principali vantaggi del giardinaggio urbano è il suo impatto positivo sull’ambiente. Le piante aiutano a ridurre l’inquinamento atmosferico, assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno. Inoltre, i giardini urbani possono contribuire a ridurre l’effetto isola di calore delle città, mantenendo le temperature più fresche durante i mesi estivi.


                Benessere personale
                Coltivare un giardino, anche se piccolo, ha dimostrato di avere effetti positivi sul benessere mentale e fisico. Il giardinaggio può ridurre lo stress, migliorare l’umore e offrire un senso di realizzazione. Per molti, prendersi cura delle piante è diventata una forma di meditazione e un modo per riconnettersi con la natura, anche in contesti urbani.

                Innovazioni e tecnologie
                Sistemi di irrigazione automatizzati, sensori per il monitoraggio delle piante e app dedicate alla cura del giardino sono solo alcune delle innovazioni che stanno rivoluzionando questo settore. Queste tecnologie permettono anche a chi ha poco tempo o esperienza di ottenere ottimi risultati.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù