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Moda

Le ciabatte dell’estate sono brutte ma irresistibili: il trionfo del cattivo gusto comodo

Dalle Birkenstock modello suora ai Crocs fosforescenti con pupazzetti, passando per i sabot da piscina reinventati come haute couture, le ciabatte sono ufficialmente il feticcio più antiestetico e amato dell’estate. Perché alla fine, il piede comodo vince sul glamour. Sempre.

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    A guardarli bene, sembrano partoriti da una punizione divina. Alcuni brillano al buio, altri si gonfiano all’acqua, molti ti regalano quell’andatura da “mollo i figli al Grest e torno a casa sudata” che nessuno vorrebbe vedere immortalata in una story. Eppure, eccoli lì: ai piedi di tutti. Vip, modelle, zii del Nord e adolescenti in rivolta. Le ciabatte sono ovunque. E non ce ne vergogniamo più.

    Prendi le Birkenstock: vent’anni fa erano l’emblema del bio-estremismo post-Hippie. Oggi sfilano sulle passerelle, abbinate a completi sartoriali e borse da tremila euro. E le Crocs, simbolo plastificato della goffaggine universale? Rilanciate con piattaforme glitterate, charms a forma di sushi e addirittura in versione col tacco (sì, esiste davvero).

    Il punto è che fanno sentire liberi. O almeno, liberi dal mal di piedi. In un’estate rovente in cui nessuno ha voglia di “performare”, la ciabatta diventa manifesto politico: viva il comfort, abbasso l’estetica forzata. Si sfoggiano al supermercato, nei ristoranti di pesce, a passeggio col cane, addirittura in aeroporto. Più sono brutte, meglio è. Se hai il coraggio di metterle, sei già cool.

    Le collezioni 2025 vanno oltre: ciabatte da mare con suola memory, sabot effetto gelatina fluo, infradito in rafia con maxi fiocchi e ciabattone effetto bagnasciuga che slanciano il polpaccio (forse). Siamo passati dal “nascondi il piede” al “sbattiglielo in faccia”. E se c’è un’unica regola, è questa: la ciabatta non deve piacere a nessuno. Solo al tuo alluce.

    Diciamolo chiaro: il mondo è stanco. Se pure i sandali devono fare male, allora tanto vale buttarsi su qualcosa che sembri uscito da un discount, ma con orgoglio. Perché non sarà bella, ma la ciabatta ti capisce. E non ti giudica.

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      Moda

      Kim Kardashian stupisce alla Paris Fashion Week con un pixie cut da diva

      Il nuovo look di Kim Kardashian, svelato durante la sfilata di Alaïa, è già destinato a diventare un trend. Gli esperti lo definiscono un taglio “sofisticato e potente”, ma non adatto a tutti i volti.

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      Kim Kardashian

        La Paris Fashion Week non smette mai di sorprendere, ma quest’anno a catalizzare l’attenzione dei flash non è stata solo la passerella. A far parlare è stato il nuovo look di Kim Kardashian, comparsa al défilé di Alaïa con un taglio corto che ha lasciato il pubblico a bocca aperta.

        Addio alla chioma lunghissima e iper lucida, da sempre suo marchio di fabbrica: Kim ha scelto un pixie cut nero corvino, corto e definito, con una frangia morbida e sfilata, dal fascino rétro ispirato alle flapper girl degli anni Venti. Un colpo di scena beauty che segna un cambio d’immagine radicale e che, come spesso accade con le scelte della star americana, ha già acceso la miccia di un nuovo trend globale.

        Un omaggio alla madre Kris Jenner

        I fan non hanno potuto fare a meno di notare la somiglianza con la madre, Kris Jenner, da decenni fedele al suo taglio corto e strutturato. Il nuovo look di Kim sembra infatti una reinterpretazione contemporanea del pixie materno, più scuro, più compatto e con una frangia più fluida, ma ugualmente sofisticato.

        Un gesto non solo estetico ma anche simbolico, che racconta il legame fra le due e una sorta di passaggio di testimone stilistico. A quasi quarantacinque anni, Kim Kardashian dimostra ancora una volta di sapersi reinventare, dettando tendenza anche quando abbandona i canoni che lei stessa aveva imposto.

        Manutenzione e styling: pochi minuti, ma costanza assoluta

        Il pixie cut richiede cura e precisione. Per mantenerlo sempre impeccabile è necessario un ritocco in salone ogni quattro o cinque settimane, soprattutto nella zona della nuca e ai lati.

        Per lo styling quotidiano, si consigliano mousse o creme modellanti leggere, da applicare sui capelli umidi prima dell’asciugatura. Importante è usare le dita e non la spazzola, per ottenere un movimento naturale e un effetto vissuto.

        Kim Kardashian e l’arte del reinventarsi

        Non è la prima volta che Kim Kardashian sorprende con una trasformazione radicale. Nel corso degli anni l’imprenditrice e icona fashion ha cambiato spesso colore e stile: dal biondo platino al castano miele, dal bob geometrico alle lunghezze XXL. Ogni volta, però, il suo look ha generato imitazioni e hashtag virali.

        Con questo nuovo pixie cut alla parigina, Kim sembra voler dichiarare una nuova fase della sua vita, più matura e consapevole. Meno glamour da copertina e più eleganza essenziale, quella che punta sul carisma invece che sull’effetto scenico.

        E se la storia della moda insegna che i tagli corti segnano sempre un momento di svolta — basti pensare a Audrey Hepburn o a Mia Farrow —, c’è da scommettere che anche questo sarà ricordato come uno dei look iconici del 2025.

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          Moda

          Bonpoint celebra 50 anni e lancia una capsule con Gigi Hadid

          Il brand francese di lusso per bambini collabora con la linea cashmere di Gigi Hadid per una collezione in edizione limitata dall’anima parigina e moderna.

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          Gigi Hadid

            Bonpoint, storico marchio francese di abbigliamento di lusso per bambini, festeggia il suo cinquantesimo anniversario presentando una speciale capsule collection con Guest in Residence, il brand di cashmere fondato da Gigi Hadid. La collaborazione debutta in occasione della sfilata tenuta il 4 ottobre durante la Paris Fashion Week, momento simbolico per celebrare il passato e guardare al futuro con nuove ambizioni.

            La collezione, in edizione limitata e dedicata ai bambini fino a 14 anni, comprende 17 articoli che spaziano dai completi abbinati e giacche in stile college, a cardigan, polo, capi in denim, gonne, jeans e una t-shirt con la scritta “Cultivate Kindness” decorata da un motivo disegnato a mano da Hadid stessa.

            Incontro di estetiche e valori

            Bonpoint e Guest in Residence descrivono la loro unione come un incontro tra il “fascino parigino naturale” del primo e l’estetica vibrante del marchio di Gigi Hadid. Durante l’evento presentazione, che ha visto la presenza dell’influencer americana, amici, genitori e bambini hanno partecipato a un allestimento gioioso: gonfiabili, carretto dei dolci, spazi da colorare e angoli creativi hanno animato l’atmosfera, creando un’esperienza immersiva che coniuga moda, gioco e scoperta.

            La linea è pensata per essere elegante ma vivibile: capi pensati per essere tramandati, resistenti nel tempo, con un mix di estetica sofisticata e utilità quotidiana. Come recita il claim “Each piece is crafted with intention, and these are heirlooms…” diffuso in un video promozionale.

            Strategia e collocamento sul mercato

            L’uscita della capsule è prevista per il 6 ottobre, in boutique Bonpoint, online e presso selezionati partner wholesale. Il marchio ha scelto di rispettare la sua identità: la collezione è integrata nelle linee bambino già esistenti, con taglie che coprono dalla fascia Newborn fino a 14 anni.

            Per Bonpoint, questa collaborazione arriva in un momento simbolico: il cinquantesimo anniversario è l’occasione per consolidare il marchio come realtà lusso di riferimento nell’abbigliamento infantile, pur abbracciando collaborazioni contemporanee e strategie cross-brand capaci di attrarre nuovi pubblici.

            Guest in Residence, noto per i suoi capi in cashmere di alta gamma e per un’estetica sofisticata, porta nella collaborazione un design moderno e attento ai dettagli, valorizzando il know-how tessile e creando un ponte tra l’universo bambino e l’eleganza adulta.

            Una collezione dal sapore d’eredità

            La capsule Bonpoint × Guest in Residence segna un equilibrio delicato tra innovazione e rispetto per la tradizione. I capi sono concepiti come piccoli pezzi da tramandare, con attenzione ai materiali e al taglio, affinché il valore estetico duri oltre la stagionalità.

            L’iniziativa conferma anche un trend più vasto nel mondo del lusso: l’ingresso sempre più marcato delle celebrity nel design, con progetti capsule che mescolano narrazione personale e ambizione commerciale.

            Con questo passo, Bonpoint celebra non solo mezzo secolo di storia, ma apre anche una nuova stagione in cui l’heritage incontra l’estro contemporaneo, portando nelle camerette dei bambini un tocco di eleganza parigina con un’anima cosmopolita.

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              Moda

              Elena Novelletto: “Con la mia lingerie racconto la femminilità autentica. Elena di Cuori è un’esperienza, non solo un brand”

              Dalle prime creazioni fatte a mano nel suo atelier fino al corner nel Coin Intimate di San Giovanni a Roma, la stilista si racconta: “La seduzione non è apparenza, ma energia. E la femminilità non è mai stata così libera”.

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                Ha iniziato come modella, poi come costume designer nel mondo del cinema, ma il suo sogno era un altro: raccontare la femminilità attraverso la materia, il tessuto, il gesto sartoriale. Così è nata Elena di Cuori, la linea di lingerie e accessori di Elena Novelletto, oggi considerata una delle nuove eccellenze del Made in Italy. I suoi capi, sensuali e raffinati, hanno conquistato i buyer internazionali e piattaforme come Zalando, ma anche marchi di distribuzione storici come Coin, che di recente ha aperto un corner monobrand Elena di Cuori nel punto vendita di Roma San Giovanni.

                L’incontro con Elena avviene nel suo studio milanese, un laboratorio luminoso dove pizzi, bozzetti e fili dorati si mescolano a musica e profumo di cera d’api. La sua voce è calma, il sorriso deciso.

                Com’è nata l’idea di Elena di Cuori?
                «Dal desiderio di creare qualcosa di autentico, che avesse radici nel nostro artigianato e parlasse la lingua della sensualità italiana. Ho cominciato con la lingerie perché è il primo abito che indossiamo, quello che non si vede ma che ci cambia dentro. Ha un potere invisibile: può farci sentire più sicure, più consapevoli, più donne. Poi ho esteso il progetto alle borse, che considero un’estensione naturale di quel mondo. Hanno la stessa anima, gli stessi ricami e la stessa attenzione per il dettaglio».

                Cosa rappresenta per te la seduzione?
                «È qualcosa che nasce da dentro. Non ha a che fare con la provocazione o con l’apparenza, ma con l’equilibrio interiore. Sedurre significa sentirsi bene con sé stesse, emanare una sicurezza naturale. Anche un capo intimo, se disegnato con amore, può diventare uno strumento di seduzione, perché ci aiuta a riconnetterci con la parte più autentica e sensuale di noi».

                Hai parlato spesso di una “nuova femminilità”. Cosa intendi?
                «Credo che la femminilità oggi non sia più un modello da imitare, ma un modo personale di esprimersi. È libera, fluida, inclusiva. Ogni donna la interpreta a suo modo, e questo la rende unica. Per me la femminilità è un percorso: cambia con l’età, con le esperienze, con le cicatrici. E più una donna diventa consapevole, più la sua femminilità diventa potente. È quella forza quieta che non ha bisogno di dimostrare nulla».

                Qual è secondo te il futuro dell’intimo italiano?
                «Sta nella capacità di coniugare tradizione e innovazione. Il Made in Italy è sinonimo di artigianalità, ma oggi non basta: dobbiamo essere anche sostenibili, creativi, riconoscibili. Le nuove generazioni vogliono prodotti che abbiano un’anima, una storia. L’intimo non è più solo un capo d’abbigliamento, ma un’esperienza. Deve raccontare chi sei, valorizzarti, far parte del tuo modo di stare al mondo. È questa la sfida più bella: evolversi senza perdere autenticità».

                Coin ti ha scelto per un corner monobrand Elena Di Cuori a Roma San Giovanni. Che traguardo rappresenta?
                «È un passo importante, certo, ma non lo considero un punto d’arrivo. È la prova che un progetto indipendente, nato in un periodo complesso, può crescere grazie alla coerenza e alla passione. Coin ha creduto nella mia visione e questo mi rende orgogliosa, ma so che il percorso è appena cominciato. Voglio consolidare Elena di Cuori in Italia e al tempo stesso aprirmi ai mercati internazionali, mantenendo però il cuore artigianale del brand».

                Qual è il tuo sogno oggi?
                «Continuare a creare bellezza, ma una bellezza che non sia solo estetica. Voglio che ogni donna che indossa un mio capo si senta parte di una community, di un modo di vivere che celebra la libertà, la sensualità e il rispetto per sé stesse. Elena di Cuori non è solo un marchio: è un messaggio di autenticità. E io voglio che arrivi lontano».

                Mentre parla, Elena sfiora con le dita un reggiseno in pizzo color cipria. «È tutto cucito a mano», sorride. «Ogni punto è un’emozione». E in quel gesto, nel filo sottile che unisce artigianato e sogno, c’è tutta la filosofia di una giovane donna che sta riscrivendo il linguaggio della seduzione italiana — con cuore, testa e stoffa.

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