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Cucina

Piadina, regina dell’estate: storia, ricetta e segreti della sfoglia più romagnola che c’è

Una sfoglia semplice fatta di farina, strutto, acqua e sale. Ma dietro c’è un patrimonio culturale che profuma di Riviera, biciclette arrugginite e mani infarinate. Dalla storia antica alle varianti gourmet, ecco tutto quello che c’è da sapere sulla piadina, la compagna ideale delle serate d’agosto.

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    C’è un suono che racconta l’estate romagnola meglio di mille canzoni da spiaggia: è il fruscio della piadina che si gonfia sulla piastra rovente. Un respiro breve, antico, che profuma di farine grezze, di strutto vero, di mani sapienti e facce sorridenti dietro ai chioschi. In Riviera, la piadina non è solo cibo: è un rito. Si mangia dopo il bagno, tra una partita a racchettoni e un tramonto sulla battigia. Si condivide, si piega, si sbrodola. E non conosce crisi: è democratica, inclusiva, low cost e incredibilmente buona.

    E dire che le sue origini sono tutt’altro che estive. La piadina nasce come pane povero contadino, una sfoglia rustica senza lievito, da cuocere al volo su lastre di pietra o di terracotta. A raccontarla per primo è addirittura Giovanni Pascoli, che le dedica alcuni versi pieni d’amore. “La piada romagnola” la chiama lui, sottolineando come bastino pochi ingredienti e un fuoco acceso per nutrire un popolo intero.

    La versione canonica prevede farina, strutto (o olio, se proprio vogliamo essere gentili con il colesterolo), acqua tiepida e sale. L’impasto si lavora a mano, con pazienza, e poi si stende a disco con il mattarello, fino a raggiungere uno spessore che varia da zona a zona. Nella zona di Forlì e Cesena, ad esempio, è più sottile; a Rimini si avvicina quasi a una tortilla; mentre a Ravenna e dintorni la piada è più alta, morbida e rustica. Ciascuno ha la sua, e guai a dire che “tanto è la stessa cosa”.

    Ma è sul ripieno che si gioca la vera partita. Il classicone, manco a dirlo, è crudo, squacquerone e rucola, un mix perfetto di grasso, cremoso e amaro, dove ogni morso sa di sabbia sotto i piedi e risate notturne. Ma c’è anche chi la farcisce con salsiccia e cipolle caramellate, con verdure grigliate e stracchino, con porchetta e pecorino o con frittata e melanzane. I più temerari azzardano anche versioni dolci: Nutella, fichi caramellati, marmellata di ciliegie. Un sacrilegio? Forse. Ma anche il sacrilegio, d’estate, ha un suo fascino.

    La piadina è anche un pezzo d’identità. Tanto che nel 2014 è arrivata l’IGP – Indicazione Geografica Protetta, che ne tutela forma, spessore, ingredienti e persino temperatura. Ma il cuore della piadina resta nei chioschi: quelle baracche bianche e blu, spesso in bilico tra la statale e il mare, dove le signore arrotolano impasti con una naturalezza da coreografe. E dove la fila non manca mai, nemmeno alle due di notte.

    Un tempo si mangiava in silenzio, con la fame vera. Oggi si scatta la foto, si posta su Instagram, si chiacchiera mentre si morde. Ma lo spirito è lo stesso: conviviale, informale, pieno di sale e libertà. Perché la piadina non ha orari né etichette: si mangia calda in piedi, magari con la birra in mano e i piedi nudi sulla sabbia.

    E se qualcuno osa dire che è solo una “focaccia romagnola”, beh, che si prepari a essere smentito. Con dolcezza, certo. Ma anche con la forza di secoli di sfoglia.

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      A tavola con i fichi: un menù completo dal sapore dolce e sofisticato

      Scopri come portare in tavola il gusto e le proprietà nutrizionali dei fichi con cinque ricette creative e raffinate. Un viaggio gastronomico che celebra uno dei frutti più amati di fine estate.

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        I fichi sono uno dei frutti più amati dell’estate e dell’inizio dell’autunno. Con la loro polpa succosa e dolce, e la loro buccia sottile che varia dal verde al viola scuro, i fichi sono un alimento prelibato e versatile. Ricchi di fibre, vitamine (soprattutto A e C), e minerali come potassio e magnesio, i fichi non solo sono deliziosi, ma offrono anche benefici per la salute, aiutando a regolare la digestione e a mantenere il cuore sano.

        Grazie al loro sapore unico, i fichi possono essere utilizzati in una vasta gamma di piatti, dall’antipasto al dolce. Il loro gusto dolce si sposa magnificamente con sapori contrastanti come il salato, il piccante e l’acido, rendendoli un ingrediente perfetto per ricette sia tradizionali che innovative.

        Ecco un menù completo che celebra questo frutto meraviglioso in tutte le sue forme, dalla freschezza cruda alla dolcezza caramellata.

        1. Antipasto: Crostini con fichi, prosciutto crudo e formaggio di capra

        Ingredienti:

        • 8 fette di pane casereccio
        • 4 fichi freschi
        • 8 fette di prosciutto crudo
        • 100 g di formaggio di capra morbido
        • Miele q.b.
        • Pepe nero macinato q.b.
        • Olio extravergine d’oliva q.b.

        Preparazione:

        1. Tostate leggermente le fette di pane in forno o su una griglia.
        2. Spalmate il formaggio di capra su ogni fetta di pane tostato.
        3. Adagiate una fetta di prosciutto crudo e un quarto di fico su ogni crostino.
        4. Completate con un filo di miele e una spolverata di pepe nero.
        5. Servite i crostini caldi o a temperatura ambiente.

        2. Primo piatto: Risotto ai fichi e gorgonzola

        Ingredienti:

        • 320 g di riso Carnaroli
        • 6 fichi freschi
        • 150 g di gorgonzola dolce
        • 1 litro di brodo vegetale
        • 1 cipolla piccola
        • 1 bicchiere di vino bianco secco
        • 50 g di burro
        • 50 g di parmigiano grattugiato
        • Olio extravergine d’oliva q.b.
        • Sale e pepe q.b.

        Preparazione:

        1. Tritate finemente la cipolla e soffriggetela in una pentola con un po’ d’olio.
        2. Aggiungete il riso e tostatelo per un paio di minuti, poi sfumate con il vino bianco.
        3. Continuate la cottura aggiungendo gradualmente il brodo vegetale caldo.
        4. A metà cottura, aggiungete i fichi tagliati a pezzetti.
        5. Quando il riso è quasi cotto, unite il gorgonzola e mescolate fino a farlo sciogliere.
        6. Mantecate il risotto con il burro e il parmigiano, aggiustate di sale e pepe, e servite subito.

        3. Secondo piatto: Filetto di maiale ai fichi e rosmarino

        Ingredienti:

        • 600 g di filetto di maiale
        • 6 fichi freschi
        • 2 rametti di rosmarino
        • 1 bicchiere di vino rosso
        • 1 cucchiaio di miele
        • Sale e pepe q.b.
        • Olio extravergine d’oliva q.b.

        Preparazione:

        1. In una padella, rosolate il filetto di maiale con un filo d’olio e un rametto di rosmarino.
        2. Aggiungete i fichi tagliati a metà e il miele, continuando a rosolare per qualche minuto.
        3. Sfumate con il vino rosso e lasciate cuocere a fuoco medio fino a ridurre il liquido.
        4. Trasferite il filetto in forno preriscaldato a 180°C e cuocete per circa 15-20 minuti.
        5. Una volta cotto, lasciate riposare il filetto per qualche minuto prima di tagliarlo a fette.
        6. Servite il filetto con i fichi caramellati e il sugo di cottura.

        4. Contorno: Insalata di fichi, rucola e noci

        Ingredienti:

        • 150 g di rucola fresca
        • 4 fichi freschi
        • 50 g di noci
        • 100 g di feta sbriciolata
        • 1 cucchiaio di aceto balsamico
        • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
        • Sale e pepe q.b.

        Preparazione:

        1. Lavate e asciugate la rucola, poi disponetela in una ciotola capiente.
        2. Aggiungete i fichi tagliati a spicchi, le noci spezzettate e la feta sbriciolata.
        3. Condite con olio, aceto balsamico, sale e pepe.
        4. Mescolate delicatamente e servite subito.

        5. Dolce: Torta ai fichi e mandorle

        Foto da deliziosetentazionidivale.it

        Ingredienti:

        • 200 g di farina di mandorle
        • 100 g di farina 00
        • 150 g di zucchero di canna
        • 3 uova
        • 100 g di burro fuso
        • 6 fichi freschi
        • 1 bustina di lievito per dolci
        • Scorza grattugiata di 1 limone
        • Zucchero a velo q.b.

        Preparazione:

        1. In una ciotola, sbattete le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso.
        2. Aggiungete il burro fuso, la farina di mandorle, la farina 00 e il lievito, mescolando bene.
        3. Incorporate la scorza di limone e versate il composto in una tortiera imburrata e infarinata.
        4. Disponete i fichi tagliati a metà sulla superficie della torta.
        5. Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per circa 40-45 minuti, fino a quando la torta sarà dorata e cotta.
        6. Lasciate raffreddare e spolverizzate con zucchero a velo prima di servire.

        Questo menù celebra il fico in tutte le sue declinazioni, trasformando un semplice pasto in un’esperienza gastronomica ricca e indimenticabile. Buon appetito!

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          La ricetta segreta del cuoco Javier: la tortilla spagnola!

          C’era una volta nella regione della Castiglia-La Mancia, un cuoco di una vecchia locanda chiamata “La Tortillería” dalla quale si diffondeva per le strade del paese il profumo invitante di tortilla di patate…

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            Molto più di un semplice piatto a base di patate e uova!
            È un simbolo della cultura e della tradizione culinaria spagnola, che incarna l’essenza della cucina casalinga e conviviale. È sorprendentemente semplice prepararla, ma il suo risultato è un equilibrio perfetto di sapori e consistenze. Può essere servita calda come piatto principale accompagnata da una fresca insalata verde, o a temperatura ambiente come antipasto o spuntino. È anche un ingrediente versatile in molte altre ricette, come sandwich, tapas o addirittura come ripieno per un panino.

            Tortilla de patatas
            Ingredienti
            4-5 patate medie
            1 cipolla grande bianca
            6 uova
            Olio d’oliva extravergine di oliva q.b.
            Sale e pepe q.b.

            Procedimento
            Sbuccia le patate e tagliarle a fette sottili, affetta anche finemente la cipolla e metti tutto in una ciotola.  In una padella antiaderente, versa abbondante olio e scaldalo a fuoco medio, aggiungi le patate, le cipolle e falle cuocere a fuoco medio, mescolando di tanto in tanto, finché non sono morbide e leggermente dorati. Ci vorranno circa 20 minuti.

            Assicurati che le patate siano cotte ma non troppo croccanti e, nel frattempo, in una ciotola capiente, sbatti le uova con una presa di sale e pepe. Una volta che le patate e le cipolle sono pronte, scolale dall’olio in eccesso e aggiungile alle uova sbattute. Mescola delicatamente per distribuire uniformemente le patate e le cipolle nell’uovo.

            Nella stessa padella che hai utilizzato per cucinare le patate e le cipolle, versa un paio di cucchiai di olio e scaldali a fuoco medio-basso. Versa il composto di uova, patate e cipolle nella padella e distribuisci uniformemente. Cuoci la tortilla a fuoco basso per circa 12-15 minuti, finché il fondo inizia a dorarsi leggermente.

            Quando il fondo della tortilla è dorato, è il momento di girarla. Metti un piatto rovesciato sopra la padella e, con un movimento deciso e sicuro, rovescia la tortilla capovolgendola sul piatto. Una volta girata, fai scivolare la tortilla nella padella e continua a cuocere per altri 5-7 minuti, dall’altro lato, finché la tortilla diventa dorata e ben cotta in modo uniforme.

            Una volta cotta, trasferisci la tortilla su un piatto da portata e lascia raffreddare leggermente prima di tagliarla a spicchi. Servila calda o a temperatura ambiente.

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              Ketchup o maionese? Kraft Heinz si spacca in due: nuova strategia a Wall Street per rilanciare un colosso in crisi

              La scissione punta a rilanciare la crescita dopo un calo del 21% del titolo in Borsa nell’ultimo anno. La nuova Global Taste Elevation Co includerà Heinz, Philadelphia e Kraft Mac & Cheese; la North American Grocery Co gestirà Oscar Mayer, Kraft Singles e Lunchables. Attese sinergie da 300 milioni di dollari.

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                Ketchup o maionese? Per Kraft Heinz non è più solo una questione di gusti, ma una scelta di sopravvivenza. Il colosso alimentare americano ha dato il via libera a una scissione che porterà alla nascita di due società distinte, entrambe quotate a Wall Street, con l’obiettivo di rilanciare le vendite dopo anni di stagnazione.

                La prima, la Global Taste Elevation Co, si concentrerà sui marchi più iconici e globali, a partire da Heinz, Philadelphia e Kraft Mac & Cheese. La seconda, la North American Grocery Co, si focalizzerà sul mercato statunitense e includerà marchi come Oscar Mayer, Kraft Singles e Lunchables. Una divisione pensata per meglio rispondere a dinamiche e consumatori diversi, ma con un obiettivo comune: invertire il calo che ha portato il titolo a perdere il 21% del suo valore negli ultimi dodici mesi.

                Secondo le stime, dall’operazione deriveranno sinergie per circa 300 milioni di dollari. Nel 2024 la divisione salse, trainata dal ketchup, ha generato vendite per 15,4 miliardi di dollari, mentre il comparto grocery si è fermato a 10,4 miliardi. Lo spin-off dovrebbe essere completato nella seconda metà del 2026, ma intanto gli investitori hanno accolto positivamente la notizia: nelle contrattazioni pre-mercato di New York il titolo ha registrato un timido +1%.

                Il gruppo non nasconde però le difficoltà. Come altri big dell’alimentare americano, Kraft Heinz ha subito la crisi dei consumi e sta valutando opportunità di fusioni e acquisizioni per rafforzare il valore per gli azionisti. Lo scorso febbraio ha ceduto il marchio Plasmon e lo storico stabilimento di Latina all’italiana Newlat Food, segnando un passaggio simbolico per il legame con l’Italia.

                Ora la scommessa è che due realtà più snelle possano reagire meglio alle pressioni di mercato. Per i consumatori, cambierà poco: sulle tavole continueranno ad arrivare ketchup, formaggi spalmabili e pasti veloci. Ma a Wall Street, il futuro del gruppo sarà deciso da quanto bene sapranno funzionare separati quei brand che per decenni hanno rappresentato insieme l’idea stessa di “comfort food”.

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