Benessere
Primavera: l’epicentro delle allergie!
Quando la natura si risveglia con la fioritura, per molte persone inizia la stagione difficile e scomoda. Le allergie possono anche avere un impatto emotivo, causando stress, ansia e frustrazione a causa dei sintomi che possono sembrare persistenti e difficili da controllare.
Le allergie influenzano il benessere psicologico e l’umore generale dichi ne soffre. La congestione nasale e il naso che cola possono rendere difficile la respirazione e interferire con la capacità di concentrarsi sul lavoro. Il prurito e la lacrimazione degli occhi possono causare disagio e irritazione, rendendo difficile leggere, guardare la televisione o utilizzare il computer.
L’infiammazione delle mucose e la tosse continua possono causare fastidio e affaticamento, influenzando negativamente il sonno e compromettendo il riposo notturno. Inoltre, i sintomi più gravi, come le difficoltà respiratorie associate all’asma allergico, possono limitare la capacità di svolgere attività fisiche e sportive, riducendo la qualità della vita complessiva.
In sintesi: cos’è il polline?
Sui fiori e sulle inflorescenze di alcune piante boschive c’è un sacchettino che contiene dei microscopici granuli dall’aspetto di una polvere diversamente colorata a seconda del fiore. Questi granuli sono le cellule riproduttrici maschili della pianta. Questa polvere viene facilmente trasportata dal vento e dalle api disperdendosi nell’aria, arrivando fino a noi.
Come riconoscere una semplice allergia da polline
I sintomi sono tanti e fastidiosi che possono compromettere il benessere quotidiano: congestione e naso gocciolante, prurito, lacrimazione degli occhi, tosse stizzosa e continua e nelle forme più gravi, sintomi tipo asma. Questi sintomi possono interferire significativamente con la qualità della vita e richiedere un intervento medico immediato per il controllo e il trattamento dell’asma allergico.
Precauzioni d’uso
Prevenire le allergie da polline può essere una sfida, ma ci sono diverse misure che puoi adottare per ridurre l’esposizione e alleviare i sintomi. In primis, consulta un medico di base o un allergologo, segui le terapie preventive, come l’assunzione di antistaminici o la desensibilizzazione allergica, che possono aiutare a ridurre la gravità dei sintomi allergici. Poi, con qualche vecchio rimedio della nonna, è possibile affrontare questa stagione con serenità e conforto.
I rimedi della nonna!
Le cure della nonna spesso si rivelano preziose nei momenti di necessità. Tra i tradizionali per alleviare i sintomi delle allergie da polline, troviamo l’infuso di camomilla, con le sue proprietà antinfiammatorie e calmanti che leniscono la gola irritata e riducono il rossore degli occhi. I lavaggi nasali con acqua salata di mare, in vendita in comodi spray, rimuovono il polline e le impurità e alleviando la congestione nasale. Consumare regolarmente il miele prodotto nella propria zona può aiutare il corpo a sviluppare una sorta di “immunità” al polline locale, riducendo così la gravità dei sintomi allergici. Infine, mantenere in casa un ambiente pulito e privo di polvere può aiutare a ridurre l’esposizione al polline. Utilizzare filtri speciali per aspirapolvere può ridurre la presenza di allergeni nell’aria, mentre mantenere le finestre chiuse durante le ore di picco del polline può limitare l’ingresso di allergeni.
Come le affrontiamo?
Per mitigarne l’impatto sulle attività quotidiane, è importante consultare un medico per una diagnosi accurata e un piano di trattamento personalizzato. Con il giusto approccio terapeutico e l’adozione di misure preventive, è possibile gestire i sintomi allergici in modo efficace e riprendere pienamente le attività quotidiane con maggiore comfort e tranquillità.
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Benessere
Una tisana per dormire (e sognare): il segreto delle notti d’autunno è racchiuso in una tazza calda
Quando fuori il vento fischia e la casa profuma di legno e silenzio, non serve molto per ritrovare la pace. Una tisana calda, bevuta lentamente, è il gesto che riconcilia corpo e mente. Dalla camomilla alla valeriana, ecco come scegliere gli infusi giusti per dormire meglio nelle notti d’autunno.
C’è un momento, la sera, in cui il mondo si ferma. Le luci si abbassano, il rumore delle strade si spegne e resta solo il bisogno di calore. È lì che una tazza fumante diventa un piccolo rituale di felicità.
La tisana della buonanotte non è solo un rimedio per dormire, ma un gesto di lentezza, quasi una carezza.
Le sue origini risalgono a secoli fa, quando le erbe officinali venivano raccolte e fatte essiccare per affrontare i mesi freddi. Oggi la scienza conferma quello che la saggezza popolare già sapeva: alcune piante favoriscono il rilassamento e migliorano la qualità del sonno.
La camomilla è la regina indiscussa. Le sue proprietà calmanti derivano dall’apigenina, un flavonoide che si lega ai recettori del cervello, riducendo ansia e tensione. Ma da sola, spesso, non basta. Ecco perché le migliori tisane per dormire uniscono più ingredienti: la melissa, che placa i pensieri, il tiglio, che scioglie i muscoli, e la lavanda, con il suo profumo che induce serenità.
Chi soffre d’insonnia può provare la valeriana, la pianta dei dormiglioni. Ha un sapore deciso, ma è tra i rimedi naturali più efficaci per favorire il sonno profondo.
Un pizzico di liquirizia addolcisce l’amaro, mentre qualche scaglia di zenzero o cannella aggiunge una nota speziata che profuma d’autunno.
La preparazione è semplice ma richiede attenzione. L’acqua non deve mai bollire: 90 gradi bastano per non disperdere gli oli essenziali. Lasciare in infusione 7-8 minuti, poi bere lentamente, magari leggendo un libro o ascoltando il ticchettio della pioggia.
Il segreto è nella lentezza. La tisana funziona non solo per le proprietà delle erbe, ma per il rito che rappresenta: fermarsi, respirare, accettare la fine del giorno.
Nelle notti d’autunno, quando il sonno tarda ad arrivare, una tazza calda diventa la miglior alleata del riposo. Perché dormire bene, in fondo, è un atto di gentilezza verso se stessi.
Benessere
Ottobre slow: il mese in cui rallentare diventa una cura (e il benessere riparte dal respiro)
Dopo i ritmi frenetici dell’estate e il rientro di settembre, ottobre invita a riscoprire la lentezza. Non è pigrizia, ma una forma di igiene mentale. Dai bagni caldi al respiro consapevole, fino alle passeggiate nei boschi, il mese si trasforma in un invito a fermarsi e ascoltare se stessi.
Ottobre è il mese che ci riporta alla realtà. Finite le vacanze, archiviate le corse di settembre, il corpo chiede tregua. Le giornate si accorciano, la luce si fa dorata, e qualcosa dentro di noi rallenta naturalmente. È il momento perfetto per ricalibrare i ritmi e riscoprire il piacere delle piccole cose.
Gli esperti parlano di “slow living”, una filosofia del benessere che mette al centro l’ascolto, la calma e la qualità del tempo. Non servono fughe nei centri benessere o costosi ritiri spirituali: bastano abitudini semplici, ma costanti.
Il primo passo è dormire meglio. In autunno, il corpo tende a seguire il ciclo naturale della luce: andare a letto prima, spegnere gli schermi, dedicarsi a un rituale serale rilassante. Una tisana al tiglio o alla melissa, una doccia calda con oli essenziali di lavanda o sandalo, e qualche minuto di respirazione profonda sono sufficienti per segnare il confine tra il giorno e la notte.
Il secondo è muoversi con lentezza. Non serve correre: basta camminare. Mezz’ora al giorno tra gli alberi, se possibile, è un toccasana per ridurre stress e ansia. Il “forest bathing”, nato in Giappone, insegna proprio questo: immergersi nella natura senza fretta, respirando i profumi del bosco e ascoltando i propri passi.
Terzo, nutrire il corpo con gentilezza. Dopo gli eccessi estivi, la cucina d’autunno è una medicina: zuppe calde, frutta cotta, verdure di stagione, cereali integrali. Il benessere inizia da ciò che portiamo a tavola, e ottobre è il mese ideale per tornare ai sapori semplici.
Infine, staccare la mente. Spegnere il telefono per un’ora, leggere un libro, scrivere su un taccuino, meditare. Non è tempo perso, ma tempo guadagnato.
Rallentare non è un lusso: è un atto di equilibrio. In un mondo che corre sempre, scegliere di respirare diventa un gesto rivoluzionario. Ottobre, con la sua calma malinconica, è l’occasione perfetta per imparare a farlo davvero.
Benessere
La malinconia d’autunno: perché la mente rallenta quando cadono le foglie (e come ritrovare equilibrio)
La cosiddetta “depressione stagionale” colpisce ogni anno milioni di persone. A ridurre il buonumore è la minore esposizione alla luce solare, che influisce su serotonina e melatonina. Ma non sempre serve una terapia: a volte bastano lentezza, luce, relazioni e piccole abitudini che nutrono la mente.
Ci sono giorni d’autunno in cui la mente sembra coperta da una nebbiolina leggera. Non si tratta di tristezza vera e propria, ma di una malinconia sottile, difficile da spiegare. È come se la natura, rallentando, trascinasse con sé anche i nostri pensieri.
Gli psicologi la chiamano SAD – Seasonal Affective Disorder, ma la maggior parte delle persone la conosce come “malinconia stagionale”. I sintomi sono comuni: stanchezza mentale, svogliatezza, bisogno di dormire di più, calo dell’entusiasmo. Non è depressione, ma un cambiamento fisiologico legato alla diminuzione della luce.
Quando i giorni si accorciano, infatti, il cervello produce meno serotonina (che regola l’umore) e più melatonina (che induce il sonno). Il risultato è un piccolo squilibrio chimico che ci spinge verso introspezione e lentezza. Un modo, in fondo, per sincronizzarci con la stagione che ci invita al raccoglimento.
Il problema nasce quando questa fase naturale viene negata. Viviamo in un mondo che pretende energia costante, efficienza, produttività. Ma la mente, come la terra, ha bisogno di periodi di riposo per rigenerarsi.
Gli esperti suggeriscono alcune strategie semplici ma efficaci: aumentare l’esposizione alla luce naturale, anche solo 20 minuti al giorno all’aperto; praticare una routine regolare di sonno; scegliere cibi ricchi di triptofano, come banane, avena, cioccolato fondente e frutta secca.
E poi c’è il rimedio più antico di tutti: le relazioni umane. Parlare, condividere, uscire con un amico può alleggerire più di qualsiasi integratore. La connessione autentica, spiegano gli psicoterapeuti, è una delle medicine più potenti contro la solitudine emotiva.
In fondo, la malinconia d’autunno non va temuta: va capita. È un invito a rallentare, a fare spazio, a guardarsi dentro senza paura. Perché la mente, come gli alberi, sa quando è tempo di lasciar andare. E solo accettando di perdere qualche foglia, si può tornare a fiorire davvero.
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