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Beauty

“Boyfriend blush” è il nuovo beauty trend da provare!

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    Il trend del “Boyfriend Blush” è un’interessante evoluzione nel mondo del trucco che mira a ottenere un look più naturale e genuino. Questo stile di blush, o fard, si ispira a un aspetto fresco e rosato. L’idea è quella di replicare il rossore sulle guance che potresti vedere su un uomo biondo che ha trascorso la mattinata correndo per un campo da calcio. È una sorta di rossore completo delle guance, al contrario del pigmento perfettamente posizionato. Pensa al principe Harry nei suoi sfacciati giorni all’università.

    Il trucco del “Boyfriend Blush” prevede l’utilizzo di tonalità di blush che si avvicinano al colore naturale delle guance quando si è felici o emozionati. Questo può variare da una tonalità rosa delicata a una più pesca o corallo, a seconda del tono della pelle e delle preferenze personali.
    La chiave per creare il look sta nell’ombra che scegli e nel posizionamento. Vuoi che appaia come se avessi un colore naturale che aumenta sulle tue guance dopo aver fatto un allenamento e quindi dovrai scegliere una tonalità che si avvicini a quel tono naturale. Puoi provare a pizzicare leggermente le guance per vedere il colore che sembra più realistico.
    Quando si tratta di posizionare il pigmento, mantieni il pigmento al centro delle guance, più in alto sugli zigomi.

    I truccatori suggeriscono di creare una forma triangolare che inizi al centro del viso, esca lungo la parte inferiore dello zigomo e poi scenda a forma di V. Quindi usa un pennello per lucidare per far rimbalzare il rossore sulla pelle per una finitura uniforme e voluminosa.
    Più risulta naturale, meglio è, quindi puoi anche provare ad aggiungere un po’ di colore al ponte del naso: divertiti e scopri cosa funziona per la forma del tuo viso. Finché il risultato finale sembra che tu sia appena tornato da una corsa veloce, ce l’hai fatta.
    Il “Boyfriend Blush” è diventato popolare perché offre un modo per migliorare l’aspetto naturale del viso senza sembrare troppo elaborato o eccessivamente truccato. È un trend che celebra la bellezza autentica e spontanea, promuovendo un approccio più rilassato e fresco al trucco.

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      Salute

      Influenza ai primi segnali: cosa fare subito per limitare i sintomi

      Riposo, idratazione e piccoli accorgimenti quotidiani sono le prime armi contro l’influenza stagionale. Ecco come intervenire tempestivamente, secondo le indicazioni della comunità medica.

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      Influenza ai primi segnali

        Con l’arrivo dei mesi freddi, l’influenza torna puntuale a colpire milioni di persone. I primi sintomi – stanchezza improvvisa, dolori muscolari, naso chiuso o gola irritata – vengono spesso sottovalutati, ma è proprio nelle prime 24-48 ore che si può agire per ridurre l’intensità del disturbo e prevenire complicazioni.

        Fermarsi subito e ascoltare il corpo

        Il primo consiglio degli esperti è semplice quanto spesso ignorato: rallentare. Continuare a lavorare o a svolgere attività intense quando l’organismo lancia segnali di malessere può prolungare la durata dell’infezione. Il riposo aiuta il sistema immunitario a concentrare le energie sulla risposta al virus.

        Dormire a sufficienza, anche con brevi riposi durante il giorno, favorisce i meccanismi di difesa naturali e contribuisce a una guarigione più rapida.

        Idratazione: un alleato fondamentale

        Bere regolarmente è essenziale fin dai primi sintomi. Acqua, tisane calde e brodi leggeri aiutano a mantenere idratate le mucose, a fluidificare le secrezioni respiratorie e a compensare eventuali perdite di liquidi dovute a febbre o sudorazione. Le bevande calde, inoltre, possono alleviare temporaneamente la sensazione di mal di gola e congestione nasale.

        Alimentazione leggera ma nutriente

        Quando arriva l’influenza, l’appetito può diminuire. È normale, ma è importante non saltare completamente i pasti. Meglio scegliere cibi semplici e digeribili: zuppe, verdure cotte, frutta ricca di vitamine e alimenti proteici leggeri. Vitamina C, zinco e altri micronutrienti svolgono un ruolo di supporto al sistema immunitario, anche se non sostituiscono cure mediche.

        Gestire febbre e dolori con attenzione

        La febbre è una risposta naturale dell’organismo contro le infezioni. Se moderata, non va necessariamente abbassata subito. In caso di malessere importante o temperature elevate, si possono usare farmaci antipiretici e antidolorifici comuni, come paracetamolo o ibuprofene, solo seguendo le indicazioni del medico o del foglietto illustrativo. È invece sconsigliato assumere antibiotici senza prescrizione: l’influenza è di origine virale e questi farmaci non sono efficaci.

        Ridurre il rischio di contagio

        Ai primi sintomi è bene proteggere anche gli altri. Restare a casa, lavarsi spesso le mani, arieggiare gli ambienti e coprirsi bocca e naso quando si tossisce o starnutisce sono misure semplici ma efficaci. Se necessario uscire, l’uso della mascherina può ridurre la diffusione dei virus respiratori.

        Quando consultare il medico

        Nella maggior parte dei casi l’influenza si risolve in pochi giorni. Tuttavia, è importante contattare il medico se i sintomi peggiorano, la febbre persiste oltre tre giorni, compaiono difficoltà respiratorie o se si appartiene a categorie fragili come anziani, bambini piccoli, donne in gravidanza o persone con patologie croniche.

        Prevenzione: il passo successivo

        Agire subito ai primi segnali è importante, ma la prevenzione resta l’arma più efficace. Vaccinazione antinfluenzale, stile di vita equilibrato e attenzione all’igiene quotidiana riducono significativamente il rischio di ammalarsi.

        Intervenire tempestivamente, con buon senso e informazioni corrette, permette di affrontare l’influenza in modo più consapevole e di tornare prima alle normali attività, senza inutili complicazioni.

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          Salute

          Cattive abitudini e salute: i loro effetti si vedono già a 36 anni

          I ricercatori avvertono: più a lungo si mantengono comportamenti poco salutari, più i danni si accumulano. Ma cambiare stile di vita, anche a metà età, resta sempre possibile.

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          Cattive abitudini

            Le conseguenze di uno stile di vita poco sano non si manifestano solo in età avanzata. Secondo una ricerca longitudinale condotta su un ampio campione di popolazione, gli effetti negativi di fumo, sedentarietà e consumo eccessivo di alcol diventano evidenti già intorno ai 36 anni, con un impatto che cresce nel tempo se le cattive abitudini vengono mantenute.

            Lo studio ha seguito i partecipanti a partire dai 27 anni, attraverso sondaggi e visite mediche ripetute quando avevano 36, 42, 50 e 61 anni. Un arco temporale ampio che ha permesso agli studiosi di osservare come i comportamenti quotidiani incidano progressivamente sulla salute fisica e psicologica.

            Come sono stati definiti i comportamenti a rischio

            I ricercatori hanno stabilito criteri precisi. Il consumo eccessivo di alcol è stato definito come l’assunzione annuale di almeno 875 unità alcoliche per le donne e 1.250 per gli uomini, considerando come unità un bicchiere di vino, una lattina di birra o un bicchierino di superalcolico.
            L’inattività fisica è stata invece identificata nel praticare esercizio meno di una volta alla settimana.

            La salute mentale e il benessere psicologico sono stati valutati con scale standardizzate, così come la percezione dello stato di salute generale e il rischio metabolico, calcolato tenendo conto di diversi parametri clinici.

            I primi segnali già nella giovane età adulta

            I risultati mostrano un dato chiaro: chi fuma, beve troppo o si muove poco presenta un peggioramento della salute già al primo controllo, intorno ai 36 anni. L’effetto risulta ancora più marcato nelle persone che mantengono questi comportamenti per decenni.

            In particolare, la sedentarietà è risultata fortemente associata a una peggiore salute fisica, mentre il fumo ha mostrato un legame più stretto con il declino del benessere mentale. L’abuso di alcol, infine, si è rivelato trasversale, incidendo negativamente sia sul corpo sia sulla salute psicologica.

            Limiti e cautela nell’interpretazione

            Gli stessi autori sottolineano che si tratta di uno studio osservazionale: non è quindi possibile stabilire con certezza se siano le cattive abitudini a causare il peggioramento della salute o se, in alcuni casi, una condizione di fragilità favorisca comportamenti a rischio.

            Inoltre, i dati riguardano persone nate in Finlandia e in altri Paesi occidentali tra la fine degli anni Cinquanta e Sessanta, e potrebbero non riflettere pienamente le dinamiche delle generazioni più giovani. Altri fattori, come l’alimentazione o il contesto socioeconomico, dovranno essere approfonditi in ricerche future.

            Non è mai troppo tardi per cambiare

            Il messaggio finale degli scienziati è però incoraggiante. Intervenire precocemente è fondamentale per evitare che i danni si accumulino nel tempo, ma anche modificare lo stile di vita nella mezza età porta benefici concreti. Numerose evidenze dimostrano che adottare abitudini più sane migliora la qualità della vita, favorisce la longevità e contribuisce a un invecchiamento più attivo.

            In sintesi, la salute non è una questione che riguarda solo la vecchiaia: le scelte quotidiane fatte già da giovani adulti tracciano una traiettoria che può essere corretta, ma prima si interviene, maggiori saranno i benefici nel lungo periodo.

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              Benessere

              Insonnia, l’alleato silenzioso: mindfulness e meditazione per addormentarsi meglio

              Gli studi mostrano che la meditazione riduce stress, ansia e iperattività mentale, tra le principali cause dei disturbi del sonno. Ecco come applicarla a casa con esercizi semplici e sicuri.

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              Insonnia, l’alleato silenzioso: mindfulness e meditazione per addormentarsi meglio

                Difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, pensieri che corrono come un treno in piena notte: l’insonnia è un problema in aumento. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, quasi un terzo degli adulti sperimenta disturbi del sonno significativi almeno una volta nella vita. In Italia, le stime parlano di uno su cinque con insonnia cronica o ricorrente. A risentirne non è solo l’energia al mattino: dormire poco indebolisce memoria, umore, capacità di concentrazione e persino il sistema immunitario.

                Non sorprende, quindi, che si cerchino soluzioni non farmacologiche, soprattutto quando lo stress è il motore principale del problema. Tra queste, la mindfulness — una forma di meditazione basata sulla consapevolezza del momento presente — sta dimostrando efficacia clinica crescente. Studi pubblicati su riviste come JAMA Internal Medicine e Sleep hanno rilevato che programmi di Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) migliorano la qualità del sonno in persone con insonnia lieve o moderata, riducendo i sintomi dell’ansia e diminuendo la latenza dell’addormentamento.

                Perché funziona

                Il meccanismo è semplice nella teoria, meno nella pratica: la mindfulness smonta l’iperattivazione mentale, la stessa che porta a girarsi nel letto per ore.
                Quando si medita, il sistema nervoso riduce l’attività della risposta “lotta o fuggi” e aumenta quella del sistema parasimpatico, collegato al rilassamento. Si abbassano i livelli di cortisolo e rallenta il flusso dei pensieri intrusivi, quelli che iniziano con “domani devo…”.

                Non si tratta di “spegnere” il cervello, ma di spostare l’attenzione: dal rimuginio al respiro, dalle preoccupazioni alle sensazioni del corpo, dal futuro al presente.

                Le tecniche da provare subito

                Ecco alcuni esercizi semplici da fare a casa, senza attrezzature e senza competenze particolari:

                1) Respirazione 4-4-6

                Indicata per rallentare il battito e sciogliere la tensione.

                • inspira dal naso per 4 secondi
                • trattieni l’aria 4 secondi
                • espira lentamente 6 secondi
                  Ripetere 4-6 volte.

                2) Body scan

                Distesi, occhi chiusi: si passa mentalmente una “torcia” su ogni parte del corpo, dai piedi alla testa.
                Osserva tensioni e lascia andare senza giudizio.
                Utile per spegnere la ruminazione mentale.

                3) Mindfulness dei suoni

                Attenzione ai rumori circostanti: respiro, silenzio, rumore lontano.
                Accettarli invece di combatterli aiuta a ridurre la reattività allo stress.

                4) Il pensiero-ancora

                Quando arriva un pensiero molesto (“E se domani…?”), invece di inseguirlo:

                • riconoscilo
                • etichettalo: «Ecco un pensiero di preoccupazione»
                • torna al respiro
                  È un metodo clinicamente validato per gestire l’ansia notturna.

                Quando praticarla

                La mindfulness non agisce come un interruttore immediato, ma come una palestra mentale: più si allena il cervello, più si abitua a rilassarsi. Bastano 10-15 minuti al giorno, meglio se la sera, in un rituale privo di schermi e luci forti.

                Consigli pratici:

                • Smartphone lontano dal letto
                • Luci calde e ambiente fresco
                • Niente notifiche o contenuti stimolanti prima di dormire
                • Routine regolare: stesso orario per addormentarsi e svegliarsi

                Una cura senza controindicazioni

                Mentre i farmaci per dormire possono generare dipendenza o tolleranza, la mindfulness non ha effetti collaterali rilevanti ed è raccomandata da specialisti del sonno come supporto alle terapie tradizionali. In molti casi, può essere il primo passo prima di ricorrere a cure farmacologiche.

                Quando il disturbo persiste per settimane, però, è importante chiedere aiuto a un medico o a uno specialista del sonno: insonnia, ansia e depressione sono strettamente correlate e non vanno sottovalutate.

                Dormire bene è un’abitudine

                Ascoltare il proprio corpo, imparare a fare spazio alla calma, riconoscere che spegnere il mondo esterno è possibile: sono piccoli gesti che, ripetuti ogni sera, trasformano il sonno da nemico a complice.

                L’insonnia non è una colpa né una condanna.
                È un segnale — e la consapevolezza può diventare la via per spegnerlo dolcemente.

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