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Siamo stanchi, anzi di più…

La disania è un sintomo che non deve essere ignorato. Se la tua stanchezza è persistente e influisce sulla tua vita quotidiana, è importante cercare assistenza medica per identificare e trattare le cause sottostanti. Creare un ambiente di sonno adeguato e mantenere routine regolari possono aiutare a gestire la disania nell’attesa di una diagnosi medica precisa.

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la disania colpisce un po' tutti

    Disania quando la stanchezza è il sintomo di una patologia da controllare

    Intorpidimento, stanchezza, spossatezza e affaticamento possono essere problemi molto più gravi e pervasivi di quanto si possa immaginare. Sentirsi stanchi è un’esperienza comune, ma quando la stanchezza diventa insormontabile, potrebbe trattarsi di disania. Questo sintomo comune di molte condizioni sottostanti richiede attenzione medica per essere trattato adeguatamente. Riconoscere i segni della disania, scoprirne le cause e trattarle può essere determinante per condurre una vita lunga e sana.

    Che cos’è la Disania?

    La disania è una stanchezza estrema e persistente che può influire significativamente sulla vita quotidiana. Diversa dalla normale stanchezza, la disania è persistente e più difficile da superare.

    In cosa consiste la differenza tra la disania e la normale stanchezza

    Chi più chi meno, quasi tutti sperimentiamo l’inerzia del sonno, ma per alcuni, specialmente coloro che vengono svegliati improvvisamente, la sensazione di confusione può durare anche ore. La disania non è una diagnosi in sé, ma un sintomo di vari disturbi come la sindrome da affaticamento cronico, depressione, insonnia, apnea notturna e anemia.

    Quali sono le sue cause

    Al centro di tutto c’è la Sindrome dell’Affaticamento Cronico (ME/CFS). Questo disturbo del sonno causa un costante esaurimento di energia. Ma non solo. La disania può essere uno dei primi segni evidenti di depressione clinica. Chi ne viene colpito tende a riempire i giorni e le notti con costanti sentimenti di esaurimento. A questi sintomi vanno aggiunti casi di apnea notturna. La disania infatti causa gravi interruzioni del ciclo del sonno, portando a stanchezza cronica. Una delle cause può essere determinata da problemi di anemia. La carenza di globuli rossi, infatti, può causare disania ed esaurimento. Se la stanchezza inizia a interferire con la vita quotidiana, è essenziale consultare un medico. Diagnosticare la causa della disania può essere complicato, ma è cruciale per trovare il trattamento adeguato.

    Come alleviare la Disania

    Mentre si cerca la causa principale, ci sono alcune misure immediate che si possono prendere per alleviare la stanchezza. Per prima cosa bisogna curare l’ambiente in cui si dorme. Assicurarsi che la camera da letto sia insonorizzata e con la minor quantità di luce artificiale possibile.
    Fondamentale è spegnere i televisori e gli smartphone almeno 30 minuti prima di andare a letto per permettere al cervello di rilassarsi. E la mattina? Cos’ come la sera è necessario mantenere routine stabili in grado di ridurre l’ansia e aiutare a prevenire la disania.

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      Salute

      Ci mancava anche la scabbia. E’ boom di casi, si salvi chi può

      L’infestazione da acaro sta dilagando in scuole, Rsa e ospedali: ecco cos’è la scabbia, come si trasmette e quali sono i sintomi da non ignorare.

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        Non bastavano i missili sulle centrali nucleari, non bastavao le guerre in corso, e il caldo che si preannuncia davvero torrido. No, ci voleva anche un pericolo sanitario a dare colore all’estate 2025. Questo pericolo si chiama scabbia.

        Attacca scuole, ospedali e comunità

        Negli ultimi anni i casi di scabbia in Italia sono aumentati in modo preoccupante, con una crescita fino al 750% in alcune realtà, come le Rsa e le strutture di lunga degenza. Secondo gli esperti della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), si tratta di una vera e propria minaccia emergente per la salute pubblica, con focolai sempre più frequenti in scuole, ospedali e comunità.

        Cos’è la scabbia e perché sta tornando

        La scabbia è una malattia infettiva della pelle causata dall’acaro Sarcoptes scabiei, un microscopico parassita che scava cunicoli nella pelle, dove deposita le uova e si riproduce. Nonostante sia conosciuta da secoli – fu descritta per la prima volta nel 1687 da Giovanni Cosimo Bonomo e Diacinto Cestoni – negli ultimi anni è tornata a diffondersi rapidamente in Europa e in Italia. Gli studiosi hanno individuato diverse cause dell’aumento dei casi, come la resistenza ai farmaci tradizionali, che rende più difficile il trattamento. Inoltre le condizioni di sovraffollamento in strutture come Rsa, carceri e centri di accoglienza. E da non sottovalutare la mancata diagnosi tempestiva, che favorisce il contagio. La scabbia è altamente contagiosa e si diffonde attraverso il contatto diretto con persone infestate o tramite oggetti contaminati. Per esempio la biancheria, le asciugamani e i vestiti.

        Il sintomo principale è un prurito intenso e persistente, che tende a peggiorare di notte. Altri segnali che non devono essere trascurati sono e le papule rosse – piccole protuberanze sollevate sulla pelle, di colore rosso o rosa – e le lesioni cutanee. Queste ultime si formano soprattutto tra le dita, ai polsi, sull’ombelico, sotto le ascelle e nell’area genitale. Nei bambini, invece, le manifestazioni cutanee possono comparire anche su viso, sul cuoio capelluto, nei palmi delle mani e piante dei piedi.

        Come curare e prevenire la scabbia

        Una volta confermata la diagnosi, il trattamento più comune è l’applicazione di lozioni e creme a base di permetrina, da lasciare agire per almeno 8 ore prima di risciacquare. Gli esperti consigliano di ripetere il trattamento a distanza di una settimana e di curare anche i conviventi o chi ha avuto contatti stretti, anche se non presentano sintomi. Per prevenire il contagio, è fondamentale lavare lenzuola, indumenti e asciugamani ad alte temperature (minimo 60°C). Inoltre si consglia di sigillare oggetti non lavabili in sacchetti per almeno due settimane, per eliminare eventuali acari.

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          Beauty

          Il segreto – a caro prezzo – della Venere Nera? Ve lo sveliamo noi!

          A 55 anni appena compiuti, Naomi Campbell incarna ancora un’idea di bellezza eterea e potenza scenica rara. Ma dietro quel corpo statuario e la pelle di porcellana si nasconde una routine fatta di disciplina ferrea, rinunce alimentari e un mix spietato di allenamenti. Il tempo non la tocca, ma il conto lo paga tutto lei.

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            Naomi Campbell, l’ex top model che ha dominato gli anni ’90 – accanto a icone come Claudia Schiffer e Cindy Crawford – continua a sfilare, posare e stupire. Da Versace a Dolce&Gabbana, Louis Vuitton… ogni apparizione rappresenta un evento di stile. Ma la domanda è: come fa a mantenere questa forma incredibile?

            Digiuni, veganesimo e zero sgarri

            Naomi non ha mai nascosto il rigore con cui gestisce il proprio stile di vita. La sua dieta è completamente vegana, a base di frutta fresca, verdure crude, tisane drenanti e acqua in abbondanza. Spesso pratica digiuni intermittenti, alternando giorni solidi a giorni liquidi. Niente alcol, niente zuccheri, niente glutine. Tutto pesato, tutto pianificato.

            Allenamenti da guerriera

            A rendere il quadro ancora più intenso è il mix di allenamenti a cui si sottopone. Pilates, yoga, esercizi di resistenza, stretching funzionale e boxe. Il corpo di Naomi è forgiato con costanza e fatica, non certo grazie alla genetica sola. Ogni giorno ha un programma, ogni respiro una finalità: restare al top.

            Bellezza (quasi) naturale

            La sua pelle è un altro segreto svelato solo in parte. Naomi parla spesso di cura ossessiva della pelle, tra maschere a base di oro colloidale, idratazione profonda, cosmetici naturali e trattamenti detox. Le rughe? Inesistenti. Ma non per caso. La Campbell non ha mai confermato l’uso di ritocchi, ma nemmeno escluso qualche piccolo aiuto “mirato”.

            Un prezzo da pagare

            Essere un’icona, a 55 anni, significa rinunciare molto. Non è solo glamour. È rinuncia, fatica, solitudine. Naomi stessa ha ammesso in passato di aver dovuto “imparare a volersi bene”, affrontando problemi con l’autostima e momenti di vulnerabilità. Dietro ogni passerella c’è una battaglia personale, spesso invisibile.


            Naomi Campbell oggi: un simbolo complesso

            Non è solo bellezza: è determinazione, rigore, lotta. Naomi è diventata simbolo di inclusività, attivismo e autodisciplina. A 55 anni, resta un esempio per chi crede che il tempo si possa rallentare, ma solo a patto di sacrifici durissimi.

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              Benessere

              Adolescenti a rischio, troppo internet spegne il cervello e compromette le relazioni

              L’analisi effettuata dallo studio PLOS evidenzia un fenomeno relativamente nuovo, quello della dipendenza da internet, che si diffonderà sempre di più nei prossimi decenni. In Italia, esistono già 102 centri specializzati in questo tipo di dipendenza, che seguono oltre 3.660 utenti, principalmente tra i 15 e i 18 anni.

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                L’abuso di internet durante l’adolescenza può avere conseguenze negative durature. L’eccessivo utilizzo della rete riduce infatti l’interazione tra le diverse aree del cervello, compromettendo la capacità di relazionarsi, mangiare e dormire.

                Adolescente con smartphone di notte

                Quando si parla di dipendenze, il pensiero va subito a droghe, tabacco o alcol. Tuttavia, lo sappiamo da anni ormai, esistono nuove forme di dipendenza, come quella da internet. Nei casi più gravi, questa dipendenza può portare a forme complesse di isolamento sociale, come gli hikikomori. Uno studio pubblicato su PLOS Mental Health ha analizzato l’effetto dell’abuso di internet sul cervello degli adolescenti, evidenziando impatti sulle regioni coinvolte nel pensiero attivo, nelle abilità fisiche e nella salute mentale.

                Devastante come droghe e giochi d’azzardo

                I ricercatori hanno esaminato dodici studi su 237 ragazzi tra i 10 e i 19 anni con diagnosi di dipendenza da internet. Questa condizione si manifesta come un’incapacità di resistere all’impulso di usare internet, influenzando negativamente il benessere personale e la vita sociale, accademica e professionale. Le risonanze magnetiche hanno rivelato sia un aumento che una diminuzione dell’attività nelle regioni cerebrali attive durante il riposo. E inoltre una generale diminuzione della connettività funzionale nelle aree coinvolte nel pensiero attivo. Gli effetti come già sottolineato sono simili a quelli osservati nei casi di abuso di droghe o gioco d’azzardo. In Italia esistono già 102 centri che si occupano di questo tipo di dipendenza e hanno in cura oltre 3.660 utenti, la maggior parte dei quali ha un età che va dai tra i 15 ai 18 anni.

                Impatto a lungo termine

                La perdita della connettività funzionale colpisce diverse funzioni cerebrali, tra cui la coordinazione fisica, la memoria a breve termine, il controllo degli impulsi. la capacità di concentrazione e decisionale. Questo accade perché durante l’adolescenza, il cervello è particolarmente vulnerabile. Secondo Max Chang, coordinatore dello studio effettuato da PLOS, i cambiamenti comportamentali negativi possono influenzare la vita futura degli adolescenti, causando difficoltà nelle relazioni, nell’alimentazione che diventa disordinata e con gravi disturbi del sonno. Gli autori dello studio sottolineano che il numero di studi analizzati si è limitato a un campione relativamente piccolo e quasi tutto asiatico in attesa di includere anche adolescenti occidentali.

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