Beauty
Scopri il segreto della spazzolatura a secco
La spazzolatura a secco è un antico rituale di bellezza che ha origini lontane nel tempo, risalendo addirittura agli antichi egizi e greci. Questa pratica coinvolge l’uso di una spazzola con setole naturali, di solito in legno o bambù. Si usa per massaggiare delicatamente la pelle asciutta prima del bagno o della doccia.
Uno dei principali benefici della spazzolatura a secco è l’esfoliazione della pelle. Le setole della spazzola aiutano a rimuovere le cellule morte della pelle, lasciando la pelle più liscia e luminosa. Inoltre, questo processo stimola la circolazione sanguigna e linfatica, favorendo il drenaggio delle tossine e riducendo il gonfiore.
La spazzolatura a secco può essere particolarmente efficace per migliorare l’aspetto della pelle irregolare, ridurre la cellulite e prevenire i pori ostruiti. Inoltre, molte persone trovano che questo rituale aiuti a ridurre lo stress e aumentare il livello di energia, grazie alla sua azione rinfrescante e rivitalizzante.
La tecnica corretta per la spazzolatura a secco coinvolge movimenti leggeri e circolari su tutto il corpo, in genere in direzione del cuore per favorire il drenaggio linfatico. È importante essere delicati, specialmente sulle aree sensibili o irritate della pelle, e evitare di spazzolare troppo vigorosamente.
La spazzolatura a secco può essere integrata nella tua routine di cura della pelle una o due volte a settimana, a seconda delle esigenze della tua pelle e della tua sensibilità personale. È importante utilizzare una spazzola appositamente progettata per questo scopo e sostituirla regolarmente per garantire un’efficacia ottimale.
In conclusione, la spazzolatura a secco è un rituale di bellezza antico e affidabile che offre una serie di benefici per la pelle e il benessere generale. Aggiungere questa pratica alla tua routine può aiutarti a ottenere una pelle più luminosa, tonica e sana.
È una buona pratica consultare il proprio medico prima di iniziare qualsiasi nuova routine di cura della pelle, inclusa la spazzolatura a secco. Se hai preoccupazioni specifiche sulla tua pelle o sulle condizioni di salute, il tuo medico sarà in grado di fornirti consigli personalizzati e indicazioni su come procedere in modo sicuro ed efficace.
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Salute
Mal di testa da cervicale: quando il dolore nasce dal collo
Posture scorrette, stress e tensioni muscolari sono tra le principali cause di questo disturbo. Capire i sintomi e intervenire in modo mirato è il primo passo per liberarsi dal dolore.
Il mal di testa da cervicale, o cefalea cervicogenica, è tra le forme più diffuse di mal di testa secondario, cioè legato a una causa precisa e non a un’alterazione diretta del sistema nervoso. A differenza dell’emicrania o della cefalea tensiva, il dolore nasce da un problema meccanico o muscolare nel tratto cervicale — la parte superiore della colonna vertebrale che sostiene la testa.
Il disturbo si manifesta quando le prime vertebre del collo subiscono un’alterazione strutturale o funzionale, che può derivare da diversi fattori: un trauma (come il classico colpo di frusta), una contrattura muscolare persistente, una postura scorretta mantenuta per ore davanti al computer o allo smartphone, oppure da condizioni croniche come artrosi cervicale, artrite o ernie del disco. Anche disturbi apparentemente lontani, come il bruxismo (digrignare i denti) o una malocclusione dentale, possono contribuire a creare tensione nei muscoli del collo e scatenare il dolore.
I sintomi tipici comprendono un dolore sordo e costante nella zona posteriore della testa, che può irradiarsi verso la fronte, le tempie o la mandibola. Alcuni pazienti riferiscono anche fastidi a orecchie, gola o lingua. Il dolore peggiora con i movimenti del collo o con posture statiche prolungate, e spesso si accentua nel corso della giornata. Si associano frequentemente rigidità muscolare, difficoltà nei movimenti del capo e una sensazione di tensione continua nella parte alta della schiena.
Per una diagnosi corretta è fondamentale rivolgersi a uno specialista in neurologia o fisiatria, che valuterà la causa attraverso un esame clinico e, se necessario, esami diagnostici come radiografia, TAC, risonanza magnetica o elettromiografia.
Una volta individuata la causa, il trattamento più efficace e meno invasivo è la fisioterapia mirata, utile per migliorare la mobilità cervicale e correggere le posture scorrette. In presenza di infiammazione o dolore acuto, il medico può prescrivere antinfiammatori, analgesici, miorilassanti o cortisonici. Nei casi cronici si può ricorrere a terapie manuali, tecniche di rilassamento o esercizi di rinforzo muscolare personalizzati.
Gestire lo stress, fare pause frequenti durante il lavoro al computer e mantenere una postura corretta sono strategie semplici ma decisive per prevenire le recidive. Perché, spesso, il mal di testa da cervicale è il modo in cui il corpo ci ricorda che anche il collo — come la mente — ha bisogno di equilibrio.
Salute
Caviglie gonfie: quando il ristagno non è solo un fastidio
Il gonfiore alle caviglie è un disturbo comune, soprattutto a fine giornata o con il caldo, ma in alcuni casi può essere il campanello d’allarme di problemi di salute più seri.
Le caviglie gonfie, in termini medici edema periferico, sono un problema diffuso che interessa persone di ogni età. Spesso si manifesta come un aumento di volume nella zona delle caviglie e dei piedi, accompagnato da una sensazione di pesantezza o tensione della pelle. Nella maggior parte dei casi si tratta di un disturbo benigno e transitorio, ma non sempre è così: comprenderne le cause è fondamentale per intervenire nel modo corretto.
Le cause più comuni
Il gonfiore alle caviglie è spesso legato a una cattiva circolazione venosa. Stare molte ore in piedi o seduti, soprattutto senza muoversi, favorisce il ristagno di liquidi negli arti inferiori. Anche il caldo intenso contribuisce alla dilatazione dei vasi sanguigni, rallentando il ritorno venoso. Tra le altre cause frequenti ci sono sovrappeso, sedentarietà, consumo eccessivo di sale e cambiamenti ormonali, come quelli che avvengono in gravidanza o durante il ciclo mestruale.
Quando il gonfiore segnala un problema
In alcuni casi le caviglie gonfie possono essere il sintomo di condizioni mediche più importanti. Malattie cardiache, insufficienza renale o epatica, disturbi della tiroide e patologie del sistema linfatico possono manifestarsi anche con edema agli arti inferiori. Un gonfiore improvviso, doloroso e localizzato a una sola gamba può invece indicare una trombosi venosa profonda, una situazione che richiede attenzione immediata. Anche alcuni farmaci, come antipertensivi, cortisonici o antinfiammatori, possono favorire la ritenzione idrica.
I rimedi quotidiani
Quando l’edema è lieve e legato allo stile di vita, alcuni accorgimenti possono aiutare a ridurlo. Muoversi regolarmente, anche con brevi passeggiate, stimola la circolazione. Sollevare le gambe per qualche minuto durante il riposo favorisce il deflusso dei liquidi. È utile limitare il consumo di sale, bere acqua a sufficienza e indossare calzature comode. In presenza di insufficienza venosa, le calze elastiche a compressione graduata possono essere un valido supporto, sempre su consiglio medico.
Attività fisica e benessere
L’esercizio fisico moderato, come camminare, nuotare o andare in bicicletta, migliora il tono muscolare e aiuta il ritorno venoso. Anche semplici esercizi di flessione ed estensione del piede, da eseguire durante il giorno, possono ridurre il gonfiore, soprattutto per chi lavora molte ore seduto.
Quando consultare il medico
È consigliabile rivolgersi a un professionista se il gonfiore persiste, peggiora nel tempo o è associato a dolore, arrossamento, febbre o difficoltà respiratorie. Un’accurata valutazione clinica permette di individuare la causa e impostare il trattamento più adeguato, evitando complicazioni.
Non ignorare i segnali del corpo
Le caviglie gonfie sono spesso un disturbo innocuo, ma il corpo parla anche attraverso piccoli segnali. Ascoltarli e intervenire tempestivamente è il modo migliore per prendersi cura della propria salute, partendo proprio dai piedi.
Benessere
Santo Stefano a tavola senza sensi di colpa: i consigli della nutrizionista per gustare le feste senza eccessi
Le tavole imbandite delle feste possono mettere a dura prova la nostra linea. Ma con qualche accortezza, possiamo goderci i pranzi e i cenoni natalizi senza rinunciare al piacere del cibo. Ecco i consigli della nutrizionista Gabriella Guarino per affrontare le festività in modo equilibrato.
Ammettiamolo le festività natalizie sono un momento magico per stare in compagnia e gustare le specialità della tradizione culinaria italiana. Ogni singola regione ha le proprie specialità natalizie. Ma spesso, tra pandori, panettoni, torroni e lenticchie, alla fine ci ritroviamo a sentirci pesanti e appesantiti. Come conciliare il piacere della tavola con il benessere del nostro corpo? La nutrizionista Gabriella Guarino svela qualche segreto per affrontare le festività in modo sereno e senza sensi di colpa.
La nutrizionista suggerisce piccole porzioni per un grande piacere
Il segreto per gustare le leccornie natalizie senza eccedere sta nelle porzioni. E’ un po’ quello che dicevano i nostri nonni. “Assaggiamo un po’ di tutto, ma con moderazione“, suggerisce la nutrizionista. “La sensazione di sazietà in genere arriva dopo circa 20 minuti da quando si è iniziato a mangiare quindi è importante masticare lentamente e gustare ogni boccone“.
E’ indispensabile bere tanta acqua
Durante le feste, tendiamo a bere meno acqua a favore di bevande più caloriche come i superalcolici. “L’acqua è fondamentale per la digestione e aiuta l’organismo a eliminare le tossine“, ricorda Guarino. “Beviamone almeno due litri al giorno“. Ma non solo in questo perodo dell’anno. L’acqua è fondamentale per rendere la vita… più fluida.
Un pasto leggero alla volta
Per evitare di arrivare affamati ai pasti principali, la nutrizionista consiglia di fare degli spuntini sani tra un pasto e l’altro. “Frutta fresca, yogurt magro o una manciata di frutta secca possono essere ottime alternative“, suggerisce. Ma qualche fettina di salame… non ce la mettiamo?
Il sonno, alleato del benessere
Un buon riposo è fondamentale per affrontare al meglio le giornate festive. Ma anche quelle non festive. “Andiamo a dormire almeno due ore dopo cena“, consiglia Guarino. “In questo modo, la digestione non interferirà con il sonno e ci sveglieremo più riposati e pronti ad affrontare la giornata“.
E dopo le feste… tutti a dieta? Ma va…
Secondo i consigli della nutrizionista per ripartire in forma dopo gli eccessi delle festività, possiamo avvalerci dell’aiuto di prodotti naturali. Per esempio? “Tisane a base di finocchio, carciofo e tarassaco possono favorire la digestione e depurare l’organismo“, spiega. Ma anche una dieta liquida con qualche tisana e molta frutta fresca possono bastare. Ma solo per un giorno però…Poi si ricomincia!!
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