Punti di svista
La differenza tra legittima difesa e vendetta
Una recente notizia di (brutale) cronaca ci offre lo spunto per una riflessione più che mai opportuna. In favore della giustizia – sempre invocata – e contro i giustizieri
Viene derubata della borsa, sale in macchina, insegue il ladro, lo raggiunge e lo investe, passandogli sopra due, tre, quattro volte, uccidendolo. E poi va via come se nulla fosse. Il fatto di cronaca in sè è aberrante ma il problema, ahinoi, è un altro. Perché in tanti, troppi, hanno pensato e detto che in fondo “ha fatto bene”, che si tratta di “legittima difesa” ma anche che quel ladro “se l’è cercata”, fino al tanto immancabile quando idiota “uno di meno”.
Tutto questo non è giustizia
Bisogna essere chiari: la rabbia e la frustrazione sono comprensibili, anche una reazione scomposta, al limite. Ma questa, nello specifico, non è autodifesa, non è legittima difesa. È vendetta. È un omicidio. E vendetta e omicidio non sono accettabili, non siamo nel far West.
Il populismo non porta a nulla di buono
Va bene lamentarsi che viviamo nell’insicurezza, che i processi sono lunghi e che le pene per chi delinque spesso sono troppo blande ma alimentare la visione per cui la vendetta è la risposta porta solo al caos. Ognuno diventa giudice, giuria e boia. E questo è inaccettabile. O è davvero questo il mondo in cui vogliamo vivere? Quello in cui ognuno si erge a vendicatore e si fa giustizia da solo? Non facciamo confusione o populismo da quattro soldi. Ricordiamoci che viviamo in uno stato di diritto. Sempre, non solo quando fa comodo a noi.
INSTAGRAM.COM/LACITY_MAGAZINE
Punti di svista
Il triste spettacolo della politica made in USA: così fan tutti…
Tutto il mondo è paese: Joe Biden lascia la Casa Bianca con un ultimo atto che genera polemiche anche fra i suoi sostenitori.
Così fan tutti. Eppure criticano, come se nulla fosse, gli altri. Succede negli Stati Uniti dove il presidente Joe Biden ha concesso la grazia al figlio Hunter, travolto da scandali e accuse perché evitasse i processi a suo carico. «Era una persecuzione per colpire me», si è giustificato il vecchio Joe che per anni aveva giurato che mai avrebbe adottato tale misura per il rampollo di casa.
Criticato fino all’ultimo
E così si è beccato anche le critiche dei democratici, che lo accusano di essersi giocato la reputazione all’ultimo miglio del mandato, oltre a quelle (scontate) dei repubblicani che gridano allo scandalo. Ma pure loro fingono di dimenticare come le ultime settimane del passato mandato di Donald Trump servirono per distribuire favori in quella che di fatto si può intendere come una giustizia personale, graziando amici, ex collaboratori e simpatizzanti di passaggio.
Se lei è la democrazia più grande al mondo, chissà le altre…
C’è poco da fare la morale, da una parte e dell’altra. Il potente di turno che usa il suo potere per sistemare le questioni di famiglia (allargata o meno) è un copione trito e ritrito e nessuno può stracciarsi le vesti e parlare di scandalo accusando il rivale di turno. Così fan tutti, coerenza (e rettitudine) sono solo un optional. Ma che questo spettacolo arrivi da quella che, a torto o a ragione, è considerata la più grande democrazia del mondo, fa ancora più tristezza.
Punti di svista
L’esercito dei selfie si è fermato a Camogli
Disposti a tutto, pur di poter annoverare nella propria galleria di immagini sul telefonino uno scatto in più. Di recente una donna ha rischiato la vita: ne valeva la pena?!?
A Camogli, una delle perle della Riviera ligure, è scattata l’operazione “No Selfie”. Cartelli nuovi di zecca si apprestano a ricordare a tutti, imbecilli in primis, che mettersi in posa davanti alle onde quando il mare sbuffa non è esattamente un’idea geniale. Ce n’era bisogno? Evidentemente sì, dato che solo pochi giorni una donna intenta a farsi una foto con la mareggiata alle spalle è stata trascinata in acqua da un’onda, mettendo a rischio se stessa e i soccorritori intervenuti.
Il rischio per un selfie un po’ ardito
Un provvedimento che sembra surreale, ma che è invece terribilmente chiarificatore del nostro tempo in cui il selfie non è solo un ricordo ma una sfida giocata a colpi di like da sfoggiare sui social. Anche e soprattutto se in gioco c’è un po’ di rischio, qualcosa di alternativo, magari di unico. E chi se ne importa se sia terribilmente stupido o pericoloso oppure solo, si fa per dire, di cattivo gusto.
L’illusione di fermare il tempo e di poter dire “io c’ero”
D’altra parte, tutti abbiamo un cellulare con fotocamera e negli ultimi anni ne abbiamo viste di tutti i colori. Selfie ovunque, senza freni. Davanti a tragedie, durante funerali, in occasione di catastrofi: posa plastica e via. Poco importa che sia avanti a un palazzo in fiamme, sul ciglio di un precipizio o, appunto, a pochi metri da una mareggiata. Un click e via. La tempesta perfetta del cattivo gusto però si è fermata a Camogli, almeno per ora. La caccia all’ultimo selfie, invece, è ancora aperta.
Punti di svista
Totti e Ilary: un reality trash di cui non si sentiva il bisogno
Un circo mediatico architettato ad arte dai due diretti interessati, del quale si poteva fare onestamente a meno. Che comunque impartisce una lezione sulla cosiddetta “coppia modello”.
C’era una volta la coppia da sogno: Francesco Totti e Ilary Blasi. Belli, famosi e all’apparenza inseparabili. Adesso quello che rimane è un reality show ad altissimo contenuto di trash. Va bene che dal “volemose bene” al “ti porto in tribunale” c’è meno strada che da Roma Nord a Roma Sud ma a tutto c’è un limite.
Nell’ordine naturale delle cose
Può succedere. Ci si ama, ci si lascia e si soffre. Vale per tutte le coppie. Il problema è che ogni fase della loro vita coniugale prima e della loro separazione poi è stata vissuta con la stessa discrezione di una festa in piazza a Ferragosto.
Tutto in pasto ai social
Messaggi sui social, interviste, serie tv che hanno portato alla ribalta vicende rasoterra come il furto dei Rolex o il rapimento delle borse griffate. Roba da soap opera sudamericana di terza fascia i cui dettagli sono stati spiattellati in pubblico senza pietà.
Uno spettacolo davvero poco elegante
Lavare i panni sporchi in pubblico è la nuova moda del jet set: Totti e Ilary ne sono i testimonial perfetti. Che tristezza però. Non c’è bisogno di fare i bacchettoni per vedere quanto brutto sia questo spettacolo. Due icone che si trasformano in protagonisti di un auto-creato circo mediatico. Che, però, può lasciare un insegnamento per tutti: la perfezione è solo una copertina patinata. La realtà che c’è dietro è e rimane un’altra e per mascherarla non c’è filtro che tenga.
-
Gossip9 mesi fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Cronaca Nera5 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Speciale Olimpiadi 20244 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Moda e modi4 mesi fa
L’estate senza trucco di Belén Rodriguez
-
Speciale Grande Fratello3 mesi fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Sport5 mesi fa
Tra le medaglie di Tokyo e quelle che verranno
-
Gossip6 mesi fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
-
Cronaca6 mesi fa
Big Mac non è più solo McDonald’s: persa l’esclusiva sul marchio!