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Elettricità, mercato tutelato o libero? Occhio al passo falso

Tra rinvii, nuove regole e decisioni dell’ultima ora il passaggio dal mercato tutelato e il mercato libero di elettricità e gas, francamente non è chiaro. Sappiamo che il 1° luglio 2024 è più vicino di quanto si può immaginare. E che cosa accade in quella data?

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    Tra rinvii, nuove regole e decisioni dell’ultima ora il passaggio dal mercato tutelato e il mercato libero di elettricità e gas, francamente non è chiaro. Sappiamo che il 1° luglio 2024 è più vicino di quanto si può immaginare. E che cosa accade in quella data? Accade che i contratti domestici delle famiglie e delle persone non vulnerabili per la fornitura di energia elettrica e gas naturale hanno condizioni economiche definite dall’Autorità ARERA. Dal 1° di luglio questi contratti scadranno e si dovrà gradualmente passare al mercato libero dell’energia sia per la luce sia per il gas. Sia privati, sia per le micro imprese.

    Un percorso a tappe

    Per accompagnare il passaggio al mercato libero dei clienti domestici non vulnerabili di energia elettrica, l’Autorità ha previsto un percorso a tappe graduali. Questo per concedere a ciascuno di noi di scegliere l’offerta sul mercato libero più adatta alle proprie esigenze. E allo stesso tempo assicurando la continuità della fornitura e alcuni obblighi informativi da parte dei venditori delle diverse società disponibili sul mercato.

    Per avvisare ci hanno avvisato, ma forse a qualcuno è sfuggito qualcosa

    Dallo scorso settembre e fino al prossimo giugno, in almeno due bollette ricevute, i clienti domestici che si trovano nel servizio di maggior tutela, hanno ricevuto o riceveranno una comunicazione da parte del proprio esercente. Nella missiva viene evidenziata la possibilità di scegliere un’offerta di mercato libero. Si può fare di testa propria oppure si possono utilizzare gli strumenti messi a disposizione dall’Autorità, come il Portale Offerte.

    …e se ti sei dimenticato

    Se il cliente finale non sottoscrive un’offerta di mercato libero per qualche motivo, a partire dal prossimo luglio, la fornitura passerà automaticamente, senza alcuna interruzione, al Servizio a Tutele Graduali (STG). Cosa significa? Significa che le vostre condizioni contrattuali ed economiche saranno definite da ARERA. Ma c’è un però. Fino alla scadenza del 1° luglio 2024 è sempre possibile chiedere di rientrare nel servizio di Maggior Tutela. Cioè di non entrare a fare parte del libero mercato ma decidere di restare legato al servizio precedente con cui vi siete trovati così bene. Ma bisogna fare domanda entro il 30 giugno.

    Istruzioni per rientrare in Maggior Tutela entro il 30 giugno

    Sul sito di ARERA c’è un motore di ricerca per trovare i riferimenti del fornitore a cui chiedere il passaggio dal mercato libero a quello in Maggiore Tutela. Bisogna inserire il nome del Comune, e il fornitore a cui richiedere il rientro in Maggior Tutela per l’elettricità.

    E’ previsto il diritto al rientro

    I clienti domestici che si trovano nel mercato libero, infatti, hanno il diritto di rientrare nel servizio di Maggior Tutela fino al 30 giugno 2024. Per aiutare i clienti che non conoscono il nome dell’esercente il servizio di Maggior Tutela della propria zona ARERA ha realizzato un motore di ricerca per trovare il fornitore e il link alle pagine che contengono le istruzioni per il rientro dal mercato libero al tutelato.

    Una telefonata salva la bolletta

    Nel nostro Paese non hanno la possibilità né le capacità di accedere ai servizi telematici. Per cui oltre all’utilizzo delle pagine web dell’Autorità, è sempre possibile richiedere informazioni anche telefonicamente. Come? Utilizzando il numero verde gratuito dello Sportello per il Consumatore Energia e Ambiente di ARERA: 800 166 65.

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      Italia

      Plasmon torna italiana dopo 50 anni: il biscotto dell’infanzia rientra a casa

      Il gruppo emiliano NewPrinces rileva lo storico marchio dai colossi americani di Kraft Heinz. Un ritorno al made in Italy che sa di rivincita industriale (e sentimentale)

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        Dopo cinquant’anni trascorsi all’estero, Plasmon torna italiana. Lo storico marchio di biscotti per l’infanzia – icona dolce di generazioni di bambini e segreto inconfessabile per molti adulti – è stato acquistato dal gruppo emiliano NewPrinces (ex Newlat Food), che ha rilevato le attività italiane di Heinz per una cifra vicina ai 120 milioni di euro.

        A vendere è stato il colosso statunitense Kraft Heinz, che dal 1967 controllava Plasmon e che ora cede non solo il marchio madre, ma anche altri brand come Nipiol, BiAglut, Aproten e Dieterba, tutti specializzati nell’alimentazione infantile e dietetica. Il cuore produttivo dell’operazione è lo stabilimento di Latina, dove ogni anno vengono sfornati 1,8 miliardi di biscotti, omogeneizzati e pappe.

        Fondata nel 1902 a Milano dal medico Cesare Scotti, Plasmon è stata per decenni un punto fermo della tavola italiana, soprattutto durante il boom demografico del dopoguerra. Complice la pubblicità in Carosello e le scatole di latta diventate oggi oggetto vintage, il marchio ha conquistato una fiducia senza tempo.

        La vendita alla Heinz americana, avvenuta negli anni Sessanta, aveva segnato l’inizio di una lunga fase di internazionalizzazione, ma anche di distacco emotivo dal territorio. Ora, grazie a NewPrinces, il brand fa ritorno in mani italiane. Una mossa non solo industriale ma anche simbolica, che parla di filiere locali, know-how nazionale e voglia di riportare valore a casa.

        Lo stabilimento di Latina, considerato tra i più avanzati d’Europa nel settore, continuerà a produrre anche per il mercato britannico, almeno per un periodo transitorio. Ma il controllo, questa volta, torna sotto bandiera tricolore.

        NewPrinces – già attiva con brand storici come Polenghi e Delverde – punta così a rafforzare la propria posizione nel comparto baby food. In un mercato da 200 milioni di euro di fatturato e un margine operativo lordo di circa 17 milioni.

        Una buona notizia, per una volta. Che sa di latte caldo, biscotti e orgoglio nazionale.

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          Italia

          Abuso spirituale: non fidatevi di ‘guru’ e santoni alla facile caccia di like

          L’abuso spirituale è più diffuso di quanto si pensi, ed è fondamentale mantenere alta l’attenzione.

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            L’abuso spirituale è un fenomeno subdolo e pericoloso, che può colpire chiunque si affidi a una guida spirituale. Ma come riconoscerlo? Come proteggersi dai ‘guru’ che sembrano convincenti e affascinanti ma poi creano più danni che benessere psico-fisico? Qual è il legame tra abuso spirituale e abuso sessuale? Questi temi saranno affrontati nel corso semestrale offerto dalla Facoltà teologica del Triveneto, condotto da don Giorgio Ronzoni, esperto in teologia pastorale e parroco di Santa Sofia a Padova.

            Che cos’è l’abuso spirituale?

            L’abuso spirituale si manifesta spesso in relazioni di accompagnamento spirituale, dove chi chiede aiuto diventa vittima di un manipolatore che abusa del potere conferitogli. Questo abuso può avvenire sia in contesti individuali, come tra un direttore spirituale e la persona assistita, sia in ambiti comunitari. La vittima finisce per essere controllata e manipolata, subendo danni profondi.

            Chi sono gli abusatori?

            Gli abusatori possono essere sacerdoti, religiosi, fondatori di movimenti, ma anche laici con una certa autorevolezza morale. L’elenco è lungo e comprende anche figure fuori dall’ambito ecclesiale, come santoni e veggenti. Il comune denominatore è il riconoscimento di un’autorità morale da parte delle vittime.

            Come si riconosce l’abuso spirituale?

            L’abuso spirituale spesso si camuffa come un percorso di crescita. La vittima, che potrebbe provare sofferenza, paura o depressione, viene indotta a credere che queste sensazioni facciano parte del processo di guarigione e siano volontà divina. L’abusatore manipola la vittima, suggerendo che il loro rapporto debba rimanere segreto, impedendo alla vittima di cercare aiuto.

            Come avviene la liberazione?

            La liberazione dall’abuso avviene raramente in modo autonomo. Spesso è necessaria l’intervento di una terza persona o di un elemento esterno (lettura, conferenza) che faccia scattare la consapevolezza nella vittima. Tuttavia, il processo è difficile e non immediato, poiché la fiducia della vittima nel suo abusatore è profonda.

            Chi è a rischio?

            Non esiste un profilo ideale di vittima: chiunque è potenzialmente a rischio. Tuttavia, le persone più fragili o in cerca di un sostegno spirituale sono più vulnerabili. Gli abusatori sono abili nel trovare i punti deboli delle loro vittime, rendendole facili prede.

            Quali sono le motivazioni degli abusatori?

            Gli abusatori possono essere di tre tipi

            Quelli in parziale “buona fede”, convinti di agire per il bene della vittima, ma che in realtà cercano di legare a sé le persone per colmare un loro vuoto.
            I perversi narcisisti, consapevoli del loro comportamento, che cercano il controllo totale per fini egoistici, spesso sessuali.
            Gli egocentrici nevrotici, che sfruttano la loro immagine per calmare la loro ansia, cercando ammirazione e consenso.

            Il pericolo dei social media

            Nell’era dei social, la visibilità è spesso confusa con l’efficacia apostolica. Anche nella Chiesa, c’è chi crede che il numero di follower sia indice di carisma spirituale. Ma secondo san Paolo, i carismi sono doni dello Spirito, non basati sul successo visibile.

            Come proteggersi?

            Per chi cerca una guida spirituale, è fondamentale informarsi, confrontarsi con più persone e non affidarsi ciecamente a un’unica figura. Se una guida spirituale tende a isolare la persona, chiedendo esclusività, questo è un segnale d’allarme.

            Formazione e consapevolezza

            La prevenzione dell’abuso spirituale non si risolve con un semplice corso in seminario. È necessaria una formazione continua e una maggiore consapevolezza da parte di chi guida spiritualmente gli altri. L’abuso spirituale è più diffuso di quanto si pensi, ed è fondamentale mantenere alta l’attenzione.

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              Italia

              Il network LaC entra al 50° posto nella Top 100 dei siti di informazione italiani: un traguardo che premia qualità e innovazione

              Il network di Diemmecom conquista il 50° posto nella classifica Comscore di giugno. Merito di un’informazione autorevole, radicata sul territorio e capace di dialogare con lettori e community social.

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                Il mese di giugno segna un passaggio importante nella storia del network LaC: l’ingresso ufficiale nella Top 100 dei siti di informazione italiani secondo la classifica Comscore, con un posizionamento al 50° posto. Un risultato che conferma la crescita costante del gruppo editoriale Diemmecom e l’impatto delle sue testate nel panorama nazionale.

                Il riconoscimento, diffuso da Prima Comunicazione, fotografa un gruppo capace di competere con i grandi player dell’informazione, puntando su autorevolezza, tempestività e una radicata presenza sul territorio.

                Il network LaC non è solo il portale di informazione generale, ma una vera famiglia editoriale che si è allargata negli anni: accanto al sito principale, c’è il nostro LaCityMag.it, il “magazine monello” che racconta lifestyle, tendenze e gossip con uno sguardo curioso e mai banale; e LaCapitale, la voce autorevole che da Via Condotti 21 segue da vicino politica, attualità ed economia. E poi le redazioni che lavorano sul territorio calabrese con Il Vibonese, Il Reggino, Cosenza Channel e Catanzaro Channel. Insieme, queste testate compongono un’offerta editoriale ampia, moderna e trasversale, capace di intercettare pubblici diversi e fidelizzarli.

                Più di una classifica: una comunità

                Il 50° posto non è solo un dato: è la prova che una scelta editoriale basata sulla qualità dell’informazione e sul rapporto diretto con i lettori paga nel tempo. Il pubblico del network è ampio, trasversale e fedele. Non si limita a leggere, ma partecipa: segnala fatti, commenta, interagisce, diventando parte di un processo informativo condiviso.

                Questo legame con la community è il vero motore della crescita. La redazione lavora ogni giorno con l’obiettivo di produrre notizie verificate, raccontate con un linguaggio chiaro ma mai superficiale, e di portare in primo piano storie e protagonisti che spesso non trovano spazio nei media nazionali.

                Il ruolo dei social

                A fare la differenza è anche la strategia social del gruppo: un sistema di canali che non si limita a diffondere le notizie, ma costruisce un dialogo continuo con il pubblico. L’elevato engagement, unito alla capacità di intercettare lettori anche al di fuori dei confini regionali, ha contribuito a rafforzare il brand e ad aumentare la visibilità complessiva.

                Per l’editore Domenico Maduli, questo traguardo è una tappa, non un punto d’arrivo:
                «Essere tra i primi 100 siti di informazione italiani significa che il lavoro quotidiano delle nostre redazioni e il legame con la community sono riconosciuti e premiati. Continueremo a investire in innovazione, professionalità e rapporto con i lettori, per offrire un’informazione sempre più autorevole e vicina alle persone».

                Dal giornalismo di inchiesta alle curiosità di lifestyle, dalle analisi politiche agli approfondimenti economici, passando per i racconti di comunità: il network LaC continua a crescere, portando con sé l’orgoglio delle proprie radici e la voglia di parlare a tutta Italia.

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