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Italia

Il Vaticano inaugura il primo asilo nido per i figli dei dipendenti

L’apertura dell’asilo nido rappresenta un segnale positivo e un primo passo verso un miglioramento delle politiche di welfare all’interno del Vaticano.

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    Dopo anni di richieste da parte dei lavoratori d’Oltretevere, è stato finalmente inaugurato il primo asilo nido del Vaticano, chiamato “San Francesco e Santa Chiara”. Annunciato lo scorso anno, il progetto è un importante passo avanti verso il miglioramento del welfare familiare per i dipendenti della Santa Sede. Operativa dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 18.30, la struttura può ospitare fino a 30 bambini tra i 3 e i 36 mesi. L’asilo è gestito da una società esterna scelta dal Governatorato attraverso una rigorosa selezione.

    Un progetto per le famiglie

    Come spiega l’avvocato Azzurra Lacirignola, referente del Governatorato per l’asilo nido, l’iniziativa nasce dalla volontà del cardinale emerito Vérgez. Oltre che dell’attuale presidente, suor Raffaella Petrini. L’obiettivo è quello di offrire maggiore sostegno alle famiglie dei dipendenti vaticani. L’asilo è stato allestito in una palazzina all’interno delle mura vaticane, con l’obiettivo di creare un luogo sicuro e accogliente per i bambini, aiutando al contempo i genitori nella gestione della vita familiare e lavorativa.

    Criticità ne abbiamo? Sì, 30 posti sono pochi…

    Nonostante l’importanza dell’apertura, l’asilo nido si presenta come una soluzione parziale alle necessità delle famiglie vaticane. Con una disponibilità di soli 30 posti, la struttura risulta insufficiente rispetto alla domanda interna. Ogni anno il Papa battezza numerosi figli di dipendenti del Vaticano, un segnale della necessità di un sistema di welfare più esteso. Inoltre, restano poco chiari alcuni aspetti fondamentali, come i criteri di selezione per le iscrizioni e la distribuzione dei costi tra Governatorato e famiglie.

    Il welfare che nasce da una fitta contrattazione

    La richiesta di un asilo nido aziendale era emersa da tempo, accompagnata da altre rivendicazioni sul fronte del welfare familiare. Nel corso degli ultimi anni, il malcontento tra i circa quattromila dipendenti vaticani è stato evidenziato più volte dal sindacato interno Adlv. Il sindacato ha denunciato la scarsa propensione al dialogo dei vertici d’Oltretevere e la mancanza di un approccio equo verso le necessità delle famiglie. Negli ultimi mesi, l’Adlv ha apprezzato alcune misure introdotte dal Papa, come l’erogazione di 300 euro ai dipendenti del Governatorato con tre o più figli, ma ha sottolineato le disparità tra i diversi enti vaticani. Non tutti i lavoratori della Santa Sede, infatti, hanno accesso agli stessi benefici, e molte famiglie si trovano ancora in difficoltà, soprattutto quelle con figli disabili maggiorenni.

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      Italia

      Saldi estivi al via, ma attenzione alle fregature: ecco come non farsi abbindolare

      Oggi partono ufficialmente i saldi in tutta Italia. Prevista una spesa media di 203 euro a famiglia, ma tra sconti falsi e insidie online, il rischio truffa è sempre dietro l’angolo

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        La stagione degli sconti estivi è cominciata. Da sabato 5 luglio – con l’eccezione della provincia autonoma di Bolzano, che inizierà il 16 – gli italiani si preparano all’assalto delle vetrine. Complice l’afa e l’aria vacanziera, molti approfitteranno delle offerte per togliersi qualche sfizio o rimpolpare il guardaroba. Ma come ogni anno, insieme agli sconti arrivano anche le trappole. Tra prezzi gonfiati, promozioni ingannevoli e raggiri digitali, non mancheranno le brutte sorprese per i meno attenti.

        Secondo i dati dell’ufficio studi di Confcommercio, quest’anno le famiglie italiane spenderanno in media 203 euro per i saldi, con una spesa pro capite di 92 euro. Un tesoretto che potrebbe superare i 3,3 miliardi complessivi. Molti – il 57% – hanno aspettato apposta questo periodo per acquistare prodotti desiderati da tempo. E se i negozi fisici restano il canale privilegiato, il 42% dei consumatori farà almeno un acquisto online.

        È proprio sul web, però, che si annidano le insidie più pericolose. Tra siti finti, venditori poco trasparenti e pubblicità ingannevoli, il rischio di cadere in una truffa è concreto. Per questo il Movimento Difesa del Cittadino invita alla prudenza: controllare la presenza della partita Iva, verificare le informazioni sul prodotto, diffidare di sconti eccessivi. Il diritto di recesso vale 14 giorni, anche in saldo. Ma per farlo valere, serve acquistare da venditori affidabili.

        Anche nei negozi, le regole non cambiano. I commercianti devono sempre indicare il prezzo originale, quello scontato e la percentuale di riduzione. Nessun obbligo d’acquisto, nessuna limitazione sui pagamenti elettronici: il pos è obbligatorio, anche per importi minimi. E chi non lo accetta è passibile di sanzione.

        Tra rincari e stipendi fermi, questi saldi sono per molti l’unica occasione di spesa extra. Ma per risparmiare davvero serve lucidità. Il vero affare non è comprare tanto a poco, ma poco e giusto.

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          Italia

          Caro-spiagge, prezzi ancora su: +2,3% in media e in Versilia tende da 1.500 euro al giorno

          Abbonamenti giornalieri in aumento del 6%, pedalò e idromassaggio più cari, e i lidi vip superano i 1.000 euro al giorno. Intanto parte la caccia agli sconti: ecco le formule per risparmiare

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            Il mare costa sempre di più. Quest’estate i prezzi dei servizi balneari in Italia aumentano ancora: +2,3% in media rispetto al 2024, secondo i dati appena diffusi da Federconsumatori e Fondazione Isscon. A crescere soprattutto il costo dell’abbonamento giornaliero, salito del 6%: passare una giornata sotto l’ombrellone con lettino e sdraio costa ora 35,74 euro, contro i 33,69 dell’anno scorso.

            Anche il noleggio di canoe, sup e pedalò registra rincari (+2%), mentre per coccolarsi con una vasca idromassaggio in spiaggia si arriva a pagare quasi 15 euro (+10%). I lidi più esclusivi raggiungono vette impensabili: in Versilia, al Twiga, la “tenda imperiale” costa 1.500 euro al giorno, anche se può accogliere fino a dieci persone.

            Salgono anche gli abbonamenti mensili, con un aumento medio del 3%: da 750 a 773 euro. Solo le aree per cani fanno eccezione, con un calo del 2% (da 24 a 22,90 euro).

            Sul fronte regionale, è la Sicilia a segnare l’incremento più alto (+6%), seguita da Sardegna (+4%), Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, Basilicata e Liguria (tutte al +3%). Ma è in Toscana che si concentrano i lidi più cari.

            In questo scenario, cresce la richiesta di formule scontate. Molti stabilimenti propongono accessi ridotti per mezza giornata o dopo le 14, con risparmi fino al 50%. In aumento anche i pacchetti all inclusive con spiaggia, pranzo e sport acquatici: costano tra i 35 e i 50 euro, variabili in base al menu e al giorno della settimana.

            Infine, le app. Alcune piattaforme permettono di rivendere a prezzo scontato le ore in spiaggia non utilizzate, favorendo così il riuso e l’ottimizzazione delle risorse. Una piccola rivoluzione digitale per sopravvivere a un’estate che, anche al mare, pesa sempre più sul portafoglio.

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              Italia

              Pedaggi autostradali più cari da agosto: la stangata estiva scatena il caos politico

              Un millesimo di euro al chilometro sembra poca cosa, ma il principio fa infuriare: milioni di italiani si troveranno a pagare di più proprio nel mese delle vacanze. L’emendamento resta, per ora, nero su bianco.

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                Una manciata di centesimi, distribuiti lungo centinaia di chilometri. Ma quanto basta per accendere la miccia. Dal primo agosto 2025, percorrere le autostrade italiane costerà un po’ di più. Lo prevede un emendamento al decreto Infrastrutture, presentato da parlamentari della stessa maggioranza e pensato per garantire nuovi fondi all’Anas. La cifra? Un millesimo di euro al chilometro, per ogni categoria di veicolo.

                Il tempismo che fa discutere

                Non è tanto l’importo a far esplodere la polemica, quanto il momento scelto: proprio ad agosto, nel pieno dell’esodo estivo. La notizia, trapelata il 4 luglio, ha provocato reazioni a catena. Prima fra tutte, quella del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha chiesto il ritiro della misura, pur essendo firmata anche da esponenti della sua Lega. «Non è il momento giusto», ha detto. Ma l’emendamento, intanto, resta.

                Pioggia di critiche dalle opposizioni

                Il Partito Democratico è stato il primo ad alzare la voce. «È una tassa nascosta, un insulto al buonsenso», ha tuonato il senatore Francesco Boccia. Duro anche il Movimento 5 Stelle: «Meloni è come lo sceriffo di Nottingham», accusa Riccardo Ricciardi. E da Europa Verde, Angelo Bonelli si chiede: «È questa la destra sociale che doveva aiutare le famiglie?».

                Le associazioni dei consumatori insorgono

                Per le principali sigle dei consumatori, si tratta di una “stangata estiva”. Il Codacons accusa il governo di trattare gli automobilisti come “bancomat”, mentre Assoutenti denuncia: «Cantieri e disagi continui, e ora vogliono anche più soldi? È una beffa». Secondo i calcoli, i rincari porteranno nelle casse pubbliche circa 90 milioni di euro l’anno.

                E ora che succede?

                Il governo si trova davanti a un bivio. Ritirare l’emendamento, ammettere l’errore e placare le proteste. Oppure difenderlo, rischiando di pagare un prezzo politico. Salvini ha preso le distanze, ma senza modifiche formali il rincaro scatterà comunque. E mentre le polemiche infuriano, gli italiani si preparano a un agosto ancora più salato. Anche al casello.

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