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Italia

Salò chiude con Mussolini: revocata la cittadinanza onoraria, solo una ventina di nostalgici a protestare

Dopo anni di polemiche e rinvii, Salò ha ufficialmente revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. La decisione arriva nell’ottantesimo anniversario della Liberazione e chiude un capitolo ancora ingombrante per la città. Una ventina di nostalgici ha protestato all’esterno del Comune, mentre in aula il voto ha sancito la fine di un’anomalia storica.

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    Il Duce non è più cittadino onorario di Salò. Un atto solo simbolico, forse, ma carico di significato in una città che per troppi anni ha convissuto con il fardello della sua storia. Il Consiglio comunale ha votato ieri sera la revoca della cittadinanza concessa a Benito Mussolini nel 1924, esattamente un secolo fa.

    Una decisione che arriva in un anno particolarmente denso di ricorrenze: l’ottantesimo anniversario della Liberazione e la fine del secondo conflitto mondiale. Un passaggio che il sindaco Francesco Cagnini ha definito necessario per “rafforzare i principi costituzionali”, citando il presidente Sergio Mattarella, che nel discorso di fine anno aveva ricordato come la Liberazione sia il presupposto della Costituzione italiana.

    Una ventina di nostalgici a protestare, ma la città va avanti

    Fuori dal Municipio, una ventina di camerati ha cercato di inscenare una protesta, ma la realtà è che la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini non ha generato grandi tensioni. Il prefetto di Brescia aveva predisposto un servizio d’ordine imponente per evitare qualsiasi rischio di disordini: ingressi contingentati, accesso in aula riservato a 47 cittadini, tutti identificati, lungolago Zanardelli transennato, consiglieri comunali scortati dalla polizia municipale.

    Risultato? Pochi contestatori, qualche fischio, qualche “basta!” urlato al vento e nient’altro. La misura ha evidentemente scoraggiato i più esagitati, riducendo la protesta a una sceneggiata per nostalgici fuori tempo massimo.

    All’interno dell’aula, invece, il clima è stato quello delle grandi occasioni. Un breve applauso ha salutato l’approvazione della mozione presentata dal capogruppo di maggioranza Evoli, che ha spiegato il senso della decisione con parole chiare: “Nell’anno che celebra l’ottantesimo anniversario della fine del secondo conflitto mondiale, la Liberazione e una nuova stagione della vita del nostro Paese, e alla luce dei valori costituzionali che come amministratori siamo chiamati a rappresentare, questo atto era doveroso”.

    L’opposizione minimizza: “Tema anacronistico”

    Non sono mancati i tentativi di sminuire la portata della decisione. I cinque consiglieri di minoranza hanno tentato di opporsi con le solite argomentazioni: “Un tema anacronistico”, “una manifestazione folcloristica di estrema sinistra”, “potrebbe essere impugnata al Tar della Lombardia”.

    Argomentazioni che fanno acqua da tutte le parti, considerando che si tratta semplicemente della revoca di un’onorificenza concessa un secolo fa a un dittatore responsabile di leggi razziali, persecuzioni politiche e una guerra disastrosa. Nessuno ha mai proposto di riscrivere i libri di storia o di negare il passato, ma solo di sanare un’anomalia.

    Il voto, comunque, ha parlato chiaro: 12 favorevoli, 3 contrari, 1 astenuto. Mussolini non è più cittadino onorario di Salò.

    Salò e la memoria ingombrante della RSI

    Il peso della storia qui è sempre stato più forte che altrove. Dal 1943 al 1945, quando il governo della neonata Repubblica Sociale Italiana si trasferì sulle sponde del lago di Garda, Salò e i comuni limitrofi diventarono la capitale del fascismo morente. Una città ostaggio dei tedeschi e dei repubblichini, mentre il resto del Paese combatteva per la sua libertà.

    Lo ricorda bene Silvia Dell’Erba, ex consigliera comunale e tra le prime, nel 2019, a proporre la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini: “È importante perché i cittadini di Salò hanno subito il fascismo, dall’ottobre del 1943 alla Liberazione del ‘45. Noi non cancelliamo la storia, per nulla. Anzi, vogliamo farla conoscere agli studenti, ai cittadini, ai turisti”.

    Un punto su cui ha insistito anche il sindaco Cagnini: “Non vogliamo cancellare nulla, ma quell’atto andava rimosso. La storia non si dimentica, si studia e si capisce. E concedere la cittadinanza onoraria a Mussolini nel 2024 non aveva più alcun senso”.

    La decisione di Salò potrebbe aprire la strada ad altre revoche. Anche a Brescia, infatti, è stata presentata una mozione simile dal consigliere del Partito Democratico Curcio, che potrebbe arrivare presto in discussione.

    Nel frattempo, Mussolini perde un altro pezzetto di quel culto posticcio che i nostalgici si ostinano a difendere. Non cambierà la storia, ma è un segnale chiaro: Salò non vuole più essere identificata con il fantasma della RSI. E a quanto pare, a parte una ventina di reduci in camicia nera, non sembra mancare a nessuno.

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      Italia

      Bollette elettriche: ecco gli sportelli che ti fanno risparmiare

      Bollette, al via gli sportelli per lo sconto sulla luce (da 113 euro all’anno): ecco dove sono.

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        Risparmiare sulla bolletta della luce è possibile per 11,5 milioni di italiani, grazie a un servizio di consulenza gratuita che aiuta i cittadini vulnerabili a passare al Servizio a Tutele Graduali (STG), con uno sconto da almeno 113 euro all’anno. L’iniziativa, promossa dal deputato leghista Alberto Gusmeroli, permette agli utenti over 75, disabili, persone in difficoltà economica, chi utilizza apparecchi medicali e chi risiede in isole minori, di lasciare il mercato libero o il regime di maggior tutela per accedere all’STG. Tuttavia, il cambio può essere richiesto solo online ed è disponibile fino al 30 giugno 2025.

        Sportello di consulenza: ecco i documenti necessari

        Per facilitare il passaggio al STG, Gusmeroli, sindaco di Arona (Novara), ha aperto uno sportello dedicato per assistere i cittadini nella compilazione della richiesta. Il servizio, finanziato con fondi del PNRR, è attivo tre giorni alla settimana: martedì: 9:00 – 13:00 / mercoledì: 14:00 – 18:00 / venerdì: 8:30 – 11:30. Per effettuare il cambio di fornitore, è necessario portare: il documento d’identità, l’ultima bolletta elettrica, l’indirizzo email e numero di telefono, e l’IBAN (se si desidera la domiciliazione bancaria).

        Bollette elettriche: è ora di cambiare

        L’iniziativa, nata ad Arona, si sta espandendo velocemente anche in altri territori. Alcuni comuni del Piemonte, come Oleggio, Dormelletto, Pisano, Oleggio Castello e Macugnaga, hanno già attivato lo sportello. Prossimamente, apriranno punti di consulenza anche nel Cuneese, nel Torinese e in Toscana. Al di fuori del Piemonte, infatti, il servizio è già operativo a Massa in Toscana, città di Andrea Barabotti, co-firmatario dell’emendamento. Grazie a questa rete di assistenza, i cittadini vulnerabili potranno accedere più facilmente agli sconti previsti dal Servizio a Tutele Graduali, riducendo così le spese energetiche annuali. Una opportunità per migliorare l’accessibilità alle agevolazioni e semplificare il processo di cambio fornitore.

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          Italia

          Il Conclave senza milanesi: una rottura storica per la Chiesa Ambrosiana

          La diocesi più grande d’Europa esclusa dall’elezione del nuovo Papa. Escluse anche Berlino, Parigi, Lisbona, Vienna e Bruxelles.

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          Il Conclave senza milanesi: una rottura storica per la Chiesa Ambrosiana

            Per la prima volta dal 1878, il Conclave che eleggerà il nuovo Papa, e inizierà il prossimo 7 maggio nella Cappella Sistina, non avrà alcun cardinale milanese tra gli elettori. Un evento che segna una rottura storica per la diocesi più grande d’Europa, con i suoi 5 milioni di battezzati. Milano, da sempre protagonista nelle vicende della Chiesa, si ritrova ora senza rappresentanza diretta in un momento cruciale per il futuro del cattolicesimo. Tra le diocesi escluse Milano non è sola. Infatti a non essere rappresentata al prossimo Conclave ci sono anche Berlino, Parigi, Lisbona, Vienna e Bruxelles. Tutte diocesi con una lunga tradizione e un peso storico importante che non avranno cardinali elettori del prossimo Papa.

            La Chiesa più inclusiva voluta da Papa Francesco

            Secondo gli esperti, questa scelta non è casuale, ma il frutto della visione di Papa Francesco, che ha voluto una Chiesa più inclusiva, dando maggior spazio a realtà meno centrali nel mondo cattolico. Monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura della Curia di Milano, spiega che Bergoglio ha costruito un collegio cardinalizio diverso, selezionando personalità da aree meno tradizionali, con forti differenze culturali. “Ha invitato i cardinali a conoscere la Chiesa a partire dalle diversità”, dice Bressan. Se in passato il cattolicesimo era dominato dalle diocesi storiche europee, ora Francesco ha ribaltato gli equilibri, dando più peso alle Chiese periferiche.

            Milano restata ai margini? No, è presente nei dicasteri vaticani

            Nonostante l’assenza nel Conclave, Milano resta centrale nel Vaticano. Nel corso del suo pontificato Papa Francesco ha più volte dimostrato affetto per la Chiesa ambrosiana, accogliendo classi di preti e diaconi milanesi a Casa Santa Marta. Inoltre ha nominato numerosi vescovi ambrosiani per altre diocesi o ruoli chiave nei dicasteri vaticani. Don Enrico Castagna, rettore del Seminario arcivescovile di Venegono, conferma: “Non è un’esclusione, il ruolo di Milano non si definisce solo nel Conclave”. Quindi, più che una perdita di influenza, si tratta di una redistribuzione del potere nella Chiesa.

            Le preoccupazioni dei fedeli laici

            Se i sacerdoti sembrano accettare il cambiamento, tra i fedeli laici milanesi si percepisce una certa inquietudine. Marco Garzonio, ex presidente della Fondazione Ambrosianeum, teme che Milano possa perdere spazio nella Chiesa universale. “Spero che i valori dell’ambrosianità, dall’accoglienza all’integrazione, trovino comunque voce nel Conclave”, afferma. Anche Giovanni Colombo, ex responsabile dei Giovani dell’Azione Cattolica, non si rassegna: “Guardo il Duomo e mi ripeto: non è possibile che nessun ambrosiano entri in Conclave”. Questa assenza di Milano, Berlino, Parigi e Vienna dal Conclave segna comunque una trasformazione profonda nella struttura del cattolicesimo globale.

            La Chiesa di oggi, meno eurocentrica, guarda ai territori emergenti, creando nuovi equilibri. Milano, con la sua millenaria tradizione, potrebbe ritrovarsi a ridefinire il proprio ruolo in un contesto ecclesiale sempre più internazionale e decentralizzato. Ma una cosa è certa: l’ambrosianità e la sua eredità continueranno a influenzare la Chiesa, anche senza cardinali nel Conclave. Il tempo dirà se questa nuova direzione sarà un successo o una perdita per la cattolicità europea.

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              Italia

              AS Roma: sexgate all’amatriciana, Trigoria a luci rosse

              Un video rubato, una fuga all’estero e una doppia esclusione: il sexgate di Trigoria si chiude senza colpevoli. Ecco tutti i dettagli sulla vicenda che ha scosso l’ambiente giallorosso, ora archiviata senza conseguenze disciplinari.

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                A Trigoria, quartier generale dell’AS Roma, è esploso un vero scandalo: un video a contenuto hot, girato nel corso di una relazione privata tra due dipendenti del club, è finito nelle mani sbagliate. A sottrarlo sarebbe stato un giovane calciatore della Primavera, allora minorenne, che con la scusa di una telefonata avrebbe trafugato il filmato dal cellulare della donna. La sua diffusione incontrollata tra i membri dello staff e i compagni di squadra ha scatenato un terremoto interno.

                La fuga all’estero del responsabile e l’indagine senza esito

                Secondo quanto certificato nella risposta ufficiale del ministro dello Sport Andrea Abodi, l’autore della sottrazione sarebbe un ex tesserato straniero, ormai rientrato nel suo Paese d’origine. Nonostante i ripetuti tentativi della procura federale di convocarlo per un interrogatorio, il calciatore non si è mai presentato, rendendo impossibile qualsiasi azione disciplinare. La giustizia sportiva, non avendo accesso ai dispositivi personali dei tesserati, si è trovata costretta a chiudere l’indagine.

                Archiviazione e accordo economico

                Il sexgate di Trigoria si è quindi concluso senza sanzioni formali. La dipendente coinvolta, in seguito a un accordo di riservatezza e a un compenso superiore ai 300mila euro, ha scelto di non sporgere querela. Questo ha impedito ogni ulteriore indagine penale. Anche la procura generale dello sport ha accolto la richiesta di archiviazione, confermando l’impossibilità di procedere.

                La squadra allontana entrambi i dipendenti

                La società giallorossa ha deciso di licenziare entrambi i dipendenti apparsi nel video, pur non subendo alcuna accusa di discriminazione di genere. La dipendente, in servizio da oltre dieci anni, è stata allontanata insieme al suo compagno, in un atto definito come “scelta interna nell’ambito dei rapporti di lavoro privati”. Il governo ha chiarito che non vi è stata alcuna ingerenza istituzionale nella decisione.

                Silenzi, responsabilità e l’amaro epilogo

                Nessuna parola è stata spesa in difesa della vittima, nessuna sanzione è stata comminata ai responsabili della diffusione del video. Una vicenda che lascia l’amaro in bocca, tra responsabilità mancate e un sistema sportivo che, ancora una volta, sembra incapace di proteggere chi subisce.

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