Gossip
Edoardo Costa riappare in versione vip al Global Film Fest di Ischia: sorrisi, mare e… amnesia giudiziaria
Sparito dai set ma non dai red carpet: Edoardo Costa Cicorini è tornato a farsi vedere tra gli ospiti del Global Film Fest. E mentre lui ostenta serenità e dice a tutti di essere stato assolto, la sentenza definitiva racconta un’altra storia

Chi si domandava che fine avesse fatto Edoardo Costa, oggi ha finalmente una risposta: è vivo, abbronzato e felicemente immerso nel jet set estivo. L’ex modello e attore, ormai lontano dai riflettori del cinema, è ricomparso a Ischia in occasione del Global Film Fest, tra cocktail, tappeti rossi e passeggiate mano nella mano con una bionda amica che non ha lasciato indifferenti i curiosi. I paparazzi non se lo sono lasciato sfuggire: occhiali da sole, camicia aperta sul petto e sorriso smagliante. Come se nulla fosse.
E infatti, per molti versi, è proprio così. Perché mentre il mondo dello spettacolo l’aveva messo in stand-by dopo le ben note vicende giudiziarie legate alla sua onlus C.I.A.K., Costa oggi si mostra sereno e, secondo indiscrezioni, assicura a chiunque lo ascolti di essere stato “completamente assolto”. Una versione che cozza però con gli atti ufficiali: la Corte di Cassazione, con sentenza definitiva, ha infatti confermato la sua condanna per truffa e appropriazione indebita.
Ma a Ischia si respira aria d’estate, e si sa, il sole tende a cancellare molte ombre. Così Costa sorride, partecipa a eventi, si fa fotografare e sembra ben integrato nella macchina dei festival cinematografici, da Capri a Sorrento, dove è diventato un habitué. Non più come attore protagonista – il suo nome da tempo non figura in locandine o copioni – ma come ospite “noto” e volenteroso frequentatore di salotti mondani.
Certo, un tempo faceva battere i cuori delle fan con spot e fiction, oggi invece fa discutere per quel passato che continua a seguirlo come un’ombra. Ma mentre le sentenze parlano chiaro, lui preferisce parlare d’altro. Magari di cinema. O di mare. O degli ultimi occhiali da sole griffati. Perché, in fondo, l’estate è il momento perfetto per cambiare narrazione. Anche se la verità resta lì, nera su bianco.
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Gossip
Elisabetta Canalis risponde al gossip: “Con Alvise Rigo? Lasciatemi vivere. Ho imparato a non dare peso alla spazzatura”
Dopo settimane di indiscrezioni, la Canalis rompe il silenzio sulle pagine di Chi: “C’è chi si inventa notizie solo per fare rumore. Oggi la spazzatura è ovunque, ma non voglio vivere nella paura. I miei figli devono conoscere il mondo, anche quello brutto”.

Elisabetta Canalis torna a parlare, ma non per confermare o smentire il presunto flirt con Alvise Rigo. Stavolta sceglie di rispondere con eleganza e fermezza, scrivendo una lettera aperta a Chi in cui riflette sul rapporto, spesso tossico, tra gossip e vita privata.
«Nei primi anni ho avuto un rapporto conflittuale con il gossip – ammette la showgirl – fino a che ho deciso di non prendermela e di non dargli troppo peso. La spazzatura è ovunque, c’è sempre stato chi si inventava le notizie. Oggi lo fa sui social, dove l’odio è diventato un passatempo».
Da settimane il suo nome viene accostato a quello dell’ex rugbista e modello veneto, ma Elisabetta non sembra interessata a rincorrere smentite o titoli: «Non posso impedire alla gente di parlare o di scrivere. Ma posso scegliere di non lasciarmi ferire. Oggi so che la serenità è più importante della curiosità degli altri».
Nel messaggio, la Canalis — che da tempo vive tra Milano e Los Angeles con la figlia Skyler Eva — mostra un tono maturo, disincantato ma non rassegnato. «Ci sono persone e siti che spargono odio – scrive – ma è inutile chiudere i figli in una bolla. Devono conoscere il mondo, anche nelle sue brutture, perché solo così possono imparare a difendersi».
Un modo per dire basta senza urlare, ma con la consapevolezza di chi, dopo anni di copertine e flash, ha imparato a convivere con la curiosità morbosa del pubblico.
«Le notizie passano, la vita resta. E io voglio viverla bene», conclude Elisabetta.
Un messaggio chiaro, che sa di rivincita. Perché, anche se il gossip non dorme mai, la Canalis ha scelto di non esserne più prigioniera.
Personaggi
Raz Degan, digiuni e reset dell’anima: «Dopo dieci giorni senza cibo ho capito che persino una mela può cambiare la vita»
Dopo i digiuni da record, Degan organizza maratone collettive online seguite da migliaia di persone. Vita barefoot in Valle d’Itria, niente tv, l’amore con Cindy Stuart e i ricordi di set con Hopkins, Lange, Stone e Olmi.

«Questa sera io non ho fame». Sono passati quasi trent’anni da quello spot che lo rese un volto familiare. Raz Degan, oggi 55enne, continua a non avere fame, ma stavolta per scelta. Intervistato da Elvira Serra per il Corriere della Sera, l’ex modello e attore racconta la sua vita da “santone rock”, divisa tra digiuni estremi, meditazione e la quiete di un trullo pugliese.
La sua esperienza più radicale risale al 2016, al termine delle riprese di The Last Shaman, documentario prodotto da Leonardo DiCaprio: diciotto giorni di digiuno totale. «Era il mio modo per purificarmi dopo cinque anni di lavoro totalizzante» spiega. Da allora Degan ha trasformato la pratica personale in un esperimento collettivo. Lo scorso agosto ha lanciato su Instagram “48 ore di digiuno con Raz”: si sono iscritti in tremila, oltre duecento hanno partecipato agli incontri live quotidiani.




C’era chi temeva sbandamenti o rischi, ma Degan precisa che non era un’avventura improvvisata: «Avevamo un team di specialisti – medici, psicologi, cardiologi – pronti a seguire tutti i partecipanti. Le 48 ore erano precedute da un giorno di preparazione e seguite dal rientro consapevole. Non era una gara di resistenza, ma un’esperienza di crescita».
Lui, che da fuori potrebbe sembrare un invasato, rivendica la filosofia che lo ispira: «Il digiuno consapevole è come riavviare il sistema operativo. In un mondo bombardato da immagini e distrazioni, togliere il superfluo permette di ritrovare respiro e lucidità. Così persino una mela, mangiata senza distrazioni, diventa un’esperienza di presenza e libertà».
Dietro la seriosità, c’è anche l’ironia. Dopo un digiuno di dieci giorni aveva postato un video parlando con la voce di Dan Peterson. Il giorno dopo lo hanno invitato in tv per confrontarsi con quattro medici scettici. «All’estero il digiuno è sempre più sostenuto e ci sono studi che ne dimostrano i benefici» ribatte.
Non solo astinenze. Degan rivendica la sua scelta di vivere da antidivo. Dal 2001 ha un trullo in Valle d’Itria: «Qui mi sento libero, cammino scalzo, non ho nemmeno la tv. È il mio modo per restare con i piedi per terra». Accanto a lui la compagna Cindy Stuart, con cui condivide viaggi e passioni: sul matrimonio taglia corto, «sono solo fatti nostri».
E c’è la carriera da attore, con ricordi che ancora lo emozionano: «Anthony Hopkins e Jessica Lange in Titus erano straordinari. Lui scherzava fino a un attimo prima, poi si trasformava. Lei, tutta Metodo Stanislavskij, viveva davvero il dolore della scena. Due opposti, ma entrambi giganteschi». Anche tra i registi cita gli estremi: «Oliver Stone, un generale che costruiva le scene con disciplina militare. Ermanno Olmi, invece, rubava immagini creando magia».
La vita di oggi, fatta di silenzi, digiuni e natura, sembra distante anni luce dai riflettori che lo hanno reso un sex symbol. Eppure Degan resta fedele a sé stesso: un uomo che, tra spiritualità e provocazione, trasforma persino il gesto più semplice – addentare una mela – in un manifesto di libertà.
Gossip
Diletta Leotta: “Quando rubarono le mie foto intime mi sono sentita paralizzata. La colpa non è mai della vittima, ma di chi viola la sua privacy”
“Oggi sono Ambassador di Meta per la sicurezza online, ma allora non esistevano parole come revenge porn. Mi hanno colpita due volte: con l’hack e con il giudizio. È tempo di smettere di proteggere i carnefici.”

“È cominciato tutto con un messaggio da un’amica: ‘Hai visto le foto che stanno girando in rete?’”. Così Diletta Leotta, oggi 34 anni, ricorda il giorno in cui la sua vita cambiò. Era il 2016, aveva 26 anni e una carriera televisiva in ascesa quando alcune immagini private, salvate nel suo archivio Cloud, furono rubate e diffuse online insieme al suo numero di telefono.
“Ho cercato su Google, e intanto il mio cellulare ha iniziato a impazzire. Chiamate, messaggi, insulti. Mi sono sentita paralizzata, violata nella mia libertà.” Un trauma vissuto in solitudine, aggravato da una reazione pubblica feroce. “C’era persino un programma che insinuava che fosse colpa mia. Ma non era così. La colpa non è mai della vittima.”
Leotta, che oggi è Ambassador di Meta per la sicurezza digitale, ricorda il percorso difficile che l’ha portata dalla vergogna alla denuncia: “All’inizio ho provato sconforto e paura, poi ho trovato il coraggio di rivolgermi alla polizia postale. All’epoca non si parlava ancora di revenge porn. Non avevo strumenti né leggi che mi tutelassero. Mi sono ritrovata a combattere contro un gigante invisibile.”
Da allora la conduttrice di Dazn ha trasformato quella ferita in una battaglia civile. “Bisogna smettere di colpevolizzare chi subisce e cominciare a punire davvero chi viola la privacy. Finché non si farà chiarezza su questo, continueremo a proteggere i carnefici.”
Oggi, a distanza di quasi dieci anni, Leotta guarda avanti ma non dimentica. “Rispetto al 2016 molto è cambiato. Almeno ora queste violenze hanno un nome, e le persone sanno di non essere sole. Ma c’è ancora tanto da fare: le ragazze e i ragazzi devono capire che non devono vergognarsi, ma denunciare.”
Una ferita che l’ha resa più forte, una storia che oggi racconta per dare forza a chi ha paura di parlare.
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