Reali
Harry non si ferma: un secondo libro svelerà altri segreti dei Windsor?
Con la ripubblicazione in edizione economica del suo memoir “Spare”, Harry rinuncia a ulteriori rivelazioni sulla royal family. Ma secondo alcune voci, il principe potrebbe riservare nuovi dettagli per un secondo volume, pronto a sconvolgere ancora una volta l’opinione pubblica

Il principe Harry si prepara a tornare in libreria con la nuova edizione economica del suo bestseller mondiale, “Spare”. Contrariamente alle aspettative, questa edizione non includerà aggiornamenti sulla malattia di Carlo III o altre rivelazioni sulla famiglia reale. Una scelta che potrebbe sembrare un gesto di riconciliazione con i Windsor, ma che alimenta le speculazioni su un secondo libro in cantiere, pronto a rivelare i retroscena più segreti della vita di corte.
Pubblicato nel gennaio 2023, “Spare” ha venduto sei milioni di copie in tutto il mondo e ha raggiunto il record di saggistica più venduta di tutti i tempi. L’edizione economica, uscita lo scorso 22 ottobre ha immediatamente polverizzato la prima tiratura.
Intanto, esperti e osservatori si interrogano sul futuro editoriale di Harry. L’analista Kinsey Schofield ha suggerito che il duca potrebbe essere pronto a pubblicare un secondo volume, questa volta concentrandosi su dettagli finora omessi, magari dopo la scomparsa del padre Carlo III o nel momento in cui William salirà al trono. Il principe stesso aveva dichiarato che la prima bozza di “Spare” era composta da 800 pagine, ridotte poi a 400, lasciando fuori numerosi episodi ancora sconosciuti al pubblico.
Se Harry decidesse di scrivere un nuovo libro, potrebbe nuovamente scatenare il dibattito internazionale sui rapporti interni alla famiglia reale e sul futuro della monarchia britannica, creando un’ulteriore onda d’urto mediatica.
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Reali
Principe Harry, 41 anni tra missione in Ucraina e riflessioni personali: “Sono felice della mia vita”
Il duca di Sussex ha trascorso il compleanno a Kiev durante una visita segreta legata agli Invictus Games. Tra l’incontro con i veterani, la memoria di Lady Diana e un possibile colloquio con Zelensky, Harry parla anche del suo rapporto con il Regno Unito e con la famiglia reale.

Il principe ha infatti scelto di trascorrere questa ricorrenza in Ucraina, dove è arrivato venerdì scorso con una missione riservata. Subito dopo aver passato quattro giorni a Londra con re Carlo. A Kiev, accompagnato dal team della Fondazione Invictus, ha incontrato veterani e visitato luoghi simbolici del conflitto, trattenendo a fatica le lacrime davanti al memoriale delle vittime.
In un colloquio con The Guardian, Harry ha spiegato di sentirsi sereno con se stesso. «Ho la coscienza pulita e sono felice della vita che conduco. Quest’anno tornerò più spesso a casa, perché ho sempre amato il Regno Unito e lo amerò sempre». Parole che lasciano intravedere un clima di riavvicinamento alla famiglia reale dopo l’incontro privato di 54 minuti avuto con il padre a Londra.
La missione segreta a Kiev
La visita in Ucraina è rimasta sotto stretta riservatezza fino all’arrivo del principe. Immortalato dalle immagini diffuse dalle ferrovie ucraine mentre indossava la divisa degli Invictus Games. Il suo itinerario ha incluso il Museo di Storia nazionale, un incontro con circa 200 veterani e un colloquio con la premier Yulia Svyrydenko. Non è stata confermata né smentita invece un’eventuale stretta di mano con il presidente Volodymyr Zelensky. Grande sostenitore degli Invictus, ma fonti locali hanno lasciato intendere che un incontro possa essere avvenuto lontano dai riflettori.
Harry ha ribadito l’impegno della sua fondazione nel creare progetti di riabilitazione anche in Ucraina: «Non possiamo fermare la guerra, ma possiamo impedire che le persone diventino insensibili ai suoi effetti».
Il legame con Lady Diana e l’impegno umanitario
Il duca di Sussex ha rinnovato anche il legame con Halo Trust, la ong che si occupa di sminamento e che fu sostenuta dalla principessa Diana nel 1997 durante la storica visita in Angola. «All’inizio del conflitto Harry ha incontrato i nostri colleghi ucraini e ci ha dato un grande sostegno», ha ricordato il generale James Cowan, direttore dell’organizzazione. L’associazione ha disinnescato oltre 100mila mine dal 1994 e resta un simbolo della continuità tra l’impegno di Diana e quello del figlio.
Nei giorni precedenti alla trasferta ucraina, Harry aveva visitato a Londra l’Imperial College, dove vengono curati bambini feriti nei conflitti di Gaza e Ucraina, devolvendo una donazione di 500mila dollari.
Vita privata e sport come sfogo
Lontano dal solo ruolo istituzionale, Harry ha anche condiviso aspetti più personali. Ha raccontato di sfogarsi con la boxe, di non amare la bicicletta e di sentirsi appagato dalla vita accanto a Meghan Markle, smentendo così le voci di crisi. «Sono felice con me stesso, e questo per me è ciò che conta di più», ha sottolineato.
La missione a Kiev è nata anche da un incontro casuale a New York con Olga Rudnieva, direttrice del Superhumans Trauma Centre di Leopoli, che cura soldati amputati. «Mi ha detto che il gesto più utile sarebbe stato venire di persona. Ho parlato con Meghan e con il governo britannico, poi è arrivato l’invito ufficiale dell’Ucraina», ha spiegato.
Un compleanno dal significato simbolico
Il compleanno in terra di guerra conferma l’immagine di Harry come membro dei Windsor più legato all’azione sul campo, forte anche delle due missioni militari svolte in Afghanistan. Con il sostegno al popolo ucraino, il principe intende dare continuità alla memoria di sua madre e, al tempo stesso, mostrare un volto della monarchia che guarda all’impegno umanitario e alla solidarietà internazionale.
Reali
Harry e re Carlo si rivedono dopo un anno e mezzo: primo passo verso la riconciliazione
Il Duca di Sussex ha incontrato il padre a Clarence House, a Londra, dopo mesi di silenzi e rapporti difficili.

Il principe Harry e re Carlo III si sono ritrovati faccia a faccia dopo 18 mesi. Il Duca di Sussex, 40 anni, è stato visto arrivare nel pomeriggio del 10 settembre a Clarence House, la residenza londinese del sovrano. Si tratta del primo incontro tra padre e figlio dal febbraio 2024, pochi giorni dopo l’annuncio della malattia di Carlo, che aveva reso noto di essere in cura per un tumore di cui non sono mai stati diffusi i dettagli.
Il ritorno di Harry in patria era previsto già da tempo: l’8 settembre aveva preso parte ai WellChild Awards, storica iniziativa di beneficenza che sostiene bambini e ragazzi gravemente malati, e nello stesso giorno aveva reso omaggio alla regina Elisabetta nel terzo anniversario della sua scomparsa. Il giorno seguente ha visitato Nottingham per incontrare associazioni impegnate con i giovani, a oltre 200 chilometri dalla capitale. Mercoledì, invece, è stato ospite del Centre for Blast Injury Studies dell’Imperial College di Londra, mentre Carlo rientrava da Balmoral, in Scozia, dove aveva trascorso alcune settimane di riposo.
Un momento simbolico
Il faccia a faccia tra i due ha un valore che va oltre la semplice cronaca. Fonti vicine al principe Harry avevano raccontato che da tempo il re non rispondeva alle sue chiamate né ai messaggi. Nonostante ciò, lo stesso Duca aveva manifestato pubblicamente la volontà di un riavvicinamento, ammettendo anche le difficoltà create dalla pubblicazione della sua autobiografia Spare, che aveva riacceso tensioni con la famiglia reale.
A luglio, un primo segnale di distensione era arrivato da un incontro tra alcuni collaboratori di Harry e membri dello staff di Carlo. Allora un insider lo aveva definito “un buon primo passo”, interpretandolo come un’apertura verso futuri rapporti meno conflittuali.
Viaggi senza incontri
Nonostante le numerose trasferte in patria, fino a oggi Harry non era riuscito a rivedere i familiari più stretti. Nell’agosto 2024 aveva partecipato al funerale dello zio Lord Robert Fellowes, senza però incrociare il fratello William. A maggio dello stesso anno era tornato a Londra per il decennale degli Invictus Games, mentre re Carlo presenziava a un evento a pochi chilometri di distanza. Ad aprile, invece, era stato protagonista di una lunga battaglia legale contro la revoca della sua scorta finanziata con fondi pubblici: un tema delicato, che rendeva complesso ogni contatto diretto col padre, in quanto capo dello Stato e figura istituzionale.
Prospettive future
Gli storici della monarchia britannica ritengono che l’incontro del 10 settembre possa rappresentare una svolta. “Vorrei pensare che il re, prima o poi, compirà un passo decisivo verso la riconciliazione”, ha dichiarato lo storico Ed Owens, autore del saggio After Elizabeth: Can the Monarchy Save Itself?.
Resta però irrisolta la frattura con il principe William. I due fratelli, pur trovandosi lo stesso giorno a pochi chilometri di distanza, non hanno avuto alcun contatto. “La spaccatura è profonda e durerà a lungo – ha spiegato lo storico Robert Lacey –. Non cambierà fino a quando Harry non farà un passo avanti e non offrirà delle scuse”.
Un pensiero condiviso anche dalla storica Amanda Foreman, che ha sottolineato: “Ognuno vuole che la riconciliazione avvenga alle proprie condizioni. Ed è proprio questo che la rende così difficile”.
L’abbraccio tra Harry e re Carlo segna comunque un momento cruciale: un segnale che, nonostante i conflitti, il dialogo non è ancora definitivamente interrotto.
Reali
Fuga tra le aiuole di re Carlo: undici giardinieri su dodici si sono licenziati
Dimenticate l’immagine bucolica del re ambientalista: secondo il “Sunday Times”, a Highgrove i giardinieri fuggono a gambe levate. Lavoravano nove ore al giorno per 96 sterline, spesso anche nei weekend. Ambiente tossico, sottorganico e un sovrano che urlava: “Non fatemi più vedere quell’uomo”. Il tutto per un fiore sbagliato.

Altro che sovrano illuminato, ambientalista e saggio custode della natura. A giudicare da quanto riportato dal Sunday Times, Re Carlo ama le piante più degli esseri umani. E non lo dice qualche tabloid scandalistico, ma una lunga inchiesta del prestigioso settimanale inglese, che ha acceso i riflettori sul clima all’interno della sua tenuta privata di Highgrove.
Secondo quanto ricostruito, undici dei dodici giardinieri impiegati nella proprietà si sono licenziati negli ultimi tre anni. La metà di loro guadagnava il salario minimo del Regno Unito: appena 96 sterline al giorno per 9 ore di lavoro, weekend inclusi. Ma il problema non erano solo i soldi.
A quanto pare, i lavoratori parlano di un ambiente definito “tossico”, con continue pressioni e carenze di personale. E il re? Altro che compost e armonia: avrebbe lasciato bigliettini ovunque, con indicazioni su fiori da spostare, siepi da accorciare e vialetti da spazzare. Appunti che, più che suggerimenti, sembravano comandi rigidi, talvolta sgarbati.
Uno degli episodi più rivelatori? Carlo avrebbe sbottato contro un giardiniere solo perché non aveva risposto correttamente a una domanda su un fiore, ordinando seccamente: “Non fatemi più vedere quell’uomo”.
Dal 2021, la gestione dei giardini è stata affidata alla King’s Foundation, che ne ha aperto l’accesso al pubblico da aprile a ottobre, attirando ogni anno 40.000 visitatori. Tra aiuole e cespugli, si spera anche in un saluto del sovrano o una foto davanti alla casetta sull’albero che fu di William e Harry.
Ma dietro il prato all’inglese e le siepi scolpite, le voci dei lavoratori raccontano un’altra realtà. La fondazione nega tutto e assicura di aver aumentato gli stipendi del 15-19%. Peccato che nel frattempo i giardinieri siano spariti uno dopo l’altro, come fiori potati troppo in fretta.
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