Animali
Sorridi al gatto con un lento battito di ciglia!
Nuovi studi hanno rivelato un modo per instaurare un legame positivo con i propri gatti: il “battito di ciglia lento”. Questa pratica, simile al sorriso umano, coinvolge il chiudere parzialmente gli occhi per poi farlo completamente per alcuni secondi.

Le ricerche partono in UK
Secondo la professoressa Karen McComb dell’Università del Sussex, il lento battito di ciglia dedicato al nostro Micio, è un modo efficace per rafforzare il legame con i felini, sia quelli domestici sia quelli incontrati per strada.
Come si fa
Nel corso della ricerca, condotta nel Regno Unito su un gruppo di 21 gatti provenienti da 14 famiglie, i proprietari hanno partecipato attivamente. Si sono seduti a circa un metro di distanza dai loro amici felini e hanno praticato il lento ammiccamento, un gesto che imita il sorriso umano. I risultati hanno rivelato che i gatti erano significativamente più propensi a rispondere positivamente al battito di ciglia lento quando veniva eseguito dai loro proprietari, piuttosto che in altre circostanze.
Queste scoperte potrebbero avere implicazioni significative nel valutare il benessere dei gatti in diversi contesti, inclusi gli ambienti domestici, gli ambulatori veterinari e i rifugi. Comprendere la reazione dei gatti al lento ammiccamento potrebbe fornire agli operatori di tali ambienti uno strumento utile per valutare il livello di comfort e fiducia dei felini nei loro confronti. Questo potrebbe contribuire a migliorare le pratiche di gestione e cura dei gatti, garantendo loro un ambiente più confortevole e favorevole al loro benessere emotivo e fisico.
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Animali
Cani irascibili? Forse sono più intelligenti di quanto pensiamo
Da un rapporto forte con il proprietario alle capacità di adattamento: ecco come valorizzare i cani dal carattere più complesso, che spesso nascondono un’intelligenza straordinaria

I cani con un carattere deciso e poco socievole sono spesso fraintesi, ma uno studio condotto dall’Università Eötvös Loránd di Budapest ha messo in luce un aspetto sorprendente del loro comportamento. Pubblicata sulla rivista Animals, la ricerca suggerisce che i cani dal temperamento irascibile, spesso considerati difficili da gestire, possano essere tra i più intelligenti.
Lo studio ha coinvolto 98 cani di diversa provenienza, analizzando il loro comportamento in una serie di test volti a valutare l’apprendimento sociale e le capacità di problem-solving. I risultati sono stati sorprendenti: i cani più assertivi, talvolta percepiti come aggressivi, hanno dimostrato di eccellere in compiti che richiedevano curiosità, adattamento e capacità di risolvere problemi complessi.
Un esperimento chiave prevedeva che i cani trovassero un modo per aggirare una recinzione e raggiungere una ricompensa. Gli esemplari dal temperamento deciso hanno affrontato il compito con maggiore determinazione, superando i loro simili più tranquilli o facilmente distraibili. Secondo i ricercatori, questi comportamenti indicano una forma di intelligenza selettiva che consente loro di adattarsi meglio alle situazioni nuove.
La ricerca ha anche sottolineato il ruolo cruciale del rapporto tra cane e proprietario. Una connessione forte e positiva può influenzare significativamente le capacità cognitive e sociali dell’animale. Tuttavia, i cani dal carattere più indipendente si sono distinti per la loro capacità di apprendere anche senza un legame particolarmente stretto con l’uomo, dimostrando un’indipendenza cognitiva notevole.
Questi risultati ribaltano molti pregiudizi comuni e suggeriscono che i cani considerati “irritabili” possano essere, in realtà, dotati di un’intelligenza fuori dal comune. Per i proprietari, il consiglio è di valorizzare queste caratteristiche attraverso giochi di problem-solving e attività che stimolino la mente del cane, trasformando il carattere deciso in una risorsa preziosa.
Animali
Con l’arrivo del caldo tornano zanzare e pappataci. Bisogna iniziare a proteggere cani e gatti da filaria e leishmaniosi
Ecco un breve vademecum realizzato dall’Enpa per la tutela degli animali domestici. Piccoli gesti quotidiani che possono garantire serenità.

Con l’arrivo della primavera e delle temperature più alte, tornano anche insetti fastidiosi come zanzare e pappataci, che rappresentano una minaccia non solo per le persone, ma soprattutto per gli animali domestici. Questi insetti sono infatti vettori di malattie potenzialmente gravi e mortali come la leishmaniosi e la filariosi. Per proteggere cani e gatti, l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) ha stilato un vademecum di consigli utili per la prevenzione.
La leishmaniosi
La leishmaniosi è una malattia parassitaria grave, trasmessa dai pappataci, piccoli insetti simili alle zanzare, ormai presenti in tutta Italia. Questa malattia può causare sintomi come perdita di peso, lesioni cutanee, epistassi (perdita di sangue dal naso), dermatiti, congiuntivite, caduta del pelo attorno agli occhi e crescita anomala delle unghie. La malattia può essere gestita se diagnosticata in tempo, ma la prevenzione è fondamentale. È importante utilizzare farmaci specifici e repellenti. Poiché il rischio è più alto tra maggio e novembre, soprattutto nelle zone umide e al crepuscolo, è consigliabile adottare misure preventive già in primavera.
La filariosi
La filariosi, o filaria, è invece causata da un parassita trasmesso da zanzare, in particolare quelle della specie tigre. Si manifesta in due forme importanti. Nella forma cardiopolmonare colpisce cuore e polmoni, con sintomi come tosse, dimagrimento e stanchezza anomala; può essere letale se non curata per tempo. Nella forma cutanea, invece, colpisce la pelle e, pur essendo meno grave, può contagiare anche l’uomo. Per prevenirla sono disponibili trattamenti mensili e iniezioni di lunga durata, somministrabili dal veterinario.
Cosa possiamo fare contro le zanzare
Recenti studi mostrano che il cambiamento climatico ha ampliato la diffusione di queste malattie a zone dove erano prima meno comuni. Inoltre, tecnologie innovative come i collari antiparassitari e i dispositivi a ultrasuoni possono integrare i metodi tradizionali di protezione. Cosa possiamo fare? La cosa più semplice è la prevenzione veterinaria, ovvero consultare il veterinario per trattamenti preventivi con farmaci specifici. Ridurre al massimo il rischio di punture evitando passeggiate serali e notturne, quando gli insetti sono più attivi. Inoltre è consigliabile non fare dormire animali all’aperto, specialmente tra maggio e ottobre. Se si ha a disposiione un gardino o uno spazio esterno meglio mantenerli curati, tagliati e puliti, eliminando foglie e ristagni d’acqua. Naturalmente sarebbe meglio applicare a porte e finestre utili zanzariere oltre che affrontare un regolare monitoraggio proprio sui nostri animali domestici. Controlli periodici, infatti, consentono di diagnosticare precocemente eventuali malattie, spesso asintomatiche nelle fasi iniziali.
Animali
Aerei, nuova vita per i pet viaggiatori: via libera ai cani in cabina (anche se XXL)
La rivoluzione nei cieli parte dal 12 maggio: cani e gatti potranno viaggiare in cabina anche se “oversize”, purché in trasportini ben fissati. Meno stress per gli animali, più domande (e forse grattacapi) per le compagnie low cost

Addio, almeno in teoria, ai viaggi in stiva per i nostri amici a quattro zampe. Dal 12 maggio, data della prossima riunione del Cda di Enac, cambiano le regole per il trasporto degli animali sugli aerei italiani: una vera e propria rivoluzione per chi viaggia con il proprio pet e sogna di tenerlo accanto durante tutto il volo. Secondo quanto anticipato dal Ministero dei Trasporti, la nuova normativa amplierà in modo significativo la possibilità di portare cani e gatti in cabina, alleggerendo i vincoli finora imposti da compagnie e regolamenti.
La delibera in arrivo stabilisce che sarà “consentito il trasporto in cabina di animali domestici, alloggiati all’interno di un apposito trasportino da collocarsi anche al di sopra dei sedili, purché adeguatamente assicurato tramite le cinture di sicurezza o altri sistemi di ancoraggio”. La vera novità, però, è quella legata al peso: l’animale e il trasportino potranno insieme superare i limiti attuali – in media tra i 7 e i 10 chili – a patto che non si ecceda il peso massimo previsto per un passeggero medio.
Insomma: non è ancora il momento di portare un cavallo islandese a bordo, ma un Labrador, un setter e persino un placido San Bernardo potrebbero finalmente evitare lo stress della stiva pressurizzata e viaggiare insieme al proprio umano. Almeno sui voli nazionali, per ora.
Restano tuttavia molti aspetti ancora da chiarire. Primo fra tutti: i costi. Verrà previsto un supplemento in base alla taglia? Saranno introdotti limiti sul numero massimo di animali ammessi in cabina per ogni volo? E in caso di allergie o timori tra i passeggeri? Le compagnie low cost, che hanno fatto della razionalizzazione dello spazio e della tariffa base senza fronzoli la loro bandiera, saranno le più esposte a gestire la rivoluzione. Ma è chiaro che la domanda di viaggi pet-friendly è in crescita costante e il mercato non può più ignorarla.
L’Italia si allinea così ad altri Paesi europei dove la presenza di animali in cabina è regolamentata con maggiore elasticità. Una svolta culturale prima ancora che normativa, che riconosce il legame sempre più stretto tra viaggiatore e animale domestico. Resta solo da capire se tra hostess, trolley e bambini in volo ci sarà abbastanza spazio anche per una ciotola e una zampa.
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