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Cucina

Con l’autunno arriva la stagione delle castagne: ecco come gustarle in un menù completo, dall’antipasto al dolce

Le castagne sono un ingrediente straordinario, capace di trasformare ogni piatto in un’esperienza di gusto unica. Provale in queste ricette e lasciati conquistare dal loro sapore inconfondibile!

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    L’autunno è arrivato e, con lui, le giornate si accorciano, le temperature scendono e le tavole si arricchiscono di sapori caldi e avvolgenti. Tra i protagonisti di questa stagione c’è sicuramente la castagna, il frutto delizioso e versatile che porta con sé il profumo dei boschi e il calore del focolare. Con le sue caratteristiche nutrizionali uniche e le infinite possibilità in cucina, la castagna è il perfetto ingrediente per creare un menù completo dall’antipasto al dolce.

    Le proprietà nutrizionali delle castagne

    Le castagne sono un frutto particolarmente ricco di nutrienti. Nonostante il loro sapore dolce, hanno un basso contenuto di grassi e sono un’ottima fonte di carboidrati complessi, ideali per fornire energia a lungo termine. Inoltre, contengono vitamine del gruppo B, vitamina C e minerali come potassio, fosforo e magnesio. Grazie al loro alto contenuto di fibre, aiutano la digestione e contribuiscono a mantenere il senso di sazietà. Sono perfette per chi cerca un’alternativa sana ai classici snack, ma anche per chi vuole creare piatti gustosi e nutrienti.

    Un menù completo a base di castagne

    Se pensi che le castagne siano buone solo arrostite, preparati a cambiare idea. Ecco un menù che sfrutta tutto il potenziale di questo frutto, dall’antipasto al dolce, per un pranzo autunnale che stupirà i tuoi ospiti.

    Antipasto: Crostini con crema di castagne e funghi

    Una combinazione perfetta per iniziare. Per la crema di castagne, fai cuocere le castagne in acqua bollente fino a quando saranno morbide, poi frullale con un po’ di brodo vegetale, sale e pepe. A parte, salta in padella i funghi con aglio, olio e prezzemolo. Spalma la crema di castagne su fette di pane tostato e completa con i funghi. Un antipasto semplice ma dal gusto deciso e raffinato.

    Primo piatto: Risotto alle castagne e speck

    Per un primo piatto cremoso e avvolgente, prova il risotto alle castagne. Fai rosolare cipolla e speck in una pentola con un po’ di olio d’oliva. Aggiungi il riso e tostalo per un paio di minuti. Sfuma con vino bianco e inizia a cuocere il risotto aggiungendo poco alla volta del brodo vegetale caldo. A metà cottura, aggiungi le castagne precedentemente lessate e tritate grossolanamente. Termina con una noce di burro e una spolverata di Parmigiano Reggiano. Un piatto che unisce la dolcezza delle castagne alla sapidità dello speck, perfetto per le serate più fredde.

    Secondo piatto: Arrosto di maiale con salsa di castagne

    Un secondo succulento e ricco di sapore. Prendi un arrosto di maiale e rosolalo in una casseruola con olio, rosmarino, aglio e salvia. Cuoci a fuoco basso aggiungendo del brodo finché la carne non sarà tenera. Nel frattempo, prepara la salsa di castagne: fai cuocere le castagne in acqua e latte finché non saranno morbide, poi frullale con un po’ di panna e sale. Servi l’arrosto affettato con la salsa di castagne e un contorno di patate arrosto. Un piatto che porta in tavola i sapori dell’autunno in tutta la loro intensità.

    Contorno: Cavolini di Bruxelles con castagne e pancetta

    Un contorno croccante e saporito. Fai bollire i cavolini di Bruxelles per qualche minuto, poi scolali e falli rosolare in padella con pancetta a cubetti e castagne tritate. Aggiusta di sale e pepe e completa con una spruzzata di aceto balsamico per un tocco di freschezza. Un contorno che unisce la dolcezza delle castagne alla croccantezza della pancetta, perfetto per accompagnare piatti di carne.

    Dolce: Castagnaccio con ricotta e miele

    Il classico dolce autunnale rivisitato. Prepara l’impasto del castagnaccio mescolando farina di castagne, acqua, un pizzico di sale, uvetta e pinoli. Versa in una teglia unta d’olio e cuoci in forno a 180°C per circa 30 minuti. Una volta raffreddato, servi il castagnaccio con una cucchiaiata di ricotta fresca e un filo di miele. Un dessert semplice ma sorprendente, che chiude il pasto in dolcezza.

    Consigli per una cottura perfetta

    Per ottenere il meglio dalle castagne, è importante sapere come cuocerle. Prima di tutto, incidi sempre la buccia per evitare che esplodano durante la cottura. Puoi bollirle in acqua con una foglia di alloro per circa 30-40 minuti oppure cuocerle in forno a 200°C per circa 20-25 minuti. Una volta cotte, coprile con un canovaccio e lasciale riposare per qualche minuto: questo renderà più facile sbucciarle.

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      Cucina

      Il calore delle feste in un bicchiere: viaggio nel mondo del vin brulé

      Cannella, chiodi di garofano e agrumi: pochi ingredienti bastano per creare la magia del vin brulé, la bevanda che unisce tradizione, convivialità e aromi irresistibili.

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      Vin brulé

        Un rituale d’inverno che sa di casa e mercatini

        Quando le giornate si accorciano e l’aria si fa pungente, basta un bicchiere di vin brulé per ritrovare calore e buonumore. Simbolo per eccellenza dei mercatini di Natale e delle serate in montagna, questo vino rosso speziato è molto più di una bevanda: è un piccolo rito che profuma di agrumi e cannella, capace di evocare ricordi e tradizioni secolari.

        Il nome “vin brulé” deriva dal francese vin brûlé, cioè “vino bruciato”, un riferimento alla bollitura del vino con spezie e zucchero. In realtà, le sue origini affondano molto più indietro nel tempo: già gli antichi Romani aromatizzavano il vino con miele e spezie per conservarlo e renderlo più gradevole. Nel Medioevo la ricetta si diffuse in tutta Europa, assumendo varianti locali: dal Glühwein tedesco e austriaco al Mulled Wine inglese, fino al vin chaud francese.

        La ricetta tradizionale del vin brulé

        Realizzare un buon vin brulé in casa è semplice, ma richiede attenzione nella scelta degli ingredienti e nella cottura, per non perdere gli aromi del vino e delle spezie.

        Ingredienti per 4 persone:

        • 1 litro di vino rosso corposo (ideale un Merlot, un Nebbiolo o un Barbera)
        • 100 g di zucchero di canna
        • 1 arancia non trattata
        • 1 limone non trattato
        • 2 stecche di cannella
        • 5 chiodi di garofano
        • 1 baccello di vaniglia (facoltativo)
        • una grattugiata di noce moscata
        • 1 stella di anice (per decorare e profumare)

        Come prepararlo passo dopo passo

        1. Preparare gli aromi: lavate accuratamente gli agrumi e tagliate la buccia a spirale, evitando la parte bianca che darebbe amarezza.
        2. Scaldare il vino: in una casseruola capiente versate il vino rosso, aggiungete zucchero, spezie e scorze di agrumi.
        3. Cottura lenta: accendete il fuoco e lasciate scaldare a fiamma bassa, senza far bollire troppo, per circa 10-15 minuti. Il segreto è non superare gli 80°C, per evitare che l’alcol evapori del tutto e che il vino diventi acido.
        4. Filtrare e servire: togliete le spezie con un colino, versate il vin brulé bollente in tazze o bicchieri resistenti al calore e servite subito, decorando con una fetta d’arancia o una stecca di cannella.

        Le varianti regionali e moderne

        Ogni regione alpina custodisce una sua versione del vin brulé. In Trentino-Alto Adige si usa spesso aggiungere una punta di grappa o di miele di montagna, mentre in Piemonte qualcuno profuma il vino con bacche di ginepro o pepe nero. Nelle versioni francesi e inglesi, invece, si trovano ingredienti come zenzero fresco, cardamomo o alloro, che aggiungono complessità aromatica.

        Per chi non consuma alcol, esiste anche la variante analcolica: basta sostituire il vino con del succo d’uva o di mela, seguendo la stessa ricetta e lasciando che le spezie sprigionino tutto il loro profumo.

        Un bicchiere di tradizione che unisce

        Il vin brulé è una bevanda conviviale, da condividere all’aperto tra luci natalizie, oppure a casa davanti al camino. Oltre al piacere sensoriale, ha anche un effetto benefico: le spezie riscaldano l’organismo e favoriscono la digestione, mentre il vino, consumato con moderazione, rilassa e distende.

        Nel suo profumo si ritrovano i sapori dell’inverno, la lentezza delle feste e il piacere di stare insieme. Prepararlo è un gesto semplice, ma dal potere evocativo: un brindisi alla tradizione, alla convivialità e al calore che non passa mai di moda.

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          Cucina

          La verzata, la zuppa di verze che profuma d’inverno: storia e ricetta del grande classico contadino

          Pochi ingredienti e lunga cottura per un piatto nutriente e sostenibile. Dalle campagne della Bassa alle cucine moderne, ecco come preparare la ricetta autentica secondo la tradizione lombarda.

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          verzata

            È uno dei piatti più rappresentativi della cucina povera del Nord Italia e, nonostante la semplicità, continua a essere protagonista delle tavole invernali: la verzata – o minestra di verze – è una zuppa robusta che affonda le sue radici nella tradizione rurale lombarda. Diffusa soprattutto nelle province di Milano, Pavia, Lodi e Bergamo, nasce come pietanza di recupero, quando nelle case contadine si combinavano verdure dell’orto, legumi e pezzi di carne poco pregiati per ottenere un pasto nutriente e caldo.

            La sua storia segue il ritmo delle stagioni. La verza, infatti, dà il meglio di sé proprio nei mesi freddi: le gelate invernali ammorbidiscono le foglie e ne addolciscono il sapore, rendendola ideale per zuppe a lunga cottura. E la verzata è esattamente questo: un piatto che richiede tempo e pazienza, qualità tipiche delle ricette nate attorno a un focolare domestico.

            Nel corso degli anni sono nate molte varianti locali, ma la struttura della ricetta tradizionale è rimasta sostanzialmente invariata. La verzata classica prevede verza, fagioli – spesso borlotti –, patate e una base aromatica di cipolla, sedano e carota. In alcune zone si aggiunge pancetta o cotenna di maiale, mentre altrove si mantiene una versione totalmente vegetale. La presenza dei legumi assicura un buon apporto proteico, mentre la verza e le patate garantiscono fibra e consistenza, rendendo la zuppa un pasto equilibrato.

            La ricetta tradizionale

            Per preparare una verzata autentica servono:
            – 1 verza grande, preferibilmente raccolta dopo la prima gelata;
            – 200 g di fagioli borlotti, ammollati per una notte se secchi;
            – 2 patate;
            – 1 cipolla;
            – 1 gambo di sedano e 1 carota;
            – 1 osso di prosciutto o un pezzo di pancetta (facoltativi);
            – olio extravergine d’oliva;
            – sale e pepe.

            Si inizia facendo rosolare il trito di verdure in una casseruola capiente. Se si vuole seguire la versione più ricca, si aggiunge la pancetta a dadini o una cotenna ben raschiata. Quando il soffritto è fragrante, si uniscono la verza tagliata a strisce e le patate a cubetti. Dopo pochi minuti si aggiungono i fagioli e si copre tutto con acqua o brodo leggero. La cottura deve essere lenta e prolungata: almeno un’ora e mezza, il tempo necessario affinché la verza si sfaldi e la zuppa diventi cremosa. Una spolverata di pepe e un filo d’olio a crudo completano il piatto.

            Un simbolo di sostenibilità

            Oggi la verzata viene riscoperta anche come ricetta sostenibile: utilizza ingredienti stagionali, facilmente disponibili e a basso impatto ambientale. Le sue varianti vegetariane rispecchiano inoltre le attuali tendenze verso una cucina più leggera e consapevole.

            Nonostante la sua semplicità, la verzata rimane un piatto intramontabile, capace di evocare l’atmosfera delle cucine di una volta. Una zuppa che non segue mode ma stagioni, e che negli anni continua a raccontare la storia più autentica della tradizione lombarda.

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              Cucina

              Crumble di mele, cannella e noci: il dolce autunnale croccante fuori e morbido dentro che accompagna le sere più fredde

              Burro, zucchero, farina e frutta di stagione: pochi ingredienti per un dolce che profuma di casa e si prepara in pochi minuti. Il crumble di mele e noci conquista con il contrasto tra la superficie croccante e il ripieno morbido e speziato.

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                Il dolce del tepore domestico

                C’è un momento, in autunno, in cui si riscopre il piacere delle ricette che scaldano lo spirito. Il crumble di mele, cannella e noci è uno di quei dolci che parlano di casa, di forno acceso, di stoviglie calde tra le mani. È un classico della tradizione anglosassone, ma da anni ha trovato una seconda patria anche sulle nostre tavole: semplice da preparare, goloso senza esagerare, perfetto dopo una cena o come merenda pomeridiana nelle giornate di pioggia.

                Ingredienti semplici, risultato straordinario

                Alla base c’è la mela, regina dell’autunno. Varietà croccanti e leggermente acidule — dalle Granny Smith alle Golden più profumate — sono l’ideale per ottenere una consistenza morbida ma non sfatta. A completare la farcia, un pizzico di cannella, zucchero di canna e una spruzzata di limone che esalta il gusto e mantiene vivo il colore. Il crumble vero e proprio è una sabbia dorata: farina, burro freddo, zucchero e noci tritate grossolanamente. La magia è tutta nel contrasto: morbido sotto, croccante sopra.

                Come si prepara

                Si pelano e tagliano le mele a cubetti, si mescolano con cannella, zucchero e limone, poi si adagiano sul fondo di una pirofila. In una ciotola si lavora velocemente la farina con il burro a pezzetti e lo zucchero, senza compattare troppo l’impasto: la consistenza deve rimanere granulosa, quasi briciolosa. Si aggiungono le noci spezzate a mano e si distribuisce tutto sulla frutta. Il forno farà il resto: temperatura moderata e circa mezz’ora, finché la superficie non diventa dorata e fragrante e il ripieno comincia a sobbollire ai bordi.

                Servirlo è un rito

                Il crumble si gusta caldo, appena sfornato, con il suo aroma speziato che riempie la cucina. C’è chi lo ama da solo, chi lo accompagna con una cucchiaiata di panna semimontata, chi preferisce la freschezza di uno yogurt cremoso. I più golosi aggiungono una pallina di gelato alla vaniglia che si scioglie lentamente nella crema di mele. È un dolce che non richiede perfezione, solo cura. E che regala quella sensazione di benessere semplice, come una coperta morbida sulle spalle o una tazza fumante tra le dita.

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