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Monte Bianco, il dolce che profuma d’autunno: storia e ricetta del dessert più elegante delle Alpi

Un classico intramontabile della pasticceria francese e italiana, nato dall’incontro tra castagne, panna e zucchero a velo. Il Mont Blanc conquista per la sua semplicità raffinata e per il sapore avvolgente che sa di bosco e di ricordi d’infanzia.

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Mont Blanc

    È il simbolo della stagione fredda, quando i castagni regalano i loro frutti migliori e le prime nevi imbiancano le cime alpine. Il Monte Bianco, o Mont Blanc, è un dessert che racchiude nella sua semplicità tutto il fascino dell’autunno. Una montagna di dolcezza fatta di purea di castagne, panna montata e zucchero a velo che ricorda, nella forma, il celebre massiccio al confine tra Italia e Francia. Ma dietro la sua apparente semplicità si nasconde una storia lunga e affascinante, fatta di contaminazioni culinarie, eleganza e profumi di casa.

    Origini tra Francia e Italia: un dessert “di confine”

    Come per molti piatti storici, anche il Monte Bianco vanta origini contese. In Francia, dove è conosciuto come Mont Blanc aux marrons, viene attribuito alla tradizione piemontese e savoiarda, ma si è presto trasformato in un dolce simbolo della pasticceria parigina del XIX secolo.
    In Italia, invece, il Monte Bianco è considerato un orgoglio piemontese e valdostano, preparato fin dal Settecento nelle case borghesi e nei caffè storici di Torino. La leggenda vuole che la ricetta nasca come omaggio alla montagna più alta d’Europa, trasformata in un dessert scenografico in grado di celebrare la natura e la maestosità delle Alpi.

    Un dolce di castagne, ma anche di pazienza

    Alla base del Monte Bianco ci sono castagne di ottima qualità, preferibilmente quelle dei boschi piemontesi o toscani. Dopo essere state lessate con latte, vaniglia e un pizzico di sale, vengono passate finemente per ottenere una purea morbida, che poi viene dolcificata con zucchero e, secondo alcune versioni, aromatizzata con rum o cacao.
    La purea viene quindi modellata in sottili fili che, sovrapposti a spirale, formano la tipica “montagnetta”. Sopra, un generoso strato di panna montata fresca e una spolverata di zucchero a velo ricreano l’effetto della neve.

    «Il segreto di un buon Monte Bianco è la texture», spiega lo chef pasticcere torinese Luca Montersino. «La purea non deve essere né troppo asciutta né troppo liquida, e la panna va montata con delicatezza, per mantenerla leggera. È un equilibrio di consistenze: la morbidezza delle castagne incontra la leggerezza della panna, creando un contrasto armonioso».

    La ricetta tradizionale del Monte Bianco

    Ingredienti per 6 persone:

    • 600 g di castagne fresche o 400 g di castagne lessate
    • 250 ml di latte intero
    • 100 g di zucchero semolato
    • 1 baccello di vaniglia
    • 1 cucchiaio di rum o di brandy (facoltativo)
    • 300 ml di panna fresca da montare
    • 2 cucchiai di zucchero a velo
    • un pizzico di sale

    Preparazione:

    1. Incidere le castagne e lessarle per circa 30 minuti in acqua bollente. Una volta cotte, pelarle con cura e metterle in un tegame con il latte, la vaniglia e lo zucchero. Cuocere a fuoco basso fino a ottenere una consistenza cremosa.
    2. Eliminare la vaniglia e passare le castagne al setaccio o al passaverdura. Aggiungere il rum, se gradito.
    3. Disporre la purea su un piatto da portata e, con l’aiuto di uno schiacciapatate o di una sacca da pasticceria con beccuccio sottile, formare i classici fili di castagne che ricordano una montagna.
    4. Montare la panna con lo zucchero a velo e distribuirla a ciuffi sopra la purea. Spolverare infine con altro zucchero a velo per l’effetto “innevato”.

    Il dolce si serve freddo, ma non ghiacciato, per apprezzarne la morbidezza.

    Le varianti moderne del Monte Bianco

    Oggi, accanto alla versione classica, ne esistono diverse reinterpretazioni. Alcuni chef propongono una versione scomposta in bicchiere, con strati alternati di castagne e panna, altri aggiungono cioccolato fondente o marrons glacés per una nota più golosa. In Giappone, il Mont Blanc è diventato un fenomeno di culto: la base di castagne viene sostituita da purea di patate dolci o da tè matcha, dando vita a dolci colorati e raffinati.

    Un dessert che unisce tradizione e poesia

    Il Monte Bianco è più di un dolce: è una piccola opera d’arte che racchiude l’essenza dell’autunno, tra profumi di bosco e ricordi di infanzia. È il comfort food che scalda il cuore nelle giornate fredde e che, nonostante il suo aspetto scenografico, racconta una semplicità antica, fatta di ingredienti poveri e gesti lenti.
    Forse è per questo che, dopo secoli, continua a essere amato in tutta Europa: perché ogni cucchiaiata sa di casa, di neve e di tempo ritrovato.

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      Crumble di mele, cannella e noci: il dolce autunnale croccante fuori e morbido dentro che accompagna le sere più fredde

      Burro, zucchero, farina e frutta di stagione: pochi ingredienti per un dolce che profuma di casa e si prepara in pochi minuti. Il crumble di mele e noci conquista con il contrasto tra la superficie croccante e il ripieno morbido e speziato.

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        Il dolce del tepore domestico

        C’è un momento, in autunno, in cui si riscopre il piacere delle ricette che scaldano lo spirito. Il crumble di mele, cannella e noci è uno di quei dolci che parlano di casa, di forno acceso, di stoviglie calde tra le mani. È un classico della tradizione anglosassone, ma da anni ha trovato una seconda patria anche sulle nostre tavole: semplice da preparare, goloso senza esagerare, perfetto dopo una cena o come merenda pomeridiana nelle giornate di pioggia.

        Ingredienti semplici, risultato straordinario

        Alla base c’è la mela, regina dell’autunno. Varietà croccanti e leggermente acidule — dalle Granny Smith alle Golden più profumate — sono l’ideale per ottenere una consistenza morbida ma non sfatta. A completare la farcia, un pizzico di cannella, zucchero di canna e una spruzzata di limone che esalta il gusto e mantiene vivo il colore. Il crumble vero e proprio è una sabbia dorata: farina, burro freddo, zucchero e noci tritate grossolanamente. La magia è tutta nel contrasto: morbido sotto, croccante sopra.

        Come si prepara

        Si pelano e tagliano le mele a cubetti, si mescolano con cannella, zucchero e limone, poi si adagiano sul fondo di una pirofila. In una ciotola si lavora velocemente la farina con il burro a pezzetti e lo zucchero, senza compattare troppo l’impasto: la consistenza deve rimanere granulosa, quasi briciolosa. Si aggiungono le noci spezzate a mano e si distribuisce tutto sulla frutta. Il forno farà il resto: temperatura moderata e circa mezz’ora, finché la superficie non diventa dorata e fragrante e il ripieno comincia a sobbollire ai bordi.

        Servirlo è un rito

        Il crumble si gusta caldo, appena sfornato, con il suo aroma speziato che riempie la cucina. C’è chi lo ama da solo, chi lo accompagna con una cucchiaiata di panna semimontata, chi preferisce la freschezza di uno yogurt cremoso. I più golosi aggiungono una pallina di gelato alla vaniglia che si scioglie lentamente nella crema di mele. È un dolce che non richiede perfezione, solo cura. E che regala quella sensazione di benessere semplice, come una coperta morbida sulle spalle o una tazza fumante tra le dita.

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          La vellutata d’autunno che scalda corpo e mente: zucca, topinambur e zenzero in un abbraccio di sapori

          La vellutata di zucca, topinambur e zenzero con chips di cavolo nero è una ricetta che celebra la stagionalità e la cucina sostenibile: pochi ingredienti genuini, tanta personalità e un equilibrio di gusto sorprendente.

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          La vellutata di zucca

            Con l’arrivo di novembre, la natura rallenta e il colore arancio della zucca torna a dominare le cucine italiane. È il momento ideale per preparare piatti caldi, nutrienti e confortanti, come una vellutata che profuma di autunno e racchiude in sé le sfumature della stagione: dolcezza, cremosità e una leggera nota piccante.

            La vellutata di zucca, topinambur e zenzero con chips di cavolo nero non è solo un piatto elegante nella sua semplicità: è anche un concentrato di salute. La zucca, regina di questo periodo, è ricca di betacarotene e vitamina A, utili per la vista e la pelle. Il topinambur, conosciuto anche come carciofo di Gerusalemme, dona un gusto delicatamente nocciolato e un alto contenuto di fibre e inulina, ottima per la digestione e la flora intestinale. Lo zenzero fresco aggiunge una punta di vivacità e aiuta a rinforzare il sistema immunitario, mentre il cavolo nero, croccante e leggermente amarognolo, completa il piatto con un contrasto perfetto.

            Ingredienti (per 4 persone):

            • 600 g di zucca pulita
            • 200 g di topinambur
            • 1 cipolla dorata
            • 1 pezzetto di zenzero fresco (2 cm)
            • 600 ml di brodo vegetale
            • Olio extravergine d’oliva, sale e pepe
            • 6 foglie di cavolo nero
            • Un filo di miele (facoltativo)

            Preparazione:

            Preparare questa vellutata è un gesto di lentezza e cura, un piccolo rito domestico che sa di casa.
            Si inizia tagliando la zucca e il topinambur a cubetti, dopo averli sbucciati e lavati accuratamente. In una casseruola capiente si fa rosolare una cipolla dorata tritata con un filo di olio extravergine d’oliva, poi si uniscono le verdure e si lasciano insaporire per alcuni minuti. A questo punto si aggiunge lo zenzero grattugiato e si copre tutto con brodo vegetale caldo. La cottura richiede circa 25–30 minuti, giusto il tempo di ammorbidire gli ingredienti e di diffondere nell’aria un profumo confortante.

            Una volta cotto, il composto viene frullato fino a ottenere una crema liscia e vellutata, che si aggiusta con sale e pepe a piacere.
            Nel frattempo, si preparano le chips di cavolo nero: le foglie vengono private della costa centrale, spennellate con un filo d’olio e un pizzico di sale, quindi passate in forno ventilato a 160°C per una decina di minuti, finché diventano croccanti. Attenzione solo a non bruciarle: pochi secondi di troppo possono alterarne il sapore.

            Al momento di servire, la vellutata viene versata in ciotole o fondine calde e guarnita con le chips adagiate sopra. Chi ama i contrasti può aggiungere qualche goccia di miele o di sciroppo d’acero, che esalta la dolcezza naturale della zucca e bilancia il gusto del cavolo nero.

            Oltre a essere buona, questa ricetta è anche sostenibile: tutti gli ingredienti sono di stagione e facilmente reperibili nei mercati locali. Prepararla significa fare una scelta consapevole, rispettosa dei cicli naturali e dell’ambiente. È un piatto vegetariano, naturalmente senza glutine, e può essere adattato a una dieta vegana sostituendo il brodo vegetale con uno a base di miso o alga kombu per una nota più intensa.

            La vellutata di zucca, topinambur e zenzero è un inno all’autunno: un piatto che accoglie e riscalda, capace di trasformare una cena quotidiana in un piccolo momento di piacere e benessere. Un comfort food elegante, leggero e profondamente italiano, che celebra il gusto genuino delle verdure di novembre e la bellezza della semplicità.

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              Spatzle al prosciutto e piselli: il comfort food alpino che scalda la tavola

              Gli spatzle agli spinaci con prosciutto e piselli uniscono semplicità e sapore. Pochi ingredienti genuini, una consistenza morbida e un condimento cremoso: così la cucina di montagna conquista anche le tavole italiane.

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              Spatzle al prosciutto e piselli

                Piccoli, verdi e irresistibilmente morbidi: gli spatzle al prosciutto e piselli sono uno dei piatti più amati della cucina altoatesina. Tipici dell’area tra Germania, Austria e Tirolo, questi gnocchetti dal nome curioso — “spätzle” in tedesco significa “piccoli passeri” — hanno conquistato ormai anche le cucine di casa nostra, grazie alla loro semplicità di preparazione e versatilità.

                Perfetti per le giornate fredde o per un pranzo in famiglia, rappresentano una versione montanara del comfort food: piatti caldi, cremosi e ricchi di gusto, capaci di unire tradizione e modernità.

                Gli ingredienti

                Per preparare gli spatzle al prosciutto e piselli per 6 persone servono:

                • 125 g di farina 00
                • 320 ml di latte
                • 100 g di spinaci lessati e ben strizzati
                • 2 uova
                • 100 g di piselli (freschi o surgelati)
                • 100 g di prosciutto cotto a listarelle
                • 150 ml di panna fresca liquida
                • 100 g di parmigiano grattugiato
                • 30 g di burro
                • noce moscata, sale e pepe q.b.
                • un po’ di brodo vegetale per la cottura dei piselli.

                Si tratta di un piatto nutriente ma bilanciato, con circa 340 kcal per 100 g, grazie alla combinazione di carboidrati, proteine e verdure.

                La preparazione passo dopo passo

                Il primo passaggio consiste nel preparare l’impasto degli spatzle. Frullate gli spinaci fino a ottenere una crema liscia. In una ciotola capiente rompete le uova, unite un pizzico di sale e la farina setacciata. Aggiungete gradualmente il latte freddo e mescolate con una frusta fino a ottenere un composto denso ma fluido. Incorporate quindi la crema di spinaci, una macinata di pepe e un pizzico di noce moscata. L’impasto dovrà risultare morbido e omogeneo, perfetto per passare attraverso l’apposito strumento per spatzle (una sorta di grattugia con fori larghi).

                Mettete sul fuoco una pentola capiente con abbondante acqua salata e portate a ebollizione. Posizionate l’attrezzo sopra la pentola e, con una spatola, fate scendere l’impasto nei fori: in pochi secondi si formeranno gnocchetti irregolari, che cadranno direttamente nell’acqua. Quando gli spatzle vengono a galla, dopo circa due minuti, sono pronti: scolateli con una schiumarola e passateli brevemente in acqua fredda per bloccare la cottura.

                Nel frattempo, in una padella capiente, fate sciogliere una noce di burro e aggiungete i piselli. Coprite con mezzo bicchiere di brodo e lasciate cuocere a fuoco dolce per circa 15 minuti, finché saranno teneri e asciutti. Unite il prosciutto cotto a listarelle, la panna liquida e un cucchiaio di besciamella leggera (se preferite, potete sostituirla con un po’ di latte caldo addensato con farina).

                Aggiungete infine gli spatzle lessati nella padella con il condimento, mescolate bene e lasciate mantecare per qualche minuto con il parmigiano grattugiato. Serviteli caldi, con una spolverata di pepe nero e, se piace, un tocco di erba cipollina tritata.

                Un piatto versatile e irresistibile

                Gli spatzle al prosciutto e piselli sono un piatto che mette d’accordo tutti: cremosi ma leggeri, ideali per un pranzo domenicale o una cena veloce che sa di casa.

                Chi desidera una versione più leggera può sostituire la panna con yogurt greco o ricotta, mentre per una variante vegetariana basta eliminare il prosciutto e arricchire il condimento con zucchine o funghi.

                Il segreto del successo? La consistenza perfetta dell’impasto, che deve essere né troppo liquida né troppo densa, e la cottura rapida, che mantiene gli spatzle morbidi e vellutati.

                Una tradizione che unisce Nord e Sud

                Dalle Alpi tedesche alle cucine italiane, gli spatzle sono diventati simbolo di convivialità: un piatto semplice, genuino e al tempo stesso ricco di sapore, perfetto per celebrare il piacere della tavola con pochi ingredienti e tanto calore.

                Chi ama la cucina casalinga non può non provarli: un piccolo gesto d’amore per sé stessi e per chi si siede a tavola con noi.

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