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Curiosità

Babbo Natale in slitta… senza neve? Quando l’Artico si fa tropicale

Solo pioggia e temperature sopra lo 0 a Rovaniemi, nella Lapponia finlandese, nel villaggio dove si raccolgono le lettere dei desideri spedite da tutti i bambini del mondo.

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    Al circolo Polare Artico non c’è neve. E soprattutto non ce n’è nel cuore della Lapponia finlandese, a Rovaniemi, conosciuta come la vera città natale di Babbo Natale. Lì per ora c’è un atmosfera natalizia mesta, quasi triste alle prese con un insolito problema. La neve, grande protagonista dell’Artico, sembra essere diventata un miraggio. A poco più di 20 giorni da Natale, le piogge torrenziali e le temperature sopra lo zero stanno trasformando il paesaggio in qualcosa di più simile a un autunno nordico che al magico inverno che tutti si aspettano. Soprattutto i bambini.

    E Babbo Natale che dice? Resta ottimista… ma molto preoccupato

    Seduto nella sua accogliente poltrona, Babbo Natale, nonostante tutto, non perde il sorriso. “Le mie renne possono volare, quindi non è un problema,” scherza, rassicurando grandi e piccini che la sua slitta arriverà puntuale la vigilia di Natale. Tuttavia, il cambiamento climatico gli sta dando del filo da torcere. “Possiamo vedere che il cambiamento climatico è reale. Sta influenzando le renne e la vita qui nell’Artico.” Le sue preoccupazioni non sono infondate. Gli scienziati confermano che l’Artico si sta riscaldando quattro volte più velocemente rispetto al resto del mondo. L’estate passata è stata particolarmente calda, con temperature record che hanno raggiunto gli 11,1°C a novembre nella città di Utsjoki.

    Perché manca la neve?

    L’alternarsi di gelate e disgeli, causato dall’innalzamento delle temperature, impedisce la formazione del consueto manto nevoso. Inoltre, queste condizioni creano lastre di ghiaccio che rendono difficile per le renne accedere al lichene, il loro cibo principale. Per i turisti, l’assenza di neve a Rovaniemi è un dettaglio che non passa inosservato. “Pensavo ci fosse molta più neve,” commenta stupito Wenguel, un turista americano. Eppure, l’incanto di Babbo Natale riesce a compensare parzialmente la delusione. Ma Rovaniemi senza neve che villaggio è?
    Il villaggio di Babbo Natale è un polo di attrazione per migliaia di turisti ogni anno. Tra aurora boreale, slitte trainate da renne e il caloroso benvenuto di Babbo Natale, il fascino del luogo rimane intatto. Con un giro d’affari molto alto per le casse Finlandesi.

    …e quindi che fare per evitare che la mancanza di neve scalfisca l’incantesimo?

    Diverse le soluzioni prese in considerazione ma finora non ancora attuate. La scelta della neve artificiale resta un’opzione temporanea per garantire il candore delle festività così come vine utilizzata in alcune località sciistiche. Un’altra opzione potrebbe essere quella di ampliare le attività che richiamano l’atmosfera invernale, anche al chiuso. Una scelta ecologista potrebbe essere quella di utilizzare il villaggio per diffondere un messaggio globale di tutela ambientale in maniera incisiva. In attesa di una decisione intanto gli elfi sono comunque alle prese con letterine e desideri. L’ufficio postale di Babbo Natale. infatti, è in piena attività. Gli elfi lavorano instancabilmente per leggere le migliaia di lettere che arrivano ogni giorno. “Quest’anno, molti chiedono la pace,” racconta Heidi Mustonen, elfa veterana con vent’anni di esperienza. Tra i desideri dei bambini, c’è chi chiede doni e chi confida speranze e preoccupazioni.

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      Curiosità

      Pulizie di primavera nel 2025, ci costeranno 290 euro in più

      Con l’aiuto di alcuni portali abbiamo valutato i consumi dei principali elettrodomestici impiegati per le pulizie domestiche,ottenendo una spesa annuale di oltre 290 euro.

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        Attualmente il prezzo dell’energia elettrica stabilito da ARERA per la tariffa monoraria è pari a 0,16643 €/kWh, la bioraria ha un costo di 0,17466 €/kWh in Fascia F1 e di 0,16226 €/kWh in Fasce F2 e F3. L’aggiornamento è trimestrale. Grazie ad alcun portali come Segugio.it e Facile.it è possibile prevedere i consumi medi degli elettrodomestici impiegati per le pulizie domestiche. I consumi annui stimati sono di 35smc per il gas, considerando che questo venga usato solo per la cucina nella fascia serale e nei festivi, e 1213kWh per la luce, calcolata considerando l’utilizzo degli elettrodomestici di base come forno, frigorifero e lavatrice anche in questo caso di sera o nel weekend. Ebbene per questa prossima primavera la cifra che dovremo aggiungere sarà di poco inferiore ai 300 euro.

        Lavatrice

        Considerando una tariffa energetica di 0,17 euro al kWh (aggiornata al primo trimestre 2025), una lavatrice da 9 kg in classe energetica E richiede circa 22 centesimi di euro per ogni lavaggio. Se si effettua una lavatrice ogni due giorni, la spesa annuale è di circa 40 euro, ma aumenta a oltre 80 euro se si lavano i capi quotidianamente come accade in molte famiglie con bambini piccoli o anziani non autosufficienti.

        Per risparmiare, è consigliabile utilizzare la lavatrice a carico completo e evitare lavaggi ad alte temperature quando non necessario. Inoltre, per chi ha scelto una tariffa bioraria, è conveniente utilizzare la lavatrice durante le ore serali o nel weekend per risparmiare sulla bolletta.

        Asciugatrice

        Un modello da 9 kg in classe A++ consuma circa 1,6 kWh per ciclo di asciugatura, corrispondenti a circa 40 centesimi di euro in bolletta. Utilizzandola ogni due giorni, la spesa annuale si aggira intorno a 85 euro, ma può superare i 150 euro se utilizzata quotidianamente. Per ridurre i costi, è consigliabile centrifugare bene i capi prima di inserirli nell’asciugatrice per ridurre i tempi di asciugatura e utilizzare l’elettrodomestico a pieno carico, senza sovraccaricarlo.

        Ferro da stiro

        Il ferro è l’elettrodomestico con il più elevato consumo energetico, che varia tra 1,8 e 2,6 kWh. Con un consumo di 2,2 kWh, l’utilizzo del ferro da stiro costa circa 60 centesimi di euro all’ora. Dedicate due ore a settimana a questa attività (una media nelle famiglie italiane), si spendono circa 60 euro all’anno. Ma per famiglie numerose e con più ore di stiratura, la spesa può aumentare rapidamente. Per risparmiare, è consigliabile utilizzare il ferro da stiro quando si ha una quantità significativa di indumenti da stirare, evitando di lasciarlo acceso più del necessario e prestando attenzione alla manutenzione per evitare l’accumulo di calcare.

        Aspirapolvere

        L’aspirapolvere è un elettrodomestico essenziale per le pulizie domestiche quotidiane. Un modello standard può consumare 1 kWh, corrispondenti a circa 25 centesimi di euro per ogni ora di utilizzo. Utilizzandolo per un paio d’ore a settimana per tutto l’anno, la spesa si aggira intorno ai 26 euro. Per risparmiare, è consigliabile ridurre il tempo di utilizzo evitando di lasciarlo acceso senza motivo e evitare continui spegnimenti e riaccensioni. Inoltre, è importante utilizzare la funzione Turbo solo quando necessario e mantenere pulito il filtro per massimizzare l’efficienza energetica.

        Scopa a vapore

        La scopa a vapore è utilizzata per igienizzare il pavimento dopo l’aspirapolvere. Con un modello da 1.500 watt, ogni ora di utilizzo costa circa 40 centesimi di euro in bolletta. Utilizzandola per un paio d’ore a settimana per un intero anno, la spesa si attesta intorno ai 40 euro. Per mantenere bassi i costi, è importante effettuare regolare manutenzione alla scopa a vapore per prevenire l’accumulo di calcare e utilizzare l’acqua adeguata come indicato nel manuale di istruzioni.

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          Curiosità

          Cosa conteneva la mummia del gatto egizio?

          La mummia di gatto di Rennes offre uno sguardo affascinante sulla cultura e le pratiche religiose dell’antico Egitto. La creazione di una copia in resina dell’interno della mummia, ora esposta accanto all’originale nel museo, permette ai visitatori di apprezzare questa scoperta unica e di riflettere sui molteplici significati delle mummie animali nella storia egizia.

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            Un team di ricercatori francesi ha scannerizzato e digitalizzato una mummia di gatto conservata al Museo di Belle Arti di Rennes, scoprendo qualcosa di inaspettato al suo interno. Invece del corpo di un singolo gatto mummificato, la mummia conteneva resti ossei di diversi felini e un gomitolo di filo che fungeva da testa. Questa scoperta ha sorpreso molti, inclusi gli esperti del settore.

            Che tecnica hanno utilizzato i ricercatori

            La mummia, originariamente catalogata dal Museo del Louvre nel 1923 per educare il pubblico sulla civiltà faraonica, è stata sottoposta a scansione 3D grazie a una collaborazione tra l’Université de Rennes 1 e il Research Institute of Computer Science and Random Systems. Questo ha permesso ai ricercatori di “aprire” virtualmente la mummia e analizzare il suo contenuto senza danneggiarla fisicamente.

            Un “pupazzo” di resti ossei

            All’interno della mummia, i ricercatori hanno trovato ossa di tre diversi felini, anche se non è stato possibile determinare se si trattasse di gatti domestici, selvatici o altri tipi di felini. Ma c’è di più. Là dove si sarebbero aspettati di ritrovare il cranio del gatto, i ricercatori hanno trovato anche un gomitolo di filo. Che significato potrebbe avere?

            Un messaggio per la Dea

            Divina Centore, egittologa del Museo Egizio di Torino, ha spiegato che non è raro trovare mummie di animali incomplete o riempite con materiali diversi. Questo tipo di mummie poteva avere vari significati, come doni per le divinità o rappresentazioni simboliche. La mummia di gatto a Rennes potrebbe essere stata un “messaggero per una divinità“, forse la Dea Bastet, simbolo della vita, dell’amore e della grazia.

            La speculazione delle mummie “contraffatte”

            La dottoressa Centore ha citato altri esempi di mummie animali che contenevano solo parti del corpo o erano realizzate con materiali riciclati. Ad esempio, una mummia di coccodrillo conteneva un piccolo esemplare all’interno, mentre altre pseudomummie erano create per essere vendute in età moderna, con contenuti e strutture riciclati da mummie precedenti.

            Cosa significa questa scoperta

            Questa scoperta ci dovrebbe fare riflettere su come i gatti e altri animali fossero trattati e venerati nell’antico Egitto. La presenza di un gomitolo di filo nella mummia di gatto di Rennes potrebbe indicare soluzioni economiche adottate dai fedeli che non potevano permettersi una mummificazione completa o un tentativo di soddisfare una domanda elevata di mummie animali.

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              Curiosità

              Fertilità maschile e aumento della lunghezza del pene: una strana evoluzione

              In breve, mentre il pene si allunga, la fertilità diminuisce: un paradosso che richiede attenzione e studio approfondito. Ma, per ora, possiamo solo prendere atto di questa curiosa evoluzione e aspettare ulteriori sviluppi.

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                Negli ultimi decenni, la fertilità maschile ha subito un declino notevole: gli spermatozoi sono sempre più lenti e meno numerosi, mentre la lunghezza media del pene è in crescita. Aldilà delle facili battute, questa combinazione rappresenta un problema serio, influenzato da fattori come lo stress, lo stile di vita sedentario e l’esposizione a sostanze inquinanti.

                Secondo uno studio pubblicato su The World Journal of Men’s Health e ripreso dalla Società Italiana di Andrologia, il professor Michael Eisenberg dell’Università di Stanford ha analizzato 75 studi su circa 56.000 uomini, raccogliendo dati degli ultimi 80 anni. Sorpresa: la lunghezza media del pene in erezione è aumentata del 24% negli ultimi 24 anni, passando da 12 a 15 cm. Un risultato inaspettato che ha lasciato perplessi anche gli esperti, i quali si aspettavano una decrescita.

                Cause dell’allungamento del pene

                Ma perché il pene si allunga? Eisenberg attribuisce questo fenomeno a cambiamenti nei nostri corpi dovuti all’esposizione a sostanze chimiche come pesticidi e prodotti per l’igiene, che alterano gli ormoni maschili. Questi cambiamenti sono correlati anche a obesità, stress e pubertà anticipata. Tuttavia, lo studio non esplora esplicitamente le ripercussioni di questo allungamento sulla salute riproduttiva, richiedendo ulteriori ricerche.

                E ora che accade?

                Sebbene questo studio rappresenti un primo passo importante, è solo l’inizio. Future ricerche esamineranno diverse popolazioni per determinare se questo cambiamento è universale o circoscritto a specifici gruppi. L’obiettivo è capire come l’aumento della lunghezza media del pene influenzi la salute maschile, con un’attenzione particolare agli stili di vita e all’esposizione agli agenti chimici.

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