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Curiosità

Dopo il “caffè sospeso” a Napoli arriva quello “ballato” negli USA (video)

«Caffè gratis a chi entra ballando»: questa l’originale e divertente iniziativa di un locale nel Massachusetts per trasmettere allegria. Certamente una trovata di marketing, in grado anche di far spuntare un sorriso sui visi degli avventori.

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    Una lodevole iniziativa di un bar, alla risposta di un nuovo trend che spopola sui social, specialmente su TikTok. L’iniziativa si chiama “Caffè gratis solo se entri ballando”, lanciata da un piccolo locale degli Stati Uniti. Un bar di Middleborough ha dato il via a questa iniziativa, una sorta di nuova frontiera del marketing che promette una bevanda gratuita a tutti coloro che balleranno per almeno cinque secondi entrandovi.

    Quei mattacchioni degli americani

    L’idea non poteva che spopolare sui social, trasformando un locale tranquillo in un palcoscenico improvvisato dove chiunque può esibirsi. Iniziativa semplice ma geniale che, sfruttando la vetrina dei social, ha portato un sorriso e una ventata di freschezza nella vita di molti. A volte basta poco per rendere il mondo un posto più divertente, anche se solo per qualche istante.

    Il contagio del ballo

    L’idea è nata grazie all’inventiva del proprietario del bar chiamato Coffee Milano Café: con un semplice cartello e una telecamera, ha dato vita a una vera e propria festa. I video dei clienti che si esibiscono in balli più o meno coordinati hanno fatto il giro del web, conquistando migliaia di visualizzazioni. Vedere ballare gli altri è un’esperienza contagiosa, come ridere o sbadigliare: chidere a Nanni Moretti che sul ballo ha scritto una delle scene più divertendi del suo capolavoro Caro diario

    L’epidemia danzerina del 1518 a Strasburgo

    Ancora oggi, a distanza di oltre cinque secoli, a Strasburgo si è svolto quello che, con una punta di ironia, è ricordato come il ballo più lungo della storia. Detta così può sembrare una cosa positiva… anche se in realtà le cose non andarono esattamente in questo modo. Stiamo parlando, infatti, di una vera e propria “piaga”, un’epidemia che, dopo tutto questo tempo, non trova spiegazioni plausibili ma che, per le sue caratteristiche, viene ricordata come una pagina di storia estremamente singolare. Durante una calda giornata d’estate, una donna scende in strada e inizia a ballare in modo sgraziato e piuttosto divertente, senza fermarsi per ore e ore. Nel giro di qualche settimana, non è più sola. Tante altre persone, come lei, vengono prese da quei movimenti frenetici, finché la situazione non si fa così preoccupante da costringere le autorità a prendere provvedimenti.

    Marketing creativo

    Quello della caffetteria americana rappresenta un successo inaspettato, che dimostra anche come la fantasia e la voglia di divertirsi non possiedano età. Anche le piccole imprese possono fare la differenza, basta trovare un’idea originale e la voglia di mettersi in gioco. L’idea è nata da Josh Rashid, titolare del bar, che ha deciso di rielabora la promozione di una pizzeria vicina alla propria attività, che regalava appunto una pizza gratis a chi sarebbe entrato nel ristorante ballando. E lui l’ha semplicimente riutilizzata con i caffè, appendendo un cartello fuori al bar sui cui ha spiegato l’iniziativa. Non soltanto collezionando migliaia di like su Instagram e su TikTok, ma raddoppiando anche la clientela pagante.

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      Monkey, il gatto cleptomane che ha arricchito la sua padrona Megan

      Monkey è un gatto della Cornovaglia che ruba ogni cosa e lo porta alla sua padrona MeganPer esempio? Un “gratta e vinci” da 14 mila euro.

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        Un gatto cleptomane della Cornovaglia, Inghilterra, sta diventando una piccola celebrità sui social. Monkey, questo il suo nome, torna ogni giorno a casa con un “dono” per la sua umana, Megan . Il suo bottino? Di tutto: da sacchetti vuoti di patatine a bustine di semi. Ma la vera sorpresa è arrivata quando Monkey ha riportato a casa un gratta e vinci già grattato, e per giunta risultato essere vincente.

        Quattordicimila euro tra i canini del gatto

        Inizialmente Megan pensava fosse solo spazzatura, ma ha scoperto che il biglietto valeva il doppio di quanto previsto: circa 14 euro. Nulla di straordinario, ma sicuramente un colpo di fortuna inaspettato! Il video dell’impresa felina naturalmente nel corso del tempo è diventato virale su TikTok (@meganchristiann), raccogliendo migliaia di commenti divertiti.

        Monkey è diventato social tra divertimento e telecamere segrete

        C’è chi scherza sul fatto che Monkey ripaghi i suoi debiti, mentre altri propongono di mettere una telecamera sul suo collare per svelare le sue misteriose incursioni. Megan, però, preferisce mantenere la sorpresa e continua a godersi le buffe avventure del suo gatto. Chi sa cosa Monkey porterà a casa la prossima volta!

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          La famiglia Zammit rifiuta 30 milioni di dollari per la casa

          La famiglia Zammit ha rifiutato un’offerta di 30 milioni di dollari per vendere la loro casa a The Ponds, Sydney. La loro decisione diventa un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana.

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            La famiglia Zammit, residente a The Ponds, Sydney, ha fatto notizia rifiutando un’offerta di 30 milioni di dollari per vendere la loro casa. Questa abitazione rappresenta per loro non solo un bene materiale, ma un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana. Circondata da un’enorme area commerciale e sviluppi residenziali, la casa dei Zammit è un baluardo contro l’avanzata della cementificazione. Questa decisione ha suscitato ammirazione e riflessione sulla crescente pressione dell’urbanizzazione nelle grandi città.

            La storia dietro il rifiuto

            Nonostante l’enorme somma offerta, la famiglia Zammit ha scelto di rimanere nella loro casa storica, dimostrando un attaccamento emotivo e culturale al loro luogo di vita. Questa scelta coraggiosa riflette il desiderio di mantenere un legame con le proprie radici e di resistere alla spinta verso la modernizzazione a tutti i costi. La casa, costruita su un terreno di due ettari, è circondata da negozi, ristoranti e complessi residenziali di nuova costruzione, rendendo il rifiuto dei Zammit ancora più significativo.

            Un simbolo di resistenza

            La decisione della famiglia Zammit è diventata un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana eccessiva. In un’epoca in cui molte persone cedono alle offerte lucrative dei costruttori, i Zammit hanno scelto di mantenere la loro casa come testimone del passato e baluardo contro l’invadenza del cemento. Questo rifiuto mette in luce la crescente tensione tra lo sviluppo urbano e la conservazione delle tradizioni e dei legami familiari.

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              Fotografato nudo da Google Street View: poliziotto argentino vince la causa e ottiene un risarcimento

              Secondo i giudici argentini, la privacy dell’uomo è stata violata in modo palese: Google dovrà risarcirlo con 12.500 dollari. Decisivo il fatto che fosse all’interno della sua proprietà, protetta da un alto muro.

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              Google Street View

                Era un giorno come tanti nel 2017, quando un poliziotto argentino, in un momento di relax nel giardino di casa sua, fu immortalato nudo dalle telecamere mobili di Google Street View. L’immagine, sfuggita alle consuete procedure di oscuramento automatico, mostrava l’uomo completamente nudo dietro un muro di oltre due metri, nel cortile privato della sua abitazione. Il caso, inizialmente trascurato, si è trasformato in un lungo iter giudiziario che ha ora trovato la sua conclusione: Google dovrà risarcire l’uomo con 12.500 dollari.

                La vicenda è emersa quando la foto ha iniziato a circolare online, accompagnata dal nome della via e dal numero civico, elementi ben visibili nell’inquadratura. La combinazione di questi dati ha reso l’uomo facilmente identificabile, esponendolo al ridicolo tra colleghi e residenti del piccolo centro in cui vive.

                In un primo momento, un tribunale aveva respinto il ricorso del poliziotto, ritenendo che fosse stato lui a comportarsi in modo inappropriato nel proprio giardino. Ma la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, stabilendo che non si trattava di uno spazio pubblico. Bensì privato e protetto da una barriera “più alta della media umana”. L’inquadratura è stata quindi definita come una “palese invasione della privacy”.

                La corte ha evidenziato anche una falla nei protocolli di Google, che solitamente sfoca i volti e le targhe. “In questo caso non si trattava di un volto, ma dell’intero corpo nudo di una persona, un’immagine che avrebbe dovuto essere evitata con ogni mezzo”, si legge nella sentenza.

                Assolte invece da ogni responsabilità la compagnia telefonica Cablevision SA e il sito di notizie El Censor, che avevano rilanciato la foto.

                Il caso solleva nuove domande sull’equilibrio tra tecnologia e tutela della privacy, dimostrando che, anche nell’era del digitale, il diritto alla riservatezza rimane fondamentale.

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