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Curiosità

OnlyFans è un enorme impero economico: chi c’è dietro a questo pruriginoso servizio web

La piattaforma ha compiuto solo otto anni ma è già stata in grado di rendere miliardario il suo attuale proprietario, l’imprenditore americano-ucraino Leonid Radvinsky.

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    Leonid Radvinsky, “Mister OnlyFans”, ha acquistato la società proprietaria del sito dai suoi fondatori inglesi per una somma non rivelata nel 2018. E non poteva fare investimento migliore, anche in funzione dei non previsti lockdown dovuti alla pandemia: catastrofici per alcune aziende, una vera e propria manna per OnlyFans.

    Come funziona

    I “creatori” possono pubblicare video e foto dietro un paywall, per il quale i “fan” o gli abbonati sborsano una quota mensile – variabile, a seconda delle diverse politiche “commerciali” – per accedervi. I creatori possono anche guadagnare denaro da mance e da contenuti “pay-per-view”, quelli che solitamente nascondono le visioni più estreme. Nel 2019, OnlyFans ha generato 238 milioni di sterline, entro il 2023 quella somma era aumentata di 21 volte, arrivando a 5,3 miliardi di sterline.

    1 milione di sterline ogni giorno: un “signor investimento”

    L’imprenditore è il principale beneficiario, pagandosi più di 1 miliardo di sterline in dividendi in meno di cinque anni: è quello che dichiara Fenix International, la società di cui è proprietario e che possiede OnlyFans. L’anno scorso, riceveva più di 1 milione di sterline al giorno dal suo lungimirante investimento. Anche se non è l’unico in azienda ad arricchirsi: nel 2019, il guadagno medio tra 11 dipendenti, inclusi i direttori, era di 101.000 sterline. Entro il 2023, 42 dipendenti, inclusi i due direttori, ricevevano in media 482.000 sterline.

    I guadagni dei creators

    Le stime parlano chiaro: quelli di maggior successo guadagnerebbero milioni di sterline all’anno. Anche se i conti aziendali mostrano che il guadagno medio annuo per un creatore di OnlyFans era di £ 1.291, senza commissioni e tasse. OnlyFans, come si sa, risulta difficile da monitorare. Ogni creatore si nasconde dietro il proprio paywall, con tariffe di abbonamento solitamente comprese tra £ 5 e £ 30 al mese. I “rapporti sulla trasparenza” mensili dell’azienda indicano che il numero di account disattivati per violazione delle regole del sito è raddoppiato lo scorso anno, da 28.000 nel 2023 a quasi 60.000 nel 2024. Al contempo, la quantità di contenuti rimossi per lo stesso motivo si è quasi dimezzata, da 557.000 nel 2023 a 323.000 nel 2024.

    Un fenomeno giunto al suo apice?

    I dati indicano che la crescita fenomenale del sito potrebbe aver raggiunto il picco. Le approvazioni per i nuovi account “creator” hanno raggiunto circa 400.000 al mese all’inizio del 2023 e ora sono scese di circa il 55% a circa 180.000/mese. Lo scorse gennaio si è registrato il numero più basso di approvazioni di account creator da quando OnlyFans ha iniziato a registrarle, nella metà del 2021. Anche se la quantità di contenuti continua a crescere, con oltre 300 milioni di singoli contenuti solo negli ultimi sei mesi.

    Vip nudi… o quasi

    Molto popolare nel settore dell’intrattenimento per adulti, anche se OnlyFans ospita anche contenuti di altri generi come esperti di fitness. Sul sito non mancano le celebrità: attori, attrici, influencers, cantanti e personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo. Bella Thorne, per esempio, è da sempre considerata uno dei volti principali e più rappresentativi di OnlyFans, riuscendo a frantumare qualsiasi altro record di incasso con ben due milioni di dollari in una sola settimana. Un profilo molto sexy è quello di Lucia Javorcekova, modella e influencer slovacca divenuta famosa nel 2015, in seguito alla sfida social con relativo hashtag #escile.

    Creators di casa nostra

    Tra le celebrità italiane con un account OnlyFans troviamo la showgirl Antonella Mosetti, ex volto di Non è la Rai, ex gieffina ed ex prima ballerina di Ciao Darwin. Anche la pupa Elena Morali ha un proprio account. E ancora Claudia Romani, Elena Berlato, Federica Pacela, Francesca Brambilla (volto di Avanti un altro!) e la meteorina Vanessa Minotti. Di recente anche un’altra ex pupa, ma del passato, ha aperto un profilo sulla piattaforma, Francesca Lukasik.

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      Curiosità

      Monkey, il gatto cleptomane che ha arricchito la sua padrona Megan

      Monkey è un gatto della Cornovaglia che ruba ogni cosa e lo porta alla sua padrona MeganPer esempio? Un “gratta e vinci” da 14 mila euro.

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        Un gatto cleptomane della Cornovaglia, Inghilterra, sta diventando una piccola celebrità sui social. Monkey, questo il suo nome, torna ogni giorno a casa con un “dono” per la sua umana, Megan . Il suo bottino? Di tutto: da sacchetti vuoti di patatine a bustine di semi. Ma la vera sorpresa è arrivata quando Monkey ha riportato a casa un gratta e vinci già grattato, e per giunta risultato essere vincente.

        Quattordicimila euro tra i canini del gatto

        Inizialmente Megan pensava fosse solo spazzatura, ma ha scoperto che il biglietto valeva il doppio di quanto previsto: circa 14 euro. Nulla di straordinario, ma sicuramente un colpo di fortuna inaspettato! Il video dell’impresa felina naturalmente nel corso del tempo è diventato virale su TikTok (@meganchristiann), raccogliendo migliaia di commenti divertiti.

        Monkey è diventato social tra divertimento e telecamere segrete

        C’è chi scherza sul fatto che Monkey ripaghi i suoi debiti, mentre altri propongono di mettere una telecamera sul suo collare per svelare le sue misteriose incursioni. Megan, però, preferisce mantenere la sorpresa e continua a godersi le buffe avventure del suo gatto. Chi sa cosa Monkey porterà a casa la prossima volta!

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          La famiglia Zammit rifiuta 30 milioni di dollari per la casa

          La famiglia Zammit ha rifiutato un’offerta di 30 milioni di dollari per vendere la loro casa a The Ponds, Sydney. La loro decisione diventa un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana.

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            La famiglia Zammit, residente a The Ponds, Sydney, ha fatto notizia rifiutando un’offerta di 30 milioni di dollari per vendere la loro casa. Questa abitazione rappresenta per loro non solo un bene materiale, ma un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana. Circondata da un’enorme area commerciale e sviluppi residenziali, la casa dei Zammit è un baluardo contro l’avanzata della cementificazione. Questa decisione ha suscitato ammirazione e riflessione sulla crescente pressione dell’urbanizzazione nelle grandi città.

            La storia dietro il rifiuto

            Nonostante l’enorme somma offerta, la famiglia Zammit ha scelto di rimanere nella loro casa storica, dimostrando un attaccamento emotivo e culturale al loro luogo di vita. Questa scelta coraggiosa riflette il desiderio di mantenere un legame con le proprie radici e di resistere alla spinta verso la modernizzazione a tutti i costi. La casa, costruita su un terreno di due ettari, è circondata da negozi, ristoranti e complessi residenziali di nuova costruzione, rendendo il rifiuto dei Zammit ancora più significativo.

            Un simbolo di resistenza

            La decisione della famiglia Zammit è diventata un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana eccessiva. In un’epoca in cui molte persone cedono alle offerte lucrative dei costruttori, i Zammit hanno scelto di mantenere la loro casa come testimone del passato e baluardo contro l’invadenza del cemento. Questo rifiuto mette in luce la crescente tensione tra lo sviluppo urbano e la conservazione delle tradizioni e dei legami familiari.

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              Fotografato nudo da Google Street View: poliziotto argentino vince la causa e ottiene un risarcimento

              Secondo i giudici argentini, la privacy dell’uomo è stata violata in modo palese: Google dovrà risarcirlo con 12.500 dollari. Decisivo il fatto che fosse all’interno della sua proprietà, protetta da un alto muro.

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              Google Street View

                Era un giorno come tanti nel 2017, quando un poliziotto argentino, in un momento di relax nel giardino di casa sua, fu immortalato nudo dalle telecamere mobili di Google Street View. L’immagine, sfuggita alle consuete procedure di oscuramento automatico, mostrava l’uomo completamente nudo dietro un muro di oltre due metri, nel cortile privato della sua abitazione. Il caso, inizialmente trascurato, si è trasformato in un lungo iter giudiziario che ha ora trovato la sua conclusione: Google dovrà risarcire l’uomo con 12.500 dollari.

                La vicenda è emersa quando la foto ha iniziato a circolare online, accompagnata dal nome della via e dal numero civico, elementi ben visibili nell’inquadratura. La combinazione di questi dati ha reso l’uomo facilmente identificabile, esponendolo al ridicolo tra colleghi e residenti del piccolo centro in cui vive.

                In un primo momento, un tribunale aveva respinto il ricorso del poliziotto, ritenendo che fosse stato lui a comportarsi in modo inappropriato nel proprio giardino. Ma la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, stabilendo che non si trattava di uno spazio pubblico. Bensì privato e protetto da una barriera “più alta della media umana”. L’inquadratura è stata quindi definita come una “palese invasione della privacy”.

                La corte ha evidenziato anche una falla nei protocolli di Google, che solitamente sfoca i volti e le targhe. “In questo caso non si trattava di un volto, ma dell’intero corpo nudo di una persona, un’immagine che avrebbe dovuto essere evitata con ogni mezzo”, si legge nella sentenza.

                Assolte invece da ogni responsabilità la compagnia telefonica Cablevision SA e il sito di notizie El Censor, che avevano rilanciato la foto.

                Il caso solleva nuove domande sull’equilibrio tra tecnologia e tutela della privacy, dimostrando che, anche nell’era del digitale, il diritto alla riservatezza rimane fondamentale.

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