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Misteri, segreti e personaggi di Santa Maria Maggiore: nella Basilica della Vergine riposa ora Papa Francesco

Tra storie di papi, santi, regine e rivoluzionari, la chiesa più amata da Francesco custodisce tesori d’arte, oro delle Americhe e tombe illustri

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Misteri, segreti e personaggi di Santa Maria Maggiore: nella Basilica della Vergine riposa ora Papa Francesco

    Da sabato 26 aprile, il corpo di Papa Francesco riposa nella Basilica di Santa Maria Maggiore, il santuario romano che più di ogni altro custodisce il suo legame profondo con la Vergine. Non è un luogo scelto a caso: fin dal primo giorno del suo pontificato, Jorge Mario Bergoglio aveva manifestato il desiderio di affidare ogni viaggio, ogni decisione importante, alla protezione della Salus Populi Romani, l’icona miracolosa venerata da secoli sotto le volte della Basilica.

    Santa Maria Maggiore è un crocevia di fede, arte e mistero. Fondata, secondo la leggenda, nel luogo di una miracolosa nevicata estiva il 5 agosto del 358, la Basilica è ancora oggi teatro di una suggestiva celebrazione annuale, quando fiocchi artificiali e petali di rose cadono dal soffitto per rievocare quell’antico prodigio.

    Al suo interno riposano personaggi che, in modi diversi, hanno segnato la storia. Ora, accanto alla venerabile icona di Maria, anche Papa Francesco ha trovato la sua ultima dimora, circondato da un intreccio di memorie illustri e di episodi poco noti.

    Sopra la sua tomba si legge un’epigrafe che richiama l’antichissima tradizione legata alla Salus Populi Romani, l’immagine considerata acheropita, cioè non dipinta da mano umana. Secondo la devozione popolare, sarebbe stata realizzata dall’evangelista San Luca in persona: un racconto di fede che attraversa i secoli e che Francesco, con il suo stile diretto e semplice, ha sempre fatto proprio.

    Scendendo nella cappella Borghese, si scopre chi riposa accanto a lui. Il primo è Paolo V Borghese, il papa che alla fine del Cinquecento promosse grandi lavori di restauro della Basilica. Vicino a lui, il potente e controverso cardinal nepote Scipione Borghese, raffinato collezionista ma anche figura spregiudicata, capace di appropriarsi senza scrupoli di opere d’arte straordinarie, come raccontano le cronache dell’epoca.

    Paolina Bonaparte

    Accanto alle tombe ecclesiastiche si trova anche quella di Paolina Bonaparte, sorella prediletta di Napoleone, celebre tanto per la sua bellezza quanto per la sua vita scandalosa. Posò nuda per Antonio Canova, suscitando scandalo nella Roma puritana del primo Ottocento, e oggi riposa qui, a due passi dall’icona mariana.

    Il principe nero

    Non manca chi portò nella Basilica un’aura più cupa: Junio Valerio Borghese, il “principe nero”, comandante della Decima Mas durante la Repubblica di Salò e protagonista di un fallito golpe neofascista nel 1970. Alla sua morte in esilio, i funerali divennero occasione di disordini e gesti eclatanti: la bara fu sottratta da un gruppo di estremisti e portata in trionfo con saluti romani e cori. Episodi che nulla tolgono, ma anzi aggiungono strati di storia e tensione a questo luogo sacro.

    Legata alla monarchia spagnola

    Santa Maria Maggiore è anche legata, in modo singolare, alla monarchia spagnola. È convinzione diffusa che il Re di Spagna possa, teoricamente, entrare a cavallo nella Basilica, un privilegio unico nel suo genere. Di fatto, nessuno l’ha mai esercitato, ma il legame con Madrid resta fortissimo: furono i sovrani cattolici Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona a donare i primi quintali d’oro, provenienti dalle Americhe appena scoperte, per la realizzazione dell’abbagliante soffitto a cassettoni. Oro che ancora oggi luccica, testimone muto di conquiste e speranze.

    Arte tra le navate

    Anche l’arte trova a Santa Maria Maggiore un suo spazio privilegiato. Qui hanno lavorato pittori del calibro di Guido Reni e Giovanni Baglione, scultori come Nicolas Cordier e Pietro Bracci. Ma il nome che più colpisce è quello di Gian Lorenzo Bernini. Il genio barocco, artefice di alcune delle meraviglie più celebrate di Roma, è sepolto nella Basilica, proprio ai piedi dell’altare maggiore. Una tomba semplice, quasi anonima, in contrasto con l’opulenza delle sue opere. La sua vita, segnata da passioni violente e da un talento senza pari, trova qui la sua pace definitiva. Curiosamente, anche la sua amante Costanza Bonarelli — al centro di uno scandalo clamoroso nell’estate del 1630 — riposa in Santa Maria Maggiore, anche se la sua tomba è andata perduta nei secoli.

    Tra le storie meno conosciute che abitano queste navate c’è quella di António Manuel ne Vunda, soprannominato “il Negrita”, il primo ambasciatore africano arrivato a Roma nel XVII secolo. Partito dal Regno del Congo, impiegò quattro anni a raggiungere la Città Eterna. Morì poco dopo il suo arrivo, la notte dell’Epifania, e fu sepolto proprio qui, nella Basilica. Il suo busto funerario, scolpito da Francesco Caporale nel 1608, è stato recentemente prestato alle Scuderie del Quirinale, per la mostra Barocco globale, su esplicita autorizzazione di Papa Francesco.

    Santa Maria Maggiore custodisce, infine, le spoglie di otto Pontefici, con l’aggiunta recente di Papa Francesco. Tra questi, Clemente VIII Aldobrandini, il papa che autorizzò l’esecuzione di Beatrice Cenci e Giordano Bruno, segnando alcune delle pagine più oscure della storia romana. E Pio V Ghislieri, Grande Inquisitore e unico papa canonizzato tra il XIV e il XX secolo, protagonista di dure politiche contro gli ebrei e i non cattolici.

    Ora, tra queste tombe, tra questi secoli sovrapposti di gloria e dolore, riposa anche Francesco. Vicino alla Vergine che ha tanto amato, in mezzo alla storia e alla polvere del tempo, come a voler continuare a parlare al cuore del popolo, anche nel silenzio eterno.

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      Bandiere Blu 2025: le spiagge più belle d’Italia tra sostenibilità e servizi top

      Liguria e Puglia dominano la classifica, mentre la Calabria supera la Campania. Con 15 nuovi ingressi e un Piano d’azione per la sostenibilità, il riconoscimento della FEE premia l’eccellenza delle coste italiane.

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        Le Bandiere Blu sono da sempre un punto di riferimento per la qualità delle spiagge italiane. Un riconoscimento che premia non solo la bellezza delle acque, ma anche la gestione attenta del territorio. E inoltre la capacità delle amministrazioni locali di garantire servizi efficienti ai cittadini e ai turisti. L’edizione 2025 segna un ulteriore passo avanti, con 246 località rivierasche premiate e 84 approdi turistici, per un totale di 487 spiagge che potranno esibire il prestigioso vessillo blu.

        La selezione della Foundation for Environmental Education

        Ogni anno la Foundation for Environmental Education (FEE) valuta i candidati in base a criteri sempre più dettagliati e stringenti. La qualità delle acque è solo il primo parametro considerato. Le amministrazioni devono dimostrare un impegno concreto nella gestione dei rifiuti, nella presenza di impianti di depurazione efficienti, nella valorizzazione delle aree naturali e nella promozione di una mobilità sostenibile. Piste ciclabili, spazi pedonali, arredo urbano curato e accessibilità senza barriere sono elementi fondamentali per ottenere la certificazione. Questo approccio, oltre a garantire un’esperienza migliore per chi visita queste spiagge, spinge i comuni a intraprendere un percorso di miglioramento continuo, per mantenere nel tempo lo standard richiesto.

        Liguria ancora prima tra le Bandiere Blu

        La classifica di quest’anno vede ancora una volta la Liguria al primo posto con 33 località premiate, mentre la Puglia consolida la sua crescita raggiungendo quota 27 riconoscimenti. La Calabria, con tre nuovi ingressi, supera la Campania, che mantiene 20 Bandiere Blu nonostante la perdita di Capaccio Paestum. Anche le Marche e la Toscana registrano un aumento, con 20 e 19 località rispettivamente. La Sardegna e l’Abruzzo aggiungono una nuova spiaggia ciascuna, arrivando entrambe a quota 16, mentre la Sicilia, con 14 Bandiere, perde due località ma ne guadagna altrettante. Il Lazio cresce fino a 11, mentre Emilia-Romagna, Veneto e Basilicata confermano le loro posizioni. Il Piemonte, invece, scende a quattro riconoscimenti, perdendo un comune rispetto al 2024.

        Una delle novità più significative dell’edizione 2025 è l’introduzione del piano di azione per la sostenibilità, un documento che ogni comune premiato ha dovuto redigere e presentare, con l’obiettivo di garantire un miglioramento concreto nei prossimi tre anni. Il piano prevede azioni mirate per la mobilità sostenibile, la protezione del mare e della biodiversità, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la creazione di comunità più eco-friendly. Non si tratta più solo di garantire acque pulite, ma di progettare un sistema che possa resistere e adattarsi alle sfide ambientali del futuro.

        Un percoso di crescita per i comuni italiani

        Claudio Mazza, presidente della FEE Italia, ha sottolineato l’importanza di questo nuovo approccio, evidenziando come il riconoscimento sia diventato ormai un percorso di crescita per i comuni, che devono dimostrare di voler migliorare e non semplicemente di mantenere standard già acquisiti. Le località premiate si trovano così a dover sviluppare strategie concrete per la tutela dell’ambiente e per la qualità della vita, coinvolgendo cittadini e turisti in un processo che punta a un futuro più sostenibile. Le Bandiere Blu non sono solo un simbolo di eccellenza turistica, ma rappresentano un impegno concreto per la salvaguardia del territorio e delle sue risorse naturali. In questo percorso virtuoso, le amministrazioni locali svolgono un ruolo fondamentale, e ogni nuovo ingresso nella classifica è il segno di una crescente attenzione alla sostenibilità e alla qualità della vita.

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          Assegnate le “bandiere verdi” di Legambiente: la montagna che resiste senza compromessi

          Diciannove luoghi premiati per il loro impegno nel turismo sostenibile, nella tutela delle tradizioni agro-silvo-pastorali e nei progetti culturali. Un riconoscimento a chi sceglie di preservare le terre alte, contrastando lo spopolamento e puntando sulla valorizzazione autentica del territorio.

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            Ogni anno Legambiente premia con le Bandiere Verdi quei luoghi montani che si distinguono per la loro capacità di preservare l’ambiente e promuovere uno sviluppo sostenibile. Nel 2025, sono 19 le località e le realtà premiate. Distribuite lungo l’arco alpino, ciascuna località ha una sua unicità che la rende un esempio virtuoso di tutela e valorizzazione delle terre alte.

            Le mete premiate per il turismo sostenibile

            L’idea di montagna come luna park con strutture invasive e impianti turistici eccessivi viene rifiutata a favore di un turismo dolce, che rispetti il territorio e ne esalti la bellezza autentica. In questa categoria rientra il Rifugio Alpino Vallorch, gestito dall’associazione “Lupi, Gufi e Civette“. Il rifugio si distingue per il suo ruolo nella educazione ambientale nel Cansiglio (Belluno). Promuove la conoscenza della foresta e offre attività eco-compatibili, creando un legame diretto tra visitatori e natura.

            Rispetto, innovazione e amore per la natura

            Un altro riconoscimento di Legambiente è stato assegnato al Consorzio Turistico del Pinerolese, in Piemonte. Il consorzio ha sviluppato un’efficace rete tra operatori pubblici e privati per valorizzare il territorio e la sua identità alpina. Inoltre ha favorito un turismo basato sull’esperienza e sulla scoperta consapevole. In Liguria, Legambiente ha premiato il Parco Naturale Regionale del Beigua per la sua gestione innovativa del territorio. Inoltre per il suo impegno a promuovere un turismo sostenibile, con percorsi immersi nella natura che valorizzano gli ecosistemi senza comprometterli.

            Tra eventi culturali ed itinerari storici

            La Val Tramontina, in Friuli Venezia Giulia, è stata premiata grazie all’associazione Oplon. Nata nel 2023 l’associazione è guidata da un gruppo di giovani, che lavora alla rivitalizzazione della zona attraverso eventi culturali. Come per esempio il Threesound Fest e il progetto di recupero di Casa Abis. Si tratta di un edificio storico riportato a nuova vita per ospitare attività comunitarie. La sottosezione del CAI Valle di Scalve, in Lombardia, ha ricevuto il riconoscimento di Legambiente per la creazione della Via Decia. Si tratta di un cammino attraverso i boschi di ferro delle Alpi Lombarde, che recupera un itinerario storico legato all’estrazione mineraria.

            Agricoltura e pastorizia: la montagna che mantiene le sue tradizioni

            La montagna non è solo turismo, ma anche attività agro-silvo-pastorali che da secoli ne caratterizzano l’economia e la cultura. Per questo Legambiente ha premiato realtà che mantengono vive le pratiche tradizionali. Come nel caso dell’azienda agricola Raetia Biodiversità Alpine di Patrizio Mazzucchelli. L’azienda in provincia di Sondrio è stata premiata per la sua ricerca di varietà tradizionali a rischio di estinzione, contribuendo a preservare la diversità agricola locale. La pastora e scrittrice Marzia Verona, in Valle d’Aosta, ha ricevuto il riconoscimento per la sua attività in quota. Per il valore dell’allevamento tradizionale e delle storie di chi resiste alle difficoltà dell’ambiente montano. Nella Val Varaita, in Piemonte, la Comunità CRESCO è stata premiata da Legambiente per la sua capacità di promuovere un’agricoltura sostenibile e multifunzionale. E per il forte legame con la comunità locale e il territorio.

            Tutela dei boschi e gestione del territorio

            L’organizzazione AsFo “La Serra”, in provincia di Torino, è stata riconosciuta per il suo lavoro nella tutela dei boschi e della gestione sostenibile del territorio. Inoltre per il contrasto all’abbandono delle pratiche tradizionali e la frammentazione fondiaria che minaccia il paesaggio. In Trentino, l’A.S.U.C. di Sopramonte, Baselga del Bondone e Vigolo Baselga ha ricevuto il riconoscimento di Legambiente per la gestione attenta di boschi, pascoli e prati aridi, preservando l’equilibrio ambientale della zona.

            Legambiente premia i progetti socioculturali che valorizzano la montagna

            Oltre alla tutela ambientale, è fondamentale mantenere vivo il tessuto sociale delle comunità montane, spesso minacciate dallo spopolamento e dalla perdita di identità. La Cooperativa di Comunità VISO A VISO, a Ostana, ha dimostrato come sia possibile rigenerare un borgo attraverso servizi dedicati al benessere, alla cultura e al turismo sostenibile. E inoltre facendo rinascere un paese che rischiava di diventare un borgo fantasma. In Val Gardena, l’organizzazione NOSC CUNFIN ha ottenuto il riconoscimento per la difesa dei Piani di Cunfin e della Città dei Sassi. L’organizzazione di batte contro i progetti speculativi che minacciano l’ambiente. A Clavais, Ovaro, l’amministrazione del Dominio Civico è stata premiata per la sua gestione collettiva del territorio, tutelando l’eredità culturale e ambientale della frazione.

            Una montagna che resiste e rinasce

            L’Associazione Casa Alexander Langer, in Friuli, ha ricevuto la Bandiera Verde per il suo impegno nella promozione culturale nelle aree interne. E per un modello di crescita basato sulla conoscenza e la memoria storica. Il Progetto Lince Italia, di Tarvisio, ha ottenuto il riconoscimento per il suo impegno nella reintroduzione della lince nelle Alpi Orientali. E per il suo contributo al ripristino dell’equilibrio ecologico. A Morbegno, il programma Alpha Skills è stato premiato per il suo lavoro con i giovani tra gli 11 e i 15 anni, aiutandoli a sviluppare competenze legate alla sostenibilità e professioni green.

            I riconoscimenti di Legambiente anche all’inclusione sociale

            L’Associazione EQuiStiamo APS, tra Veneto e Trentino, ha ricevuto il riconoscimento per la difesa delle risorse idriche, contrastando progetti di dighe invasive e promuovendo alternative sostenibili. La Cooperativa sociale Cadore – Dolomiti, (Belluno), è stata premiata per il suo impegno nell’inclusione sociale e nella tutela ambientale. E per l’inserimento nel mondo del lavoro persone svantaggiate. Il Comitato per la tutela dei laghi di Serraia e Piazze, sull’Altopiano di Piné, ha ottenuto la Bandiera Verde per le iniziative volte alla salvaguardia degli ecosistemi lacustri. E per il miglioramento delle condizioni ambientali di questi preziosi specchi d’acqua alpini.

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              Sant’Andrea delle Fratte: un gioiello barocco e luogo di fede

              Pellegrinaggio a Roma? Non perdere la Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, il santuario della Madonna del Miracolo, e ammira la sua architettura barocca.

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                Nel cuore di Roma, tra Piazza di Spagna e Fontana di Trevi, si trova la Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, un luogo carico di storia e spiritualità. Conosciuta in tutto il mondo per essere il santuario della Madonna del Miracolo, questa chiesa barocca è meta di pellegrinaggi e di turisti che desiderano immergersi in un’atmosfera di profonda fede.

                Un’apparizione che ha segnato la storia

                La basilica è legata indissolubilmente alla figura di Alfonso Ratisbonne, un avvocato ebreo che, nel 1842, visse un’esperienza mistica che lo portò alla conversione al cattolicesimo. Secondo il suo racconto, mentre si trovava in preghiera nella cappella dedicata all’arcangelo Michele, gli apparve la Vergine Maria, invitandolo a inginocchiarsi. Questo evento miracoloso, riconosciuto dalla Chiesa, fece di Sant’Andrea delle Fratte un luogo di culto mariano di grande importanza.

                Un’architettura maestosa

                La basilica, costruita a partire dal XVI secolo, è un capolavoro del barocco romano. L’interno, luminoso e ricco di decorazioni, ospita opere d’arte di grande valore e affreschi che narrano la storia dell’apparizione. La cappella della Madonna del Miracolo, dove avvenne l’evento miracoloso, è il cuore della basilica e meta di innumerevoli pellegrinaggi.

                Un luogo di fede e di pellegrinaggio

                Sant’Andrea delle Fratte è molto più di una semplice chiesa. È un luogo di pellegrinaggio, dove migliaia di fedeli si recano ogni anno per pregare e chiedere l’intercessione della Vergine Maria. Con il Giubileo quest’anno si attendono milioni di pellegrini in visita. La basilica è anche un importante centro di spiritualità, che offre ai visitatori la possibilità di partecipare a messe, confessioni e altre attività religiose.

                Un legame con la medaglia miracolosa

                L’apparizione di Sant’Andrea delle Fratte è strettamente legata alla Medaglia Miracolosa, un’altra importante manifestazione mariana. La Vergine Maria, infatti, apparve anche a Santa Caterina Labouré, chiedendole di far coniare una medaglia con l’immagine di se stessa, che sarebbe stata un segno di salvezza per tutti coloro che l’avrebbero portata al collo. La Medaglia Miracolosa è oggi uno dei più famosi e diffusi devozionali mariani.

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