Cinema
Oltraggio… alla logica: Riccardo Schicchi torna a far parlare di sé, pure da morto
La nuova edizione di Oltraggio al Pudore, autobiografia del re del porno Riccardo Schicchi, riaccende i riflettori su trent’anni di bluff, amori ungheresi, fantasmi di Moana Pozzi e porno-verità mai svelate. Tra Eva Henger, Cicciolina e i fake su Pacciani, il porno italiano degli anni ’90 non smette di scandalizzare. Riccardo Schicchi fu un visionario? Sicuramente. Un bluffatore? Anche. Un protagonista? Sempre. Ma come ogni mito, è bene leggerlo con spirito critico… e magari con una buona dose di ironia.

A trent’anni dalla prima uscita, Oltraggio al Pudore di Riccardo Schicchi torna sugli scaffali in una nuova edizione, rivisitata ma non aggiornata. Prefazione della porno-segretaria Debora Attanasio, postfazione di Eva Henger e tanta nostalgia per un porno italiano che fu più trash che rivoluzionario. Niente inediti, solo la voglia di santificare un uomo che ha “inventato” l’hard italiano, ma che nella seconda parte della sua carriera ha collezionato più scivoloni che successi.
Cicciolina, Koons e l’ultima notte con Schicchi
Tra le pagine, Schicchi racconta di Ilona Staller, la sua musa e amante per oltre 10 anni. La loro relazione non monogama finisce quando Cicciolina si innamora dell’artista Jeff Koons e lo sposa. Ma non prima di un’ultima notte di sesso, proprio mentre lei si stava preparando per andare all’altare. Tutto documentato… da lui, ovviamente. Secondo Ilona, invece, fu Schicchi a non voler figli da lei, per paura di “rovinare la fantasia” dei fan. Una lettura inquietante e rivelatrice di quanto marketing e carne potessero fondersi nel personaggio di Cicciolina.
L’improbabile porno-verità su Moana Pozzi: la versione di Eva
Eva Henger, altra musa-schicchiana, sgancia la bomba: “Moana non è morta nel 1994. Il 14 settembre telefonò a Riccardo dicendo che stava meglio. È morta dopo, ma ha voluto sparire prima.” Un giallo degno di un film, con Schicchi regista occulto della “morte mediatica” dell’icona Moana Pozzi. E intanto lui, l’8 settembre, la annunciava in arrivo al Mi-Sex… quando secondo la versione ufficiale era già allettata in fin di vita a Lione. Qualcuno mente. Ma chi?
L’illusione Mercedes Ambrus: la “porno vergine”
Tra Ilona e Eva, spunta Mercedes Ambrus. Riccardo la promuove come “la vergine del porno”. Una trovata pubblicitaria ai limiti del comico, considerando che – parole sue – “non l’ha nemmeno mai avuta”. Eppure per anni ci ha creduto. O ha finto di crederci. O entrambe.
Il “bluff a luci rosse” con Gessica e il mostro di Firenze
Nel declino degli anni ’90, Schicchi tenta il colpo mediatico più assurdo: spinge la spogliarellista Gessica Massaro come amante segreta di Pietro Pacciani, il presunto Mostro di Firenze. Convoca una conferenza stampa, promette un video hard mai esistito e viene ridicolizzato da tutta la stampa. Lui voleva tornare sotto i riflettori, ma finisce nella rubrica del trash. La pornografia diventa buffonata, e Schicchi ne è il protagonista stanco.
Schicchi e il porno che (non) voleva il futuro
Con l’arrivo del web, Schicchi si tira indietro. Rifiuta la rivoluzione digitale, resta aggrappato al porno “di una volta” e perde il controllo del suo impero. Le sue ultime produzioni sono grottesche, pasticciate, senza né eros né visione. Un crollo lento ma inesorabile, quello del pioniere che non ha saputo evolversi.M
ito, bluff o genio del marketing?
La nuova edizione di Oltraggio al Pudore è il tentativo postumo di riportare Schicchi al centro del dibattito culturale sul porno italiano. Ma a leggerla oggi, la sua vita somiglia più a un romanzo tragicomico che a un’epopea rivoluzionaria.
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Cinema
“I cocci rotti non si riaggiustano”: Micaela Ramazzotti riavvolge il nastro sul suo ex
L’attrice torna alla ribalta con “30 notti con il mio ex”, ma è la sua vita privata ad attirare i riflettori: la separazione burrascosa da Paolo Virzì, l’amore ritrovato con Claudio Pallitto, una rissa pubblica e la riscoperta di sé. Un racconto che intreccia arte, emozioni e resilienza, tra cinema e realtà.

Il 17 aprile arriva nelle sale 30 notti con il mio ex di Guido Chiesa, una commedia per famiglie che segna il ritorno sul grande schermo di Micaela Ramazzotti. Ancora una volta interpreta una delle sue “pazzerelle”, personaggi eccentrici e vulnerabili, ma stavolta il copione sembra fondersi con la vita vera. Micaela non si nasconde più. Non solo nel film, ma soprattutto fuori dal set.
La verità fa male (ma libera): la scelta di esporsi
«La verità è bella perché è libera e ti mette in pace con te stessa», dichiara l’attrice. Dopo anni di silenzi, ha deciso di raccontare pubblicamente la sua verità, anche a costo di esporsi al giudizio. La separazione con Paolo Virzì non è stata indolore: accuse, insulti (“Brutta merda, mignotta”, le avrebbe urlato il regista), una lite che coinvolse anche il suo nuovo compagno Claudio Pallitto. «Quando c’è stata quella bufera, ho sentito cose brutte sul mio compagno. Mi hanno fatto male. Difendendolo, ho difeso anche me». Una presa di posizione netta, forte, che rivela una nuova Ramazzotti: più determinata, più consapevole.
“I cocci a Roma finiscono al monte de’ cocci”: niente kintsugi, solo realtà
Il film propone una riflessione delicata: è possibile ricostruire un rapporto finito? Ramazzotti risponde senza esitazioni: «Il kintsugi (l’arte orientale di riparare oggetti con l’oro, ndr) è poetico, ma non ci credo. Se si rompe qualcosa di profondo, resta rotto». E no, i cocci non si riaggiustano con l’oro: si buttano. Una dichiarazione che sembra una sentenza definitiva sul suo passato con Virzì. Nessuna possibilità di riconciliazione, solo l’accettazione delle crepe. E la forza di andare avanti.
Una madre sincera, un’artista rinata
Micaela non filtra nemmeno con i figli: «Con loro c’è sempre stata onestà intellettuale». Un esempio di maternità moderna, lontana dalla retorica zuccherosa. E come artista? Dice di essere cambiata. «Mi sentivo fragile, ho scoperto di essere una lottatrice». La famosa rissa con l’ex – dove avrebbe persino strappato e lanciato gli occhiali di Virzì – non è solo una scena da rotocalco, ma l’istantanea di un passaggio cruciale nella sua evoluzione personale e creativa.
Dall’inferno al riscatto: l’amore con Pallitto e il futuro
Claudio Pallitto, suo attuale compagno, presto marito, è stato bersaglio di critiche e commenti feroci. Ma Micaela lo ha difeso a spada tratta. «Non si attacca una persona per il fisico. Basta, se ne parla una volta sola. Colpo secco, stop». Una donna che si rialza, che non si lascia più mettere all’angolo, che trasforma le ferite in forza. Ramazzotti non solo torna al cinema, ma sembra voler riscrivere il proprio copione di vita: da protagonista, senza censure.
Cinema
Il prossimo James Bond berrà tequila? Con Alfonso Cuarón potrebbe succedere…
Il regista premio Oscar Alfonso Cuarón ha confermato le trattative per dirigere il prossimo film della saga di James Bond, ora nelle mani di Amazon MGM. Cosa succede quando l’eleganza britannica incontra la passione latina e se il genio dietro Roma prenderà davvero il timone?

Avete letto bene. Il celebre regista messicano Alfonso Cuarón ha rivelato di essere in trattativa per dirigere il prossimo capitolo dell’iconica saga di James Bond! Una notizia che ha scatenato entusiasmo e curiosità tra i fan del franchise. Dopo anni di eleganza british, intrighi internazionali e martini “agitati, non mescolati”, 007 potrebbe finalmente parlare… spagnolo?
Da Roma a Londra (passando per Città del Messico)
Cuarón, che non dirige un film dal 2018 — anno in cui ha trionfato agli Oscar con Roma — ha dichiarato:
“C’è effettivamente questo progetto in discussione e ho il desiderio, se dovesse accadere, di rivisitare questa storia a modo mio”.
Una dichiarazione che lascia intendere non solo un ritorno alla regia, ma anche un desiderio di reinventare Bond secondo la sua sensibilità cinematografica. E se pensiamo a quanto siano stati rivoluzionari film come Gravity o I figli degli uomini, il risultato potrebbe essere esplosivo.
Amazon MGM cambia le carte in tavola
Con l’acquisizione dei diritti della saga da parte di Amazon MGM, l’universo di 007 è pronto per una svolta epocale. I fan si aspettano innovazione, diversità e un tono meno “vecchia scuola”. Cuarón, con la sua visione umana e profonda, potrebbe essere la scelta perfetta per questa nuova era.
Ma chi sarà il prossimo Bond?
Ancora nessuna conferma sul volto che interpreterà James Bond, ma con Cuarón alla regia, c’è da aspettarsi un personaggio più sfaccettato, emotivamente complesso e, chissà, magari anche con radici culturali diverse. Un Bond meno freddo e più umano? Potremmo davvero essere di fronte al 007 più rivoluzionario di sempre.
Uno 007 latinoamericano? Sì, grazie!
Immagina le sequenze d’azione tra i mercati di Oaxaca, inseguimenti tra le piramidi maya o dialoghi intensi sullo sfondo del Día de los Muertos. Il tocco visivo e narrativo di Cuarón potrebbe arricchire l’universo di Bond con nuove prospettive culturali e visive.
Il ritorno di un maestro
Dopo anni di silenzio, Alfonso Cuarón potrebbe tornare dietro la macchina da presa con una delle saghe più amate al mondo. E se il progetto andasse in porto, ci aspetta un Bond mai visto prima: più passionale, più profondo, forse persino più reale.
Cinema
“Francesca e Giovanni”: la grande storia d’amore e giustizia spezzata a Capaci
“Francesca e Giovanni”, diretto da Simona Izzo e Ricky Tognazzi, sarà nelle sale dal 15 maggio, distribuito da Adler Entertainment. Ma stavolta al centro del racconto non c’è solo il coraggio professionale: c’è un amore vero, forte, tragico. Quello tra Francesca Morvillo, prima magistrata uccisa dalla mafia, e Giovanni Falcone.

Dopo il film di Michele Placido del 1993, che raccontava un’estate speciale con Beppe Fiorello nei panni di Paolo Borsellino e Massimo Popolizio in quelli di Giovanni Falcone, e dopo la miniserie televisiva con Massimo Dapporto, arriva ora al cinema un nuovo, toccante omaggio alla memoria del magistrato simbolo della lotta alla mafia.
Un amore nella tempesta
A interpretare Francesca è Ester Pantano, mentre Primo Reggiani veste i panni del giudice Falcone. Il film ripercorre gli anni più intensi della loro vita, fino al tragico attentato di Capaci del 23 maggio 1992, quando una carica di 500 kg di tritolo distrusse l’auto dei magistrati sull’autostrada A29, uccidendo anche gli agenti della scorta: Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
La pellicola, scritta da Simona Izzo insieme a Felice Cavallaro e Domitilla Di Pietro, si apre nel 1979, in una Palermo segnata dalla guerra di mafia. Francesca Morvillo è sostituto procuratore presso il tribunale dei minori e conduce una vita riservata insieme al marito Giuseppe. Ma la chiamata a seguire un caso di parricidio la mette davanti a una realtà crudele: un adolescente ha ucciso il padre sotto gli occhi della madre, che sceglie il silenzio per difendere l’”onore” familiare. Francesca, ferma nei suoi principi, si scontra con un sistema giudiziario ancorato alla punizione, rifiutando compromessi. Per lei, la giustizia è soprattutto educazione e futuro.
Quando l’incontro cambia il destino
In un momento di crisi personale e professionale, Francesca incontra Giovanni. Da subito è chiaro che i due condividono una visione comune, valori forti e un senso della giustizia che li avvicina profondamente. Il loro amore nasce in un contesto difficile, cresce tra minacce, isolamento e una quotidianità costantemente in bilico. La loro unione diventa un rifugio e allo stesso tempo una forza: affrontano tutto insieme, sostenendosi reciprocamente.
Ma la realtà non fa sconti. I momenti intimi si assottigliano sotto il peso delle indagini, delle pressioni, della consapevolezza del pericolo imminente. Anche il romanticismo deve piegarsi davanti alla durezza della lotta alla mafia. Eppure, fino all’ultimo, restano l’uno accanto all’altra, uniti da un legame profondo quanto la missione che li accomuna.
Il dovere della memoria
“Raccontare Francesca, far conoscere il suo amore per Giovanni e il suo impegno per la giustizia ci ha spinto a realizzare questo film”, spiegano Izzo e Tognazzi. “Ci sono storie che non possono essere dimenticate. Francesca è stata una pioniera del diritto minorile, la prima consigliera della Corte d’Appello di Palermo. Ma troppo spesso il suo nome è rimasto in ombra.”
Il film ha ricostruito il contesto storico, sociale e umano quasi interamente attraverso il punto di vista di Francesca, esplorando con delicatezza anche la dimensione privata. Fondamentale, per gli autori, è stato il dialogo con il fratello della magistrata, il giudice Alfredo Morvillo, e con sua moglie Anna. “Con loro – racconta Izzo – abbiamo vissuto momenti molto toccanti, come la visita alla Chiesa di San Domenico a Palermo, dove oggi riposa Falcone. Lì, vicino alla sua tomba, c’è solo una targa per Francesca e per gli agenti di scorta. Una memoria troppo fragile per un sacrificio così grande.”
Un film necessario
“Francesca e Giovanni” è molto più di un film biografico: è un atto d’amore, un gesto civile, un modo per riportare alla luce la voce di una donna che ha scelto di non restare in silenzio. Insieme a Falcone, ha condiviso ideali, battaglie, timori e sogni. E con lui è morta, nell’attentato che ha segnato per sempre la storia della Repubblica. Un film che invita a ricordare, ma soprattutto a non dimenticare. Perché la giustizia, quella vera, ha spesso il volto silenzioso di chi ha amato fino all’ultimo respiro.
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