Connect with us

Spettacolo

Cosa nasconde l’ospitata di John Travolta a Sanremo?

Alla fine la risposta potrebbe risultare fin troppo semplice. Un paio di scarpe. Quelle indossate da John Travolta nella sua esibizione durante la scorsa edizione del Festival di Sanremo.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Ci riferiamo alle scarpe bianche U-Power indossate da John Travolta per la sua ospitata durante la scorsa edizione del Festival di Sanremo. U-Power è un marchio di Monza che produce calzature antinfortunistiche e di cui l’attore statunitense è testimonial dal 2023. Ma prima di contestare la questione economica ed eventuali maneggi di soldi, il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri ci gira intorno. Dopo l’intervista di Lucio Presta al quotidiano Il Giornale si è scagliato contro “lo strapotere dei manager padroni del sistema televisivo“. E incalza prendendosela con i super conduttori con un chiaro riferimento ad Amadeus ora uscito dalla Rai.

    Io, lui e l’attore

    Nell’intervista al quotidiano Il Giornale Presta, ricostruisce le ragioni della rottura tra lui e il presentatore. Inoltre accenna a possibili violazioni del Codice Rai nella gestione dei contratti e dei diritti d’autore. Sono state queste le parole che hanno fatto rizzare le orecchie di Gasparri, pronto a navigare ogni possibile questione che coinvolga il servizio televisivo pubblico. E in più ci si è messo di mezzo anche il Codacons che ha chiesto l’intervento della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. E lo fa addirittura con un esposto, indirizzato all’Autorità anticorruzione. Codecons chiede di verificare la veridicità delle dichiarazioni di Presta e di accertare eventuali violazioni delle disposizioni in essere ed eventualmente adottare “i provvedimenti del caso“.

    E spunta fuori la scarpa

    Gasparri è chiaro: “Nell’intervista di Lucio Presta al Il Giornale c’è una scarpa che puzza e sulla quale non smetterò di chiedere risposte“. Ma che sia davvero stata la scarpa indossata dall’attore Travolta durante la sua comparsata a Sanremo, il motivo della separazione con Amadeus? Sul ‘caso’ Gasparri interviene in qualità di componente della commissione di Vigilanza. E per questo ha deciso di portare il tutto in quella sede.

    Ma con chi ce l’ha?

    L’intervista di Presta al Il Giornale secondo il senatore rafforza la sua convinzione di dover tenere il servizio pubblico al sicuro dallo strapotere di alcuni manager. “Si sentono padroni del sistema televisivo“, ha detto. Inoltre il senatore vuole fare chiarezza su una certa commistione, mix di messaggi, allusioni e avvertimenti che “non si possono non considerare nel caso del servizio pubblico“. Gasparri incalza “Se c’era qualcosa che andava contro le regole e non andava fatto, perché è stato fatto? Se i 90.000 euro ad Amadeus non andavano dati, perché gli sono stati dati? E la Rai lo sapeva o non lo sapeva?” E poi c’è la questione delle scarpe di John Travolta inquadrate più volte dalla regia durante l’esibizione dell’attore. “Scarpe in cui ci è inciampato qualcuno” sostiene Gasparri. Che incalza. “La Rai avrebbe potuto incassare quei soldi? Farò queste domande e manderò il testo anche alle Authority competenti“.

    Amadeus è scappato con la cassa…?

    Gasparri si riferisce al programma Arena Suzuki, prodotto da Arcobaleno Tre (la società di cui Presta ha ceduto le quote ma dove rimane manager). Secondo la ricostruzione Amadeus avrebbe chiesto “che gli venisse pagata dalla società la direzione artistica e che gli fossero riconosciuti il 100% dei diritti della titolarità del format“. Il figlio di Presta avrebbe in parte ceduto alle richieste del conduttore riconoscendogli 90 mila euro. Denaro fatturato con la dicitura ‘direzione artistica’. “Contravvenendo”, come sostiene Gasparri a una circolare della Commissione di Vigilanza Rai.

    Commistioni tra conduttori e aziende sponsor

    La circolare della Vigilanza Rai stabilisce che è preciso interesse della società concessionaria evitare che artisti e conduttori possano beneficiare di ingiustificate posizioni di vantaggio “prive di qualsiasi riscontro di mercato e che non è accettabile far diventare ogni conduttore, un format a sé stante“, con il rischio che questa procedura sia in realtà utilizzata per incassare maggiori compensi.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Spettacolo

      Bianca Balti celebra il debutto fashion della figlia Matilde Lucidi: primo servizio fotografico per W Magazine

      «Ma che figa è questa storia!». Bianca Balti commenta così il debutto della figlia Matilde Lucidi, che a 18 anni ha firmato il suo primo servizio fotografico per W Magazine. Un esordio che non passa inosservato: WMAG è una delle bibbie della moda internazionale e il battesimo fashion della giovane modella accende subito il dibattito su talento, eredità e destino.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        C’è chi entra nel mondo della moda in punta di piedi e chi, invece, lo fa spalancando la porta principale. Matilde Lucidi appartiene decisamente alla seconda categoria. Diciott’anni appena compiuti, un cognome importante sulle spalle e ora un debutto che pesa come un macigno: il suo primo servizio fotografico è per W Magazine, una delle testate più autorevoli e influenti del fashion system globale.

        A raccontarlo, con entusiasmo incontenibile, è stata la stessa Matilde sui social: «Il mio primo servizio fotografico per WMAG!!! Ahhhhh! È stato un vero onore scattare con il team migliore. Grazie a tutti coloro che hanno reso questa giornata così speciale». Parole semplici, dirette, cariche di quell’euforia che accompagna i primi traguardi importanti.

        L’orgoglio social di Bianca Balti
        A fare rumore, però, è anche – e forse soprattutto – la reazione di mamma Bianca Balti. La top model non ha scelto mezzi termini per commentare il debutto della figlia: «Ma che figa è questa storia!». Un’esclamazione istintiva, ruvida, sinceramente materna. Niente comunicati patinati o frasi da ufficio stampa, ma un entusiasmo viscerale che racconta molto del rapporto tra le due.

        Balti, che la moda la conosce fin troppo bene, sa cosa significhi essere scelti da una testata come W Magazine. Non è un passaggio casuale, né un regalo simbolico. È una porta che si apre solo a chi, almeno sulla carta, ha qualcosa da dire.

        WMAG, la “bibbia” che pesa
        W Magazine non è un titolo qualunque. È una delle piattaforme che negli anni ha lanciato, consacrato e raccontato le evoluzioni della moda contemporanea, mescolando stile, fotografia d’autore, cultura pop e visione editoriale. Finirci dentro, soprattutto alla prima esperienza, significa entrare subito in un circuito di altissimo livello.

        Per Matilde Lucidi è un biglietto da visita che vale più di mille casting. Un esordio che inevitabilmente accende i riflettori e solleva la domanda più prevedibile: è talento o è cognome? Una questione che accompagna da sempre i “figli di”, soprattutto quando si affacciano a mondi competitivi come quello della moda.

        Figlia d’arte, ma non solo
        Matilde non arriva dal nulla. È cresciuta osservando da vicino un’industria complessa, dura, spesso spietata. Bianca Balti ha attraversato passerelle, campagne globali, momenti di gloria e fasi più difficili. Un bagaglio che, volente o nolente, diventa scuola.

        Ma se il cognome apre una porta, non garantisce la permanenza. Nel fashion system la selezione è rapida e brutale: se non funzioni, sparisci. Il debutto su WMAG è quindi un segnale forte, ma anche un banco di prova. Da qui in avanti, ogni passo sarà osservato con attenzione.

        L’entusiasmo di una prima volta
        Nel racconto social di Matilde colpisce soprattutto l’autenticità. Non c’è costruzione, non c’è posa studiata. C’è la gioia genuina di una ragazza che vive una “prima volta” importante. Quel “Ahhhhh!” urlato virtualmente dice più di molte dichiarazioni patinate.

        Il ringraziamento al team, poi, è un dettaglio che nel mondo della moda conta. Riconoscere il lavoro collettivo, soprattutto all’inizio, è un segnale di consapevolezza e rispetto per un ambiente che vive di sinergie e gerarchie precise.

        Un debutto che fa discutere
        Come sempre accade in questi casi, il debutto di Matilde Lucidi divide. C’è chi applaude, chi storce il naso, chi parla di nepotismo e chi, invece, vede semplicemente una nuova generazione che prende spazio. È il gioco inevitabile dei riflettori.

        Una cosa però è certa: iniziare da W Magazine non è un dettaglio marginale. È una dichiarazione d’intenti. E Bianca Balti, con il suo commento diretto e senza filtri, sembra averlo capito prima di tutti.

        Matilde Lucidi ha mosso il primo passo. Ora il resto della storia è tutto da scrivere.

          Continua a leggere

          Televisione

          Ballando, il giallo delle costole rotte continua: Francesca Fialdini torna sulle “lastre” e riapre il caso Fognini

          Altro che capitolo chiuso. Francesca Fialdini torna a parlare dell’infortunio e della polemica con Fabio Fognini. A Radio 2 l’infortunata più discussa di Ballando con le Stelle ironizza sui “complotti”, tira fuori di nuovo le lastre e chiarisce il confronto avuto con il tennista. Tra provocazioni, salute e sospetti, il caso continua a far parlare.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            C’è chi a Ballando con le Stelle inciampa in un passo sbagliato e chi inciampa in un vero e proprio giallo. Francesca Fialdini appartiene alla seconda categoria. La vicenda delle costole rotte, delle lastre richieste e della frase diventata virale continua infatti a produrre strascichi. E se qualcuno giura che tutto sia ormai alle spalle, la diretta interessata sembra divertirsi a tenere il caso apertissimo.

            Le lastre tornano protagoniste
            Ospite a Radio 2, Francesca Fialdini si è ripresentata con un dettaglio che è ormai diventato simbolico: «Ho portato con me le lastre». Una frase che suona come una provocazione elegante, ma anche come un modo per riappropriarsi della narrazione dopo settimane di commenti, dubbi e malignità.

            La conduttrice gioca apertamente con il registro dell’ironia: «I complotti nascono nel sottoscala, non c’è mai una logica, il colpevole di questo complotto è quello meno sospettato e quindi il giallo è ancora aperto». Parole che sembrano uscite da un romanzo di Agatha Christie, non a caso chiude tutto evocando l’ispettore Poirot.

            Il caso Fognini e la provocazione
            Il punto centrale resta sempre lui, Fabio Fognini. A Ballando con le Stelle, la Fialdini aveva raccontato di essersi sentita messa in discussione sulla veridicità del suo infortunio, accusando il tennista di averle chiesto le lastre perché non credeva alle costole rotte. Una frase che aveva acceso polemiche e diviso il pubblico tra chi difendeva lei e chi parlava di semplice goliardia.

            Ora arriva il chiarimento, ma senza colpi di spugna: «Fabio Fognini? Lui è venuto a sedere accanto a me e ci siamo parlati chiaramente». Un confronto diretto, senza intermediari, che però non cancella il nodo centrale.

            Quando la battuta tocca la salute
            La Fialdini lo spiega con una frase che pesa più di tante smentite: «Alle volte la provocazione è provocazione, ma se alzi la posta relativamente alla salute, può essere sgradevole». Tradotto: si può scherzare su tutto, ma non quando c’è di mezzo un infortunio reale.

            È qui che la vicenda smette di essere solo gossip televisivo e diventa una questione di confini. Dove finisce la battuta da show e dove inizia il rispetto per chi è realmente in difficoltà fisica? Una domanda che Ballando con le Stelle, programma costruito anche sul conflitto e sulle tensioni, conosce bene.

            Hype o strategia?
            I più maligni – e sui social non sono pochi – parlano apertamente di hype. Di un caso riacceso ad arte per restare al centro dell’attenzione mediatica. La Fialdini, però, sembra ribaltare il sospetto giocandoci sopra, trasformando la polemica in racconto ironico, quasi teatrale.

            Portare “di nuovo” le lastre diventa così un gesto simbolico: non tanto per convincere qualcuno, quanto per dire che la storia, piaccia o no, fa parte del percorso.

            Il giallo resta aperto
            Alla fine, nessuna vera assoluzione e nessuna condanna. Solo una serie di dichiarazioni che tengono viva la narrazione. Francesca Fialdini si muove con intelligenza tra autoironia e fermezza, Fabio Fognini resta sullo sfondo come coprotagonista involontario di una trama che va oltre la pista da ballo.

            E mentre il pubblico continua a dividersi, una cosa è certa: a Ballando con le Stelle anche una costola rotta può trasformarsi in un caso mediatico degno di un investigatore. Qui davvero, come direbbe Poirot, il colpevole potrebbe essere quello meno sospettato.

              Continua a leggere

              Cinema

              Whoopi Goldberg contro Donald Trump, attacco senza filtri in tv: “Non sei il nostro presidente, fai solo i tuoi interessi”

              Whoopi Goldberg torna all’attacco di Donald Trump con un intervento che fa discutere. In diretta televisiva l’attrice premio Oscar mette in dubbio il ruolo dell’ex presidente, accusandolo di pensare solo a se stesso e di non rappresentare più gli americani. Un affondo politico durissimo, coerente con una lunga storia di scontri pubblici tra Hollywood e il tycoon.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                Quando Whoopi Goldberg decide di parlare di politica, raramente usa mezze misure. E anche questa volta l’attrice e conduttrice non delude le aspettative. Le sue parole contro Donald Trump sono arrivate secche, dirette, senza alcun tentativo di smussare gli angoli. Un intervento che in poche ore ha fatto il giro dei media e dei social, rilanciando uno scontro che va avanti da anni.

                L’attacco frontale in diretta
                Whoopi Goldberg non ha girato intorno al punto. Rivolgendosi idealmente a Donald Trump, ha posto una domanda che suona come un atto d’accusa: «Cosa stai facendo per noi?». Subito dopo, l’affondo: «Non sei il nostro presidente, fai solo i tuoi interessi».

                Ma è la frase successiva a incendiare definitivamente il dibattito: «Sei uno a cui piace farsi baciare il culo». Un’espressione volutamente brutale, che non lascia spazio a interpretazioni e che restituisce il clima di totale rottura tra l’attrice e il tycoon.

                Una critica che va oltre l’insulto
                Al di là del linguaggio colorito, il messaggio di Goldberg è chiaro e politico. L’attrice contesta a Trump non solo lo stile, ma la sostanza del suo operato e della sua figura pubblica. Secondo Whoopi, l’ex presidente non rappresenta più – o forse non ha mai rappresentato – l’interesse collettivo degli americani, ma solo un progetto personale fatto di potere, visibilità e tornaconto individuale.

                È una critica che affonda le radici in un sentimento diffuso in una parte dell’opinione pubblica statunitense, soprattutto nel mondo dello spettacolo e della cultura, da sempre schierato in larga parte contro Trump.

                Whoopi Goldberg, voce storica dell’anti-trumpismo
                Non è certo la prima volta che Whoopi Goldberg si scaglia contro Donald Trump. Negli anni, la conduttrice di The View ha costruito una posizione netta e costante, fatta di interventi duri, prese di posizione pubbliche e scontri verbali ripetuti.

                La sua forza comunicativa sta proprio nell’assenza di filtri. Goldberg non cerca il politicamente corretto, non addolcisce i concetti per renderli più digeribili. Parla come una cittadina arrabbiata prima ancora che come una celebrità, e questo le garantisce un seguito fedele ma anche una schiera di detrattori pronti ad accusarla di eccessi.

                Trump e il rapporto con le star
                Lo scontro tra Donald Trump e Hollywood è ormai un classico della politica americana contemporanea. Attori, musicisti e personaggi televisivi hanno più volte preso posizione contro di lui, mentre Trump ha risposto spesso attaccando direttamente le celebrità, accusandole di essere élite scollegate dalla realtà del Paese.

                In questo quadro, l’intervento di Whoopi Goldberg si inserisce perfettamente. Non è un episodio isolato, ma l’ennesimo capitolo di una guerra culturale che va avanti da anni e che si riaccende ciclicamente, soprattutto nei momenti di maggiore esposizione mediatica del tycoon.

                Un linguaggio che divide
                Le parole di Goldberg hanno inevitabilmente diviso il pubblico. C’è chi applaude il coraggio e la schiettezza dell’attrice, vedendo nel suo intervento una denuncia necessaria. E c’è chi, al contrario, critica il linguaggio utilizzato, ritenendolo eccessivo e controproducente.

                Ma proprio questo è il punto: Whoopi Goldberg non sembra interessata a piacere a tutti. Il suo obiettivo è colpire, scuotere, rendere esplicito un dissenso che altri esprimono in modo più diplomatico.

                Politica come spettacolo, spettacolo come politica
                Il caso Goldberg-Trump dimostra ancora una volta quanto, negli Stati Uniti, politica e intrattenimento siano ormai intrecciati in modo indissolubile. Una frase pronunciata in tv da un’attrice può avere un impatto mediatico paragonabile a quello di un comizio.

                Whoopi Goldberg lo sa e gioca apertamente questa partita. Le sue parole non sono improvvisate, ma fanno parte di una narrazione coerente, costruita nel tempo, che la vede schierata senza ambiguità.

                Donald Trump, dal canto suo, resta un bersaglio perfetto per questo tipo di attacchi: polarizzante, controverso, capace di attirare su di sé attenzione e reazioni estreme.

                Alla fine, lo scontro non è solo tra un’ex star di Hollywood e un ex presidente. È lo specchio di un Paese spaccato, dove anche una battuta feroce diventa immediatamente materia politica. E dove una frase come quella di Whoopi Goldberg è destinata a far discutere molto più a lungo del tempo necessario a pronunciarla.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù