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Spettacolo

I panni sporchi in piazza stracciano la cultura di Noos

La decisione della Rai dimostra come la cultura debba spesso fare i conti con i gusti del pubblico, che sembra preferire il trash dei reality ai contenuti educativi. Tuttavia, la Rai non abbandona il suo impegno nella divulgazione scientifica e culturale, e si prepara a tornare con Noos a fine estate, sperando di catturare nuovamente l’attenzione del pubblico italiano.

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Temptetion island contro Noos

    Temptation Island fa quasi il triplo degli ascolti di Noos – L’avventura della conoscenza. Non è un fenomeno estivo né tantomeno passeggero. Le coppie che portano i loro panni sporchi in tv e provano a lavarli durante un “falò di confronto”, intrigano di più. Attirano quella certa morbosità nel farsi gli affari degli altri che da sempre caratterizza i telespettatori italiani. Il reality show di Canale 5, con le sue storie di coppie in crisi, ha registrato ascolti quasi tripli rispetto al programma culturale, in onda il giovedì sera nella stessa fascia oraria. Da qui la decisione della Rai di riprogrammare le ultime puntate di Noos in agosto quando la concorrenza del reality sarà terminata. L’ultima puntata del reality andrà in onda questa sera 25 luglio. La Rai ripiega su un film, “Viaggio a quattro zampe“, e la replica di “Il Provinciale” di Federico Quaranta.

    I fatti degli altri piacciono di più, soprattutto d’estate

    Del resto perché sprecare Angela, si saranno detti in Rai, che nulla può nei confronti del reality che lo scorso 20 luglio ha toccato il 31% di share con 3,5 milioni di telespettatori, mentre Noos si è fermato al 12% di share con 1,5 milioni di spettatori. Anche nei precedenti giovedì il confronto è stato impietoso. 3,6 milioni e 31% di share per lo show di Canale5 contro 1,7 milioni e 13% per Noos. Persino l’episodio iniziale del 27 giugno aveva visto Temptation Island registrare 3,2 milioni di telespettatori e il 24,8% di share, contro i 2 milioni e il 13,6% di Noos. E già lì la Rai avrebbe dovuto farci una bella pensata…

    Maria De Filippi il re mida di Canale5

    Temptation Island, un reality show ormai storico per la televisione italiana, ha sempre attirato una vasta audience. La prima edizione del 2005, condotta da Maria De Filippi, raggiunse una media di 4,7 milioni di telespettatori, con una finale vista da 6,2 milioni di spettatori e uno share superiore al 30%. Dopo una pausa di nove anni, il programma è tornato nel 2014, continuando a riscuotere successo, sebbene non ai livelli della prima edizione.

    Alberto Angela confermato ma Noos forse no…

    La sospensione di Noos, sebbene temporanea, riflette una strategia di programmazione della Rai per evitare il confronto diretto con un reality show così popolare. Il programma di Alberto Angela dovrebbe tornare in onda il 22, 29 agosto e 5 settembre (ma non è ancora sicuro che riprenda) sperando in un palinsesto più favorevole. Angela ha rassicurato i suoi fan su Instagram, confermando che Noos riprenderà con nuove puntate che esploreranno vari campi della conoscenza, dalla medicina alla genetica, dalle neuroscienze alla biologia, con un occhio anche all’archeologia e alle innovazioni tecnologiche.

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      Televisione

      “The Beast in Me”, la nuova scommessa di Netflix che punta al thriller psicologico

      Senza rivelare nulla della trama, “The Beast in Me” si presenta come un thriller che mescola introspezione, tensione narrativa e personaggi ambigui. Un prodotto che mira a conquistare chi cerca una storia più matura e meno rassicurante delle solite.

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      The Beast in Me

        Netflix ci prova con qualcosa di diverso

        Nel mare di serie che ogni mese affollano la piattaforma, “The Beast in Me” tenta una strada meno battuta: quella del thriller psicologico puro, dove non sono gli effetti speciali o i colpi di scena gratuiti a reggere l’impianto narrativo, ma un crescendo di inquietudine costruito su relazioni difficili, scelte morali e segreti che consumano i protagonisti dall’interno.

        Senza fare spoiler, si può dire che la serie gioca su un’enigmaticità costante, spingendo lo spettatore a mettere in discussione ciò che vede e ciò che crede di sapere. Un ritmo che non punta solo alla spettacolarità, ma a far sentire il peso emotivo di ogni gesto.

        Una fotografia che accompagna la tensione

        Uno degli elementi più curati è sicuramente l’impianto visivo: colori desaturati, interni che sembrano parlare da soli, riprese ravvicinate che lasciano poco spazio all’immaginazione. La regia preferisce sussurrare anziché urlare, creando un clima cupo che accompagna il tema centrale della serie: il lato oscuro che ciascuno cerca di nascondere.

        Niente estetica patinata o finta trasgressione — qui si punta su un realismo sporco, quasi claustrofobico, che accompagna la discesa dei personaggi nei propri conflitti.

        Interpretazioni solide senza bisogno di iperboli

        Pur senza fare nomi o anticipare svolte narrative, il cast offre un lavoro credibile. Nessun compiacimento, nessuna performance costruita per diventare virale: l’attenzione è tutta sulla complessità dei personaggi.
        È una serie che non cerca di piacere a tutti i costi, ma di lasciare qualcosa allo spettatore che resta fino alla fine.

        Temi attuali senza moralismi

        La storia, al netto del mistero che la sostiene, tocca temi molto contemporanei: la fragilità emotiva, il giudizio sociale, la tendenza a creare mostri reali o immaginari per dare un nome alle proprie paure.
        La serie evita sermoni e prese di posizione ridondanti, preferendo mostrare piuttosto che spiegare.

        Anche questo contribuisce a rendere più credibile un racconto che, pur muovendosi su terreni di fantasia, ha radici ben piantate nella realtà.

        Non è una serie perfetta, ma ha un’identità

        “The Beast in Me” non è pensata per chi vuole una visione facile o leggera. Alcuni passaggi sono lenti, intenzionalmente rallentati per accentuare un senso di sospensione che potrebbe non conquistare tutti.
        Ma è proprio qui che la serie trova la sua personalità: non cede alla tentazione del ritmo frenetico né al fan service, scegliendo invece una narrazione più adulta e controllata.

        Vale la pena guardarla?

        Se ami i thriller che creano tensione senza bisogno di morti plateali, se apprezzi le storie dove ogni personaggio ha un’ombra che non vuole mostrare, allora sì: “The Beast in Me” potrebbe meritare il tuo tempo.

        Non è una serie da binge watching compulsivo, ma un prodotto che chiede attenzione e restituisce atmosfere dense, qualche brivido psicologico e un senso di inquietudine che rimane anche dopo i titoli di coda.

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          Musica

          Jalisse fuori da Sanremo per la 29esima volta: la «maledizione» continua e il duo ironizza sui social tra palloncini e spaghetti aglio e olio

          Alessandra Drusian e Fabio Ricci non superano la selezione per la 29esima volta consecutiva. La reazione? Un video ironico in cui gonfiano palloncini con il numero “29” stampato sopra e commentano la lista del Tg1 con autoironia. “La saga continua!”, scherza Alessandra, mentre Fabio propone gli spaghetti aglio e olio per consolarsi.

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            È ormai un rito: Carlo Conti annuncia i Big e l’Italia intera controlla automaticamente se i Jalisse ce l’hanno fatta. La risposta, anche per il 2026, è un’altra volta “no”. Per la ventinovesima volta consecutiva, Alessandra Drusian e Fabio Ricci restano fuori dal Festival che nel 1997 li incoronò con Fiumi di Parole. Un’assenza diventata talmente ricorrente da sembrare una tradizione parallela della kermesse.

            La lista dei 30 nomi letta in diretta al Tg1 scorre veloce, ricca di debutti, grandi ritorni e sorprese. Ma dei Jalisse neanche l’ombra. E loro, invece di prendersela, scelgono ancora una volta la strada dell’ironia.

            Il video della (ennesima) esclusione
            Seduti sul divano, con il Tg in sottofondo, i due aspettano l’elenco di Conti come fosse un esame. Alessandra, forse per scaricare la tensione, soffia dentro palloncini colorati. Fabio segue la diretta con occhi concentrati, sperando forse in un miracolo dell’ultimo secondo.

            Quando l’elenco arriva al termine e la conferma dell’assenza è evidente, i Jalisse alzano due palloncini già gonfiati con il numero “29”: un gesto che vale più di mille parole. «E la saga continua!», esclama Alessandra, trasformando l’ennesima delusione in una gag da social. Loro, almeno, il senso dell’umorismo non l’hanno perso.

            L’ironia che salva tutto
            Fabio prova a sdrammatizzare: «Annamose a fa’ due spaghetti aglio e olio», ormai signature phrase delle loro esclusioni dal Festival. Ma neanche il comfort food lo salva: Alessandra lo blocca subito, ricordandogli che «ho i panni da stendere, Fa’». Il ritorno alla quotidianità, tra palloncini e bucato, è il finale perfetto.

            Un siparietto che conferma quello che i fan amano di loro: una tenacia infinita e una leggerezza rara.

            Verso il “cifra tonda”?
            Alessandra scherza: «Dai che arriviamo cifra tonda il prossimo anno». E chissà: dopo 29 no consecutivi, il trentesimo potrebbe diventare un evento più commentato della lista dei Big stessa.

            La “maledizione Jalisse” continua. Ma almeno loro l’hanno trasformata in una saga pop tutta da seguire.

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              Musica

              Fedez e Marco Masini di nuovo insieme a Sanremo 2026: il ritorno della coppia più inattesa (e discussa) dell’Ariston

              Il duo torna all’Ariston dopo il terzo posto tra i duetti nel 2025. Tra polemiche, stili opposti che si incastrano e un passato da prime pagine, Fedez e Masini sono pronti a riportare sul palco un sodalizio che unisce due generazioni e due mondi musicali lontanissimi. E il brano del 2026 è avvolto nel mistero.

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                Era uno di quei nomi che circolavano ovunque da settimane, praticamente “garantiti” in ogni lista del totonomi. Ora è realtà: Fedez e Marco Masini saranno in gara insieme al Festival di Sanremo 2026. Un ritorno in coppia che nasce dalla scintilla accesa nella scorsa edizione, quando si erano esibiti durante la serata delle cover con una versione rivisitata di Bella stronza, conquistando il terzo posto e — soprattutto — l’attenzione generale.

                Quella performance aveva fatto discutere prima ancora di andare in onda. D’altronde, quando c’è Fedez di mezzo, le polemiche bussano alla porta anche senza invito. Tra il divorzio da Chiara Ferragni, i rumors sulla presunta relazione con Angelica Montini e l’ombra dei riferimenti nascosti nel testo, la cover era diventata un evento pop ancora prima di essere suonata.

                La cover che ha cambiato tutto
                Nella versione presentata all’Ariston nel 2025, le parti più problematiche del brano originale erano state eliminate, mentre le nuove barre aggiunte da Fedez avevano trasformato quella che era una scarica punk sentimentale in un momento di malinconia contemporanea. Il pubblico aveva apprezzato, Masini aveva riportato in vita un suo classico senza tradirlo, e la coppia — improbabile ma irresistibile — aveva trovato una sua chimica.

                Da lì il passo è stato breve: rimettersi insieme per tornare in gara come veri Big.

                Due mondi che si incontrano di nuovo
                «Si riparte da qui», ha scritto Fedez sui social. Per lui sarà la terza partecipazione da concorrente, dopo il secondo posto del 2021 in coppia con Francesca Michielin e il quarto del 2025 con Battito. Masini, invece, è un veterano: per lui si tratta della decima volta, con due vittorie all’attivo — Disperato nel 1990 tra i Giovani e L’uomo volante nel 2004 tra i Big.

                Quello tra Fedez e Masini è un incrocio generazionale curioso: un rapper abituato a dominare la conversazione pubblica e un cantautore che ha costruito la carriera tra voce graffiante e storie di vita. Due linguaggi diversi, due idee di musica lontane. Ed è proprio questa la scintilla che li rende una coppia perfetta da palcoscenico.

                Il brano del 2026? Segretezza assoluta
                Sul pezzo che porteranno in gara non trapela nulla. Nessun indizio, nessuna anticipazione, solo la certezza che Fedez difficilmente starà sul palco senza far parlare. E Masini, con 35 anni di carriera alle spalle, è l’uomo perfetto per tenere insieme l’imprevedibilità del collega con la solidità di un interprete che ha imparato a far convivere tormento e ironia.

                La combinazione potrebbe diventare una delle più esplosive del Festival.

                La coppia da tenere d’occhio
                Tra Big di lungo corso, rapper in ascesa, idoli di TikTok e ritorni storici, il duo Fedez–Masini è il ponte tra passato e presente che mancava al cast. Una scelta che conferma la volontà di Carlo Conti di costruire un Festival capace di unire pubblici diversi e di lasciare spazio a contaminazioni inattese.

                La domanda che tutti si fanno è una sola: sorprenderanno come nel 2025 o andranno oltre?

                La risposta arriverà sul palco dell’Ariston. E conoscendoli, non sarà certo una risposta timida.

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