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Musica

Sfera Ebbasta interrompe il concerto per una rissa tra fan: “Non sapete divertirvi”

Durante l’ultima canzone del live a Cinquale scoppia una rissa sotto il palco. L’artista ferma tutto e abbandona l’esibizione. Crescono le preoccupazioni sulla sicurezza ai concerti.

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Sfera Ebbasta

    Concerto finito in anticipo per Sfera Ebbasta sabato 2 agosto all’Arena della Versilia, in provincia di Massa-Carrara. A causa di una rissa scoppiata tra alcuni spettatori nelle prime file. Lepisodio, avvenuto durante il gran finale del live, ha costretto il rapper milanese a interrompere bruscamente l’esibizione e ad abbandonare il palco visibilmente contrariato.

    Le immagini diffuse sui social documentano il momento esatto in cui il pubblico, inizialmente intento a godersi l’ultima canzone, viene scosso da una violenta lite scoppiata sotto al palco, degenerata rapidamente in calci, pugni e spintoni. A quel punto, Gionata Boschetti – vero nome dell’artista – ha fermato la musica, rivolgendosi ai presenti con parole dure. “Siete dei babbi, non sapete divertirvi”, ha detto, mostrando delusione e rabbia.

    “Questa era l’ultima canzone e qualcuno ha voluto rovinarla. Mi dispiace davvero”, ha aggiunto. Il rapper, che si esibiva a torso nudo e con i caratteristici occhiali da sole, ha poi sottolineato l’irresponsabilità di certi comportamenti. “Ci sono bambini, ci sono ragazzine… e tu parti con il pogo? Che c…o fai? Siete dei babbi. Ve lo dico con il cuore”. Dopo queste parole, ha salutato il pubblico e ha lasciato il palco. Tra fischi e cori di delusione, ma anche urla contro i responsabili del caos.

    L’episodio ha scatenato un acceso dibattito sui social e riaperto la questione della sicurezza nei concerti dal vivo, soprattutto nei live ad alta affluenza giovanile. Non è la prima volta che Sfera Ebbasta si trova coinvolto – indirettamente – in episodi critici durante i suoi eventi. La mente corre inevitabilmente alla tragedia di Corinaldo del 2018. Quando, durante l’attesa di un’esibizione del trapper in discoteca, persero la vita sei persone a causa del panico generato da uno spray urticante.

    Sebbene in questo caso non si siano registrati feriti gravi, l’episodio riaccende l’allarme su come vengono gestite le folle nei concerti e sulle responsabilità che gravano su organizzatori e forze dell’ordine. Sfera Ebbasta, nel frattempo, ha scelto il silenzio sui social, forse per lasciar parlare i fatti e prendere le distanze da una serata che avrebbe dovuto essere una festa – e che invece si è chiusa tra amarezza e polemiche.

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      Musica

      Da Ultimo a Numero Uno: il ragazzo di San Basilio che ha staccato 250 mila biglietti in tre ore

      In un’Italia musicale che fatica a riempire gli stadi, con tournée naufragate tra spalti vuoti e conti in rosso, Niccolò Moriconi – in arte Ultimo – firma l’impresa: 250 mila biglietti venduti in tre ore per il maxi-concerto di Tor Vergata del 2026. Da figlio di San Basilio con studi al conservatorio e senza santi in paradiso, a nuovo numero uno della musica pop: il ragazzo schivo e allergico alle luci della tv ha costruito la sua “chiesa” parlando agli ultimi, che oggi diventano una folla oceanica.

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        Il pop italiano sanguina, affonda tra tour cancellati e spalti deserti. Eppure, nel mezzo di un deserto di biglietterie, un ragazzo di 29 anni nato a San Basilio si prende la scena come nessuno prima di lui. Ultimo – all’anagrafe Niccolò Moriconi – ha venduto 250 mila biglietti in tre ore per il “Raduno degli Ultimi”, il concerto che il 4 luglio 2026 trasformerà la spianata di Tor Vergata in un oceano umano. È già un record: supera Vasco Rossi e il suo Modena Park 2017, fermo a 225 mila presenze.

        L’annuncio è arrivato sui social, con la sobrietà di chi non ha mai cercato riflettori inutili: «Il concerto più grande di sempre». E i fan, che lo seguono con una devozione quasi liturgica, hanno risposto trasformando l’evento in un sold out immediato. La scena è paradossale: mentre decine di artisti devono fare i conti con tournée sovradimensionate e buchi economici, l’ex “ultimo della fila” diventa Numero Uno senza neanche dover bussare ai salotti televisivi.

        Ma chi è davvero Ultimo? Figlio di una piccola borghesia romana, musicista cresciuto tra conservatorio e tentativi andati a vuoto nei talent show, il ragazzo dal carattere chiuso ha trasformato la sua normalità in un marchio vincente. Nessuna esposizione mediatica, poche interviste, zero personaggio: la sua forza è l’anti-star, l’amico del “parchetto di San Basilio” che canta il mal di vivere dei ragazzi comuni. E funziona.

        Le cifre parlano per lui: 1 milione e 750 mila biglietti venduti nella carriera, 84 dischi di platino, 17 d’oro, 3,5 miliardi di streaming su Spotify. Ma la vera consacrazione non è nelle statistiche: è in quella identificazione collettiva che lo ha reso portavoce di chi si sente invisibile, degli “ultimi” che trovano nelle sue ballate – fatte di sofferenza, resilienza e rivincita – uno specchio fedele.

        E così, mentre il pop italiano cerca disperatamente di reinventarsi tra sponsor e coreografie, Ultimo può permettersi di restare ciò che è sempre stato: il ragazzo qualunque che canta a squarciagola la vita che fa male. Nessun effetto speciale, nessuna sovrastruttura. Solo la promessa di un rito collettivo: ci vediamo a Tor Vergata, e sarà la notte in cui l’Ultimo diventa davvero Primo.

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          Musica

          Mengoni e Annalisa avvistati a Venezia: duetto in arrivo?

          Un breve video ha fatto esplodere la curiosità degli ammiratori: Mengoni e Annalisa insieme, proprio mentre lei prepara il nuovo album. Semplice coincidenza o strategia per un singolo inedito?

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          Mengoni e Annalisa

            È bastato un breve filmato girato tra l’1 e il 2 agosto per scatenare i sogni del popolo del web: Marco Mengoni e Annalisa sono stati visti insieme a Venezia, più precisamente in Piazza San Marco, e subito si è parlato di un possibile progetto condiviso. Il video, pubblicato su X dalla pagina “AnnalisaNews”, mostra i due artisti in atteggiamento amichevole e rilassato, ma senza microfoni o altri indizi che confermino una vera e propria performance. Eppure tanto è bastato per far parlare i fan di una possibile collaborazione artistica.

            Per il momento, né Mengoni né Annalisa hanno confermato o smentito l’indiscrezione. Nessun comunicato, nessun post ufficiale, solo quel frammento virale accompagnato dal commento: “È un sogno?”.

            Una coincidenza? Forse. Ma c’è chi legge il tutto come una mossa strategica in vista di un duetto da lanciare nei prossimi mesi, magari come parte del nuovo progetto discografico di Annalisa.

            La cantautrice ligure ha infatti da poco annunciato l’uscita del suo prossimo album, intitolato “Ma io sono fuoco”, previsto per l’autunno 2025. Il titolo prende spunto dal messaggio che accompagna il lancio: “Quando è tutto da rifare io mi posso trasformare, pensi che mi faccia male? Ma io sono fuoco”. Una dichiarazione di forza e rinascita, in linea con l’evoluzione artistica e stilistica intrapresa negli ultimi anni.

            Il primo singolo estratto, “Maschio”, ha già ottenuto un successo notevole, conquistando la vetta della classifica radiofonica e mantenendosi nella Top 10 FIMI per diverse settimane. Con questo brano, Annalisa ha anche raggiunto un record: è la prima donna italiana ad aver totalizzato così tanti ingressi nella Top 10 FIMI nella storia recente.

            E Marco Mengoni? Reduce da un tour sold-out e da un periodo di grande esposizione internazionale, l’artista non ha annunciato nuovi lavori a breve termine. Tuttavia, non è nuovo alle collaborazioni di alto profilo: da Elodie a Tom Walker, i suoi featuring sono sempre attesi e curati nei dettagli.

            L’incontro a Venezia, in una delle città più scenografiche del Paese, potrebbe dunque non essere stato solo una passeggiata. I fan scommettono su un singolo a due voci che unisca la potenza vocale di Mengoni con l’eleganza pop di Annalisa.

            In attesa di scoprire se il duetto diventerà realtà, una cosa è certa: il pubblico è già pronto ad ascoltarli. Insieme.

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              Musica

              Una canzone hip-hop di Missy Elliott sparata dritta nello spazio

              Ci ha messo 14 minuti per arrivare su Venere The Rain (Supa Dupa Fly), viaggiando alla velocità della luce. Un brano che la Nasa ha voluto lanciare nello spazio profondo.

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                The Rain (Supa Dupa Fly) di Missy Elliott ha viaggiato alla velocità della luce. Percorrendo l’incredibile distanza di 254 milioni di chilometri tra la Terra e Venere grazie alle antenne del Deep Space Network. Si tratta infatti della canzone che la Nasa ha trasmesso nello spazio profondo. Prima volta per una traccia hip-hop e seconda canzone in assoluto lanciata nello spazio, dopo Across the Universe dei Beatles nel 2008. Chissà cosa avranno pensato E.T. e compagni… soprattutto sul drastico cambio di genere adottato!

                Un utilizzo fuori dal comune del DSN

                Anche nel caso dei Fab Four erano state usate le antenne del Deep Space Network, il più grande servizio di telecomunicazioni del programma Space Communications and Navigation targato Nasa. I suoi apparati vengono solitamente impiegati per tracciare i veicoli spaziali in missione, inviare comandi e ricevere dati scientifici, anche se ogni tanto vengono fatte delle eccezioni. Proprio come è accaduto lo scorso 12 luglio, quando il Jet Propulsion Laboratory della Nasa ha fatto partire la trasmissione della canzone di Missy Elliott.

                La musica di Missy Elliott, perfetta per lo spazio

                “Sia l’esplorazione spaziale che l’arte di Missy Elliott riguardano il superamento dei confini”, ha dichiarato Brittany Brown, direttrice della divisione digitale e tecnologica dell’ufficio delle comunicazioni presso il quartier generale della Nasa a Washington. La scelta dell’artista non è stata certo casuale: “Missy ha una comprovata esperienza nell’infondere una narrazione incentrata sullo spazio e immagini futuristiche nei suoi video musical. Quindi l’opportunità di collaborare a qualcosa fuori da questo mondo è davvero appropriata”.

                14 minuti per arrivare a Venere

                La canzone ha viaggiato per circa 254 milioni di chilometri dalla Terra a Venere. Il segnale, trasmesso in radiofrequenza alla velocità della luce, ha impiegato quasi 14 minuti per raggiungere Venere. La trasmissione è stata effettuata dall’antenna parabolica Deep Space Station 13. Uno strumento largo 34 metri e situato presso il Goldstone Deep Space Communications Complex vicino a Barstow, in California. Chissà se qualche alieno l’ha captata e, nel caso, cos’avrà pensato…

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