Personaggi e interviste
Alice Bellagamba: “Ero a un passo da Hollywood, ma la mia felicità l’ho trovata a Iesi”
Dopo “Amici”, la danza, la recitazione, l’infortunio e un cambio di rotta radicale: oggi Alice Bellagamba insegna in una scuola tutta sua.

Nel 2008 era una delle protagoniste più amate di “Amici”, con il viso da cerbiatta e l’energia da “soldatina” del palcoscenico. Oggi, Alice Bellagamba ha lasciato Roma e la rincorsa al successo per tornare nella sua Iesi, dove ha aperto una scuola di danza e insegna con lo stesso entusiasmo di allora. “Ho capito che quella vita tranquilla, lontana dalle corse frenetiche, non mi dispiaceva. Oggi sono felice di quello che ho”.
Diciassette anni dopo, Alice ripercorre quel percorso con uno sguardo sereno. “Da piccola sognavo di diventare una showgirl, volevo ballare, cantare, recitare. ‘Amici’ mi ha permesso di farlo. Entrai per la danza contemporanea, ma scelsi l’hip hop con Maura Paparo e studiai anche recitazione. Fu proprio quella formazione a cambiarmi la vita”.
Dopo il talent, infatti, arriva un provino per Balla con noi. Da lì, una carriera d’attrice che la porta su set televisivi di successo come Provaci ancora Prof!, Anna e i cinque e Un passo dal cielo. “Non avrei mai immaginato tutto questo. Da bambina ero balbuziente. Parlare davanti a una camera senza balbettare è stata la mia sfida più grande. E vincerla è stata una gioia immensa”.
Poi, la svolta. “A trent’anni ero stata scelta per un film americano, New York Academy, il sequel di un dance movie famoso. Avevo studiato l’inglese con un dialogue coach, ero pronta. Ma tre settimane prima delle riprese, mentre ero a Los Angeles, mi sono strappata il bicipite femorale. Il film è sfumato, e con lui il mio sogno di Hollywood”.
Un colpo durissimo, ma anche un momento di consapevolezza. “Sono tornata a casa, dai miei. Ho capito che mi piaceva quella calma. Mi sono detta: quasi quasi, resto qui”. Così è nata la sua scuola, il Balletto delle Marche. “Insegniamo danza e fitness. All’inizio ero freelance, poi ho capito che volevo costruire qualcosa di mio. Adoro lavorare con i bambini e parlare coi genitori. Non ho rimpianti”.
E no, non ha mai pensato di tornare a “Amici” da professionista. “Ero concentrata sul mio lavoro e sulla scuola. Anche se, anni dopo, sono tornata da Maria per promuovere delle fiction: mi ha accolta con affetto, era felice per il mio percorso”.
Il nome di Alice, per i fan, è legato anche a quello di Luca Napolitano. “Eravamo sotto osservazione 24 ore su 24. La nostra storia nacque lì. I fan si affezionarono tantissimo e forse anche per questo arrivammo entrambi in finale. Quando ci lasciammo, alcuni si arrabbiarono con me. Oggi? Ogni tanto ci sentiamo ancora, ci scriviamo per Natale o per i compleanni”.
Con altri ex concorrenti è rimasta in contatto. “Gianluca Lanzilotta e Adriano Bettinelli sono venuti a fare stage nella mia scuola. Anche Valerio Scanu mi scrive, lo trovo molto simpatico. Alessandra Amoroso non l’ho più sentita, ma so che è incinta, come me. Anche Martina Stavolo è diventata mamma di recente. È successo a tutte e tre nello stesso anno, una bella coincidenza”.
Impossibile non ricordare i battibecchi con la maestra Celentano. “Mi diceva che ero troppo bassa, troppo muscolosa, che avevo una testa troppo grossa. Mi dispiacevano i suoi attacchi, ma avevo il sostegno degli altri insegnanti e non mi sentivo sola. Oggi ci sorrido. La stimo molto: crede nella disciplina e io condivido quella visione”.
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Personaggi e interviste
Ema Stokholma rompe il silenzio: «Mia madre era molto violenta»
Ema Stokholma, la nota conduttrice radiofonica e televisiva, ha fatto una confessione straziante durante la trasmissione “Fisica dell’amore” su Rai 2. Con coraggio e sincerità, ha rivelato di aver subito violenze fisiche e psicologiche da parte della madre durante la sua infanzia.

Ema Stokholma, celebre speaker radiofonica e volto noto del panorama televisivo italiano, ha scelto di raccontare una parte del suo passato che per anni ha tenuto nascosta dietro un sorriso. La rivelazione di Ema, che ha sconvolto e toccato profondamente i suoi fan, parla di violenze fisiche e psicologiche subite per mano della madre, Dominique.
Cresciuta in un ambiente tossico e spaventoso, la giovane Ema viveva nel terrore del “mostro” che, invece di proteggerla, la tormentava giorno dopo giorno. “Le ferite fisiche guariscono, ma quelle nell’anima rimangono a lungo,” ha confessato Ema, aprendo un capitolo difficile della sua vita che ha combattuto per dimenticare. Oggi Ema Stokholma è una donna forte e determinata, che ha saputo trasformare il dolore in resilienza.
“Vivevo in un vero e proprio film horror”, ha dichiarato Ema, descrivendo un’esistenza segnata dalla paura e dalla sofferenza. “Mia madre era molto violenta, aveva gravi problemi psicologici e nessuno se ne accorgeva”. La conduttrice ha raccontato di aver vissuto un’infanzia segnata da botte e umiliazioni, un’esperienza che l’ha profondamente segnata. Ma Ema ha trovato una via d’uscita inaspettata: la scuola. “Dopo tutto questo avevo bisogno di una valvola di sfogo, questa per me era la scuola”, ha spiegato.
Cresciuta in un contesto familiare di abusi e violenze, Ema ha trovato una via di fuga in un luogo inaspettato: la scuola. In un piccolo paese del sud della Francia, dove le mura di casa erano teatro di abusi perpetrati dalla madre, l’ambiente scolastico si è rivelato il rifugio di cui aveva disperatamente bisogno.
“La scuola mi ha salvato la vita”, ha dichiarato Ema, raccontando con emozione come quell’ambiente le abbia offerto una tregua dalla paura costante e una via per riscoprire se stessa. In aula, lontana dalle botte e dagli insulti, ha trovato conforto e speranza, incontrando insegnanti e compagni che l’hanno aiutata a credere in un futuro migliore. Purtroppo, il dolore provato in famiglia l’aveva portata a replicare gli stessi comportamenti violenti anche tra i banchi. “Se ti insegnano le botte, tu provi a fare solo quello”, ha ammesso. Ma grazie alla scuola, Ema ha scoperto il potere della conoscenza e dell’amicizia, imparando che esisteva un mondo al di fuori della violenza domestica, un mondo in cui poteva trovare la sua voce. Quel luogo che per molti è una tappa ordinaria nella vita di tutti i giorni, per Ema è stato il punto di partenza per il suo riscatto personale.
Oggi, Ema Stokholma è una donna di successo, amata per la sua genuinità e il suo talento, ma soprattutto per il suo coraggio di raccontare la verità su un passato che avrebbe potuto spezzarla.




Personaggi e interviste
Influencer in fuga. Andrea Pinna, da Pechino Express alle borse tarocche: 45 donne gabbate e 25mila euro evaporati
Dalle chat “Oche Spennate” alle sparizioni strategiche, la parabola di Pinna sembra scritta da uno sceneggiatore di dark comedy: promesse di Chanel e Gucci, soldi incassati e solo silenzi in cambio. Ora le vittime parlano di truffa e il web lo cerca invano.

Un tempo Andrea Pinna faceva ridere il web e trionfava a Pechino Express. Oggi fa piangere le sue ex fan. Perché, stando alle accuse, l’influencer avrebbe trasformato la sua popolarità in un minimarket di lusso… fasullo. Il metodo? Chat segrete su WhatsApp e Telegram dal nome già premonitore, “Oche Spennate”, dove proponeva borse e gioielli griffati a prezzi da saldo di fine mondo.
Le clienti – donne tra i trenta e i sessant’anni – credevano di aver trovato il colpaccio: Chanel a metà prezzo, Gucci a un terzo del valore, qualche Cartier “con un piccolo difetto”. La realtà era meno glamour: pacchi con paccottiglia di dubbio gusto o, nella migliore delle ipotesi, il vuoto cosmico.
Quando le prime “oche” hanno iniziato a starnazzare, Pinna ha sfoderato una collezione di scuse da manuale: problemi di salute, ricoveri lampo, persino hacker misteriosi pronti a cancellare commenti e messaggi sgraditi dai suoi profili. Nel frattempo, i pagamenti arrivavano puntuali: bonifici e PayPal “amici e parenti”, cioè la modalità preferita da chi non vuole rimborsare nessuno.
Poi il colpo di teatro: sparito dai radar. Niente Instagram, niente risposte alle chat, telefoni muti. Dalle note vocali rimaste in circolazione, il tono è quasi da commedia tragica: «Io non ho soldi, non possiedo nulla… Se continuo a lavorare magari vi restituisco qualcosa». Tradotto: meglio non trattenere il fiato.
Perfino un fornitore cinese che avrebbe collaborato con lui si sarebbe detto ingannato e pronto a chiudere ogni rapporto. Nel frattempo, le ex clienti organizzano raccolte di prove, chat salvate e screenshot, mentre il web si divide tra chi si indigna e chi ride amaro: dalle frasi geniali agli scontrini fantasma, la parabola di Pinna sembra una black comedy in tempo reale.
Ad oggi, dell’influencer non c’è traccia. Solo borse finte, 25mila euro che ballano e un insegnamento non richiesto: se la chat si chiama “Oche Spennate”, forse conviene drizzare le antenne prima di aprire il portafoglio.
Personaggi e interviste
Umberto Smaila: il suo Colpo Grosso è aver sposato la sua Fanny!
L’ex Gatti di Vicolo Miracoli si racconta, in compagnia della moglie creola Fanny, gelosissima del suo maritino, anzi… maritone!

A 75 anni non è ancora stanco di dividersi fra il cinema e la musica, su e giù per l’Italia a suonare le hit del Novecento con la sua band. Umberto Smaila è definibile un “italodisco vivente”. Lui ci scherza: “E meno male che c’è chi viene ad ascoltarmi, faccio canzoni più vecchie dei datteri. “Tintarella di Luna”, “Let’s twist”, poi “Hey Jude”. Dopo la ballata e il swing, faccio crescere la voglia di muoversi di chi è in sala, so come toccare le corde del mio pubblico”. Sono oltre 6000 i suoi concerti in tutta Italia e all’estero. Spesso lo accompagna suo figlio Rudy, che segue con impegno ed ottimi risultati le orme del padre.
L’esordio e il grande successo di massa con gli amici di una vita
Artista amatissimo, a suo modo ha segnato la storia dello spettacolo italiano, con un occhio particolare al piccolo schemo. Con i suoi amici e compagni di vita, Jerry Calà, Franco Oppini e Nini Salerno nasce il mitico gruppo dei Gatti di Vicolo Miracoli, che debuttarono al Derby di Milano, benedetti poi dal successo tv di Non Stop insieme a Troisi, Verdone, Gaspare e Zuzzurro e i Giancattivi di Francesco Nuti.
Nel 1988 l’incontro con la futura moglie
Intervistato insieme a sua moglie, la bionda ed esile Fanny Minati, che spesso e volentieri interviene. E’ lei a rispondere alla domanda su come la coppia si sia conosciuta: «A Bolzano, a una partita di sportivi contro gli attori. Io ero fidanzata con un hockeista. Era il 1988 e lui mi aveva adocchiato».
All’inizio lei lo “rimbalzava”
Umberto le ruba la scena, come sanno fare gli attori di gran mestiere: «Mi permetto di intervenire, quella volta non è successo nulla. Poi ci siamo intravisti a Milano, l’incontro decisivo è stato nel 1994, sei anni dopo la partita di calcio. Ho cominciato con una serie di telefonate. Dalle quali venivo sempre rimbalzato. Alla fine, sono riuscito a invitarla a uno spettacolo che facevo sul Lago di Garda e sono andato a prenderla a Bolzano. In ultimo, mi sono presentato a suo padre».
Litigano davvero di rado
Trent’anni insieme, una coppia che potrebbe essere insignita del Guinness dei Primati per il record di “numero minimo di litigate”! Anche su questo aspetto Umbertone ha la sua teoria: . «Merito delle origini di Fanny. Mia moglie è creola, nata in Colombia. Lì c’è quel tipo di mentalità: sorrisi, svegliarsi alla mattina non infuriati come le donne europee che sono sempre sull’incazzatino. Questo almeno è quello che ho constatato nelle mie esperienze. Invece Fanny è solare. Ovviamente come tutte le coppie, anche noi abbiamo dei momenti di dissapore, ma sono sempre dovuti a stupidaggini».
Quella volta con la Yespica
E’normale che il successo inneschi nel partner un po’ di gelosia, soprattutto se l’uomo di successo lavora nello spettacolo ed è sempre circondato da belle donne. Su questo Umberto dice: «Bisogna dare le occasioni per essere gelosi. Qualche volta, è vero, ha un po’ litigato con me perché qualcuna faceva la scema sul palco e lei pensava che io magari ci volessi stare. Invece no. La realtà è che io sul palco concedo confidenza e può essere male interpretata. Però mi ha tirato le orecchie quando è venuta nel locale Aida Yespica. Ho esclamato: “Mamma mia, è bella come una Madonna”. Non l’avessi mai detto…».
Cause di litigio
Un altro aspetto dei loro rari litigi è legato ai ritmi differenti che, per ovvii motivi, i due possiedono: «Ho una gestione pre notturna molto particolare: leggo, ma leggo quando torno dal lavoro, quindi intorno alle 5.00 di mattino. Lei si mette la maschera e cerca di dormire, però sempre bofonchiando un po’. Poi io non sono magro e quando mi giro… boom». Anche le finanze di casa possono essere oggetto di discussioni: «Non dissipo il patrimonio familiare ma confesso che sono un po’ leggero. Lei mi ha “sistemato”, prima compravo e vendevo case, accendendo mutui in modo un po’ troppo disinvolto. Facevo il brillantone, mi sono salvato per il rotto della cuffia. C’è stato un momento della mia vita in cui mi sono ritrovato da tutto a niente e ho dovuto ricominciare. Devo dire grazie a Fanny e alla sua cura».
I soldi, un tasto dolente
Da un giorno all’altro le cose possono cambiare, soprattutto per chi fa spettacolo come Smaila: «Conducevo su Canale 5 C’est la vie e un programma che si chiamava Babilonia, 200 puntate all’anno. Conducevo Colpo grosso, 200 puntate all’anno. E a un certo punto da 400 puntate a zero. Colpo grosso l’hanno chiuso, il quiz idem. Quando sei abituato ad avere un tenore di vita di 400 puntate all’anno e il giorno dopo non hai più neanche una puntata, cosa fai? Oggi Fanny tiene conto di tutto. È il mio sergente di ferro».
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