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Personaggi e interviste

Andreas Muller: «Vergognarmi di mio fratello invalido mi distruggeva. La danza e il buddismo mi hanno salvato»

Dall’infanzia segnata dai litigi familiari al successo nel mondo della danza, Andreas Muller si è lasciato alle spalle un passato complicato. Grazie al fratello Daniel, che lo spinse a danzare, e al buddismo, ha trovato una nuova direzione nella vita, trasformando dolore e insicurezze in forza creativa.

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    Nato a Singen, in Germania, il 2 giugno 1996, Andreas Muller cresce a Fabriano, in provincia di Ancona, dove si trasferisce con la famiglia. L’infanzia non è semplice: i litigi tra i genitori e la malattia del fratello maggiore Daniel, colpito da meningite, segnano profondamente il giovane Andreas. «Ero fragile, mi sentivo perso e arrivai persino a vergognarmi di lui», ha confessato nel 2017 a Velvet Mag. Una vergogna che lo tormentava, ma che allo stesso tempo lo spinse a cambiare rotta.

    L’incontro con la danza e la rinascita
    La svolta arriva proprio grazie a Daniel, che amava il ballo e lo incoraggiò a provare. «Passavo le notti fuori, tra alcol e fumo, senza una direzione. Poi mio fratello mi chiese di iniziare a danzare. Gli volevo bene, e decisi di dargli retta. È stato il punto di svolta della mia vita».

    A 15 anni, Andreas inizia a studiare danza. Da autodidatta passa alle accademie, frequentando corsi di hip hop e break dance, fino a unirsi alla compagnia N.ough Company. La passione cresce rapidamente, portandolo a calcare i palcoscenici di tutta Italia. Nel 2014 partecipa a Italia’s Got Talent, dove si classifica secondo, e nel 2016 vince Amici di Maria De Filippi, il talent che lo consacra al successo.

    La filosofia buddista e il cambiamento interiore
    Non solo la danza, ma anche il buddismo ha avuto un ruolo fondamentale nella rinascita di Andreas. «Mi ha insegnato a dipendere solo da me stesso e a credere nelle mie capacità», racconta nel suo libro I sogni non sono nuvole. Una filosofia che lo ha aiutato a liberarsi dalle insicurezze e a costruire una carriera basata su talento, dedizione e resilienza.

    La carriera di successo e l’amore con Veronica Peparini
    Dopo la vittoria ad Amici, Andreas diventa un volto noto del panorama televisivo italiano. Partecipa a eventi prestigiosi come il Festival di Sanremo, si esibisce nei concerti di Claudio Baglioni e diventa coach di Amici Celebrities.

    Nel frattempo, incontra Veronica Peparini, sua insegnante durante il programma. Tra i due nasce un legame che si trasforma presto in una relazione stabile. Nonostante i 25 anni di differenza, la coppia affronta sfide e pregiudizi, costruendo una vita insieme. Dal 2019 lavorano fianco a fianco nella Peparini Academy, una scuola di danza dedicata ai nuovi talenti.

    Il ritorno in TV con This is Me
    Oggi, Andreas è pronto a raccontarsi ancora una volta al grande pubblico. Lo scorso anno è stato tra gli ospiti di This is Me, il nuovo show di Silvia Toffanin in prima serata su Canale 5. Un’occasione per ripercorrere le tappe di una vita straordinaria, trasformata dalla danza e dal coraggio di affrontare i propri demoni.

    Andreas Muller è la dimostrazione che, anche partendo dalle difficoltà più grandi, si può rinascere e costruire un futuro luminoso. Un futuro che, nel suo caso, danza a ritmo di passione e determinazione.

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      Personaggi e interviste

      Martina Colombari, lo sfogo su Achille a Ballando e quel “mi piace” del figlio che vale più di mille discorsi: il gesto che ha commosso tutti

      A Ballando con le Stelle Martina Colombari ha parlato dell’esposizione mediatica subita da Achille, definendola “dolorosa” e “distorta”. Due giorni dopo, il suo post di ringraziamenti ha ricevuto un segnale silenzioso ma potente: il figlio ha messo “mi piace”. Un gesto piccolo, lontano dai riflettori, che molti fan hanno letto come una riappacificazione emotiva.

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        A Ballando con le Stelle Martina Colombari non ha portato solo passi di danza: ha portato una verità che aveva bisogno di uscire. Durante una delle puntate più intense della stagione, l’attrice e showgirl ha ricordato quanto la narrazione pubblica attorno al figlio Achille le abbia ferito profondamente. «C’è stata una strumentalizzazione delle vicende di Achille che mi ha fatto schifo», ha detto davanti alle telecamere, senza filtri, con il tono di chi ha visto il proprio privato inghiottito dal rumore esterno.

        Uno sfogo necessario, nato dal dolore
        Le parole hanno colpito il pubblico, perché non erano parte di una performance né di un copione emozionale: erano lo sfogo di una madre che si è vista raccontare — e giudicare — attraverso una lente che non le apparteneva. La Colombari ha spiegato quanto quella sovraesposizione mediatica fosse diventata tossica per lei e per la sua famiglia, trasformando situazioni delicate in “contenuti” su cui speculare.

        Il post di ringraziamenti dopo lo tsunami
        Due giorni dopo quella confessione così dura, la Colombari ha pubblicato un messaggio sui social. Un post composto, quasi protettivo, in cui ha ringraziato il pubblico, la produzione e soprattutto il suo maestro di ballo Luca Favilla. Ha definito Ballando “una famiglia”, lasciando intendere che quell’ambiente l’abbia accolta e sostenuta in un momento già complesso.

        Il like di Achille: il gesto che dice tutto
        E poi è arrivato quel gesto inatteso: Achille, il figlio di cui si è parlato troppo e troppo spesso senza delicatezza, ha messo “mi piace”. Nessun commento, nessuno sfogo, nessuna apparizione pubblica. Solo un pollice alzato digitale che ha fatto il giro dei social. I fan lo hanno interpretato come un segnale di vicinanza, forse di conforto, forse di sostegno a una madre che ha scelto di proteggere la sua storia.

        Un gesto che vale più di mille dichiarazioni, perché arriva da chi di solito resta distante dalle dinamiche mediatiche. Un piccolo clic che racconta una relazione fatta di passi lenti, ricostruzioni silenziose e affetto che non ha bisogno della ribalta.

        Una famiglia che si ritrova lontano dai riflettori
        Per la Colombari, quella reazione è stata probabilmente la conferma più preziosa: che le sue parole non sono cadute nel vuoto, che il suo tentativo di rimettere i confini attorno alla vita di Achille sia stato compreso proprio da lui. E mentre Ballando continua tra voti, coreografie e sfide, la storia più vera l’ha raccontata quel like. Un frammento di normalità che, in un mondo saturato di rumore, suona come una carezza.

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          Personaggi e interviste

          Giorgio Panariello, tra ferite e risate: dall’infanzia segreta al fratello perduto, al sogno di Sanremo con Conti e Pieraccioni

          Panariello racconta la sua infanzia segnata dagli abbandoni, il senso di colpa per il fratello morto assiderato, le spese folli degli inizi e il flop di Sanremo 2006. Ma oggi, tra tournée e nuovi progetti, ritrova l’ottimismo di sempre: “Forse ho pagato lo scotto di essere un comico, in Italia chi fa cabaret resta fuori da certi giri”.

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            La storia di Giorgio Panariello è una traiettoria fatta di scarti emotivi, scoperte improvvise e di un talento nato quasi per autodifesa. Il comico toscano, oggi in tournée con E se domani…, ha ripercorso le ombre della sua vita con una sincerità rara: un’infanzia che molti definirebbero difficile, lui la chiama semplicemente “singolare”.

            L’infanzia segreta e la verità scoperta per caso
            Fino a undici anni era convinto che i suoi fossero due genitori un po’ più anziani del normale. La realtà gli arrivò addosso tutta insieme: «La signora che compariva a Natale era mamma». Era stata lei, a soli 17 anni, ad abbandonarlo all’Ospedalino degli Innocenti di Firenze. A salvarlo fu la nonna, che lo portò a casa imponendosi su un marito contrario. Quelli che credeva fratelli erano zii, e da qualche parte c’era anche un fratello vero, Franco.

            Franco, la droga e un dolore che non passa
            Quando Panariello lo conobbe, gli volle bene subito. Ma la vita di Franco prese la strada peggiore: la dipendenza, la strada, un tentativo di disintossicazione e poi il destino tragico del 2011, quando fu abbandonato per strada e morì assiderato. Il comico non nasconde il tormento: «Mi sentivo in colpa, lo aiutavo dandogli soldi sapendo che fine avrebbero fatto». Una frattura che ancora oggi trattiene negli occhi.

            Il successo, le spese folli e il Sanremo che brucia
            Panariello non nega di essere stato un esteta dalla mano larga: «Se guadagno cinque, tre li spendo e due li tengo». E il palco, fin da ragazzo, era il suo modo per farsi vedere: firmava quaderni per “allenare” gli autografi. Poi è arrivato Sanremo 2006, un tasto dolente: «Ho sbagliato approccio. L’embargo dei discografici ha fatto il resto».

            Il futuro tra amici, teatro e un’idea di Festival
            Eppure, nonostante tutto, Panariello resta ottimista. Il pranzo con Conti e Pieraccioni è già fissato: se nascerà un’idea, il Festival 2026 potrebbe diventare una sorpresa. «Forse ho pagato lo scotto di essere un comico: in Italia chi fa cabaret è escluso da certi giri». Ma lui, al pubblico, chiede solo una cosa: continuare a essere visto per quello che è, un uomo che ha imparato a sorridere anche quando la vita non glielo rendeva facile.

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              Personaggi e interviste

              Addio alle gemelle Kessler: il legame indissolubile che ha segnato una vita intera e un ultimo gesto scelto insieme

              Le celebri gemelle tedesche, protagoniste assolute della tv anni Cinquanta e Sessanta e amatissime dal pubblico italiano, avevano espresso da tempo il desiderio di “morire nello stesso giorno”. La polizia bavarese conferma che non ci sono terze persone coinvolte e che le due artiste avevano lasciato disposizioni chiare sulle loro volontà.

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                La notizia della morte di Alice ed Ellen Kessler ha attraversato l’Europa come un’eco familiare, malinconica, quasi inevitabile. Le due sorelle, inseparabili per natura e per scelta, sono state trovate senza vita nel loro appartamento di Gruenwald, vicino a Monaco. Avevano 89 anni. Secondo quanto riportato dalla Bild, avrebbero optato per il suicidio assistito, una possibilità prevista dalla legge tedesca in condizioni specifiche e con decisione autonoma.

                Un legame oltre la scena
                Per oltre sessant’anni le gemelle Kessler hanno condiviso palcoscenici, camerini, tournée e applausi. Cantanti, ballerine, attrici: amavano definirsi “un’unica storia in due corpi”, un’immagine che oggi pesa di un significato diverso. Nel loro testamento avevano chiesto che le ceneri fossero conservate nella stessa urna, un’ultima conferma di una vita vissuta rigorosamente in duo.

                Le star del varietà internazionale
                Dalla Germania agli Champs-Élysées, il percorso delle Kessler è stato un salto costante verso l’alto. Notate giovanissime a Düsseldorf, conquistarono Parigi nel 1955 con il Lido e da lì si imposero come vere protagoniste dei varietà internazionali. In Italia diventarono volti popolarissimi, tra gambe interminabili e una presenza scenica che pareva scolpita per la televisione dell’epoca. Hanno condiviso il palco con nomi come Frank Sinatra, Fred Astaire e Harry Belafonte, portando la loro eleganza in tutto il mondo.

                Dalla fuga alla libertà alla scelta finale
                La loro storia, però, non è solo spettacolo. A 16 anni fuggirono dalla Germania dell’Est per raggiungere l’Occidente, convinte che la libertà fosse l’unico terreno possibile per il loro futuro. Nel 2024 avevano dichiarato al Corriere della Sera di voler “morire nello stesso giorno”. Così è stato. La Kriminalpolizei di Monaco ha confermato che non vi sono responsabilità esterne: una scelta consapevole, presa insieme, come sempre.

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