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Spettacolo

«Rossella Brescia e Luciano Cannito si sono lasciati dopo 18 anni», gli indizi social

Rossella Brescia e Luciano Cannito hanno messo fine a una storia d’amore lunga più di 18 anni. La notizia della loro separazione è stata svelata durante una puntata di Gente di Mare, sconvolgendo i fan che avevano seguito la loro relazione solida e riservata. Scopri i dettagli di come questa coppia celebre ha gestito la crisi e cosa riserva il futuro per entrambi

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    “Rossella Brescia e Luciano Cannito, dopo più di 18 anni insieme, hanno annunciato la fine della loro lunga relazione, un evento che ha sorpreso molti, simile alla recente separazione di Clio MakeUp e suo marito. Durante una puntata di Gente di Mare, l’esperta di gossip Deianira ha rivelato la notizia, sottolineando la rottura tra la famosa conduttrice e il rinomato coreografo.

    Nonostante non ci siano conferme dirette al momento, la coppia sembrava essere in crisi già da qualche settimana, come suggerito dalle enigmatiche storie Instagram di Rossella Brescia. La situazione è diventata evidente quando ha pubblicato una storia con uno sfondo nero e la canzone “Quando finisce un amore” di Riccardo Cocciante. Questo gesto ha fatto pensare ai suoi follower che stesse alludendo alla fine della loro storia d’amore, che sembrava solida fino a poco tempo fa.

    Rossella Brescia e Luciano Cannito hanno sempre mantenuto la loro privacy, quindi il motivo esatto della separazione non è stato chiarito pubblicamente. Dopo l’annuncio, entrambi si sono concentrati sul lavoro e continuano a condividere le loro attività sui social media. Mentre Rossella ha recentemente assistito allo spettacolo teatrale di Eleonora Abbagnato alle Terme di Caracalla, Luciano è coinvolto nel nuovo musical di Rocky, con Pierpaolo Pretelli nel ruolo principale.”

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      Musica

      Beyoncé al Gran Premio di Las Vegas in tuta Ferrari super attillata: look da corsa, curve esplosive e tifoseria d’eccezione

      Prima l’ingresso nel paddock in pelle bianca stile motociclista, poi la trasformazione in tifosa Ferrari con una tutina rossa e nera aderentissima: Beyoncé ha catalizzato l’attenzione sugli spalti del GP di Las Vegas, mentre in pista la scuderia non è riuscita a mantenere le aspettative.

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        Il weekend di Las Vegas ha offerto glamour e motori, ma sulle tribune gli occhi erano soprattutto su Beyoncé. La cantante è apparsa al fianco di Jay-Z con un look da motociclista in pelle bianca decorato da inserti neri e rossi, completato da stivali a spillo e guanti senza dita. Un ingresso «da urlo», come l’hanno definito i commentatori presenti al circuito.

        La trasformazione da tifosa Ferrari
        Per la gara notturna Beyoncé ha scelto un secondo look, ancora più appariscente: una tutina racing rossa e nera con dettagli metallici e una cerniera gioiello dorata, aderentissima e impossibile da ignorare. L’artista si è mostrata sorridente in tribuna, scattando foto e incitando la Rossa, circondata da amici e staff.

        In pista non è andata come sperato
        L’effetto Beyoncé però non ha portato fortuna alla scuderia. Nonostante l’entusiasmo sugli spalti, la Ferrari ha faticato a trovare ritmo per tutta la gara, con Charles Leclerc che ha chiuso al quarto posto e Lewis Hamilton ottavo. Un esito sotto le attese, soprattutto in un appuntamento così scenografico per la Formula 1.

        Il pubblico, intanto, ha continuato a osservare divertito le reazioni della star americana, diventata in poche ore uno dei volti simbolo del fine settimana del GP. E, come sempre, i social hanno amplificato ogni sguardo, ogni posa e ogni curva della popstar texana.

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          Musica

          Robbie Williams: “Sto perdendo la vista per colpa del Mounjaro, ma continuerò a usarlo”

          Robbie Williams racconta di star perdendo la vista dopo mesi di Mounjaro, il farmaco anti-obesità diventato un fenomeno globale. Il cantante ammette di fare fatica a distinguere i fan ai concerti e collega il problema alle iniezioni dimagranti. Intanto le agenzie regolatorie monitorano da vicino possibili effetti collaterali oculari, mentre cresce l’allarme su una rara neuropatia del nervo ottico.

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            Robbie Williams non è nuovo a confessioni intime, ma questa volta il tono è più cupo del solito. Nell’intervista rilasciata al The Sun, l’ex Take That racconta di temere addirittura la perdita della vista a causa delle iniezioni di Mounjaro, il farmaco GLP-1 diventato popolare tra chi vuole dimagrire velocemente. E a far scattare il campanello d’allarme è stato un episodio all’apparenza banale: una partita di football americano vista in TV. “Non riuscivo a distinguere i giocatori, erano solo macchie verdi su uno sfondo verde”, ha ricordato.

            Convinto che non fosse un normale segnale dell’età, Williams si è rivolto subito a un ottico. La diagnosi? Una variazione improvvisa e importante della prescrizione, tanto da richiedere un cambio di occhiali. “Non credo sia l’età. Credo siano le iniezioni di Mounjaro”, ha dichiarato. Parole che hanno fatto il giro del mondo, non solo perché pronunciate da una star planetaria, ma perché toccano uno dei nodi più delicati legati ai nuovi farmaci anti-obesità.

            Il cantante, 50 anni, ha ammesso che il problema sta iniziando a influenzare anche la sua vita sul palco: vedere chiaramente il pubblico, specialmente nelle platee più ampie, è sempre più difficile. Eppure, nonostante tutto, Williams dice di non essere pronto a interrompere la terapia. “Sono così malato che probabilmente continuerò finché non mi sarà completamente scomparsa la vista da un occhio”, la frase choc.

            Intanto il suo caso riaccende i riflettori sugli effetti oculari segnalati da alcuni pazienti che assumono Mounjaro, semaglutide e altri GLP-1. In diversi paesi, le autorità sanitarie stanno monitorando un possibile legame con una rara neuropatia del nervo ottico, una condizione che, se non individuata in tempo, può portare a gravi conseguenze visive. Ad oggi, gli esperti non hanno trovato un nesso causale certo, ma le segnalazioni sono abbastanza numerose da invitare alla prudenza.

            Williams stesso sottolinea di non voler demonizzare il farmaco. Il suo obiettivo, dice, è solo raccontare ciò che gli sta accadendo. E lo fa senza perdere il suo consueto tono tagliente: “Io non sono un esempio da seguire, mai stato. Ma se succede a me, può succedere a chiunque”.

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              Spettacolo

              Loredana Berté svela a The Voice Senior il suo incontro con Bob Marley e la nascita di “E la Luna Bussò”

              Durante The Voice Senior, Loredana Berté ha lasciato lo studio senza fiato: alla domanda di Nek, ha raccontato di aver incontrato Bob Marley in Giamaica, seguendo una folla fino a un giovane rastaman che cantava con i dreadlock fino a terra. Colpita dal suo magnetismo, acquistò tutti i suoi dischi, li portò a Mario Lavezzi e lo spronò a studiarli. Da quell’intuizione nacque “E la Luna Bussò”, uno dei brani più iconici della musica italiana.

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                A volte, nelle pieghe dei talent show, emergono storie che sembrano uscite da un romanzo musicale. È quello che è accaduto a The Voice Senior quando Nek, con la curiosità di chi sa che dietro ogni leggenda c’è sempre un aneddoto inatteso, ha chiesto a Loredana Berté: «Ma davvero hai conosciuto Bob Marley?». La risposta della cantante è stata un piccolo viaggio nel tempo.

                Berté ha raccontato di trovarsi in Giamaica, in un momento della sua vita in cui la musica era bussola e ossigeno. «Ho visto una fiumana di persone – ha detto – e mi sono messa a seguirle». Un gesto istintivo, quasi cinematografico, che l’ha portata davanti a un giovane artista che cantava immerso in un’aura magnetica. «Aveva i capelli intrecciati lunghi fino a terra», ha ricordato, descrivendo Bob Marley prima che diventasse Bob Marley.

                La scena, quasi sospesa, è rimasta impressa nella memoria dell’artista italiana. Colpita da quel sound ribelle e spirituale, Berté decise di portarsi a casa un pezzo di quell’esperienza. «Quando me ne sono andata ho comprato tutti i suoi dischi», ha raccontato con il suo tono inconfondibile. Quegli LP attraversarono l’oceano, finirono tra le mani di Mario Lavezzi e scatenarono una scintilla creativa.

                «Gli ho detto: “Studia, studia”», ha spiegato sorridendo. Lavezzi studiò davvero, si immerse nel reggae, nel ritmo sincopato, nella vibrazione caraibica. Da quell’incontro fortuito tra una diva italiana e un giovane profeta della musica giamaicana nacque “E la Luna Bussò”, brano che avrebbe segnato per sempre la carriera della Berté e aperto una finestra reggae nella canzone italiana.

                Il racconto, condiviso con naturalezza davanti ai concorrenti e al pubblico, ha ricordato quanto la Berté sia un ponte vivente tra mondi musicali, una viaggiatrice che ha saputo assorbire influenze e restituirle con una potenza tutta sua. E soprattutto ha mostrato come un semplice “seguire una folla” possa trasformarsi in storia della musica.

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