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Sport

Prossimo obiettivo: sotto i 10 secondi a Parigi

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    Il nostro Marcell Jacobs è tornato alla grande, vincendo la gara dei 100 metri maschili agli Europei di atletica di Roma. Il tempo che ha fatto segnare è di 10″02. Dietro di lui un altro azzurro, Chituru Ali (nato in Italia da madre nigeriana e padre ghanese) che ha chiuso in 10″05. Terzo posto per il britannico Romell Grave (10″06).

    La difesa del titolo

    Dichiara il campione europeo a fine gara: «Era la prima volta quest’anno che correvo due volte in tempi così ravvicinati, ho sentito un semplice crampo al polpaccio. La batteria l’ho corsa facilmente, in finale mi aspettavo di andare più forte, ma qui era importante solo difendere il titolo. Il mirino è su Parigi, ci vuole tempo per assimilare tutto il lavoro. Questa è l’Italia più forte di sempre: con Ali ci giochiamo il futuro».

    Marcell, il killer delle finali

    Quando nell’aria avverte il profumo dell’oro, Jacobs torna ad essere quello straordinario velocista che dai Giochi di Tokyo ha saputo modificare il percepito della nostra atletica nel mondo. Era il campione europeo in carica, tornava a Roma intendendo vincere per ricaricarsi di energia in vista dei Giochi di Parigi. E così è stato, ha vinto i 100 col suo miglior tempo dell’anno, sul quale – tutti sono concordi – è in grado di limare ulteriormente.

    Meglio di così…

    Quindi europei di atletica da sogno per l’Italia nei primi due giorni a Roma. Siamo prima nel medagliere, con un grande distacco di vantaggio sul resto del continente. Piovono le medaglie d’oro (5) e abbiamo pure portato a casadue doppiette fantastiche: venerdì nella 20 km di marcia femminile (Palmisano e Trapletti) e sabato nei 100 metri, la gara regina, con Marcell Jacobs che ha trionfato davanti all’altro azzurro Chituru Ali, sempre più emergente e ormai vicinissimo al campione olimpico.

    Jacobs scherza col suo compagno, arrivato secondo

    “Io credo fortemente nel suo talento, l’ho sempre fatto negli ultimi anni, ho sempre detto che sarà un ragazzo che correrà non sotto i 10 secondi ma sotto i 9″90, e ne sono più che sicuro, però finché sarò in gioco cercherò sempre di arrivargli davanti. Noi sapevamo che in questo Europeo potevamo fare l’uno-due, ovviamente lui doveva essere il due, glielo avevo già detto…”, ha dichiarato Jacobs a fine gara, col 25enne comasco accanto a lui.

    La battuta li ha visti ridere entrambi… anche se è chiaro che il nostro numero uno ci tiene a sottolineare che esistono le gerarchie. Per il momento Marcell vola… e Chituru insegue.

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      Sport

      Federica Pellegrini torna a casa dall’ospedale con la figlia Matilde: paura per nuove convulsioni febbrili, ma ora sta meglio

      Federica Pellegrini ha lasciato l’ospedale insieme alla figlia Matilde, due anni, dopo ore di grande apprensione. La bambina è stata colpita da una febbre improvvisa che ha provocato nuove convulsioni febbrili. A raccontarlo è stata la stessa ex nuotatrice sui social. La famiglia è ora a casa, in attesa degli accertamenti previsti nelle prossime settimane.

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        Ore di paura, poi il sollievo. Federica Pellegrini è tornata a casa dall’ospedale insieme alla figlia Matilde, di due anni, dopo che la bambina è stata colpita da una febbre improvvisa che ha scatenato nuove convulsioni febbrili. A raccontare quanto accaduto è stata la stessa ex campionessa olimpica, che ha scelto i social per condividere con discrezione l’apprensione vissuta come madre.

        La febbre improvvisa e il ricovero
        Secondo quanto riferito dalla Pellegrini, l’episodio è stato repentino e preoccupante. La febbre alta ha provocato convulsioni febbrili, un quadro che ha reso necessario il ricorso alle cure ospedaliere. «È la terza volta che capita», ha scritto la Divina, lasciando trasparire tutta l’ansia di una situazione che, purtroppo, non è nuova per la famiglia.

        Le convulsioni febbrili, soprattutto nei bambini piccoli, sono eventi che spaventano profondamente i genitori, anche quando il decorso clinico tende a risolversi senza conseguenze. La decisione di affidarsi subito ai medici è stata dettata dalla prudenza e dal desiderio di avere risposte chiare.

        Il racconto sui social e la preoccupazione di una madre
        Federica Pellegrini, da sempre molto riservata sulla vita privata, ha scelto parole misurate. Nessun allarmismo, ma il bisogno di condividere un momento difficile. Il riferimento al fatto che si tratti della terza crisi ha colpito molti, perché restituisce l’immagine di una madre che, nonostante l’esperienza, non si abitua mai alla paura quando di mezzo c’è la salute della propria figlia.

        Il messaggio è stato accolto da una valanga di solidarietà, con tanti messaggi di affetto e incoraggiamento rivolti alla famiglia. Un sostegno silenzioso, che ha accompagnato le ore successive al ricovero.

        Le dimissioni e il ritorno a casa
        Dopo gli accertamenti immediati e il monitoraggio clinico, Matilde è stata dimessa. La bambina sta meglio e ha potuto tornare a casa insieme ai genitori. Una notizia che ha portato sollievo, pur senza cancellare del tutto la preoccupazione.

        La Pellegrini ha infatti spiegato che saranno necessari ulteriori controlli nelle prossime settimane, per approfondire il quadro e capire come prevenire eventuali nuovi episodi. Un percorso di attenzione e vigilanza che molte famiglie con bambini piccoli conoscono bene.

        Attesa per gli accertamenti futuri
        Ora la famiglia si prepara ad affrontare un periodo di osservazione, seguendo le indicazioni dei medici. Nessuna previsione azzardata, ma la consapevolezza che servirà tempo per chiarire la situazione e valutare ogni aspetto clinico.

        Federica Pellegrini, abituata alle sfide più dure nello sport, si trova ora a vivere quella più delicata: proteggere la serenità e la salute della propria figlia. Con il ritorno a casa dall’ospedale si chiude la fase più acuta dell’emergenza, ma resta l’attenzione costante di una madre che, come tante altre, affronta con forza e lucidità un momento complesso.

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          Calcio

          Altro che rottura: Alice Campello spiega perché Morata non era al matrimonio in Spagna

          Alice Campello non chiarisce la situazione con Alvaro Morata e reagisce duramente a un commento social che ironizza sull’assenza del marito da una festa in Spagna. L’influencer risponde citando l’impegno calcistico dell’attaccante: “Morata not found? Partita found”. La crisi resta oggetto di voci e interpretazioni.

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            Alice Campello torna al centro dell’attenzione social senza sciogliere il nodo più atteso: quello sulla presunta rottura con Alvaro Morata. L’imprenditrice e influencer ha condiviso alcune immagini scattate in Spagna durante il matrimonio di una sua amica, una serata elegante, tra sorrisi e abiti da cerimonia. Ma a catturare l’attenzione dei follower non sono state le foto in sé, quanto un’assenza evidente: quella del marito.

            Il commento che accende la miccia
            Tra i tanti messaggi comparsi sotto il post, uno in particolare ha fatto esplodere la polemica: “Morata not found!”. Una battuta che ha trovato eco immediata tra gli utenti e che ha trasformato un semplice post in un nuovo capitolo del gossip sulla coppia. Per molti, quella frase è sembrata una conferma indiretta delle voci di crisi che da giorni circolano online.

            La risposta secca di Alice Campello
            Alice non è rimasta in silenzio. Anzi, ha risposto in modo diretto e visibilmente infastidito: «A prescindere da tutto, prima di scrivere questo commento inutile, controlla se c’erano partite ieri. Partita found. Che stiamo bene o stiamo male Morata sarebbe stato not found comunque». Un chiarimento che mette al centro l’impegno sportivo dell’attaccante, impegnato nello stesso momento nella partita contro l’Inter.

            Crisi smentita o solo difesa d’ufficio?
            La replica di Alice non smentisce apertamente la rottura, ma punta a ridimensionare le interpretazioni costruite attorno a un singolo dettaglio. Il fatto che Morata non fosse presente a un matrimonio, spiega lei, non può essere automaticamente letto come un segnale di crisi, perché l’assenza era legata a un impegno professionale. Ma il dubbio resta, alimentato proprio dal fatto che non sia arrivata alcuna dichiarazione definitiva sullo stato della relazione.

            Il clima sui social resta teso
            I commenti continuano a moltiplicarsi, tra chi difende Alice e chi continua a leggere segnali nascosti in ogni gesto. La coppia, abituata da anni all’attenzione mediatica, si trova ancora una volta sotto la lente del pubblico, con ogni post che diventa materia da decifrare.

            Un equilibrio ancora da chiarire
            Per ora, l’unica certezza è lo scontro diretto tra Alice e i follower più insistenti. La situazione con Morata resta sospesa tra smentite indirette, silenzi e interpretazioni. E come spesso accade, sono proprio i social a fare da palco principale a una storia che, per ora, continua a restare senza una versione definitiva.

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              Sport

              Andrea Iannone si racconta: amore per Elodie, paure, rinascite e quel sole arrivato nel momento più buio

              Dal garage pieno di moto che “non può guidare” alla MotoGP in Malesia dopo cinque anni, fino al legame con la cantante: Iannone parla senza filtri della paura, della fatica, dei crolli e di quella luce arrivata “quando tutto era complesso”.

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                Andrea Iannone ha più di cento moto, ma ammette che in strada non ne usa nessuna. «Perché ho paura degli altri e anche di me», confessa nel podcast Passa dal BSMT, «perché per me la moto non significa andare a passeggio, ma spingerla sempre al massimo e in strada diventa rischioso». È il paradosso di un pilota che vive di velocità ma che conosce fin troppo bene la fragilità nascosta dietro la potenza dei motori.

                Il ritorno alle corse in Superbike lo ha riportato a respirare aria di pista. E, grazie a Valentino Rossi, in Malesia è salito di nuovo su una MotoGP dopo cinque anni: «È stato folle, ma bellissimo, nel paddock ho sentito un grandissimo affetto da parte di tutti». Una frase che suona come un abbraccio a una comunità da cui era stato lontano troppo a lungo.


                Sacrifici, cadute e risalite

                Il racconto scivola poi sui sacrifici della sua famiglia. «Mio papà ha ipotecato la casa e quando partivamo per le gare bisognava capire come tornare, perché magari i soldi non c’erano». È il retrobottega del talento: benzina, chilometri, speranze, conti che non tornano e un ragazzino che intanto correva più forte della precarietà.

                Il periodo della squalifica è il punto più buio, quello che Iannone non cita con toni drammatici ma che resta lì, sullo sfondo, come una frattura che gli ha cambiato la pelle. Ed è in quella fase che accade l’incontro destinato a riscrivere il suo equilibrio.

                L’incontro con Elodie: “è stata l’alba”

                «Ci siamo conosciuti in Puglia, quando io ero fermo, al compleanno di un amico comune ed è scattato subito qualcosa». Parla di Elodie come di un approdo, di una rivelazione. «Lei aveva questa relazione e prima si è lasciata, non è successo niente, ci siamo rispettati, eravamo tipo migliori amici».

                La storia nasce un’ora dopo le esitazioni, in Sardegna, al compleanno di Diletta Leotta: «Lì ci siamo fidanzati ufficialmente. È venuto tutto naturale, non potevamo farne a meno». Poi la frase che riassume tutto: «In un momento molto complesso della mia vita, lei è stata l’alba, l’arrivo del sole, perché da lì in poi sono tornato alla luce».

                La descrive come una compagna intensa: «Mi supporta in una maniera sconfinata, incredibile. Umanamente Elo è una persona stupenda, bellissima, ha tantissimi pregi, sono molto fortunato».

                Un amore vissuto lontano dai riflettori

                Quando può, Iannone la segue anche nei momenti più importanti: «A San Siro ero dietro il palco, ci siamo baciati poco prima che entrasse. Quando ho visto la gente mi sono emozionato». Per uno che dice di non emozionarsi quasi mai, è un’ammissione potente.

                Sui gossip è lapidario: «Ho una corazza, bisogna avere il coraggio di andare oltre». E sulla vita in Svizzera spiega: «A Lugano sto bene. A Milano ogni volta che usciamo c’è qualcuno con il telefonino. Alla lunga ci fai l’abitudine, ma non è bello».

                È il ritratto di un uomo che si è ripreso la sua traiettoria, non solo sportiva. E che oggi, più che aprire il gas, sembra aver trovato un equilibrio raro: un passo, un amore, una luce che – come dice lui – «ha fatto tornare a girare tutto».

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