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Calcio

Congestione per Baroni, il tecnico della Lazio portato d’urgenza in ospedale: ora come sta?

L’allenatore della Lazio ha accusato dolori addominali mentre pranzava in Umbria. Dopo i controlli, il tecnico è stato dimesso e dovrebbe rientrare al campo entro pochi giorni.

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    Un momento di paura ha segnato la breve vacanza di Marco Baroni, allenatore della Lazio, mentre si trovava in Umbria per trascorrere del tempo con la famiglia. Dopo l’ultima partita contro il Monza, Baroni aveva deciso di concedersi una pausa a Gubbio, ma il pranzo si è trasformato in un episodio di grande apprensione. Durante il pasto in un’osteria, il tecnico ha iniziato a sentire forti fitte allo stomaco che l’hanno costretto a richiedere assistenza medica.

    L’allenatore è stato trasferito in ospedale in ambulanza per tutti gli accertamenti del caso. Secondo le prime fonti, pare che il malore sia stato causato da una congestione addominale, forse aggravata da un virus. Fortunatamente, nulla di grave: Baroni è stato dimesso in serata e gli è stato concesso un periodo di riposo di due giorni per recuperare.

    Il tecnico biancoceleste dovrebbe tornare regolarmente in campo mercoledì 13 novembre, pronto a riprendere gli allenamenti con la squadra a Formello. Un episodio spaventoso che, fortunatamente, non ha avuto conseguenze gravi, ma che ha sicuramente interrotto la serenità di una giornata in famiglia.

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      Edoardo Bove si risveglia: «Grazie a tutti». Il cardiologo spiega i possibili scenari

      Il giovane calciatore, ricoverato a Careggi, è cosciente e non più intubato. Gli esperti analizzano l’episodio: il ritorno in campo dipenderà dai risultati degli accertamenti diagnostici.

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        Finalmente un sospiro di sollievo per Edoardo Bove, il centrocampista della Fiorentina che questa mattina ha pronunciato le sue prime parole dopo il grave malore accusato in campo durante la partita contro l’Inter. Ricoverato presso l’ospedale di Careggi, a Firenze, il giovane calciatore non è più intubato e ha parlato con i familiari, tra cui i genitori Giovanni e Tanya e la fidanzata Martina.

        Bove è ancora sottoposto a una lunga serie di accertamenti

        Nonostante il miglioramento, Bove è ancora sottoposto a una lunga serie di accertamenti diagnostici per chiarire cosa abbia causato l’aritmia che lo ha portato all’arresto cardiaco, costringendo i soccorritori a intervenire con il defibrillatore.

        Secondo il cardiologo Massimo Grimaldi, presidente designato dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco), l’episodio potrebbe essere stato scatenato da una torsione di punta o da una contusione toracica.

        Torsione della punta

        «La torsione di punta è un’aritmia fugace, talmente veloce che può portare a un arresto cardiaco oppure risolversi spontaneamente. Può essere causata da bassi livelli di elettroliti come potassio o magnesio, oppure da una predisposizione genetica come il QT lungo. Tuttavia, quest’ultima ipotesi è poco probabile, dato che sarebbe stata rilevata durante i controlli di idoneità sportiva», ha spiegato Grimaldi.

        Se le indagini confermassero una causa rimovibile, come un grave squilibrio elettrolitico, Bove potrebbe tornare a giocare. Tuttavia, se venissero individuate alterazioni strutturali del miocardio o cause genetiche, il calciatore potrebbe dover rinunciare alla carriera agonistica.

        Grimaldi ha anche sottolineato il rigore delle normative italiane nel rilascio dell’idoneità sportiva: «L’Italia è tra le nazioni più protettive al mondo. Sebbene un defibrillatore possa eliminare il rischio di morte improvvisa, alcune cardiopatie peggiorano rapidamente con lo stress fisico. È per questo che in Italia si tutela anche il rischio di peggioramento delle condizioni sottostanti».

        Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha fatto visita al calciatore e ha dichiarato: «L’ho trovato vigile e sereno. È davvero un ragazzo d’oro, con una grande capacità di reazione». La strada per la ripresa è ancora lunga, ma le prime parole di Bove e la sua forza d’animo sono segnali incoraggianti per il futuro.

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          Calcio

          Gigi Buffon: che voglia di fare due paroline con lo scorrettissimo Rodrigo

          L’ex portierone azzurro e bandiera della Juventus ricorda l’avversario più scorretto che abbia mai incontrato.

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            Quella di Buffon è stata una carriera sfavillante, nella quale ha mancato solo la Champions League, vincendo tutto il resto. Affrontando in carriera migliaia di avversari sui campi di tutto il mondo – tra Parma, Juve, PSG e nazionale azzurra – l’attuale 46enne sportivo toscano è sempre stato corretto e cordiale con tutti con tutti, sia compagni che avversari. Con tutti tranne uno, un calciatore che non riesce proprio a togliersi dalla mente per come si comportò con lui in campo, anche se non ne ricorda il nome: “Giuro: l’ho rimosso. Se lo rivedessi ci farei due parole“.

            Rimozione psicologica

            Ve lo diciamo noi di chi si tratta: Rodrigo Moreno Machado, attaccante brasiliano naturalizzato spagnolo, tuttora in attività a 33 anni. Di lui Buffon dice: “Ricordo un attaccante del Benfica che mi diede un calcio terribile alla mano, palesemente apposta, mi fece un male tremendo, e mi guardò senza nessuna intenzione di chiedere scusa. Chi era? Giuro: l’ho rimosso. Se lo rivedessi ci farei due parole, è per me un punto d’onore essere educato con tutti. Ma le persone negative le dimentico“.

            Un match indimenticabile

            Torniamo con la moviola all’1 maggio 2014: Juventus-Benfica: l’occasione persa dallo squadrone di Conte. La squadra torinese gioca in casa la semifinale di ritorno di Europa League contro il Benfica, dovendo rimontare la sconfitta per 2-1 dell’andata a Lisbona. Finisce 0-0 con conseguente eliminazione, una grande occasione persa per quello che all’epoca era lo squadrone bianconero allenato da Antonio Conte – che avrebbe stravinto il campionato col record dei 102 punti – visto che la finale della competizione si sarebbe giocata proprio a Torino (all’Allianz Stadium avrebbe poi trionfato il Siviglia, battendo il Benfica ai calci di rigore dopo lo 0-0 al termine dei tempi supplementari).

            Furono i portoghesi a qualificarsi per la finale

            Una partita di ritono pregna di tensione, con la Juventus costantemente all’attacco a testa bassa nel tentativo vano di far saltare il fortino della squadra portoghese, che aveva titolare a centrocampo quel Ruben Amorim, diventato da poco allenatore del Manchester United. Il secondo tempo si giocò sotto iuna pioggia torrenziale, Conte provò il tutto per tutto inserendo Giovinco e Osvaldo, il Benfica rimase anche in 10 per l’espulsione di Perez al 67′ ed alzò le barricate davanti alla porta di Oblak. Lo 0-0 si confermò fino al fischio finale, con la qualificazione del club portoghese per la finale di Europa League, con tanto di scaramucce a fine gara tra le panchine, con Vucinic e Markovic espulsi.

            Meritava il rosso

            A Buffon è rimasto in testa quello che accadde all’inizio del secondo tempo, quando un fallaccio di Rodrigo su di lui fu sanzionato dall’arbitro Clattenburg solamente con il cartellino giallo, quando avrebbe meritato l’espulsione. Gigi uscì per anticipare l’attaccante spagnolo, il quale gli tirò un calcio sulla mano, come ricorda perfettamente l’attuale capo delegazione dell’Italia.

            Dove gioca oggi

            Nella finalissima col Siviglia Rodrigo – per la legge non scritta della compensazione divina – avrebbe poi sbagliato uno dei due rigori decisivi falliti dal Benfica (l’altro fu di Cardozo). Quell’estate l’attaccante si trasferì poi al Valencia, giocandovi fino al 2020. Poi Leeds, Al-Rayyan e oggi Al-Gharafa, sempre in Qatar.

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              Il possibile ritiro di Karius, il flop tv della moglie Diletta: una coppia in crisi lavorativa

              Il marito di Diletta Leotta non sta attraversando un periodo professionale smagliante, anzi… le sue ultime prestazioni sono state costellate da svariati errori. Il morale è molto basso, costellato anche da pensieri di abbandono dell’attività. Anche lei, con la chiusura anticipata de La Talpa, dal punto di vista lavorativo non è messa meglio…

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                La sfida in Champions League tra Liverpool e Real Madrid vede l’ex portiere dei Reds Loris Karius uno dei protagonisti in negativo della finale del 2018 a causa dei suoi errori. Non riuscendo a cancellare quel brutto ricordo, il marito di Diletta Leotta rievoca la partita maledetta in un’intervista a SPORTbible: “Negli ultimi anni, qualunque cosa io abbia fatto, non è stata mai abbastanza buona per cancellare quella serata”.

                Una serata maledetta difficile da dimenticare

                Aggiungendo: “E’ stato difficile riprendersi da quella finale di Champions League persa contro il Real Madrid”. Una notte veramente da dimenticare per l’estremo difensore che allora militava nella squadra inglese. Durante il match, svoltosi presso lo stadio Olimpiyskiy di Kiev, commise due errori madornali che spianarono la strada al trionfo madridista. “È stato difficile scrollarsi di dosso quell’episodio, anche in altri club, quando cercavo di guadagnarmi la fiducia di un allenatore o chiedevo di giocare quando ritenevo di meritarlo”, ha ammesso.

                La diffidenza degli allenatori

                “Ma a quel punto gli allenatori hanno preferito scegliere la via più semplice, piuttosto che schierare un portiere che avrebbe attirato tanta attenzione. In un certo senso lo posso anche capire, ma è frustrante quando non puoi fare nulla per far cambiare idea alle persone. Io svincolato? Onestamente negli ultimi anni posso dire di aver lavorato duramente – afferma lo sportivo – ma nonostante gli sforzi e i sacrifici ho giocato a malapena: la situazione è davvero frustrante. Personalmente sento ancora di avere molta qualità, ma se sei stato fuori per tutto questo tempo come è accaduto a me, allora ovviamente devi prendere in considerazione anche il ritiro”.

                Se Karius piange… la Leotta non ride

                L’ultima avventura televisiva della Leotta, come conduttrice dello show La Talpa è andata tutt’altro che bene. Il volto di Dazn, voluta fortemente da Pier Silvio a condurre la riedizione del reality, non è riuscita nell’impresa, visto che il programma in onda su Canale 5 si è rivelato un vero e proprio flop. I bassi ascolti hanno infatti indotto Mediaset ad accorpare le tre puntate finali e a chiudere in anticipo lo show. Per Diletta l’unica consolazione è rappresentata dagli elogi della critica che ha indicato nella sua personalità davanti alle telecamere uno dei pochi elementi salvabili del programma. La Talpa torna in letargo e la Leotta dovrà trovare un’occasione per rifarsi al di fuori della comfort zone a lei offerta dai programmi sportivi.

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