Sport
Italia campione del mondo di calcio… ma solo sul tavolo di cucina!
Mentre la nostra Nazionale di serie A stenta a trovare un’identità vincente, sotto la guida del CT Spalletti… c’è chi a calcio (ma quello da tavolo) vince addirittura i Mondiali! Senza giocatori ex ludopatici o in odore di doping.
La nazionale italiana si è confermata campione del mondo di calcio a Tunbridge Wells, in Inghilterra. Battendo in finale il Belgio. Tranquilli… non si tratta di fantacalcio ma di quello reale, anche se… giocato col Subbuteo! Alla fine il medagliere della manifestazione contempla sette medaglie d’oro conquistate complessivamente dagli Azzurri, sulle dodici in palio nelle varie categorie previste.
Il gioco
Per chi non lo sapesse (soprattutto i giovanissimi) si tratta di un gioco da tavolo nel quale viene riprodotto, in miniatura, lo sport del calcio. Nato nel 1947 presso la località inglese dove ancora oggi se ne disputano i mondiali, da un’idea di un certo Peter Adolph, ispirata a un gioco da tavolo già esistente dagli anni trenta, il New Footy. Un gioco che ha goduto di grande diffusione anche in Italia soprattutto fra i ’70 e gli ’80.
L’etimologia del nome Subbuteo
Lìorigine del nome è piuttosto cusiosa: si riferisce al nome latino di un volatile, il falco Subbuteo. Il “padre” inventore del Subbuteo con cui giochiamo oggi, morto nel 1994 aveva due grandi passioni: il calcio e l’ornitologia.
L’acquisizione americana e la fine della produzione
Nel corso dei ’90 l’azienda produttrice del gioco fu acquisita dal brand americano Hasbro. Il quale, però, nel 2000 ne interruppe la produzione considerandolo non più competitivo nei confronti dei nuovi videogiochi. La produzione del gioco è continuata, in Italia, fino al 2003 grazie ad una licenza concessa al distributore locale, la ditta Edilio Parodi, che ha inoltre creato una nuova versione chiamata “Zëugo” (gioco in genovese).
La nostra squadra
Guidata dal Commissario Tecnico Marco Lamberti, è composta dal capitano Saverio Bari (F.lli Bari Reggio Emilia), Matteo Ciccarelli e Luca Battista (Napoli Fighters), Filippo Cubeta (Barcellona Calcio Tavolo), Marco Brunelli (Virtus Rieti) e Leonardo Giudice (Subbuteo Club Labronico). Un gruppo che ha replicato così i successi ottenuti nella precedente edizione del Mondiale a Roma nel 2022 e nella European Cup di Gibilterra nel 2023. Secondo il vecchio detto che “squadra che vince non si cambia”.
Medagliati in punta di dito
Nella finale, incerta fino alla conslcusione, gli Azzurri hanno conquistato la vittoria grazie alla migliore differenza reti complessiva (9-7), dopo aver raggiunto in extremis il pareggio per 1-1 sui quattro campi di gioco, con una rete fulminea di Cubeta. Il titolo individuale è stato invece vinto dal greco Dimitrios Dimopoulos. Nel torneo Under 20 a squadre, la formazione guidata dal CT Alfredo Palmieri ha battuto il Belgio 2-0, conquistando la vittoria. La squadra Under 12 ha superato la Grecia in finale.
Prima della consolle
Oggi tutti i ragazzini trascorrono ore e ore davanti al televisore collegato alla loro consolle preferita. Bastafare un click e si viene proiettati in un fantastico stadio 3D, con realismo visivo e sonoro stupefacente. Ma una volta il campo da calcio andava allestito con un tappeto verde di panno, sul quale si posizionavano le due porte e i 22 omini. E, con la lampada della cucina di casa che si immaginava fosse un grande impianto di illuminazione, ci si imaginava di essere a San Siro, a Wembley o al Maracanà. Ancora oggi – eterno bambino – qualcuno insegue quella suggestione…
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Sport
Theo Hernandez scagionato dalle accuse di stupro, a passare i guai sarà l’accusatrice
Il difensore milanista è ufficialmente sollevato dall’accusa. Nei guai invece la ragazza che lo denunciò per violenza sessuale, che rischia due anni di carcere per calunnia.
Il calciatore, considerato innocente, non dovrà subire un processo. La squadra del Milan tira un respiro di sollievo e il diretto interessato – Theo Hernandez – si mette quindi le accuse di stupro alle spalle. Mentre invece chi si dovrà preoccupare sarà proprio la sua accusatrice Luisa Kremleva, la modella che nel 2017 lo aveva accusato di aggressione dopo aver trascorso una serata in discoteca a Marbella. La donna, con doppio passaporto sia spagnolo che russo, adesso dovrà confrontarsi dovrà con l’accusa di calunnia, per la quale rischia fino a due anni di carcere.
A breve il processo
Il processo è previsto entro la fine del mese corrente, come confermato dai giudici, presso un tribunale della Costa del Sol. Ne danno notizia i quotidiani inglesi The Sun e Daily Mail. I pm hanno già proceduto a depositare la loro richiesta in un atto di accusa preliminare che prevede, per la Kremleva, una richiesta di condanna di 2 anni e, in aggiunta, una multa di 12.000 sterline.
La questione del ginocchio
La modella aveva sporto denuncia nel 2017 contro il calciatore. Riportando i dettagli di una violenza sessuale subita in macchina dopo la serata nella lussuosa discoteca Olivia Valere di Marbella. Nel suo racconto il francese, all’epoca militante nel Real Madrid, le avrebbe causato lesioni al ginocchio spingendola fuori dall’auto dopo la presunta aggressione sessuale.
Smentita da una videoregistrazione di sorveglianza
Peccato solo per un particolare, non certo secondario: un filmato della videosorveglianza mostrava chiaramente la modella e influencer cadere da sola a causa di una banale perdita di equilibrio. Denuncia archiviata e futuro non certo sereno per lei.
“Theo vorrebbe restare al Milan”: parla il suo agente
L’agente del calciatore, Garcia Quilon, in queste ore si è espresso invece su un’altra questione: quella del momento di difficoltà del terzino rossonero, toccando l’argomento rinnovo. Il futuro del francese potrebbe essere lontano dal Milan. Il rapporto mai nato con Paulo Fonseca ha soltanto accentuato i problemi che in realtà vengono da ben altro. A confermare le difficoltà del calciatore è stato il suo agente che ha rivelato come da mesi ormai le trattative per il rinnovo si siano interrotte. E si potrebbe giungere a un clamoroso divorzio. Perchè il giocatore, secondo alcune fonti, pretenderebbe per il futuro 8 milioni di euro l’anno: praticamente il doppio di quanto attualmente percepito.
Sport
Dorotea Del Piero in bianconero, è il “Pinturicchio” in versione femminile
La figlia di 15 anni dell’ex stella juventina Alex Del Piero è stata ingaggiata dalla Juventus Women, seguendo le orme del padre. Chissà se coi medesimi risultati, staremo a vedere…
Del Piero alla Juventus? No, non si tratta di una fake news che vorrebbe nuovamente in campo il mitico Alex all’ombra della Mole Antonelliana… anche perchè l’età non glielo permetterebbe. La notizia però è vera: sua figlia Dorotea comincerà ad allenarsi nell’Under 17 della Juve femminile. Buon sangue non mente: come i fratelli Tobias e Sasha anche la 15enne ha ereditato dal talentuoso pdre la passione e le capacità per il pallone, che metterà a servizio della squadra che ha reso il genitore una vera e propria leggenda.
Sulle orme del babbo
Dorotea Del Piero ha scelto il numero 12 per la sua nuova avventura alla Juventus Women. Il suo è un cognome importante, forse anche… ingombrante. Un cognome che evoca indimenticabili vittorie, millimetriche punizioni in rete e annate indimenticabili per tutti i tifosi bianconeri. Che naturalmente, appresa la notizia, si sono mostrati entusiasti di accogliere un altro membro della Del Piero Family nel club della Continassa, ovvero il centro sportivo di proprietà della Juve dove si svolgono gli allenamenti.
I primi calci a Los Angeles
15 anni compiuti il maggio scorso, Dorotea è la figlia di mezzo di Alessandro Del Piero e la moglie Sonia Amoruso (i due si sposarono il 12 giugno 2005 sui colli di Torino nella piccola parrocchia di Mongreno). Fin da piccola ha mostrato il suo interesse per il calcio. Come attaccante esterno, ha mosso i primi passi a Los Angeles, dove la famiglia Del Piero vive da 10 anni, nella società fondata dal papà – l’ADP10 – proseguendo successivamente a giocare con il Team USA della Juventus Academy. Ora il suo approdo a Torino nell’Under 17 della Juve femminile, team guidato dal tecnico Luca Scarcella che nella passata stagione è arrivato a giocarsi la finale scudetto di categoria.
Oggi il business di Alessandro è tutto made in L.A.
Dopo l’addio al calcio nel 2012 (anche se con una successiva parentesi in Australia e India), Alessandro si è stabilito a Bel Air dove gestisce i suoi business, dal ristornate N.10 al club dilettantistico di Los Angeles, il LA 10, senza dimenticare il team automobilistico fondato con l’attore Patrick Dempsey, mantenendo comunque un legame strettissimo con l’Italia.
Affinità elettive e tanto amore
Tra padre e figlia tante somiglianze e, in comue, un amore incondizionato raccontato anche attraverso i social. “Il 4 maggio era il compleanno di mia figlia, ha compiuto 15 anni”, ha scritto l’ex capitano bianconero, “Non c’è un solo giorno in cui io non ringrazi l’Universo per averti dato a me. Dopo aver avuto mio figlio Tobias desideravo una bambina, una mini me di cui prendermi cura… e si è scoperto che sei tu a prenderti cura di me. Con la tua generosità, la tua empatia, la tua gentilezza, cercami sempre per vedere se sto bene. Dorotea ti amo da morire”.
Una famiglia nel pallone
Oltre alla figlia, anche il primogenito di casa Del Piero è tornato nel suo paese. Tobias da questa estate milita nell’Empoli Under 18 e sembra pure che anche il piccolo Sasha, classe 2010, mostri spiccato interesse per legare il suo futuro al calcio. Alla fine, probabilmente… l’unica a non tirare calci ad una palla rimarrà la moglie Sonia…
Calcio
Maldini 3.0: arriva il turno di Daniel in azzurro, anche se il pareggio col Belgio scombina le carte
Arriva la terza generazione dei Maldini ad indossare la maglia della nazionale di calcio. Tra i 23 convocati di Luciano Spalletti per le sfide di Nations League c’è anche Daniel Maldini. Per lui si tratta della prima chiamata in azzurro. Anche se il tanto sperato esordio di ieri sera è stato rimandato, probabilmente contro Israele nel prossimo incontro.
Dopo nonno Cesare e papà Paolo, Daniel Maldini, terza generazione della leggendaria famiglia del pallone, è al settimo cielo: «Penso che questa convocazione sia arrivata al momento giusto, un momento perfetto, mi sento bene in campo e sto bene con la mia squadra». Purtroppo ieri sera, dopo un avvio eccellente da parte degli Azzurri sul 2-0 (reti di Cambiaso e Retegui), l’espulsione di Pellegrini al 40′ ha stravolto i piani di Spalletti che non ha potuto farlo scendere in campo, come si pensava alla vigilia. Stessa sorte toccata al difensore del Milan Gabbia. Ma per loro due il debutto è solo rimandato.
Il regalo della convocazione
Così aveva commentato a Coverciano la prima chiamata in Nazionale dove rappresenta la terza generazione dopo il nonno Cesare e il papà Paolo. «Mio padre era contento ma non mi ha detto nulla di particolare – ha continuato il talento del Monza che proprio oggi compie 23 anni – Cosa vorrei per il mio compleanno? Già essere qui è un regalo. Sono contento e orgoglioso. Fa effetto vedere a Coverciano le foto dei miei familiari».
Appuntamento a lunedì con Israele
“Continuità” aveva chiesto Luciano Spalletti alla sua Italia a punteggio pieno in Nations League dopo le vittorie esterne con Francia e Israele conquistate a settembre dopo il fallimento europeo. Continuità di risultati e prestazioni che ieri sera col Belgio si sono concretizzate a meta, col risultato finale di 2-2. Lunedì a Udine contro l’Israele i nostri avranno la possibilità di incrementare il vantaggio sulle inseguitrici in previsione del rush decisivo di novembre.
Nuova linfa per l’Italia che verrà
Intanto il commissario tecnico prosegue nella ricerca di nuovi talenti da inserire nell’Italia presente e futura: dal romanista Niccolò Pisilli al milanista Matteo Gabbia («Essere qui è una grande responsabilità, questa maglia va onorata in ogni momento» ha detto) fino a Daniel Maldini, prima volta nella Nazionale maggiore 61 anni dopo nonno Cesare e 22 anni dopo il padre Paolo.
Il papà è felice
Brillantini alle orecchie, risposte brevi e compostezza nel descrivere l’emozione di questa prima volta ai cronisti. «Sono molto orgoglioso, è stato un bell’effetto entrare a Coverciano e vedere le foto del nonno e di papà. Ora voglio concentrarmi e fare bene, vivo alla giornata. Se mio padre mi ha detto qualcosa? Era felice ma abbiamo parlato poco. Questa convocazione credo sia arrivata al momento giusto, perché mi sento bene in campo e con la mia squadra».
Il glorioso nonno
Ammettendo di essere stato contattato pure dal Venezuela viste le origini della madre, dice: «Ho sempre preferito aspettare e fare una scelta giusta, penso sia valsa la pena. Se ricordo qualcosa di quel che diceva nonno Cesare parlando della Nazionale? Sono passati troppi anni, di sicuro è sempre stato vicino».
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