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Sport

Jacobs e Tortu e la 4×100 qualificati per Parigi 2024

Patta, Jacobs, Rigali e Filippo Tortu al World Athletics Relays Bahamas 2024 di Nassau con 38″ e 79 si sono garantiti l’accesso alle Olimpiadi di Parigi 2024.

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    Eravamo tutti con l’adrenalina a mille quattro anni fa durante la finale della 4×100 maschile alle Olimpiadi di Tokyo 2000. Una gara vista e rivista decine di volte analizzando ogni cambio di testimone. Una rappresentazione perfetta della sincronicità e dell’affiatamento dei quattro centometristi italiani. La mia generazione se la ricorderà per tanto tempo. E la stessa cosa sarà per le migliaia di di ragazze e ragazzi che, dopo Tokyo 2000, hanno iniziato a frequentare i campi di atletica. Le cronache del dopo Olimpiade in quei mesi di fine 2000 – grazie anche a Jacobs medaglia d’oro nei 100 metri – descrissero l’entusiasmo di migliaia di nuove leve pronte a fare parte del movimento di atletica italiano.

    Una qualificazione in scioltezza

    Con la stessa formazione che lo scorso anno partecipò ai Mondiali di atletica di Budapest Patta, Jacobs, Rigali e Filippo Tortu al World Athletics Relays Bahamas 2024 di Nassau si sono garantiti con 38 secondi e 79 centesimi – dietro solo agli Usa (37″49) – la partecipazione alle Olimpiadi di Parigi 2024 che inizieranno il prossimo 26 luglio. Quella di Tokyo fu una finale clamorosa da 37 secondi e 50 centesimi. Speriamo nel bis? Magari! Agli Inglesi non è andata giù di perdere per un solo centesimo di secondo il loro primato e quindi si presenteranno più combattivi che mai. Stessa cosa per la squadra Jamaicana o Francese per non parlare degli Stati Uniti.

    Ma non è solo la 4 x 100 a qualificarsi

    Si è qualificata per la rassegna a cinque cerchi parigina anche la 4×400 maschile, con Luca Sito, Vladimir Aceti, Edoardo Scotti e Davide Re che in batteria hanno fatto fermare il cronometro a 3:01.68 conquistando il passaggio in finale e la qualificazione ai Giochi Olimpici.
    Una prova di forza che certifica come la velocità azzurra sia in ottime mani. Non sono ancora fuori dalle Olimpiadi sia la 4×400 mista che la 4×100 femminile. Infatti ci sono ancora sei posti in palio e, quindi si si spera in un cinque su cinque. Gli azzurri finora qualificati per i Giochi Olimpici Estivi di Parigi 2024 sono 249 (127 uomini, 122 donne) in 26 diverse discipline.

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      Tennis

      Sinner innamorato, gelato da un chilo con Laila Hasanovic: la storia d’amore del numero 1 del tennis sboccia a Montecarlo

      Pistacchio e amarena, sempre e solo quelli: così Sinner si concede un vizio con la nuova fidanzata. A svelare il lato più quotidiano del numero uno è Nicoletta, titolare della gelateria “Santo Gelato”. Tra vaschette extralarge, inglese come lingua di coppia e la discrezione dei monegaschi, ecco i retroscena di un amore che ha trovato casa all’ombra del Principato.

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        Un chilo di gelato, alla faccia della dieta da campione. Jannik Sinner e Laila Hasanovic vivono il loro amore a Montecarlo, e la prova che la storia sia ormai ufficiale arriva dal racconto di chi li vede passare sotto casa. «Abitano qui vicino, nel quartiere La Condamine. Vengono spesso e sono gentili, educati, molto innamorati», spiega Nicoletta, che con il marito Roberto gestisce la gelateria “Santo Gelato”.

        Un luogo che per i due innamorati è diventato punto di riferimento. La modella danese di origini bosniache, ex di Mick Schumacher, e il numero uno del tennis mondiale si presentano senza clamori, prendono posto e ordinano. Sempre gli stessi gusti. «Sinner assaggia, ma poi sceglie pistacchio e amarena. Ha una passione per quei due. L’ultima volta, a inizio agosto, sono venuti insieme e hanno preso una vaschetta da un chilo», racconta la gelataia.

        Montecarlo, del resto, è il posto ideale per una coppia che non cerca riflettori. «Nessuno li disturba. Qui la gente non chiede foto e non fa domande. Quando la vaschetta era pronta, hanno pagato e sono tornati a casa». Tra loro parlano in inglese, mai in italiano: dettaglio che conferma quanto Sinner tenga a preservare un legame personale costruito fuori dal campo da tennis.

        La Condamine è un quartiere vivace, con il mercato mattutino e le abitudini di una comunità che non si lascia impressionare dalle star. Anche per questo, Nicoletta non si è mai fatta un selfie con la coppia. «Siamo discreti», precisa. E se Sinner mostra di avere ancora da imparare sul fronte della simpatia, il paragone con un altro cliente celebre resta inevitabile: Rafael Nadal. «Era incontenibile, voleva perfino entrare in laboratorio per imparare a fare il gelato. Un altro così non ci sarà mai più».

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          Tennis

          Sinner gioca scoperto: sullo sfondo dell’iPhone spunta Laila Hasanovic, l’ex del figlio di Schumacher

          Bastava una telecamera dall’alto degli US Open per far cadere il muro di silenzio: la foto di Laila sul cellulare di Jannik conferma la liaison. E la love story con la ex di Mick Schumacher diventa improvvisamente ufficiale.

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            Un rovescio, un diritto e poi lo zoom assassino della regia americana. Una telecamera inquadra dall’alto Jannik Sinner, seduto in panchina durante gli US Open. Tutto normale, se non fosse per il dettaglio che ha incendiato i social: lo sfondo dell’iPhone del campione. Non un paesaggio, non una palla da tennis, ma il volto sorridente di Laila Hasanovic.

            E così, senza bisogno di comunicati né paparazzi appostati tra Montecarlo e Formentera, arriva la conferma della love story che già circolava sottotraccia. La top model danese, 23 anni, è l’ex fidanzata di Mick Schumacher, figlio del leggendario Michael. Ora, invece, è lei la protagonista del cuore del numero uno italiano.

            La liaison era già stata sussurrata da mesi: avvistamenti incrociati, cene monegasche, like strategici su Instagram. Ma Sinner, come sempre, aveva dribblato con il suo stile glaciale, la solita frase fatta: «Voglio parlare solo di tennis». Stavolta, però, è stato il suo stesso smartphone a tradirlo, trasformando la privacy in breaking news.

            Che sia un gesto voluto o una distrazione da principiante dei gossip, poco importa: lo scatto con Laila campeggia ora ovunque. «Game, set, match», titolano i tabloid danesi, mentre in Italia il pubblico si divide tra chi tifa per la nuova coppia e chi rimpiange la riservatezza del campione di Sesto Pusteria.

            Di sicuro Sinner ha scelto di scendere in campo anche fuori dal circuito: Laila non è un flirt qualsiasi, ma un nome già abituato ai riflettori internazionali. Con buona pace di Mick Schumacher, che deve incassare il colpo.

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              Sport

              Pilato e Tarantino, il furto di profumi a Singapore: a un passo dal carcere, salvate dall’ambasciata. Ora rischiano squalifiche

              La vicenda di Benedetta Pilato e Chiara Tarantino poteva finire con la prigione: due americani, per lo stesso reato, hanno fatto 18 giorni di carcere. Invece le italiane hanno ammesso la colpa e ottenuto un ammonimento. Ora la Federnuoto e la Guardia di Finanza valutano le conseguenze.

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                Dall’oro in vasca al rischio di sbarre vere. Benedetta Pilato e Chiara Tarantino, due dei nomi più promettenti del nuoto italiano, hanno vissuto sei giorni da incubo a Singapore, fermate all’aeroporto per il furto di alcuni profumi e olii essenziali. Una vicenda minuscola, «poche decine di euro», come l’ha definita la nostra diplomazia, ma che in Asia poteva trasformarsi in un dramma giudiziario.

                Tutto inizia a gennaio al duty free dello scalo. Tarantino prende alcuni olii e li infila nella borsa della compagna di squadra. Gesto goliardico? Equivoco? O qualcos’altro? Sta di fatto che le telecamere riprendono tutto. Quando la sicurezza interviene, le due nuotatrici vengono fermate e accusate di furto. La telefonata disperata all’ambasciata italiana salva la situazione. «Aiuto, ci stanno arrestando», spiegano all’ex pallanuotista Daniele Brandi, ambasciatore che le aveva conosciute ai Mondiali.

                In quel momento il rischio è concreto: ad aprile due turisti americani, colti nello stesso reato, hanno passato 18 giorni dietro le sbarre. Stavolta, invece, entra in gioco la diplomazia. Passaporti consegnati, obbligo di restare in albergo fino al processo, collaborazione totale con le autorità. Il segretario di legazione Fabio Conte (l’ambasciatore era in ferie) lavora per giorni ai fianchi delle autorità locali, convincendole a non aggravare la posizione delle due atlete.

                Il 20 arrivano davanti al giudice. Ammissione di colpa, ammonimento, espulsione immediata. Nessuna cella, solo la vergogna di un rientro forzato. «Un caso di revenge porn all’interno di un tentativo di estorsione», ha definito Pilato in un video la propria esperienza, sottolineando il clima da gogna mediatica che si è subito scatenato in patria.

                Resta però il prezzo da pagare in Italia. La Federnuoto ha già aperto un’indagine interna. E per Tarantino, atleta delle Fiamme gialle, c’è anche l’ombra di un procedimento della Guardia di Finanza. Una doppia inchiesta che potrebbe segnare il futuro sportivo delle due ragazze, simbolo fino a ieri della rinascita del nuoto azzurro.

                La storia, nata da un gesto avventato, ha rischiato di trasformarsi in un caso diplomatico. Le due nuotatrici hanno evitato la cella grazie alla macchina dell’ambasciata. Ma la vera condanna, ora, sarà tornare in vasca con l’etichetta di chi si è giocato la reputazione per una manciata di profumi.

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