Sport
L’importanza di osare: Segundo Castillo, il mister in smoking che ha conquistato il web
La Copa Libertadores ha visto non solo una vittoria straordinaria del Barcelona SC, ma anche un evento inaspettato: l’allenatore Segundo Castillo si è presentato in panchina con uno smoking. Chi è questo tecnico e perché ha scelto un look così particolare?

Segundo Castillo è un ex calciatore e attuale allenatore del Barcelona SC, una delle squadre più rappresentative dell’Ecuador. Classe 1982, Castillo ha una carriera da giocatore di successo alle spalle, avendo militato in club prestigiosi come l’El Nacional e l’Atlante. Tuttavia, è sulla panchina che ha trovato la sua nuova dimensione. Da allenatore, ha sempre cercato di differenziarsi, non solo per le sue capacità tattiche, ma anche per la sua immagine, curata nei minimi dettagli.
L’allenatore in smoking: perché questa scelta audace?
Durante la recente sfida della Copa Libertadores, che ha visto il Barcelona SC trionfare 3-0 contro il Corinthians, gli occhi non erano solo sul risultato. Ma anche e soprattutto su un elemento inaspettato: l’allenatore Castillo si è presentato in campo con uno smoking impeccabile. La giacca bianca con bavero nero, il gilet abbinato, e il papillon nero erano tutt’altro che un abbigliamento tipico per una panchina di calcio. Questa scelta ha sorpreso il mondo del calcio e ha subito fatto il giro dei social, dove le immagini del tecnico agitando le braccia in panchina sono diventate virali.
Un look che fa tendenza
Oggi più che mai, l’immagine dei protagonisti del calcio gioca un ruolo fondamentale, e Castillo ha saputo cogliere questa opportunità. Il suo look in smoking non è solo un dettaglio estetico, ma una strategia ben pensata. In un’epoca in cui ogni mossa è scrutata dai media e dai tifosi, l’allenatore ha deciso di trasformare il suo stile personale in un marchio distintivo. Sebbene il calcio sia fondato sul talento in campo, l’immagine è diventata un elemento che può fare la differenza.
Un Mister che ha sempre puntato sull’eleganza
Non è la prima volta che Castillo si distingue per il suo stile in panchina. Il tecnico ecuadoriano ha sempre optato per un look curato e formale, rifiutando l’abbigliamento sportivo da allenatore in favore di una presenza elegante. Sebbene lo smoking sia l’apice della sua ricerca di uno stile distintivo, Castillo ha sempre dimostrato attenzione ai dettagli, facendo della sua immagine un elemento riconoscibile.
Il viral fenomeno sui social media
L’immagine di Castillo in smoking ha rapidamente guadagnato popolarità sui social, generando una marea di commenti e condivisioni. Il contrasto tra la formalità dell’outfit e l’ambiente di gioco, dove la maggior parte degli allenatori optano per abbigliamento sportivo e casual, ha catturato l’immaginazione degli utenti di tutto il mondo. Molti si sono divertiti a commentare la situazione, con battute e meme che hanno fatto il giro della rete, ma in molti hanno anche lodato la sua originalità.
Esempio di audacia nel calcio
La scelta di Castillo di indossare uno smoking dimostra che il calcio moderno non è solo una questione di performance sul campo, ma anche di come i protagonisti si presentano al pubblico. Oggi, gli allenatori sono più che mai sotto i riflettori, e l’allenatore del Barcelona SC ha dimostrato di essere in grado di combinare il suo carisma personale con un look che non passa inosservato. Un gesto che potrebbe essere visto come un invito a osare, a non avere paura di mostrare il proprio carattere anche fuori dal campo. In un mondo sempre più incentrato sull’immagine, Segundo Castillo ha capito come usare il suo stile per lasciare il segno. Il suo smoking non è solo un gesto stilistico, ma un’affermazione di personalità e audacia che ha conquistato il cuore di molti. Chissà se altri allenatori seguiranno il suo esempio, ma una cosa è certa: il calcio, oltre alla passione per il gioco, è anche un palcoscenico dove l’immagine conta sempre di più.
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Sport
Emma Mazzenga, la velocista di 92 anni che corre come una ventenne: la “nonnetta sprint” diventa un caso scientifico
I suoi muscoli sembrano appartenere a una donna di 70 anni e il flusso sanguigno a una ventenne. Una vita di movimento, una dieta semplice e una genetica speciale hanno trasformato Emma Mazzenga in un laboratorio vivente sulla resistenza all’invecchiamento.

A 92 anni suonati, Emma Mazzenga non solo corre: vola. La padovana è diventata un simbolo mondiale dello sport master e ora anche un caso da laboratorio. Non è infatti solo l’atleta con 11 titoli mondiali, 31 europei e 115 italiani in bacheca, ma soprattutto una velocista capace di sfidare il tempo. E di vincere.
Scienziati italiani e americani hanno deciso di studiarla a fondo: i suoi muscoli, i nervi, i mitocondri. Il Washington Post racconta che le fibre muscolari di Emma assomigliano a quelle di una settantenne in salute, mentre il suo flusso sanguigno è paragonabile a quello di una ragazza di vent’anni. Una condizione che lascia di stucco i ricercatori, abituati a osservare in soggetti della sua età inevitabili segni di decadimento.
Per Marta Colosio, ricercatrice della Marquette University di Milwaukee, la funzione mitocondriale di Emma è «eccezionalmente ben conservata» e dimostra «una resistenza all’invecchiamento muscolare senza precedenti». Gli fa eco Chris Sundberg, tra gli scienziati coinvolti nello studio: «Grazie alla genetica o al suo stile di vita, o a una combinazione dei due, mantiene una comunicazione tra cervello, nervi e muscoli a un livello impensabile per un novantenne».
La storia di Emma comincia presto: corre già a 19 anni, poi abbandona l’atletica per laurearsi in chimica e intraprendere la carriera da insegnante. Ma non smette mai di muoversi. A 53 anni decide di tornare in pista e da lì non ha più lasciato le gare. Oggi detiene quattro record mondiali nella sua categoria e ha migliorato due volte in pochi mesi il primato dei 200 metri.
Il suo segreto? Nessuna formula miracolosa, piuttosto disciplina e semplicità. «Non bisogna mai passare un giorno senza muoversi», è il suo consiglio. L’attività fisica deve diventare un’abitudine quotidiana, anche senza ambizioni agonistiche. E la tavola resta quella di sempre: pasta, riso, pesce, carne, verdure. Concesso anche mezzo bicchiere di vino, «perché fa bene allo spirito», sorride.
La “nonnetta sprint” corre leggera sulla pista e, al tempo stesso, corre nel cuore della scienza. Perché il suo corpo sembra aver trovato un compromesso raro con l’età: un patto segreto che oggi gli studiosi cercano di decifrare.
Tennis
«Sono innamorato, ma non ne parlo» – Sinner confessa il nuovo amore e si racconta tra Lego, rivalità con Alcaraz e critiche alle Olimpiadi
A New York, Jannik Sinner si concede alle domande dei giornalisti. Ammette la relazione con Laila Hasanovic, ex di Mick Schumacher, ma mette subito i paletti: «Non entro nei dettagli». Difende le sue scelte, ricorda i sacrifici da ragazzino, racconta le paure e l’ossessione per il miglioramento. E intanto il suo cuore batte forte, anche fuori dal campo.

New York, vigilia degli US Open. Jannik Sinner arriva con passo deciso, vestito Gucci e Rolex al polso, l’aria di chi è ormai un numero uno non solo sul campo, ma anche fuori. A 24 anni si trova a dover conciliare la concentrazione da campione con la curiosità morbosa che lo circonda. E stavolta un po’ si lascia andare.
«Sono innamorato – confessa con un mezzo sorriso – ma della mia vita privata non voglio parlare». È la prima volta che ammette senza giri di parole la storia con Laila Hasanovic, modella danese ed ex fidanzata di Mick Schumacher. Una love story che il gossip inseguiva da settimane, e che adesso Sinner riconosce, pur mantenendo un alone di riservatezza: il ragazzo di Sesto Pusteria non vuole che la cronaca rosa sovrasti quella sportiva.
Sul resto, però, non si tira indietro. Sulle critiche per la mancata partecipazione alle Olimpiadi risponde secco: «Non ho mai risposto e non voglio neanche rispondere». Punto e basta, senza polemiche. Il messaggio è chiaro: ha scelto la sua strada, chi lo accusa perda pure fiato.
La rivalità con Carlos Alcaraz? Un classico delle nuove generazioni del tennis, che lui tratta con la freddezza del campione: «Non è detto che io e Carlos siamo quelli lì. Adesso sono due anni che giochiamo i Grandi Slam, ma le cose possono cambiare. Se uno non si migliora, altri arrivano. Tra due anni vedremo chi si è stabilito, chi è migliorato e chi è peggiorato». Una visione lucida e per certi versi disarmante: Sinner non si mette mai sul piedistallo, sa che lo sport è spietato.
E sul gioco da perfezionare non ha dubbi: «Il servizio e il gioco a rete». Ammissioni che raccontano un ragazzo consapevole dei suoi limiti, pronto a smontarsi pezzo per pezzo per ricostruirsi ogni volta più solido. «Non essere paziente, voler fare tutto subito: questo era il mio difetto – rivela – ma ho imparato a lavorare sui dettagli. Mettere insieme i pezzi del puzzle è la strada giusta».
Dietro questa crescita c’è anche il lavoro psicologico: «Non è nulla di naturale, c’è tanto lavoro dietro. All’inizio pensavo di essere forte, invece non lo ero. Con Riccardo Ceccarelli ci lavoriamo da anni. Mi ha aiutato ad accettare i difetti, poi la differenza la deve fare l’atleta».
Ed è qui che Sinner sorprende: il rimedio per staccare la spina non è né yoga né meditazione, ma i Lego. «Mi sono appassionato moltissimo. Di sera costruisco, ascolto musica e penso ad altro. A New York sono andato in un negozio vicino all’hotel e ho comprato una Porsche: finita in cinque ore. Allora ho pensato: me ne serve una più grande. Forse l’ultima è troppo grande, ma mi piace. Ti tiene la mente occupata e libera allo stesso tempo».
Il tennis, però, resta la sua ossessione. «Guardo tanto gli avversari, soprattutto la sera prima del match. La parte visuale è molto importante». Sul manicotto che indossa ancora sul braccio spiega: «A Wimbledon era per un’altra cosa, ora è solo una sensazione. Mi piace come mi fa sentire il braccio».
Un ragazzo normale, nonostante i milioni in banca e gli sponsor da capogiro. «Non mi piace dire “sono il numero uno al mondo” – sottolinea – posso dire che sono un giocatore forte, ma numero uno lo diventi anche fuori dal campo, per come ti comporti. Il tennis è la mia vita, ma è piccolo. A 35 o 40 anni finisce, e poi devi decidere cos’altro fare».
E qui torna il Sinner che non ti aspetti: prudente, quasi impacciato quando si parla di futuro. «Non ho idea di chi potrebbe costruire la mia casa. È troppo presto. Forse quando avrò 15 anni in più sarà già vecchia», scherza. La politica? «Le cose importanti sì, ma non entro nei dettagli, ne capisco anche poco».
La memoria corre indietro, al ragazzino che a 13 anni lasciò casa per inseguire un sogno. «All’inizio è stato difficile, ma ho avuto fortuna. Una famiglia croata mi ha accolto, mi sono sentito come un fratello maggiore per i loro figli. Giocavo anche con il cane: a casa avevamo solo gatti». E il ricordo diventa quasi tenero, lontano dai riflettori di New York.
Tra Lego, amore e rivalità, Jannik resta fedele a sé stesso: diretto, umile, allergico ai fronzoli. Un ragazzo che, anche con un Rolex al polso, non dimentica di essere quello che mette pezzo dopo pezzo un’auto di plastica per rilassarsi la sera. Numero uno sì, ma sempre a modo suo.
Calcio
Wanda Nara sgancia la bomba: “Mauro Icardi e China Suarez aspettano un figlio”
La showgirl, intercettata al rientro da una vacanza, ha rivelato di aver parlato con Icardi: “Vuole essere felice, molto presto arriverà una notizia che tutti immaginiamo”. Nessuna conferma, ma i social alimentano i sospetti con foto di carezze sospette alla pancia di lei.

Un accenno, una mezza frase e il gossip esplode. Wanda Nara è tornata a colpire il suo ex marito Mauro Icardi, lasciando intendere in televisione che l’attaccante del Galatasaray e la compagna, la cantante argentina China Suarez, siano in attesa di un figlio. L’occasione è stata l’intervista rilasciata al programma argentino Puro Show, durante la quale la manager e conduttrice, intercettata di ritorno da una vacanza in California, si è lasciata sfuggire: «Ho parlato con lui. Mi ha detto che sta cercando di essere felice. Forse molto presto arriverà la notizia che tutti immaginiamo. Io già la so, me l’ha raccontata lui, ma non voglio parlare di cose che non mi appartengono».
Un’allusione che ha fatto scattare subito l’ipotesi della gravidanza di Suarez. La stessa Wanda ha però messo le mani avanti: «Non è una notizia bomba, mi hanno chiamato per dirmelo», ha chiarito, salvo poi tirarsi indietro quando le è stato chiesto di aggiungere dettagli. «Non parlerò di cose che già mi sfiniscono. Sono in un altro presente, non ne parlerò. Posso raccontarti di qualcuno che mi chiama per parlare di molte cose. Mi ha detto che sta cercando di essere felice e lasciamo che lui trovi quella felicità».
Un gioco di luci e ombre, di mezze frasi e smentite. Wanda, incalzata dai cronisti, ha perfino aggiunto: «Forse mi hanno mentito, non lo so». E quando le è stato chiesto se alludesse a un fratellino per Francesca e Isabella, le figlie nate dal matrimonio con Icardi, ha risposto con freddezza: «Le mie figlie hanno già fratelli con Maxi López», riferendosi a Constantino, Benedicto e Valentino, nati dal suo primo matrimonio. Poi la stoccata all’ex marito: «Non le ha neppure chiamate per la Festa del Bambino, figurati se andrà a dire loro una cosa del genere».
Intanto dall’entourage di China Suarez è arrivata una secca smentita. Eppure la macchina del gossip non si è fermata, alimentata dalle foto social in cui Icardi accarezza e bacia la pancia della compagna. Indizi che, sebbene non confermino nulla, hanno già acceso i riflettori sulla coppia.
Se davvero la dolce attesa fosse confermata, per Mauro Icardi si tratterebbe del terzo figlio, dopo Francesca (2015) e Isabella (2016), nate dal matrimonio con Wanda Nara. Una vicenda che ancora oggi trascina strascichi legali tra cause di divorzio, alimenti e custodia. Per China Suarez, invece, sarebbe il primo figlio con l’attaccante.
La storia tra i due, comunque, non è un colpo di fulmine passeggero. Dopo il Wandagate, lo scandalo che aveva scosso il matrimonio tra Icardi e Nara, i due sono usciti allo scoperto e oggi fanno coppia fissa. Già da tempo hanno mostrato sui social le fedine in oro e diamanti che hanno fatto parlare di nozze imminenti. Ora, tra smentite e allusioni, si affaccia anche l’ipotesi più chiacchierata: l’arrivo di un erede che potrebbe mettere definitivamente il punto al triangolo più discusso del calcio e dello spettacolo argentino.
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