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Giusy Meloni, la nuova star di Dazn: dal quartiere Talenti ai palcoscenici della Serie A, tra bellezza, gavetta costruita passo dopo passo

Dopo gli inizi in redazione e le prime dirette a Milano, Giusy Meloni si è affermata a Dazn e racconta la sua ascesa tra stadi, studi televisivi e social network, senza però rinnegare le radici e gli affetti che l’hanno accompagnata nel percorso.

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    Giusy Meloni, 26 anni, romana, è oggi uno dei volti più riconoscibili di Dazn. Racconta il calcio con spontaneità, ritmo e una sicurezza che sembra naturale, ma che arriva da una gavetta veloce e intensa. Da Talenti, quartiere dove è cresciuta, ai microfoni della Serie A è passato relativamente poco tempo, ma ogni passo è stato cruciale. Prima Sportitalia, poi la chiamata del Milan, l’esperienza negli Stati Uniti e infine l’approdo a Dazn. Oggi è una delle figure più richieste nel racconto televisivo del campionato italiano e sta vivendo la fase decisiva della sua ascesa.

    Gli inizi e l’occasione che cambia tutto
    A Milano ha lavorato in redazione, poi l’imprevisto: una co-conduttrice assente e la diretta affidata a lei. Da quell’apparizione è nata la proposta del Milan, che cercava nuovi talenti per la sua tv internazionale. Quell’opportunità l’ha messa davanti alle telecamere di San Siro, nei pre e post partita: “Nella vita bisogna trovarsi al posto giusto nel momento giusto”, ha raccontato in un’intervista. Dopo un anno e mezzo nel capoluogo lombardo è tornata a Roma, iniziando a Radio Serie A.

    Da Rai a Dazn, il salto definitivo
    Nel 2023 arriva la chiamata della Rai: curriculum inviato, contatto con la redazione e l’incarico di seguire i social della Domenica Sportiva. Poi Notti Europee, e la conferma di un percorso in crescita costante. Senza smentire un tratto comune: la velocità con cui il suo nome è circolato negli ambienti televisivi. A Dazn ora è stabilmente al timone del racconto di Serie A. Un traguardo costruito senza scorciatoie.

    Roma, la famiglia e la bellezza come variabile
    Giusy non ha dubbi su Roma: “È la città più bella del mondo”. Ama via Giulia, dove passeggia con la madre e la migliore amica. Con la premier omonimia e nulla più. Da Atreju è stata speaker, intervistando ministri e imprenditori. Sul tema della bellezza, non si nasconde: “Sarei bugiarda se dicessi che non è importante”. I commenti sui social a volte esagerano, ma lei prende tutto con distacco. E guarda avanti: “Ho la fortuna di lavorare con colleghe belle e brave, da loro posso solo imparare”.

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      Pandorogate, chiesti un anno e otto mesi per Chiara Ferragni: in aula ribadisce la buona fede e attende la sentenza

      Secondo l’accusa l’influencer avrebbe tratto un vantaggio economico e d’immagine dalle iniziative benefiche legate ai prodotti brandizzati, ingannando i consumatori. La difesa insiste sul fraintendimento e presenta nuove memorie: «Mai agito in mala fede».

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        La richiesta della Procura di Milano segna uno snodo cruciale del processo sul cosiddetto Pandorogate. Un anno e otto mesi di reclusione per Chiara Ferragni: è la pena invocata dal pm Christian Barilli e dall’aggiunto Eugenio Fusco davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini. L’imprenditrice ha preso posto in aula con largo anticipo e ha seguito attentamente la requisitoria, scegliendo di non rilasciare dichiarazioni al termine dell’udienza.

        “Mai lucrato sulla beneficenza”
        Ferragni ha ribadito la sua posizione anche con dichiarazioni spontanee: «Ho sempre agito in buona fede», ha detto davanti al giudice, sostenendo di non aver mai sfruttato iniziative solidali a fini personali. Una linea confermata dai suoi legali, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, che puntano sull’assenza di dolo e sull’errore comunicativo.

        Il nodo del pandoro Balocco e delle uova
        Secondo l’accusa, la campagna Balocco avrebbe indotto i consumatori a credere che il sovrapprezzo del prodotto finanziasse direttamente la donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino, mentre la donazione di 50mila euro era già concordata a prescindere dalle vendite. Per la Procura, le società riconducibili a Ferragni avrebbero incassato circa un milione per la campagna. Una dinamica analoga sarebbe emersa anche per le uova pasquali 2021 e 2022 prodotte da Cerealitalia.

        La strategia della difesa e l’attesa del verdetto
        La difesa sottolinea la correttezza contrattuale e la successiva donazione personale da un milione di euro effettuata dall’influencer come gesto riparativo. In aula è stata inoltre esaminata la costituzione di parte civile di un’associazione di consumatori, mentre permane alta l’attenzione mediatica attorno al procedimento. La prossima udienza, il 19 dicembre, sarà dedicata all’arringa difensiva. Il verdetto è atteso a gennaio.

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          Blefarite e stress: quando la salute degli occhi dipende anche dalla mente

          La scienza conferma il legame tra blefarite e disturbi dell’umore come ansia e depressione. Ridurre lo stress, migliorare il sonno e adottare una corretta igiene palpebrale sono le chiavi per spezzare il circolo vizioso tra infiammazione e tensione psicologica.

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          Blefarite

            Cos’è la blefarite e perché torna spesso

            La blefarite è un’infiammazione cronica dei bordi delle palpebre che può presentarsi in forma anteriore (colpisce l’attaccatura delle ciglia) o posteriore (riguarda le ghiandole interne che producono la componente oleosa delle lacrime).
            Non è una semplice irritazione passeggera: tende a ripresentarsi nel tempo, soprattutto se non si adotta una routine di cura costante.

            Le cause più comuni sono due:

            • un malfunzionamento delle ghiandole di Meibomio, che altera il film lacrimale e porta a secchezza oculare;
            • la proliferazione eccessiva di batteri o lieviti normalmente presenti sulla pelle.

            I sintomi tipici includono arrossamento, prurito, bruciore, gonfiore delle palpebre, sensazione di corpo estraneo e presenza di piccole croste alla base delle ciglia.

            Quando lo stress alimenta l’infiammazione

            Lo stress cronico è uno dei fattori che più incidono sul peggioramento della blefarite.
            «Sottovalutare il ruolo dello stress significa ignorare un potente meccanismo biologico che mantiene l’infiammazione attiva», spiegano gli esperti di psiconeuroimmunologia, la disciplina che studia le connessioni tra cervello, sistema immunitario e risposta infiammatoria.

            Quando lo stress dura a lungo, il corpo produce ormoni e citochine infiammatorie che peggiorano le infiammazioni croniche, come quelle della pelle e degli occhi. Il risultato? Un circolo vizioso: il fastidio oculare alimenta ansia e irritabilità, mentre l’ansia stessa riaccende l’infiammazione.

            Stili di vita che peggiorano la situazione

            Dormire poco, passare molte ore davanti a computer o smartphone, o trascurare l’igiene oculare sono abitudini che favoriscono l’irritazione delle palpebre.
            Durante l’uso prolungato degli schermi, infatti, la frequenza di ammiccamento (battito di ciglia) si riduce quasi della metà, causando secchezza oculare e peggiorando la disfunzione delle ghiandole di Meibomio.

            Anche la privazione del sonno ha un effetto negativo: aumenta il livello generale di infiammazione nel corpo e indebolisce le difese naturali della pelle e delle mucose.

            Ansia, depressione e blefarite: un legame scientifico

            Negli ultimi anni, diverse ricerche internazionali hanno dimostrato che la blefarite non è solo un disturbo locale, ma può avere ripercussioni psicologiche.
            Un grande studio epidemiologico pubblicato sul Journal of Affective Disorders ha mostrato che chi soffre di blefarite ha un rischio di ansia maggiore del 58% e un rischio di depressione più alto del 42% rispetto alla popolazione generale, anche tenendo conto di altre malattie croniche.

            Questo legame è dovuto al fatto che le citochine infiammatorie, prodotte durante la blefarite, possono raggiungere il cervello e interferire con i neurotrasmettitori dell’umore, come serotonina e dopamina. Lo stesso processo che irrita le palpebre può, dunque, contribuire a sbalzi d’umore, insonnia e affaticamento mentale.

            Blefarite e altre patologie croniche

            Chi convive con la blefarite presenta più spesso altre malattie infiammatorie o metaboliche, come diabete, ipertensione o dislipidemie.
            Questo suggerisce che la blefarite possa essere anche un campanello d’allarme di un’infiammazione sistemica.
            Trattarla, quindi, significa prendersi cura non solo degli occhi, ma dell’intero organismo.

            Le strategie di trattamento: cura locale e benessere generale

            Gestire la blefarite richiede costanza e un approccio su due livelli: curare le palpebre e ridurre i fattori che alimentano l’infiammazione.

            1. Igiene palpebrale quotidiana
              Applicare impacchi caldi per qualche minuto scioglie le secrezioni e libera i dotti delle ghiandole.
              Dopo, con movimenti delicati, si possono massaggiare le palpebre e pulire il bordo ciliare con salviette o detergenti specifici.
              Nei casi più fastidiosi, l’oculista può prescrivere colliri antibiotici o antinfiammatori. Gli Omega-3 (presenti in pesce azzurro o integratori) migliorano la qualità del film lacrimale.
            2. Gestione dello stress e dello stile di vita
              • Dormire almeno 7-8 ore per notte per consentire la rigenerazione cellulare.
              • Ridurre l’uso prolungato degli schermi, facendo pause visive ogni 20 minuti.
              • Seguire una dieta anti-infiammatoria, ricca di verdure, frutta secca e pesce.
              • Praticare mindfulness, yoga o respirazione profonda per abbassare i livelli di cortisolo.

            E attenzione: il caffè e le bevande stimolanti possono peggiorare la secchezza oculare, mentre una buona idratazione è essenziale per la salute delle lacrime.

            La blefarite non è solo un problema estetico o oculare: è una condizione che riflette l’equilibrio tra corpo e mente.
            Capire e trattare lo stress, dormire meglio e seguire un corretto regime di igiene oculare non significa solo ridurre il bruciore agli occhi, ma anche migliorare la qualità della vita nel suo complesso.

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              Barbara D’Urso vs Selvaggia Lucarelli: “La manina tremante era bruttissima”. E Rossella Erra la difende

              Durante l’ultima puntata del talent di Rai1, Selvaggia Lucarelli ha criticato l’esibizione di Barbara D’Urso definendola “barocca” e “ridondante”. A difendere la conduttrice ci ha pensato Rossella Erra, che ha risposto con una battuta al vetriolo: “Ti ignorerò così tanto che anche tu stessa dubiterai della tua esistenza”.

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                Nuovo round del duello più acceso di Ballando con le Stelle: Barbara D’Urso contro Selvaggia Lucarelli. L’ultimo scontro è andato in scena nella puntata dell’8 novembre, quando l’ex conduttrice Mediaset ha presentato una coreografia intensa, dedicata al rapporto con i figli. Un momento toccante che ha commosso il pubblico, ma non tutti i giurati.

                “Troppo barocco”

                Selvaggia Lucarelli non ha fatto sconti: “Un po’ troppo sceneggiato, troppo barocco”, ha commentato, stroncando il finale dell’esibizione in cui Barbara interpretava il tremore di un’anziana madre. “La manina tremante era davvero ridondante, bruttissima”, ha aggiunto, provocando un mormorio in studio. Poi ha cercato di smorzare la tensione con una battuta: “Ho capito che abbiamo una cosa in comune… i nostri figli non ci chiamano, ci ignorano!”.

                La replica di Rossella Erra

                A difendere la D’Urso è intervenuta Rossella Erra, giurata popolare e paladina del pubblico: “Io, invece, ho trovato quel gesto toccante. E poi, cara Selvaggia, ti ignorerò così tanto che anche tu stessa dubiterai della tua esistenza!”. Una risposta che ha acceso l’applauso e riportato un sorriso sul volto della conduttrice.

                Scintille e applausi

                Il clima si è subito infiammato, tra ironia e frecciate velenose. Barbara D’Urso, visibilmente emozionata, ha ringraziato il pubblico per l’affetto, mentre Selvaggia ha tirato dritto senza arretrare di un passo. La gara continua, ma il duello tra le due regine della parola promette di non finire qui.

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