Cronaca
Il Conclave non perde ulteriormente tempo ed elegge il nuovo papa
A sorpresa, abbiamo un nuovo papa! Nessuno si aspettava la nomina alla prima votazione ed invece… habemus papam!

I porporati elettori hanno eletto il nuovo Papa alla terza votazione del secondo giorno. Dopo l’attesa vana di ieri nel tardo pomeriggio, finalmente pochi istanti fa una fumata bianca ha scatenato la gioia dei fedeli presenti in Piazza San Pietro e di quelli collegati in televisione nel mondo, smentendo le ipotesi di ulteriori giorni di incertezza.
Fumata bianca alla prima votazione
In una svolta storica, il conclave ha eletto il nuovo Papa, segnando una delle elezioni più rapide degli ultimi secoli. La fumata bianca, salita dal comignolo della Cappella Sistina, ha annunciato al mondo l’avvenuta elezione, lasciando sbalorditi esperti e fedeli.
Smentite le previsioni di incertezza
Alla vigilia del conclave, molti esperti parlavano di divisioni tra i cardinali, ipotizzando giorni di votazioni incerte. E invece, fin da subito è emersa una larga convergenza su un nome considerato capace di unire anime diverse della Chiesa. Le “cordate” interne hanno trovato un equilibrio, dando vita a un’elezione che rimarrà nella storia della chiesa.
Un Papa che promette unità e rinnovamento
Il nuovo Pontefice, il cui nome pontificale sarà annunciato a breve, si presenta come figura di continuità spirituale ma anche di possibile innovazione. Secondo fonti vicine al conclave, la scelta sarebbe caduta su un cardinale noto per la sua apertura pastorale, il dialogo interreligioso e l’attenzione ai temi sociali.
Un nuovo inizio
Inizia ora un nuovo capitolo per la Chiesa di Roma, sotto la guida di un Papa scelto con rapidità, in un momento storico segnato dal desiderio di stabilità e speranza. Con l’auspicio condiviso che il fondamentale lavoro iniziato da Papa Francesco – fortemente amato ma anche osteggiato per alcune posizioni fortemente progressiste – possa trovare un convinto successore e prosecutore.
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Cronaca Nera
Angela Celentano, il braccio di ferro sul caso riaperto: la gip sfida l’archiviazione e ordina il test del Dna sulla ragazza turca
A quasi trent’anni dalla misteriosa scomparsa di Angela Celentano, la giudice Colucci rifiuta di chiudere il fascicolo e apre a nuovi accertamenti: tra questi, un confronto genetico con la giovane donna ritratta in un video girato in Turchia e segnalata dalla blogger Trentinella. Una speranza, l’ennesima, per i genitori della bambina sparita nel nulla sul Monte Faito

Non è ancora il momento di abbassare le braccia. A quasi trent’anni dalla scomparsa di Angela Celentano, il caso viene riaperto. E a volerlo è un giudice. La gip di Napoli Federica Colucci ha detto no alla richiesta di archiviazione presentata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea e ha ordinato nuovi accertamenti sulla cosiddetta “pista turca”. Un’ipotesi investigativa controversa, discussa, spesso ridicolizzata. Ma che ora torna prepotentemente in scena, con tanto di richiesta formale di test del Dna sulla ragazza ritratta in una foto arrivata alla Procura tramite canali tanto informali quanto insistenti.
Tutto ruota attorno a un volto femminile catturato da un video girato sull’isola turca di Buyukada e presentato da Vincenza Trentinella, una blogger che da anni sostiene di avere raccolto prove e testimonianze sulla sopravvivenza di Angela in Turchia. Una delle figure chiave di questo lungo e labirintico racconto è un prete, don Augusto, morto anni fa, che avrebbe saputo tutto durante una confessione. È lui ad aver indirizzato Trentinella verso quell’isola, dove la donna sostiene di aver incontrato “un uomo con una cicatrice al collo”, identificato come Fafhi Bey, che vivrebbe con una ragazza somigliante ad Angela.
La Procura, però, non ci ha mai creduto fino in fondo. Ha sollecitato ripetutamente la collaborazione delle autorità turche, senza mai ricevere risposte convincenti. E ha puntato tutto su un elemento chiave: l’assenza di compatibilità somatica tra la ragazza della foto e Angela bambina. Un elemento che, unito all’inaffidabilità della fonte, ha portato il pm Giuseppe Cimarotta a chiedere la chiusura del caso.
Ma la gip Colucci non è dello stesso avviso. Secondo la giudice, non sarebbero stati approfonditi tutti i possibili riscontri. E così ha ordinato un elenco di nuovi atti: tra questi, il più rilevante è la comparazione genetica tra la ragazza turca e il profilo di Angela Celentano, ottenuto anni fa dai genitori. Verranno inoltre ascoltati i testimoni turchi, tra cui un avvocato che potrebbe fornire informazioni decisive sull’identità della ragazza.
Una decisione che riaccende le speranze – o le illusioni – della famiglia Celentano, che non ha mai smesso di cercare la verità da quel 10 agosto 1996, quando Angela, appena tre anni, sparì durante una gita familiare sul Monte Faito, tra Castellammare di Stabia e Vico Equense.
Da allora, nessuna pista ha mai portato a un esito certo. Ci sono stati avvistamenti, segnalazioni, lettere anonime, sogni, medium. E ora questa ragazza, con un volto simile e una storia sospetta alle spalle. È solo l’ennesima falsa speranza o davvero, dopo quasi tre decenni, qualcosa si sta muovendo?
Per ora resta una certezza: il fascicolo resta aperto. E la verità, se c’è, potrebbe essere nascosta dietro un Dna.
Italia
Italia nella morsa del caldo africano: temperature fino a 41°C e rischio temporali al Nord
Tra oggi e il 30 giugno l’anticiclone subtropicale domina la scena: afa intensa, notti tropicali e instabilità pomeridiana sulle Alpi.

L’ultima settimana di giugno si apre con l’Italia stretta nella morsa dell’anticiclone africano, che sta portando una delle ondate di calore più intense della stagione. Le temperature sono in costante aumento, con punte previste fino a 41°C sul Tavoliere delle Puglie e nell’entroterra sardo, mentre le minime notturne restano ostinatamente sopra i 20°C, regalando notti tropicali in molte città. Giovedì 26 giugno il tempo sarà in prevalenza stabile e soleggiato su gran parte del Paese, ma al Nord si farà sentire una certa variabilità: già dal mattino sono attesi rovesci sulle Alpi occidentali, in estensione nel pomeriggio ai rilievi lombardi e altoatesini, con possibili sconfinamenti verso le pianure piemontesi e venete. Non si escludono locali grandinate, soprattutto tra Alto Adige e Cadore. Al Centro e al Sud il sole sarà protagonista, con cieli sereni e temperature in ulteriore rialzo.
Per domani il caldo africano aumenta
Venerdì 27 giugno l’alta pressione si rafforza ulteriormente, garantendo condizioni di stabilità quasi ovunque. Solo l’Alto Adige potrebbe vedere qualche isolato temporale pomeridiano. Il caldo si farà ancora più opprimente, con valori massimi tra i 36 e i 39°C nelle zone interne del Centro-Sud e delle isole maggiori. L’afa sarà particolarmente intensa nelle ore serali, soprattutto nei grandi centri urbani. Sabato e domenica il copione non cambia: sole dominante, qualche nube di calore sulle Alpi e sull’Appennino settentrionale, ma senza fenomeni significativi. Le temperature resteranno elevate, con lievi flessioni solo all’estremo Sud. Secondo le proiezioni a medio termine, questa fase di caldo africano intenso potrebbe proseguire anche nei primi giorni di luglio, con l’anticiclone subtropicale ancora ben saldo sul Mediterraneo.
Cronaca
Tel Aviv sospende temporaneamente gli aiuti umanitari a Gaza
Israele sospende temporaneamente gli aiuti umanitari a Gaza su richiesta di Bezalel Smotrich, mentre Netanyahu incarica l’IDF di garantire che i materiali non finiscano nelle mani di Hamas.

Israele ha fermato, per il momento in via temporane, tutti gli aiuti umanitari in favore di Gaza per evitare che finiscano nelle mani di Hamas, dopo la pressione del ministro di ultradestra Bezalel Smotrich. Il governo è al lavoro per stilare un piano militare per garantire la sicurezza delle consegne, con controlli più stringenti, monitoraggi e possibili interventi mirati lungo i valichi di accesso a Gaza. Una decisione che arriva in un clima dalla tensione crescente tra il governo israeliano e i gruppi di controllo nella Striscia di Gaza.
Hamas non deve entrare in possesso degli aiuti
L’annuncio ufficiale della sospensione degli aiuti a Gaza è stato reso noto da fonti interne a Channel 12 e riportato dal Times of Israel. L’azione segue la minaccia di dimissioni avanzata da Bezalel Smotrich, ministro di ultradestra nel governo israeliano. Smotrich ha posto come condizione irrinunciabile l’adozione di misure che blocchino il passaggio degli aiuti umanitari nelle mani di Hamas. Una posizione che ha costretto il governo a sospendere per il momento le consegne, per evitare che i materiali finiscano ai militari palestinesi.
Le direttive per l’IDF
Benyamin Netanyahu, attraverso il suo ufficio, ha comunicato tempestivamente la sua reazione a questa complessa situazione, incaricando l’esercito israeliano, l’IDF, di predisporre un piano entro 48 ore. L’obiettivo che si vuole ottenere è quello di creare una strategia operativa per evitare che Hamas sottragga gli aiuti umanitari in direzione di Gaza. Netanyahu ha inoltre evidenziato la necessità di assicurare che gli aiuti arrivino realmente alle persone bisognose, senza permettere alle organizzazioni responsabili di attacchi o ostilità di trarne vantaggio.
La gestione degli aiuti
La Striscia di Gaza dipende in larga parte dagli aiuti umanitari che entrano attraverso i corridoi controllati da Israele e da altri attori internazionali. La presenza di Hamas rende complicato il trasferimento sicuro e trasparente di cibo, materiali di prima necessità e medicine. Il governo di Israele ha sempre manifestato l’intenzione di aiutare i civili, ma il rischio di riciclaggio delle risorse da parte di gruppi armati ha alimentato la diffidenza. Questa sospensione delle forniture è il segno di una difficoltà precisa nel bilanciare esigenze umanitarie e obiettivi di sicurezza.
Pressione via via in aumento
Gli operatori umanitari segnalano come questa situazione provochi un ulteriore aggravio della crisi per il popolo, già allo stremo per le condizioni economiche e sociali nella Striscia. Una decisione che, naturalmente, si ripercuote anche nelle relazioni internazionali intorno al conflitto israelo-palestinese. Svariate organizzazioni umanitarie hanno ribadito l’assoluta necessità di mantenere attivi i canali di soccorso. Nel frattempo, la posizione del governo israeliano, influenzata dalle spinte interne più radicali, contribuisce ad aumentare la pressione diplomatico-politica nel Medio Oriente, segnali inequivocabili di un irrigidimento delle posizioni e di aumento della tensione generale.
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