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Cucina

È tutta un sorriso: La mozzarella fresca!

Per chi ama il buon cibo e l’allegria, ecco la straordinaria creazione artigianale che rende ogni piatto un’esperienza di puro piacere. Le infinite possibilità di utilizzo del latticino italiano più famoso del pianeta.

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    La mozzarella fresca pare che risalga al secolo 1100 nelle regioni del sud Italia, in particolare in Campania e nel Lazio. Originariamente fatta solo con latte di bufala, oggi è prodotta anche e soprattutto con latte di mucca e la lavorazione resta artigianale e l’attenzione ai dettagli nella produzione sono fondamentali per garantire la sua qualità e il suo sapore distintivo.

    Morbida e cremosa, con un gusto dolce e delicato, la mozzarella si produce nella forma classica, dalle dimensioni di un’arancia, a nodini, a treccia, a perline, a bocconcini, a ciliegine, a fiordilatte, specifica per pizza e così via, si acquista conservata nel siero di latte, detta anche acqua di governo, per mantenerla fresca e morbida.

    La “bufala”
    È davvero un tesoro gastronomico. La sua lavorazione artigianale e le varie forme in cui viene presentata aggiungono un tocco di autenticità e creatività che la rendono unica. La zizzona, la bomba, la treccia… ogni forma porta con sé una storia e un sapore particolare. È proprio vero che certi sapori non si possono replicare!

    Gli utilizzi della vaccina e della bufalina
    Ingrediente prezioso, è adatta a una vasta gamma di piatti, la mozzarella fresca, perché è l’ingrediente chiave della celebre pizza Margherita, insieme a pomodoro fresco e basilico. Tagliata in fette sottili e distribuita uniformemente sulla pizza, la mozzarella fresca fonde in modo delizioso durante la cottura, creando una base cremosa e deliziosa.

    Alcune fasi della lavorazione della mozzarella
    Aggiungi pezzetti di mozzarella fresca a insalate miste o caprese per un tocco cremoso e saporito. La combinazione di pomodori freschi, basilico, mozzarella e un filo d’olio extravergine d’oliva è un classico della cucina italiana che celebra la freschezza e la semplicità degli ingredienti.

    Utilizza la mozzarella fresca per riempire panini, focacce o bruschette insieme a pomodori freschi, pesto, prosciutto crudo o verdure grigliate per creare panini gustosi e appetitosi.

    Servi la mozzarella fresca come antipasto con affettati, olive, peperoni grigliati o altri formaggi per un’esperienza culinaria che delizia il palato e stimola l’appetito.

    Utilizza la mozzarella fresca per aggiungere cremosità e sapore ai piatti cotti al forno, come lasagne, parmigiane di melanzane o involtini di pasta. Tagliata a pezzetti o fette, la mozzarella fresca si fonde deliziosamente con gli altri ingredienti durante la cottura, creando piatti confortanti e irresistibili.

    Infine, per utilizzare la mozzarella mel migliore modo possibile, assicurati fin da subito che sia fresca, conservata in acqua salata, poi scolala e tamponala delicatamente con carta assorbente prima dell’utilizzo per rimuovere l’eccesso di siero. Taglia la mozzarella fresca con un coltello affilato o stracciala a mano per ottenere la consistenza desiderata nei tuoi piatti.

    Utilizza la mozzarella fresca a temperatura ambiente per massimizzare il suo sapore e la sua cremosità nei piatti.

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      Cucina

      Dolci gotici di Halloween: nero, spezie e cacao per dessert che stregano gli occhi (e il palato)

      Tra glassa nera, polvere di carbone, cannella e cacao amaro, nasce la tendenza dei dessert gotici: eleganti, sensuali e perfetti per la notte più misteriosa dell’anno.

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      Dolci gotici

        L’eleganza oscura dei dessert neri

        Halloween non è più solo zucche e caramelle: è diventato un’occasione per giocare con l’estetica dark in cucina. Così nascono i dolci gotici, creazioni scure, vellutate e profumate di spezie, che trasformano la paura in piacere. Nero come la notte, lucido come il velluto, il cioccolato fondente torna protagonista, affiancato da ingredienti insoliti come il carbone vegetale, che dona il colore nero intenso a mousse, glasse e biscotti. L’effetto è magnetico: elegante, scenografico, un po’ decadente.

        Spezie, cacao e magia al forno

        Le ricette seguono la logica del contrasto: dolce e amaro, caldo e freddo, luce e ombra. Nei dolci gotici di Halloween dominano cannella, zenzero e chiodi di garofano, che scaldano l’aroma e ricordano i profumi d’autunno.
        Un classico rivisitato è la torta al cioccolato nero e peperoncino: morbida, umida, con un retrogusto piccante che arriva in ritardo, come un colpo di scena.
        Per i più curiosi, c’è la cheesecake dark, con base di biscotti al cacao e crema nera al carbone vegetale: bella da vedere e sorprendente da mangiare.
        E per chi ama i sapori intensi, la mousse al cioccolato fondente e whisky affumicato è il dolce più “noir” che ci sia: un morso e si accende l’atmosfera di una vecchia villa vittoriana.

        Decorare con stile (non con paura)

        La regola d’oro del dolce gotico è la raffinatezza. Basta una glassa lucida color carbone, qualche petalo rosso o granello d’oro alimentare per rendere ogni dolce un piccolo dramma estetico. Si gioca con contrasti e texture: il nero del cioccolato, il bianco della panna, il rosso del lampone.
        Halloween così smette di essere una festa da bambini e diventa un rituale adulto, sensuale, gourmand. Un piccolo peccato di gola da concedersi al buio, davanti a una candela, mentre fuori il vento muove le foglie secche e il profumo di cacao riempie la casa.

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          Cucina

          La trombetta da morto, il fungo nero dal sapore unico: il “tartufo dei poveri” che profuma d’autunno

          Nero, profondo e profumatissimo: il Craterellus cornucopioides è il protagonista segreto della stagione, amatissimo dagli chef e perfetto per Halloween.

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          La trombetta da morto

            Il fungo più elegante (e frainteso) del bosco

            Si chiama trombetta da morto, ma è tutto fuorché lugubre. Il suo nome latino, Craterellus cornucopioides, significa “corno dell’abbondanza”: una descrizione più fedele, perché questo fungo, con il suo colore grigio-nero e la forma a imbuto, porta in tavola un profumo intenso e una sapidità che ricorda il tartufo. Cresce nei boschi umidi tra ottobre e novembre, spesso nascosto tra le foglie. Economico ma nobilissimo nel gusto, viene soprannominato “tartufo dei poveri” proprio per il suo aroma profondo e persistente, capace di elevare anche i piatti più semplici.

            Come pulirlo e conservarlo

            La trombetta da morto va trattata con delicatezza. Si pulisce a secco con un pennello morbido, evitando di lavarla sotto l’acqua per non rovinarne la consistenza. Una volta puliti, i funghi possono essere saltati subito in padella oppure essiccati, conservandoli per mesi. Anzi, molti cuochi li preferiscono secchi, perché sprigionano un profumo ancora più deciso dopo la reidratazione.

            Tre ricette da provare

            Risotto alle trombette e Parmigiano – In una casseruola, tosta il riso Carnaroli con una noce di burro, aggiungi le trombette tagliate sottili e sfuma con vino bianco. Cuoci con brodo vegetale e, a fine cottura, manteca con Parmigiano Reggiano e un pizzico di timo. Profumo intenso, gusto boschivo, comfort food d’autunno.

            Tagliatelle con trombette e panna acida – Fai saltare le trombette in olio e aglio, aggiungi un cucchiaio di panna acida e una spolverata di pepe nero. Condisci le tagliatelle all’uovo e completa con scaglie di Grana. Un piatto rustico e raffinato insieme.

            Crostoni con trombette e uovo al tegamino – Tosta pane casereccio, spalmalo con burro fuso e aggiungi le trombette saltate con prezzemolo. Adagia sopra un uovo al tegamino con tuorlo morbido. L’unione di cremoso e croccante è irresistibile.

            Dal bosco alla tavola, la trombetta da morto è un piccolo miracolo autunnale: misteriosa come il suo nome, ma generosa come pochi altri ingredienti. E se Halloween ha bisogno di un sapore “dark”, questo è il più elegante che ci sia.

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              Cucina

              Cene a casa, ma con stile: come trasformare il salotto in un bistrot tra amici e riscoprire la convivialità autentica

              Dimenticate le tavolate caotiche e le serate improvvisate: la tendenza del momento è la cena curata, intima e scenografica. Basta poco per trasformare la casa nel ristorante più accogliente della città.

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              Cene a casa

                La rinascita delle cene in casa

                Altro che prenotazioni impossibili o conti salati: il nuovo lusso è invitare a casa. Dopo anni di delivery e aperitivi al volo, torna la voglia di cucinare e apparecchiare con gusto. La pandemia ha acceso la miccia, ma oggi è diventata una scelta di stile: trasformare il salotto in un bistrot privato dove la convivialità è il vero piatto forte. Le cene domestiche si fanno più curate, più pensate e anche più scenografiche. Non serve un servizio da hotel, bastano cura e atmosfera.

                Piatti semplici ma con carattere

                Il segreto è scegliere un piatto unico che sorprenda senza costringere il padrone di casa ai fornelli per ore. Risotti cremosi, paste al forno gourmet, zuppe speziate o tagli di carne cotti lentamente. L’idea è far sentire gli ospiti coccolati, non assistere a uno show di cucina. Si può puntare su ingredienti locali, vino giusto e impiattamento curato: una foglia di erba aromatica, un filo d’olio buono, un piatto caldo. La tavola si veste di semplicità e colore: lino naturale, posate spaiate, bicchieri trasparenti. L’effetto? Un’eleganza spontanea, mai costruita.

                La luce giusta fa metà del lavoro

                La differenza tra una cena qualunque e una memorabile la fanno l’atmosfera e la luce. Lampade basse, candele, riflessi dorati sulle pareti: tutto concorre a creare quel senso di accoglienza che nessun ristorante può imitare. Anche la playlist ha il suo ruolo: jazz morbido, soul o un po’ di cantautorato italiano.
                La nuova socialità domestica è fatta di chiacchiere, calici e pause, di momenti lenti ma autentici. A fine serata, nessuno controlla l’ora: si resta seduti, tra bicchieri vuoti e risate. Perché a volte, il ristorante migliore è quello che profuma di casa.

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