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Storie vere

Sequestrata per anni dopo un appuntamento online, giovane donna scappa e denuncia il suo aguzzino

Torturata e violentata in una stalla per 4 anni da un uomo conosciuto online: il parto e il bambino dato in adozione, poi il coraggio di denunciare. E’ successo tutto in Polonia.

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    Lo stupore per la violenza sulle donne non finisce mai. Soprattutto di fronte a fatti del genere. Una donna di 30 anni – che chiameremo Jana per mantenere il suo anonimato – è stata sequestrata e violentata per quattro anni da Mateusz J., un uomo di 35 anni che aveva conosciuto online. Le violenze avvenivano in un vecchio fienile nel villaggio di Gaiki, nella contea di Glogow, nel voivodato della Bassa Slesia nella Polonia sud occidentale. La prigionia di Jana ha avuto inizio nel gennaio del 2019, quando, dopo un incontro organizzato via internet, la donna è stata costretta a vivere in condizioni disumane per quattro lunghissimi anni. Possibile che nessuno se ne sia accorto?

    L’orrore e la prigionia

    In questi quattro anni, la donna sequestrata ha subito torture, violenze sessuali e privazioni. Per questi lunghi anni è stata rinchiusa in un fienile senza elettricità, acqua corrente né servizi igienici, trattata con estrema crudeltà. La donna veniva portata fuori solo per essere curata in ospedale per gravi ferite causate dalle continue aggressioni dell’aguzzino. Dalla fratture al braccio destro, a quelle della gamba sinistra e persino per interventi chirurgici d’urgenza. Nonostante i ricoveri, non aveva mai avuto il coraggio di parlare, temendo ritorsioni da parte dell’animale che l’aveva sequestrata e la sottoponeva a quelle torture.

    La gravidanza e il bambino dato in adozione

    Durante la sua prigionia, la vittima è rimasta incinta a causa delle continue violenze subite. Dopo il parto in ospedale, è stata costretta a dare il suo bambino in adozione, aggiungendo ulteriore sofferenza a una situazione già insopportabile. Il ritorno al fienile dopo ogni ricovero rappresentava un incubo che per Jana sembrava non avere fine.

    Ma finalmente è arrivata l’ora della fuga e della denuncia

    Dopo anni di silenzio, la donna ha trovato il coraggio di denunciare la sua situazione. Durante un ennesimo ricovero in ospedale per una spalla slogata, ha raccontato il suo calvario al personale sanitario. I medici, allertati dalle sue parole, hanno subito chiamato la polizia. Mateusz J. è stato arrestato con l’accusa di sequestro di persona e maltrattamenti prolungati.

    E’ ritornata alla vita. Ma chi glieli restituisce i quattro anni di violenze?

    Dopo anni di paura e sofferenza la giovane donna ha trovato finalmente la forza di liberarsi dall’orrore. Oggi, Jana cerca di ricostruire la sua vita, lasciandosi alle spalle il trauma subito e affrontando con coraggio il suo futuro.

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      Storie vere

      Niente sesso, siamo inglesi… soprattutto nelle patrie galere. La poliziotta apre un profilo sexy e finisce nei guai!

      Quindici mesi di reclusione per una ex funzionaria della prigione londinese maschile di Wandsworth, colpevole di aver avuto incontri sessuali con un detenuto.

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        Ex funzionaria in servizio nel carcere maschile londinese di Wandsworth, madre di due figli, Linda De Sousa Abreu aveva aperto un profilo OnlyFans sul quale condivideva materiale porno. Era stata arrestata lo scorso luglio per aver avuto un incontro sessuale in cella con un detenuto (il video era poi finito in rete). Ora nei suoi confronti arriva pure la condanna: dovrà scontare 15 mesi di carcere per la sua “scappatella” fra le sbarre.

        Dotata di profilo OnlyFans… d’ordinanza

        A luglio l’allora poliziotta, nota anche per aver aperto un profilo su OnlyFans, era stata arrestata dopo aver registrato un video ad alto contenuto erotico con un detenuto nel carcere HMP Wandsworth dove lavorava.

        Il video la inchioda

        30enne di origini brasiliane, madre di due figli, era stata bloccata all’aeroporto londinese di Heathrow. Stava tentando di imbarcarsi con il padre su un volo diretto verso Madrid, dopo aver già ammesso la sua colpevolezza. Pochi giorni prima il filmato era finito in rete, trasformandosi in virale. Nelle immagini si vede la Abreu in divisa, intenta a compiere sesso orale e successivamente un rapporto completo con il detenuto. A riprendere la scena sarebbe stato direttamente il compagno di cella del detenuto, con tanto di commenti. “È così che si vive a Wandsworth, fratello”, incitava durante l’atto.

        Sesso e droga

        Durante il processo l’imputata si è riconosciuta colpevole di cattiva condotta nei pubblici uffici. L’accusa le aveva contestato di essersi “deliberatamente e senza ragionevoli scuse comportata in modo scorretto, il che equivale a un abuso della fiducia dei cittadini nei confronti del ruolo che ricopre”. Sembra inoltre che il detenuto che ha girato il video stesse fumando dell’erba. “Piuttosto che contestargli il possesso di un telefono o di cannabis, lei ha acconsentito che registrasse ciò che stava accadendo”. Questo ha sottolineato il giudice nel corso dell’udienza presso il tribunale di Isleworth.

        Come rovinare il lavoro e l’onestà altrui

        Il sovrintendente dell’istituto carcerario Andrew Davy ha dichiarato che, con il suo comportamento, Abreu ha compromesso in “meno di un giorno” il lavoro di anni dedicato a migliorare le condizioni del personale femminile nelle carceri maschili. Sempre Davy ha inoltre aggiunto che molte donne (tra quelle che formano il personale della prigione) hanno riferito un aumento di “hit on” (provarci con) da parte dei detenuti. Un portavoce del Servizio penitenziario ha in seguito commentato: “Mentre la stragrande maggioranza del personale del Servizio Penitenziario lavora sodo ed è onesto, stiamo fermando un numero sempre maggiore di quella piccola minoranza che infrange le regole. Rafforzando la nostra unità di lotta alla corruzione e potenziando i nostri processi di verifica”.

        Punizioni per chi non rispetta le regole

        Il giudice Martin Edmunds KC ha detto che “non è un comportamento isolato” e che questa condotta “si era già verificata in passato”. Una sentenza, quella inflitta alla De Sousa, che ribadisce il principio di repressione drastica verso gli agenti che non rispettano le regole. Una decisione che anche l’associazione che rappresenta il personale penitenziario riconosce, ammettendo l’esistenza di un piccolo numero di dipendenti corrotti che lavorano nelle prigioni e che minano il lavoro onesto degli altri.

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          Storie vere

          Vladimir Polozov: il combattente che ha riscoperto la forza grazie all’amore di sua moglie

          Lottatore MMA sull’orlo del KO, la moglie irrompe nell’arena: “Alzati, per favore!”. E lui ribalta il match.

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            Nello sport, come nella vita, ci sono momenti che sembrano segnati dal destino, in cui tutto appare perduto. Ma a volte, un gesto d’amore può ribaltare il corso degli eventi, trasformando una sconfitta annunciata in una vittoria indimenticabile. È esattamente ciò che è accaduto a Vladimir Polozov, noto come “The Irishman”, durante il match di Arti Marziali Miste MMA Series 84, svoltosi in Russia lo scorso settembre. Un incontro che, grazie a un colpo di scena degno di un film, è tornato a far parlare di sé, conquistando milioni di visualizzazioni online. Come ha fatto?

            Un match impari: Davide contro Golia

            Vladimir Polozov, con i suoi 1,69 metri di altezza e 75 kg di peso, si è trovato di fronte a un avversario decisamente più imponente: Anatoliy Galushka, alto 1,86 metri e con un peso di 110 kg. Una sfida che ricordava il classico scontro tra Davide e Golia, con Polozov in netto svantaggio fisico. Fin dall’inizio, il combattimento sembrava seguire il copione previsto: Galushka dominava con una serie di colpi potenti che mettevano in difficoltà il più piccolo Polozov, riducendolo quasi all’impotenza.

            La disperazione di Ekaterina: un grido d’amore per ricaricare Vladimir

            Mentre Polozov era costretto a terra, sottoposto a una gragnuola di pugni che sembrava preludere a un inevitabile KO, accade qualcosa di inaspettato. Ekaterina, la moglie di Vladimir, seduta in prima fila, non è riuscita a trattenere le proprie emozioni. Con il cuore in gola, ha superato le barriere di protezione, sfidando la sicurezza per avvicinarsi il più possibile all’ottagono. Pur essendo trattenuta e poi portata via di forza, le sue urla disperate hanno risuonato nitide nell’arena e sono arrivate anche ai microfoni televisivi: “Alzati, per favore!”. Quel grido, carico di amore e disperazione, è stato come una scossa elettrica per Polozov. In un’intervista post-match, Vladimir ha raccontato: “Ho sentito il suo grido ed è stato come se mi avesse tirato fuori dalla nebbia. Lei è sempre stata il mio sostegno, in quel momento le sue parole sono state decisive”.

            Il potere dell’Amore con la A maiuscola

            Ispirato dalle parole di Ekaterina, Polozov ha trovato la forza per rialzarsi e ribaltare il match. Con una mossa rapida e precisa, ha bloccato il braccio di Galushka in una presa dolorosa, costringendo l’avversario ad arrendersi in pochi secondi. Un epilogo che ha lasciato il pubblico a bocca aperta, trasformando quella che sembrava una sconfitta certa in una vittoria memorabile. Ma questa è cronaca sportiva. Ekaterina, ribattezzata dagli appassionati “l’angelo custode con le scarpe da ginnastica”, ha spiegato che non poteva restare a guardare mentre suo marito soffriva. “Volevo semplicemente aiutarlo, almeno moralmente”, ha detto. La coppia, che vive in un villaggio sperduto circondato da animali (hanno 11 gatti, 6 cani, 5 maialini e una mucca), ha dimostrato ancora una volta quanto il loro legame sia forte e sincero. Il cuore può battere qualsiasi avversario.

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              Storie vere

              Jessica Cox: la pilota senza braccia che ha deciso di conquistate i cieli

              Questa storia è un promemoria potente per tutti noi su come le avversità possano trasformarsi in trampolini di lancio per nuove imprese.

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                Ci sono persone che nascono per infrangere limiti e riscrivere le regole. Jessica Cox, nata senza braccia, è una di queste. La sua storia è quella di una donna che ha scelto di volare più in alto di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare. Oggi è la prima donna al mondo a pilotare un aereo usando soltanto i piedi, un’impresa straordinaria che continua ad affascinare e ispirare persone in tutto il mondo.

                Un’infanzia di determinazione e resilienza

                Cresciuta in Arizona, Jessica Cox ha rifiutato fin da bambina di essere definita dalla sua disabilità. Grazie al supporto della sua famiglia, ha appreso una lezione fondamentale: “Non è ciò che hai o che ti manca che conta, ma ciò che fai con quello che hai.” Con una forza di carattere fuori dal comune, Jessica ha imparato a fare tutto con i piedi: mangiare, scrivere, lavarsi i denti, guidare un’auto e persino pettinarsi. La sua determinazione l’ha portata a rompere ogni stereotipo, affrontando con un sorriso e un’immensa sicurezza i pregiudizi che spesso accompagnano le disabilità. Jessica rappresenta una lezione di vita. Un esempio di come l’intraprendenza possa trasformare le sfide in opportunità.

                Per Jessica Cox un sogno è diventato realtà

                Il desiderio di volare non è stato casuale. A 22 anni, durante un’esperienza di volo su un piccolo aereo, Jessica ha scoperto la passione per l’aviazione. Quello che per molti è un hobby inaccessibile, per lei è diventato una missione. Pilotare un aereo senza braccia è stato un grattacapo tecnico e normativo, ma Jessica non si è fermata. Dopo tre anni di intenso addestramento, nel 2008 ha ottenuto la licenza di pilota sportivo. Jessica vola su un Ercoupe, un aereo dotato di comandi accoppiati che possono essere gestiti interamente con i piedi. La sua abilità nel manovrare comandi, pedali e radio con una precisione incredibile è una vera coreografia di destrezza e adattamento.

                Più di una pilota, Jessica è una voce che promuove l’inclusione

                Jessica non ha solo conquistato i cieli, ma anche i cuori. È diventata una speaker motivazionale, condividendo il suo messaggio di inclusione e accettazione in tutto il mondo. Con energia e carisma, dimostra che non esiste un unico “normale” e che accettare se stessi è il primo passo per superare qualsiasi limite. Jessica celebra la diversità e l’autodeterminazione, mostrando al mondo che ogni ostacolo può essere superato con creatività e forza di volontà. Ogni sua azione è un esempio di resilienza: invece di lamentarsi delle difficoltà, reinventa continuamente il suo approccio alla vita con una creatività instancabile.

                Una vita senza limiti

                Oltre a essere una pilota, Jessica è cintura nera di taekwondo, tuffatrice, suona il pianoforte e guida un’auto. È sposata, vive con entusiasmo e continua a esplorare nuovi territori. La sua energia sembra alimentata da un mix unico di determinazione, libertà e gioia di vivere. Ogni volo che intraprende è un manifesto che grida: “I limiti sono fatti per essere superati.” Jessica vola non solo per se stessa, ma per tutti coloro che si sono sentiti dire “Non è possibile.”

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