Personaggi
Papà Briatore è irremovibile: se mio figlio lavorerà con me dovrà iniziare dalla gavetta!
Schietto e risoluto, non risparmia critiche precise al sistema italiano che – secondo lui – è fatto di politici scarsi. Sul futuro del figlio le sue idee sono altrettanto precise, soprattutto se manifesterà l’intenzione di lavorare con lui.
Flavio Briatore rappresenta un modello di imprenditore e una figura di spicco del jet set, diviso tra iniziative di successo nel mondo dei locali, nel settore dei motori… senza dimenticare i suoi successi con le belle donne! Milionario senza rimpianti, polemico con l’attuale stato delle cose nel nostro paese: «In Italia continuano a ostacolarmi. Oggi i politici non fanno nulla per il bene della gente».
Pizza e caviale, una possibile coesistenza… almeno presso il Crazy Pizza
Noto per la sua audacia nel business, ha recentemente lanciato i suoi ristoranti Crazy Pizza, dove fra le specialità consigliare spicca la controversa pizza al caviale. «Rimodernizziamo il prodotto», spiega in un’intervista al quotidiano La Repubblica, spiegando che le preziose uova di storione possono convivere senza particolari problemi con un piatto tradizionale come la pizza. Questo almeno è quello che pensa lui, non deve sorprende che una delle sue pizze più esclusive possa costare fino a 140 euro. «Non sei obbligato a mangiarla», risponde alla domanda sulle motivazioni di tale cifra, mentre rivela che il successo dei Crazy Pizza stia rapidamente rendendo il brand esportabile in tutto il mondo.
Vorrebbe investire fuori dall’Italia, dove i politici non siano “scarsi”
Nonostante il suo trionfo nel settore della ristorazione e della vita notturna, non risparmia mai critiche al sistema politico italiano. «I politici sono scarsi», afferma con fermezza, sottolineando la sua delusione verso l’amministrazione pubblica attuale e il suo desiderio di investire altrove, lontano dalle difficoltà burocratiche di casa nostra.
Mai perdere la testa, il suo credo
Uomo di relazioni con personaggi di spicco a livello mondiale, riconosce la complessità delle relazioni personali, spiegando che la vera ricchezza non si misura solo con il denaro ma anche nelle scelte che si fanno. E nella razionalità della visione globale: «Mi sento solo come tutti gli imprenditori. Le decisioni vengono sempre prese in solitudine. Ho sei, sette amici. Ho avuto 4 o 5 fidanzate cui ho voluto bene. Ma mai da perdere la testa».
Il suo rapporto coi soldi
Una barca di proprietà da 20 milioni, una collezione di orologi che vale una fortuna. Basti pensare che lo champagne meno caro in vendita presso il suo Billionaire costa 600 euro. Le sue dichiarazioni spesso creano polemiche: «Non si vive con 4mila euro al mese. Ne spendo 120mila solo per il collegio di mio figlio. Vorrei essere nato io con un padre come me». Aggiungendo «Se Nathan verrà a lavorare con me per prima cosa dovrà fare il cameriere. Poi se è bravo…». Piccola nota a margine: ci sono famiglie di operai che tirano avanti con 1500 euro al mese… ma evidentemente sono discorsi che con Briatore non è il caso di fare, visto che – fortuna sua – vive in un mondo diverso da quello di milioni di italiani.
Mi immagino di morire così…
Se gli chiedono come si immagina la sua dipartita, lui risponde che il suo sogno finale è quello di morire mentre si mangia una pizza al caviale. Poi ci riflette un poco e modifica la risposta: «Forse è meglio morire trombando». Un’affermazione che rappresenta perfettamente lo spirito e lo stile di quest’uomo.
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Personaggi
Apoteosi del trash a BellaMa’: Valeria Marini e Diaco litigano in diretta sulla “Posta del Cuore” tra smentite, frecciate e mistica
Pierluigi Diaco comunica che la rubrica di Valeria Marini chiuderà lunedì prossimo, ma la diva lo smentisce in diretta: «L’hai deciso tu, ma la vedrete sui miei social». Da lì un crescendo di fraintendimenti, benedizioni e consigli spirituali che trasforma BellaMa’ in un varietà surreale.
A BellaMa’ è andata in scena una di quelle pagine televisive che ricordano perché il pomeriggio di Rai2 sia diventato una fucina di momenti cult. L’ingresso stellare di Valeria Marini si è trasformato in pochi secondi in un balletto di smentite, punzecchiature e sorrisi tesi, quando Pierluigi Diaco ha annunciato che la sua rubrica, la “Posta del Cuore”, si sarebbe chiusa lunedì prossimo. Un annuncio secco, di quelli che dovrebbero chiudere un capitolo, e invece hanno aperto una scenetta irresistibile.
L’annuncio di Diaco e l’immediata smentita
«Vi annuncio che lunedì prossimo ci sarà l’ultima volta de la Posta del Cuore», dice Diaco con tono ufficiale. Neanche il tempo di respirare che Valeria Marini si irrigidisce e parte la replica: «Sì, l’hai deciso tu… ma la vedrete prossimamente sui miei social. E non è vero, è una cosa che ho deciso io». Poi aggiunge, per non far mancare il tocco glamour: «Comunque io non ho mai fatto mezza polemica!». Il pubblico intuisce che l’atmosfera è già perfettamente “stellare”.
Scintille educate, ma pur sempre scintille
Diaco prova a riportare tutto alla calma: «Io ti auguro il meglio. La prossima settimana sarai con noi, se lo vorrai a questo punto, con la tua ultima puntata». Una frase che suona come un tentativo di distendere, ma che invece apre un nuovo fronte. Perché Valeria, a quel punto, sfodera il suo registro più teatrale.
Valeria tra fede, guerra e… Medjugorje
Dopo aver parlato di fede, di guerra, perfino del Papa, la Marini chiude con una frase-capolavoro del suo universo mariano-glitterato: «Se lo vorrò? In che senso? Io ti ho sempre detto di sì, io sono molto felice di essere here». E poi il colpo finale: il suo consiglio spirituale al pubblico, interrotto dalla sigla, ma chiarissimo nella direzione del discorso: «Comunque io consiglio a tutti di andare a Medjugorje o…».
Una chiusura sospesa, mistica e scintillante, perfettamente in linea con la serata: un mix di trash, devozione, ricami stellari e piccole incomprensioni che fanno di BellaMa’ un palcoscenico imprevedibile. E che, a modo suo, conferma un fatto: quando c’è Valeria Marini, la tv non è mai solo tv. È uno spettacolo a sé.
Personaggi
Giuliana De Sio si autoproclama “la Sinner del teatro”: premi, stoccate, vanità, lampi di genio e delusioni da Strehler
Tra tournée faticose, premi prestigiosi e un’autostima che non ha paura di brillare, De Sio ripercorre la sua stagione d’oro: «Ho fatto il Grande Slam, sono la Sinner del teatro». E svela: «Strehler? Mi deluse, era fin troppo gentile». Un ritratto senza filtri, pieno di scintille.
Giuliana De Sio non entra mai in scena con passo leggero. Neanche quando si tratta di raccontarsi. In questi giorni è al Teatro Carignano con Il gabbiano di Cechov, diretta da Filippo Dini, e già questo basterebbe a definire un ritorno in grande stile. Ma la De Sio ha deciso di rilanciare: «Ho fatto il Grande Slam del teatro italiano. Sono la Sinner della scena».
Nessuna falsa modestia, nessuna smorfia diplomatica. L’attrice rivendica ogni centimetro del suo percorso recente, iniziato quasi in lacrime quando dovette lasciare Agosto a Osage County per un impegno precedente. «Giurammo che ci saremmo ritrovati. Ora eccomi qui». E il presente, dice, è «luminoso, potentissimo, pieno di riconoscimenti».
Elenchiamo: Premio Anct 2024, Premio Le Maschere del Teatro Italiano come miglior attrice protagonista per Cose che so essere vere, una nuova candidatura agli Ubu. «Quelli istituzionali, i più importanti, li ho vinti tutti», proclama con soddisfazione. Eppure, aggiunge, «non lo sa nessuno». Perché il teatro vive in un’ombra antica: «Se vinci un David lo scrivono tutti. Se vinci i premi più prestigiosi del teatro, non interessa a nessuno».
Non che il cinema l’abbia ignorata. «Ho avuto sei candidature ai David e due vittorie. Sei candidature ai Telegatti». Ma è il teatro ad averle dato tutto: «Sono stata aristocratica, pezzente, intellettuale, madre cattiva. Mi sono tolta tante voglie».
E la luce? Quella forza misteriosa che ti spinge oltre la stanchezza? «A volte senti il pieno, a volte il vuoto. Non c’è il benzinaio: la benzina te la devi dare da sola». Succede di non averne, dice. Poi sali in scena e qualcosa ti investe: «Ieri mi sentivo senza forza, poi è arrivata. Ho fatto uno spettacolo fortissimo».
La De Sio parla con la sicurezza di chi ha attraversato tutto: tournée massacranti, giornate infinite, compagni di scena che “risucchiano la vita”. Tipo Haber: «Mi stava prosciugando, come sempre».
E Strehler? Qui arriva il colpo di scena. «Tutti dicevano: “Vedrai, ti rivolterà”. Invece niente». Nessuna tirannia creativa, nessun maestro feroce da romanzo. «Mi scriveva lettere bellissime. Un po’ mi ha deluso».
Forse perché Giuliana De Sio è fatta così: pretende la vita alla sua stessa intensità. Se non brucia, non le basta.
Personaggi
Rettore risponde a Diego Dalla Palma: botta e risposta al vetriolo tra accuse, ironia pungente e vecchie ruggini che tornano a galla
Diego Dalla Palma aveva definito “stupide” le esternazioni di Donatella Rettore sull’uso di termini offensivi e aveva ribadito il suo sostegno al Ddl Zan. La cantante, ospite a La Volta Buona, ha risposto con ironia feroce: «Ha ragione lui! Meglio essere stupidi che falsi e cattivi». E tra allusioni a vecchi dissapori e commenti piccati, la faida si riaccende.
Lo scontro tra Donatella Rettore e Diego Dalla Palma è tornato a infiammare il gossip televisivo. Tutto parte da un’intervista in cui il celebre truccatore aveva commentato duramente le recenti dichiarazioni della cantante sull’uso di termini come “frocio” e “negro”. Parole che lui aveva bollato senza esitazione: «È una delle persone più stupide che abbia mai conosciuto». Una posizione netta, accompagnata dal suo sostegno totale al Ddl Zan.
La replica di Rettore, tutta sarcasmo
Ospite a La Volta Buona, Rettore ha scelto la strada dell’ironia tagliente. «Ha ragione lui! Meglio essere stupidi, che falsi e cattivi», ha dichiarato, aggiungendo che non avrebbe mai osato contraddirlo. Un commento che è sembrato un colpo di fioretto più che una difesa, con quella punta di sarcasmo che la cantante sa maneggiare benissimo.
Vecchie ruggini che riemergono
Le sue parole non si sono fermate lì. Rettore ha ipotizzato che l’astio di Dalla Palma possa essere legato a un episodio di anni fa: «Una volta non stavo bene e non sono andata in una sua trasmissione». Un dettaglio che, nella sua narrazione, avrebbe alimentato una frattura mai davvero ricomposta. E poi l’affondo finale: «Ai matti bisogna sempre dare ragione». Una frase che ha fatto immediatamente il giro dei social.
Un botta e risposta che accende il pubblico
Il pubblico osserva questa schermaglia con il fascino che solo le polemiche tra personaggi iconici possono suscitare. Dalla Palma, con la sua sincerità senza filtri, e Rettore, con la sua teatralità sfrontata, creano un contrasto che funziona quasi come una scena scritta apposta per la televisione. E infatti la rete si è subito divisa: chi difende lui, chi applaude lei, chi si gode lo spettacolo.
Una faida che sembra tutt’altro che chiusa
Difficile immaginare una pace immediata tra i due. Le posizioni sono distanti, i toni alti, i retroscena ancora avvolti da un alone di mistero. Ma una cosa è certa: ogni loro frase diventa immediatamente materiale da trending topic. E finché continueranno a rispondersi così, nessuno smetterà di seguire il prossimo capitolo.
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