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Curiosità

In arrivo una chicca per i collezionisti di cartamoneta

La banconota da zero euro è un pezzo unico che celebra un evento storico importante e rappresenta una straordinaria opportunità per i collezionisti. Nonostante non abbia valore commerciale, la sua produzione limitata e i dettagli accurati ne fanno un oggetto prezioso e ricercato.

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    Dal mese di luglio, i collezionisti avranno l’opportunità di mettere le mani su una novità straordinaria: la banconota da zero euro. Questo pezzo da collezione è stato prodotto per commemorare l’80º anniversario dello sbarco in Normandia, avvenuto il 6 giugno 1944, e sarà sicuramente molto ricercato a causa della sua tiratura limitata.

    Ma che valore ha?

    Anche se non ha valore commerciale, la banconota da zero euro è realizzata con tutti i dettagli di una banconota autentica, inclusi filigrane, ologrammi, inchiostri speciali e numeri di serie unici. Saranno prodotte soltanto 3.000 esemplari, disponibili per i collezionisti a un prezzo compreso tra 6 e 15 euro. La produzione è affidata a Oberthur Fiduciaire, uno degli stampatori di sicurezza privati leader a livello mondiale, e la distribuzione sarà gestita da Euro Banknote Memory.

    Un pezzo solo da collezionare

    Questa non è la prima banconota da zero euro a essere immessa sul mercato. Esistono numerosi esemplari simili in tutta l’Eurozona, raffiguranti temi vari come il Colosseo, celebri cartoni animati, calciatori e molto altro. Attualmente, si stima che siano in circolazione almeno 2.500 modelli diversi. Ogni banconota da collezione ha una dimensione simile a quella delle autentiche banconote da 20 euro.

    Di chi è stata l’idea?

    L’idea di creare una banconota da zero euro venne al francese Richard Faille nel 2015. Già nel 1996, Faille aveva iniziato a creare monete souvenir per musei, monumenti e parchi a tema. Dal 2015, l’Euro Souvenir Note è diventata una realtà, con oltre 60 milioni di monete souvenir vendute negli ultimi 18 anni.

    Le banconote della BCE

    Contrariamente alle banconote da collezione, le banconote in euro autentiche sono rigorosamente regolamentate dalla Banca Centrale Europea (BCE). Il testo del 19 aprile 2013 specifica tagli, dimensioni, colori e disegni per ogni valore di banconota in euro. Le normative della BCE includono sette articoli che regolano la produzione, riproduzione, sostituzione e ritiro delle banconote autentiche.

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      Monkey, il gatto cleptomane che ha arricchito la sua padrona Megan

      Monkey è un gatto della Cornovaglia che ruba ogni cosa e lo porta alla sua padrona MeganPer esempio? Un “gratta e vinci” da 14 mila euro.

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        Un gatto cleptomane della Cornovaglia, Inghilterra, sta diventando una piccola celebrità sui social. Monkey, questo il suo nome, torna ogni giorno a casa con un “dono” per la sua umana, Megan . Il suo bottino? Di tutto: da sacchetti vuoti di patatine a bustine di semi. Ma la vera sorpresa è arrivata quando Monkey ha riportato a casa un gratta e vinci già grattato, e per giunta risultato essere vincente.

        Quattordicimila euro tra i canini del gatto

        Inizialmente Megan pensava fosse solo spazzatura, ma ha scoperto che il biglietto valeva il doppio di quanto previsto: circa 14 euro. Nulla di straordinario, ma sicuramente un colpo di fortuna inaspettato! Il video dell’impresa felina naturalmente nel corso del tempo è diventato virale su TikTok (@meganchristiann), raccogliendo migliaia di commenti divertiti.

        Monkey è diventato social tra divertimento e telecamere segrete

        C’è chi scherza sul fatto che Monkey ripaghi i suoi debiti, mentre altri propongono di mettere una telecamera sul suo collare per svelare le sue misteriose incursioni. Megan, però, preferisce mantenere la sorpresa e continua a godersi le buffe avventure del suo gatto. Chi sa cosa Monkey porterà a casa la prossima volta!

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          La famiglia Zammit rifiuta 30 milioni di dollari per la casa

          La famiglia Zammit ha rifiutato un’offerta di 30 milioni di dollari per vendere la loro casa a The Ponds, Sydney. La loro decisione diventa un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana.

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            La famiglia Zammit, residente a The Ponds, Sydney, ha fatto notizia rifiutando un’offerta di 30 milioni di dollari per vendere la loro casa. Questa abitazione rappresenta per loro non solo un bene materiale, ma un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana. Circondata da un’enorme area commerciale e sviluppi residenziali, la casa dei Zammit è un baluardo contro l’avanzata della cementificazione. Questa decisione ha suscitato ammirazione e riflessione sulla crescente pressione dell’urbanizzazione nelle grandi città.

            La storia dietro il rifiuto

            Nonostante l’enorme somma offerta, la famiglia Zammit ha scelto di rimanere nella loro casa storica, dimostrando un attaccamento emotivo e culturale al loro luogo di vita. Questa scelta coraggiosa riflette il desiderio di mantenere un legame con le proprie radici e di resistere alla spinta verso la modernizzazione a tutti i costi. La casa, costruita su un terreno di due ettari, è circondata da negozi, ristoranti e complessi residenziali di nuova costruzione, rendendo il rifiuto dei Zammit ancora più significativo.

            Un simbolo di resistenza

            La decisione della famiglia Zammit è diventata un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana eccessiva. In un’epoca in cui molte persone cedono alle offerte lucrative dei costruttori, i Zammit hanno scelto di mantenere la loro casa come testimone del passato e baluardo contro l’invadenza del cemento. Questo rifiuto mette in luce la crescente tensione tra lo sviluppo urbano e la conservazione delle tradizioni e dei legami familiari.

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              Fotografato nudo da Google Street View: poliziotto argentino vince la causa e ottiene un risarcimento

              Secondo i giudici argentini, la privacy dell’uomo è stata violata in modo palese: Google dovrà risarcirlo con 12.500 dollari. Decisivo il fatto che fosse all’interno della sua proprietà, protetta da un alto muro.

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              Google Street View

                Era un giorno come tanti nel 2017, quando un poliziotto argentino, in un momento di relax nel giardino di casa sua, fu immortalato nudo dalle telecamere mobili di Google Street View. L’immagine, sfuggita alle consuete procedure di oscuramento automatico, mostrava l’uomo completamente nudo dietro un muro di oltre due metri, nel cortile privato della sua abitazione. Il caso, inizialmente trascurato, si è trasformato in un lungo iter giudiziario che ha ora trovato la sua conclusione: Google dovrà risarcire l’uomo con 12.500 dollari.

                La vicenda è emersa quando la foto ha iniziato a circolare online, accompagnata dal nome della via e dal numero civico, elementi ben visibili nell’inquadratura. La combinazione di questi dati ha reso l’uomo facilmente identificabile, esponendolo al ridicolo tra colleghi e residenti del piccolo centro in cui vive.

                In un primo momento, un tribunale aveva respinto il ricorso del poliziotto, ritenendo che fosse stato lui a comportarsi in modo inappropriato nel proprio giardino. Ma la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, stabilendo che non si trattava di uno spazio pubblico. Bensì privato e protetto da una barriera “più alta della media umana”. L’inquadratura è stata quindi definita come una “palese invasione della privacy”.

                La corte ha evidenziato anche una falla nei protocolli di Google, che solitamente sfoca i volti e le targhe. “In questo caso non si trattava di un volto, ma dell’intero corpo nudo di una persona, un’immagine che avrebbe dovuto essere evitata con ogni mezzo”, si legge nella sentenza.

                Assolte invece da ogni responsabilità la compagnia telefonica Cablevision SA e il sito di notizie El Censor, che avevano rilanciato la foto.

                Il caso solleva nuove domande sull’equilibrio tra tecnologia e tutela della privacy, dimostrando che, anche nell’era del digitale, il diritto alla riservatezza rimane fondamentale.

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