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Tirmagno conquista il web con le sue ricette dalla cucina dei genitori

Ha iniziato dal davanzale della cucina di casa e ora si trova con milioni di follower su Instagram e TikTok, questo ragazzo di 26 anni sta scalando il vertice dei social, ma non chamatelo food blogger.

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    A 26 anni, Martino Tornaghi, conosciuto sui social come Tirmagno, è diventato una delle star più seguite nel mondo della cucina online. Con oltre un milione di follower su Instagram e TikTok, il giovane brianzolo ha trasformato la sua passione per la gastronomia in un lavoro a tempo pieno. Tutto rimanendo legato alle sue radici, già perchè il ragazzo vive ancora nella casa dei suoi genitori a Verderio (Lecco), che ha trasformato nel set perfetto per i suoi video.

    Dal liceo classico ai social

    Tirmagno non ha un background da chef professionista, ma ha sempre avuto una grande passione per la cucina. Cresciuto in una famiglia dove i libri di ricette erano una costante grazie a sua madre, Cristina, bibliotecaria, ha coltivato un interesse per la gastronomia fin da piccolo. “Sono sempre stato l’amico che cucinava per tutti”, racconta. Dopo il liceo classico Zucchi di Monza, si iscrive a Economia alla Statale di Milano e inizia a lavorare come agente assicurativo, seguendo le orme del padre. Tuttavia, durante il lockdown del 2020, decide di aprire un profilo social per condividere le sue videoricette, scoprendo che la sua passione per il cibo poteva trasformarsi in una carriera digitale.

    La chiave del successo? Precisione, ‘appetising’, pulizia e costanza

    Il segreto di Tirmagno non sta solo nelle ricette originali, ma nel metodo con cui realizza i suoi contenuti. Prova ogni ricetta almeno due o tre volte prima di pubblicarla. Usa sempre la stessa inquadratura, laterale, sul davanzale della cucina di casa sua, creando un format riconoscibile. Le padelle vengono lavate e rilavate prima di girare il videonon lascia nssuna briciole, e soprattutto è ordinatissimo. Inoltre nei primi due anni di attività, ha pubblicato un contenuto al giorno per sei giorni alla settimana. Un ritmo che gli ha permesso di fidelizzare il pubblico e crescere rapidamente. Non ama essere definito influencer. “Io non mostro quello che faccio ogni giorno. Sono un content creator di cucina, che è un lavoro serio”, spiega. Il suo obiettivo è educare e ispirare, puntando sulla stagionalità degli ingredienti e su un’alimentazione più consapevole.

    Tirmagno la vita a casa e la cena per i genitori

    Nonostante il grande successo, Martino vive ancora con i suoi genitori. Ma in cambio, cucina per loro ogni giorno, riempiendoli di focacce e ceci al curry, due piatti che riscuotono sempre grande successo in famiglia. Social a parte ora ha pubblicato per Mondadori il suo libro “La mia cucina stagionale”, dimostrando come la passione, unita alla dedizione, può trasformarsi in un lavoro. Dalla casa di mamma e papà.

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      TikTok Star

      Tutto il potere al cetriolo. TikTok impazzisce per l’ortaggio dell’estate

      “A volte è necessario mangiare un cetriolo intero”. I tutorial di Logan Moffitt iniziano sempre con questa frase. Poi, in un minuto, spiega passo passo le sue ricette semplici con protagonista l’ortaggio.

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        Siamo proprio alla frutta. Anzi no all’ortaggio. Logan Moffitt, 23enne canadese con una laurea in comunicazione e una passione per la cucina coreana, è diventato una vera star su TikTok con tutorial culinari sul cetriolo. Da luglio, i suoi video hanno accumulato oltre 100 milioni di visualizzazioni, attirando l’attenzione della stampa internazionale. Attualmente ha 5,8 milioni di follower.

        Ha esordito con un video sul kimchi

        Ma cosa rende il “ragazzo cetriolo” così speciale? Moffitt è riuscito a trasformare un ortaggio spesso relegato a semplice contorno in un vero protagonista della cucina. Con le sue ricette semplici ma innovative, Logan dimostra che il cetriolo – lui usa quello asiatico più lungo e con una buccia più sottile rispetto a quelli del Mediterraneo – può diventare la star di piatti sorprendenti. Preparazioni che spaziano dagli snack veloci a contorni gourmet. Lui da bambino lo mangiava come le caramelle. Le sue idee rompono con le tradizioni culinarie limitate legate a questo ortaggio, rivelandone il potenziale nascosto.

        Un cetriolo come tanti

        Il suo successo è uno dei tanti esempi perfetti di come anche gli ingredienti più comuni possano ispirare la creatività in cucina. Lui vince e ha seguito per la semplicità delle sue spiegazioni. La sua capacità di reinterpretare un alimento semplice come il cetriolo dimostra che con un pizzico di fantasia, creatività e tanta voglia di ‘bucare lo schermo‘ qualsiasi ingrediente può diventare straordinario. E creare business.

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          Dopo Facebook, lo scandalo continua: “Mia moglie” rinasce su Telegram, la chat della vergogna non si spegne mai

          La chiusura del gruppo Facebook “Mia moglie” non ha fermato il fenomeno: i contenuti sessualmente espliciti circolano ora su Telegram e WhatsApp, dove il controllo è molto più complesso. La polizia postale denuncia la scarsa collaborazione delle piattaforme, mentre continua la razzia di immagini intime sottratte senza consenso.

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            Non è bastata la chiusura della pagina Facebook “Mia moglie”, che aveva raggiunto 32mila iscritti e riempito la rete di foto rubate a mogli, ex e perfino suocere ignare di tutto. La comunità parallela dei “mariti predatori” non si è dispersa, ma ha semplicemente cambiato indirizzo. Oggi lo stesso meccanismo continua a vivere dentro un canale Telegram e in una chat WhatsApp ribattezzata, senza troppa fantasia, “Chat di Mia moglie”.

            Lì gli scambi sono gli stessi: immagini intime raccolte di nascosto, commenti volgari e violenti, persino foto catturate durante rapporti sessuali. Una pratica che la polizia postale definisce senza esitazioni una vera e propria violenza. Perché non si tratta di semplici “sbruffonate da bar”, ma di una razzia sistematica sui corpi delle donne, iniziata nel 2019 e mai davvero interrotta.

            Il problema, spiega Barbara Strappato, vicedirettrice della polizia postale, è che “per quanto riguarda Telegram, rileviamo da parte loro scarsa collaborazione con le forze dell’ordine. Dichiarano di non detenere i dati dei loro utenti, a differenza di altre piattaforme”. Una posizione che rende le indagini più complesse e che, nei fatti, permette a questi canali di restare attivi.

            La scoperta dell’esistenza di una chat WhatsApp è ancora più recente, confermata poche ore fa. Qui i controlli sono altrettanto difficili, visto che si tratta di ambienti chiusi e protetti da crittografia. L’unico modo per intervenire resta la denuncia diretta delle vittime, ma molte non sanno nemmeno di essere finite in quei gruppi.

            La chiusura del gruppo Facebook, salutata come una vittoria simbolica, rischia così di trasformarsi in un boomerang. Perché il fenomeno non è stato spento, ma solo spostato su piattaforme ancora più difficili da monitorare. Intanto la violenza digitale continua, alimentata dall’impunità e dalla complicità di comunità virtuali che si considerano intoccabili.

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              “Sunburnt tan lines”: la follia virale delle scottature esibite come moda

              Hashtag, foto e “trofei” di dolore: il ministro della Salute francese avverte i giovani sui rischi di ustioni, invecchiamento precoce e melanoma.

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                Farsi venire una scottatura come status symbol. È l’ultima moda assurda partorita dai social: il trend delle “sunburnt tan lines” – letteralmente, linee di abbronzatura da scottatura – spopola su TikTok e Instagram. Giovani, soprattutto ragazze, si espongono volontariamente al sole fino a ustionarsi, per poi mostrare con orgoglio la pelle arrossata e i segni netti dell’abbronzatura.

                Una pratica tanto stupida quanto pericolosa, al punto che il governo francese ha chiesto all’Autorità per le comunicazioni (Arcom) di intervenire e di coinvolgere la Commissione europea. L’obiettivo: fermare la diffusione di contenuti che incoraggiano un’esposizione estrema e dannosa ai raggi UV.

                «La vostra pelle è la vostra vita, ne avete una sola. Non sacrificatela per 30 secondi di buzz», ha dichiarato il ministro della Salute, Yannick Neuder, in un video sui social. L’allarme non è retorica: dietro l’estetica da like si nasconde un rischio clinico concreto.

                «Queste giovani non si abbronzano, si bruciano», avverte la dermatologa Anne Dompmartin, responsabile del reparto di dermatologia-venerologia del Chu di Caen. «Le bruciature provocano dolore immediato, distacco della pelle e, nei casi peggiori, vesciche. Alla guarigione restano macchie scure permanenti, le cosiddette “macchie del cimitero”».

                Ma la cicatrice estetica è solo l’inizio. I raggi UV danneggiano il DNA delle cellule cutanee e aumentano il rischio di tumori come melanoma e carcinoma. Secondo Santé Publique France, oltre l’85% dei tumori della pelle è causato da esposizione eccessiva al sole, e le scottature in adolescenza sono un fattore di rischio particolarmente elevato.

                A preoccupare, oltre alla salute, è il messaggio: farsi del male per un video diventa un atto di “bellezza” da condividere. «È il sintomo di una generazione che cerca emozioni forti in una quotidianità percepita come troppo piatta», osserva Dompmartin.

                Il ministero francese vuole che TikTok rispetti il Digital Services Act, che impone di proteggere i minori e ridurre i rischi sistemici. Ma, finché l’algoritmo premia i contenuti più estremi, il sole non è l’unico nemico: lo è anche l’idiozia virale.

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