Personaggi e interviste
I figli, la ex Vittoria Puccini, il suo rapporto con la fede: Alessandro Preziosi si racconta
L’attore è uno dei protagonisti della fiction “Blackout – Vite sospese”, la serie televisiva che torna stasera su Rai1, con la seconda stagione.
Ospite del salotto di Francesca Fialdini Da noi… a ruota libera, l’attore nato a Napoli nel 1973 ha raccontato quello che stasera vedremo in prima serata su Rai 1. Ma non solo… ha ricordato alcuni momenti salienti della sua carriere e della sua vita privata sulla quale – da uomo piuttosto riservato come tutti lo conoscono – non si è mai partciolarmente sbilanciato.
La seconda serie che vedremo da stasera
Un ritorno, quello di stasera, ricco di suspense e nuovi misteri: la seconda stagione di Black Out – Vite sospese sarà ancora ambientata sulle Dolomiti. La trama riprende da dove la prima stagione ci aveva lasciato, con i protagonisti ancora intrappolati nella valle isolata sulle Dolomiti a causa di una valanga. Mentre tutti cercano di sopravvivere e di risolvere i misteri che li circondano, emergono nuovi segreti e alleanze inaspettate.
Galeotto fu quel set
Alessandro Preziosi non ama molto parlare della sua vita privata, anche se ha avuto diverse storie d’amore che sono finite sulle prime pagine di tutte le cronache rosa. Una su tutte, la relazione con l’ormai ex compagna Vittoria Puccini. L’attore, che aveva vissuto una lunga relazione con Rossella Zito dalla quale ha avuto il suo primo figlio, Andrea Eduardo, conobbe nel 2002 Vittoria Puccini sul set dello sceneggiato Elisa di Rivombrosa. Come tutti hanno sempre raccontato, fu un vero e proprio colpo di fulmine e il loro amore durò per ben 7 anni, anche se non si sposarono mai. Dalla loro unione è nata la figlia Elena nel 2006. Dopo questa relazione, Preziosi ha avuto una storia con Greta Carandini, di 16 anni più giovane. Oggi l’attore sarebbe felice accanto alla nuova compagna: la 36enne Delfina Delettrez Fendi.
La fine della sua storia con la Puccini
Sulla rottura tra Preziosi e Vittoria Puccini se ne sono dette di ogni genere anche che la storia tra loro fosse finita a causa di presunti tradimenti di lui. L’attore ai tempi disse a riguardo: «Vorrei dirlo una volta per tutte: i fatti raccontati in questi ultimi due anni dai giornali non corrispondono a verità, neppure nella cronologia. Se uno pensa di potersi fare un’idea della verità guardando solo la superficie, si sbaglia».
Perchè non si sposarono
Sul mancato matrimonio con Vittoria Puccini lui ebbe a dire in diverse occasioni: «Ci si sposa in due. Con Vittoria non è accaduto, forse per pigrizia o per debolezza. Arriva un momento in cui, se ti ami, ti sposi: punto. Purtroppo io, invece di concentrarmi sul mio rapporto di coppia, ho disperso le forze lavorando come un pazzo. Sono andato otto mesi in tournée con Amleto, pensando che, quando mi sarei fermato, tutto sarebbe tornato come prima. E invece, quando mi sono fermato, il nostro rapporto non c’era più».
Cuore di papà
Alessandro Preziosi è molto affezionato ai suoi figli Andrea Eduardo (nato dalla relazione con Rossella Zito) ed Elena (nata da quella con Vittoria Puccini) classe 1995 e nel 2006, rispettivamente. In un’intervista tempo fa Preziosi raccontò il suo punto di vista: «Non vivendo sotto lo stesso tetto dei miei figli, ho saltato la dimensione del genitore: sono solo un padre. Questo mi ha permesso di modulare di volta in volta il mio rapporto con loro. All’inizio ho cercato di educarli: non mi sono posto come il confidente, ma ho mantenuto una certa distinzione dei ruoli. Della serie: ti dico questo perché sono tuo padre e credo in questi valori. Poi, quando sono cresciuti, ho cambiato passo: ho cercato il dialogo e l’ho trovato nel momento in cui ho buttato giù non il loro muro di omertà, ma il mio. Mi sono raccontato, mostrandomi per quello che ero e questo ci ha avvicinato».
Per lui credere è un “percorso di vita”
Profondamente credente, da sempre: «Non me ne sono mai allontanato: sono sempre rimasto nel radar della religione. Sfrutto ogni occasione, libro, ruolo professionale per indagare il senso dell’esistenza. Perché se è vero che la fede è una grazia, puoi riceverla solo nel momento in cui le fai spazio nella tua vita. Credere è un percorso».
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Personaggi e interviste
Martina Colombari dopo le confessioni del figlio Achille Costacurta: «È stato intenso, ma prima di parlarne con voi devo farlo con lui»
Un rapporto ricucito con fatica, un percorso di rinascita condiviso: “Ora il cammino è iniziato e, anche se non è facile, va finalmente nella direzione giusta”
Dopo le forti rivelazioni di Achille Costacurta, il figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta, arriva la risposta della madre. L’ex Miss Italia, visibilmente emozionata, ha commentato le parole del figlio, che nel podcast One More Time aveva raccontato senza filtri la sua adolescenza difficile, segnata da abusi, droga, TSO e tentativi di suicidio.
«È stato un weekend intenso – ha detto Martina – perché è uscito il podcast di mio figlio Achille. Poi con calma magari ne parliamo, ma prima voglio farlo con lui. Non so mai come pormi di fronte a questa sua fragilità…».
«Prima voglio parlarne con lui»
Colombari ha parlato con tono pacato ma emozionato, tra orgoglio e sollievo. «Non devo aggiungere altro, ma sì, mi piacerebbe confrontarmi con voi, dopo averlo fatto con lui. È difficile trovare le parole giuste, ma sono felice di vederlo finalmente più sereno». Un sorriso, stavolta sincero, ha accompagnato la riflessione di una madre che ha attraversato la tempesta e intravede ora la quiete.
Le rivelazioni di Achille: «Ho iniziato a spacciare, poi ho tentato il suicidio»
Nel podcast condotto da Luca Casadei, Achille, oggi ventunenne, ha raccontato il momento in cui tutto è crollato: «Ho iniziato a spacciare e mi hanno arrestato a 15 anni e mezzo. In comunità ho provato a suicidarmi bevendo sette boccettine di metadone. Nessun medico sa spiegarmi perché io sia ancora vivo».
Il giovane ha parlato anche della diagnosi di Adhd, arrivata solo un anno fa: «L’ho scoperto a maggio dell’anno scorso in una clinica svizzera. Mi dissero: “Ti sei auto-curato con la droga”. È stato come ricevere una chiave per capire chi sono».
Il nuovo equilibrio con i genitori
Achille ha spiegato come anche i genitori abbiano intrapreso un percorso parallelo: «Da quando hanno fatto un corso genitoriale sull’Adhd, il nostro rapporto è cambiato. Prima, se litigavamo, spaccavo le porte. Ora non succede più, perché sanno come dirmi un no».
Una crescita condivisa, che oggi unisce una famiglia passata attraverso il dolore ma capace di ritrovare una forma di armonia.
Un abbraccio che vale più di mille parole
Solo pochi giorni fa, all’Auditorium del Foro Italico, Achille era in prima fila per applaudire la madre impegnata in una performance di danza. Martina, scesa dal palco, lo ha abbracciato con una commozione che raccontava più di qualsiasi intervista: la forza di una madre e la rinascita di un figlio.
Personaggi e interviste
Virginia Raffaele replica a Belen Rodriguez: “La mia imitazione non era volgare. Le offese sono altre”
Botta e risposta nel mondo dello spettacolo tra Belen Rodriguez e Virginia Raffaele. Dopo le critiche della showgirl argentina, che aveva definito “volgarotta” la sua imitazione, la comica ha replicato con calma: “Credo di non aver offeso nessuno, le offese sono altre”. Poi la citazione di Chaplin: “Quando un personaggio viene imitato vuol dire che è veramente grande”.
Virginia Raffaele ha scelto la via dell’ironia per rispondere alle accuse di Belen Rodriguez, che in un’intervista aveva definito “volgarotta” la sua imitazione. Una polemica scoppiata dopo l’ultima apparizione della comica, che aveva portato sul palco una versione esagerata e autoironica della showgirl argentina, suscitando risate e qualche malumore.
“Credo di non aver offeso nessuno, le offese sono altre”, ha dichiarato la Raffaele, mettendo fine alle polemiche con il tono elegante e misurato che da sempre la contraddistingue. Nessuna frecciata, solo una riflessione sul senso stesso dell’imitazione, che secondo lei deve essere sempre “un gioco di specchi, mai una caricatura cattiva”.
La comica ha poi voluto citare Charlie Chaplin, ricordando le sue parole: “Quando un personaggio viene imitato vuol dire che è veramente grande”. Un omaggio all’arte dell’imitazione, ma anche un messaggio indiretto a Belen, che nel corso degli anni è diventata a tutti gli effetti un’icona della tv italiana.
Nel frattempo, sui social, i fan si sono schierati in massa con Virginia, sottolineando la leggerezza e l’intelligenza delle sue parole. “Non c’è volgarità nel talento, solo in chi non sa riconoscerlo”, ha scritto qualcuno.
La Raffaele, dal canto suo, sembra intenzionata a chiudere qui la vicenda: nessun rancore, solo la consapevolezza che ogni imitazione, quando è fatta con rispetto, è un tributo più che una presa in giro. E con la sua solita classe, riesce ancora una volta a trasformare una polemica in una lezione di stile.
Personaggi e interviste
Achille Costacurta, il racconto shock al podcast: “Ho preso sette boccettine di metadone per suicidarmi”.
Nel podcast One More Time Achille Costacurta ricorda l’adolescenza tra droghe, ricoveri forzati e violenza, fino al tentativo di suicidio a 15 anni: “Mi hanno salvato, non so come sia vivo”. La svolta in Svizzera, la diagnosi di ADHD e il legame ritrovato con i genitori.
La storia di Achille Costacurta non è un racconto patinato. È una discesa nel buio e una lenta risalita, narrata con lucidità nel podcast One More Time di Luca Casadei. “Ho iniziato a fumare a 13 anni, al compleanno dei 18 ho provato la mescalina”, racconta. Una spirale di abusi, scontri con la realtà e con la legge: “Una volta ho avuto una colluttazione con la polizia. Ero sotto effetto e ho fatto il matto su un taxi. Il poliziotto arriva, mi tira un pugno in faccia, io ero allucinato quindi l’ho spaccato di legnate. Lì dopo poco mi fanno il primo TSO, me ne hanno fatti 7 in un anno”.
TSO, disperazione e il buio più profondo
Non risparmia nulla, nemmeno i momenti più duri. “A Milano ho trovato due dottori cattivissimi che mi hanno legato al letto per tre giorni… urlavo che mi serviva il pappagallo, io ero legato e mi dovevo fare la pipì addosso”. Un dolore quegli anni che tocca anche la famiglia: “L’unica volta che ho visto piangere mio padre è stata quando gli chiedevo di andare a fare l’eutanasia, perché non provavo più nulla”.
Il punto più basso arriva a 15 anni e mezzo. Arresti, comunità, isolamento. E la fuga verso l’estremo: “Prendo le chiavi dell’infermeria, sette boccettine di metadone. Le bevo tutte. Volevo suicidarmi. Arrivano i pompieri e sfondano la porta… nessun medico ha saputo dirmi come io sia ancora vivo”.
La Svizzera e la diagnosi che cambia tutto
La svolta arriva dopo. “Quando sono arrivato in clinica mi hanno detto: ‘Se fossi stato fuori altri 10 giorni saresti morto’”. In Svizzera scopre l’ADHD. “Tu ti volevi auto-curare con la droga”, gli dicono i medici. Una frase che gli rimane impressa. Anche i genitori partecipano a un corso specifico: “Da lì non è mai più successo niente, perché loro sanno come dirmi un no”.
Una nuova consapevolezza
Oggi Achille ha 21 anni e guarda avanti: “Sono fiero di me. Non mi vergogno di quello che mi è successo, perché sono una persona normale. Ho imparato a non dimenticare quei traumi, ma a farne tesoro”.
Non uno slogan motivazionale, ma una verità conquistata, passo dopo passo. E, come dice lui, “grazie a chi non ha smesso di esserci”.
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