Sport
Le emozioni dello sport nel 2024: i momenti che non possiamo dimenticare
Dal trionfo mondiale di Pogačar all’oro olimpico di Djokovic, passando per la vittoria della Italvolley e il sogno di Leclerc a Montecarlo: il 2024 ha regalato lacrime e gioia agli appassionati di sport di tutto il mondo. E Sinner? Tanta roba…

Il 2024 è stato un anno straordinario per lo sport, con imprese che hanno lasciato un segno indelebile nei cuori dei tifosi e dei protagonisti. Ecco le sei storie dello sport più emozionanti che ci hanno fatto sognare, gioire e commuovere.
Pogačar: la conquista del mondiale di ciclismo
Tadej Pogačar ha scritto una pagina indelebile nella storia del ciclismo conquistando il titolo mondiale nella prova in linea. Su un percorso di 273,9 km tra Winterthur e Zurigo, il campione sloveno ha trionfato con un tempo di 6 ore, 27 minuti e 30 secondi, alla media di 42,410 km/h. La sua impresa è stata resa ancora più epica da un attacco a 100 km dal traguardo, che gli ha permesso di resistere agli inseguitori e di precedere l’australiano Ben O’Connor e l’olandese Mathieu van der Poel. Pogačar è diventato il terzo ciclista nella storia, dopo Eddy Merckx e Stephen Roche, a vincere Giro d’Italia, Tour de France e titolo mondiale nello stesso anno. La vittoria segna un traguardo storico anche per la Slovenia, che festeggia il suo primo campione mondiale di ciclismo.
Rodri: Pallone d’Oro e leader indiscusso
Il centrocampista spagnolo Rodri ha vinto il suo primo Pallone d’Oro, superando Vinícius Júnior grazie a una stagione memorabile con il Manchester City e la nazionale spagnola. Rodri è stato il cuore pulsante della Spagna che ha trionfato agli Europei 2024, sotto la guida di Luis de la Fuente. La sua capacità di unire qualità tecnica e leadership in campo è stata fondamentale per portare il trofeo continentale a casa. A livello di club, il Manchester City ha dominato la Premier League, e le prestazioni di Rodri sono state decisive in ogni competizione. Questo Pallone d’Oro corona una carriera straordinaria e consacra il giocatore come uno dei migliori interpreti del calcio moderno.
Leclerc e il trionfo di Monaco
Charles Leclerc ha vissuto il sogno di ogni pilota vincendo il Gran Premio di Monaco, il suo circuito di casa. La vittoria è stata un momento di riscatto per il pilota monegasco, che in passato aveva visto sfumare il successo a Montecarlo per circostanze sfortunate. La Ferrari ha giocato un ruolo chiave nella strategia di gara, con scelte tattiche impeccabili e una gestione ottimale delle soste ai box. Il trionfo a Monaco è stato seguito da un’altra vittoria emozionante a Monza, consolidando il ritorno della Ferrari ai vertici della Formula 1. Leclerc ha saputo resistere agli attacchi di Max Verstappen, regalando ai tifosi della Rossa una gioia indimenticabile.
Djokovic: oro olimpico e career golden slam
Novak Djokovic ha coronato una carriera leggendaria vincendo l’oro olimpico ai Giochi di Parigi 2024, completando così il suo Career Golden Slam. In finale ha sconfitto il giovane fenomeno Carlos Alcaraz, dopo aver superato sfide impegnative contro avversari del calibro di Lorenzo Musetti e Stefanos Tsitsipas. Le lacrime di Djokovic al termine della finale hanno raccontato meglio di qualsiasi parola l’importanza di questa vittoria. Dopo anni di tentativi, il serbo ha finalmente aggiunto l’unico trofeo mancante alla sua straordinaria bacheca, entrando definitivamente nella leggenda dello sport.
Italvolley femminile: oro olimpico e storia riscritta
Le Azzurre della pallavolo femminile hanno regalato all’Italia il primo oro olimpico della loro storia, battendo gli Stati Uniti in finale con un netto 3-0 (25-18, 25-20, 25-17). Il trionfo a Parigi 2024 segna il culmine di un percorso di crescita straordinario, che ha visto la squadra migliorare partita dopo partita. Questo successo non è solo una vittoria sportiva, ma anche un simbolo di rinascita per la pallavolo femminile italiana, che si aggiunge ai numerosi trionfi europei e mondiali conquistati negli anni. Le lacrime di gioia delle giocatrici in campo hanno emozionato l’intera nazione, rendendo questo oro uno dei momenti più memorabili dello sport dell’anno.
E Sinner? Un 2024 da record
Jannik Sinner ha scritto la storia del tennis nel 2024, diventando il primo giocatore di sempre a vincere nella stessa stagione ATP Finals, Coppa Davis e a chiudere l’anno da n. 1 al mondo. È il quinto tennista a conquistare la Davis da n. 1, insieme a leggende come McEnroe e Nadal. Ha terminato l’anno con un incredibile bilancio di 73 vittorie su 79 partite (92,4% di successi, miglior dato dal Djokovic del 2015) e vincendo almeno un set in ogni incontro, impresa riuscita solo a Federer nel 2005. Tra i suoi trionfi: Australian Open, US Open e ATP Finals, entrando in un ristretto club che comprende Federer e Djokovic. Con 23 anni e 93 giorni, è il più giovane a raggiungere questo traguardo. A Torino ha dominato le Finals senza perdere un set, record che mancava dal 1986 (Lendl), e ha concesso solo 33 game, il minimo con l’attuale format. Il 10 giugno 2024 è diventato il primo italiano n. 1 al mondo, mantenendo la vetta fino a fine anno e chiudendo con nove titoli stagionali, tra cui due Slam: è il primo azzurro a vincere più Major nello stesso anno.
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Tennis
Sinner colpisce anche fuori dal campo: Lara Leito è la nuova fiamma?
Durante lo stop per squalifica, il campione azzurro ha trovato il tempo per un nuovo amore: la fortunata sarebbe Lara Leito, 31 anni, ex del premio Oscar Adrien Brody. “Chi” pubblica foto inequivocabili: i due insieme, sorridenti e inseparabili, all’uscita dal Country Club di Montecarlo. Kalinskaya, ormai, è solo un ricordo.

Altro che Clostebol: il vero colpo di scena per Jannik Sinner arriva dal Principato.
Secondo quanto anticipato dal settimanale Chi, il tennista azzurro avrebbe una nuova fiamma, e non una qualsiasi. Si tratta della modella russa Lara Leito, 31 anni, già nota alle cronache rosa per le sue storie con Adrien Brody (con cui ha fatto coppia fissa per 7 anni) e con l’attore francese Olivier Martinez.
La frequentazione sarebbe cominciata proprio durante lo stop di tre mesi seguito alla squalifica per il caso Clostebol. Lontano dai campi ma non dai riflettori, Sinner avrebbe trovato conforto nel glamour monegasco, dove Leito risiede stabilmente, tra locali esclusivi, vernissage e cocktail ad alta quota.
Ma c’è di più. I due, entrambi residenti a Montecarlo, sono stati visti insieme al Country Club dove Sinner si sta allenando in vista del ritorno previsto per gli Internazionali d’Italia. E secondo le indiscrezioni raccolte da Chi, la modella avrebbe già stretto confidenza con il team tecnico del tennista. Un dettaglio che, nel linguaggio del gossip, vale come una dichiarazione ufficiale.
Le foto che compariranno sul numero in edicola il 30 aprile non lasciano spazio a dubbi: Jannik e Lara escono insieme dal club, salgono a bordo della fiammante Audi RS6 ABT Legacy Edition di lui, e si dirigono verso il centro. Qui, sotto gli occhi attenti dei fotografi, sarebbe scattato anche un bacio, chiudendo il cerchio del “c’è del tenero”.
Chi è Lara Leito?
Oltre alla bellezza da copertina, Lara ha dalla sua anche un curriculum insospettabile: laureata in Economia Aziendale con master a Berkeley, è seguitissima su Instagram (oltre 300mila follower) e presenza fissa tra eventi di moda e gala internazionali. Non esattamente il tipo da starlette usa-e-getta. E nemmeno il tipo che passa inosservata.
Con questa nuova frequentazione, si può considerare ufficialmente chiusa la parentesi con la collega russa Anna Kalinskaya, con cui Sinner era stato legato per quasi un anno. Il gelo tra i due era nell’aria da tempo, ma ora arriva la conferma: è Lara la donna che sorride accanto a Jannik mentre lui tenta il ritorno da protagonista.
Resta da capire se si tratta di una passione passeggera o del primo vero amore da copertina per il campione altoatesino. Ma per ora, tra motori di lusso, allenamenti sotto il sole e tenerezze rubate tra le vie di Montecarlo, una cosa è certa: Jannik non è mai stato così… al centro del campo.
Sport
Honda mette all’asta parti del motore della monoposto di Ayrton Senna
Per aumentare la visibilità del marchio, Honda ha deciso di mettere all’asta parti autentiche della McLaren-Honda MP4/5B usata da Ayrton Senna nel 1990. Il pilota vinse con la scuderia giapponese tre titoli mondiali, diventando un’icona immortale della Formula 1.

Pezzi di storia a disposizione del miglior offerente.
Honda ha annunciato che metterà all’asta componenti originali del motore della monoposto guidata da Ayrton Senna nel campionato del mondo di Formula 1 del 1990, uno degli anni più iconici della carriera del pilota brasiliano.
L’iniziativa si terrà negli Stati Uniti, nell’ambito della Monterey Car Week di agosto, evento tra i più prestigiosi nel panorama internazionale delle auto d’epoca e da collezione. Alcuni accessori saranno anche disponibili online, con prezzi di partenza di alcune migliaia di yen.
Il progetto, oltre al valore storico e simbolico, ha anche uno scopo strategico. Honda punta infatti a rilanciare l’identità del marchio tra gli appassionati di motorsport, offrendo non solo oggetti da collezione, ma reliquie cariche di significato e memoria sportiva.
Ayrton Senna, considerato da molti il più grande pilota di tutti i tempi, vinse il suo primo titolo mondiale nel 1988 proprio con la McLaren motorizzata Honda, e successivamente trionfò ancora nel 1990 e nel 1991, sempre alla guida delle leggendarie monoposto progettate a Woking e spinte dal propulsore giapponese.
Durante una recente conferenza stampa a Tokyo, il presidente di Honda Racing, Koji Watanabe, ha dichiarato che l’azienda sta valutando anche la vendita di interi motori e vetture complete appartenute al passato glorioso del marchio. “Pensiamo che gli appassionati che danno valore alle storie che si celano dietro i motori, le carrozzerie o le parti delle vetture saranno interessati ad acquistarle”, ha spiegato, lasciando intendere che altre aste potrebbero seguire.
Per Honda, che conserva gelosamente molti dei veicoli da competizione nel proprio museo aziendale, si tratta di un passaggio simbolico, quasi una consegna pubblica della memoria ai fan, per rafforzare la connessione tra il glorioso passato e le nuove generazioni di tifosi.
E per chi ama la Formula 1, non è solo un affare da collezione: è un’occasione unica per possedere un frammento del mito di Ayrton Senna.
Calcio
Messa, bandiere e applausi: il saluto del San Lorenzo al suo tifoso più illustre, Papa Francesco
Tra le maglie rossoblù e gli striscioni con il volto di Bergoglio, il San Lorenzo ha celebrato una messa in memoria del suo tifoso più celebre. “Ci ha insegnato che nessuna partita si vince da soli”, ha detto il sacerdote, commuovendo un oratorio gremito di emozione e gratitudine.

“Un grande che ha saputo essere piccolo”, così don Juan Pablo Sclippa ha definito Papa Francesco durante la messa organizzata dal San Lorenzo de Almagro, la squadra di cui Jorge Mario Bergoglio è stato tifoso per tutta la vita. Una celebrazione intima, carica di affetto, che si è tenuta nell’oratorio di San Antonio a Buenos Aires, il cuore spirituale della squadra, lo stesso luogo dove oltre un secolo fa don Lorenzo Massa fondò il club.
L’oratorio, piccolo e semplice, si è riempito mercoledì sera di maglie rossoblù, bandiere e fotografie del Papa argentino. Tifosi di ogni età si sono stretti attorno alla memoria di “il nostro tifoso più celebre”, come lo chiamano qui con orgoglio e tenerezza. Fra le panche, visi segnati dalla commozione, mani che stringono sciarpe e immagini, voci spezzate dall’emozione che cercano di ricordare l’esempio di un uomo che, anche da Pontefice, non ha mai dimenticato la sua squadra né i valori popolari che l’hanno cresciuto.
Andrea, 50 anni, tifosa da sempre, trattiene a stento le lacrime: «Sono di questo quartiere, ho sempre tifato San Lorenzo come tutta la mia famiglia. La morte del Papa mi ha toccato profondamente. Salutarlo qui, nella chiesa della nostra squadra, era il modo più intimo per dirgli addio. Per me lui era un vero esempio di fede vissuta».
Accanto a lei, Celia, 77 anni, si fa portavoce di un sentimento diffuso: «Il Papa ci ha rappresentato, è stato un grande uomo. L’Argentina non ha saputo capirlo abbastanza». Per molti, infatti, pesa ancora la scelta di Bergoglio di non tornare mai più nel suo Paese dopo l’elezione a Roma. Una decisione che ha sollevato polemiche e teorie, ma che in tanti leggono come la volontà di non farsi strumentalizzare politicamente.
Durante l’omelia, don Juan Pablo ha chiesto ai presenti quale fosse l’insegnamento più forte lasciato da Papa Francesco. Le risposte sono arrivate sincere e spontanee: «Prendersi cura degli altri», «rispetto», «mettersi in azione». Un coro semplice e potente, proprio come l’eredità di Francesco.
Il sacerdote ha ricordato il Papa come un uomo che ha raggiunto la vetta senza mai dimenticare le radici, capace di vivere la grandezza con l’umiltà dei piccoli. E ha citato una delle frasi che più raccontano Bergoglio: «Nessuna partita si vince da soli, e così anche nella vita: nessuno si salva da solo». A queste parole, l’oratorio si è sciolto in un lunghissimo applauso.
Oscar, 62 anni, storico “hincha” del San Lorenzo, sintetizza il sentimento della serata: «Era necessario omaggiare il nostro Bergoglio. Già da sacerdote si preoccupava per gli umili, per i deboli. Noi tifosi lo abbiamo sempre amato».
E Florencia, 33 anni, socia del club, conclude con un sorriso tra le lacrime: «Il Papa era tifoso come me, come la mia famiglia. Per noi ha significato tanto. E volevo salutarlo in un posto che ci unisce. Perché in fondo, anche nei sogni, si resta sempre parte della stessa squadra».
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