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Società

Son tutte belle le mamme del mondo: i nostri più affettuosi auguri per oggi!

La Festa della Mamma 2025 cade oggi. In Italia, infatti, la data non è più fissa all’8 maggio ma mobile, come in molti altri Paesi. LaCity Mag ti spiega perché è cambiata la data, le origini religiose e commerciali della ricorrenza, le differenze con altri Paesi del mondo e quali sono i fiori più regalati per questa giornata speciale. Un’occasione anche per riflettere sul ruolo cruciale che le madri continuano ad rivestire nella società.

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    Tutte le mamme è una canzone del 1954 con la quale Giorgio Consolini vinse il Festival di Sanremo di quell’anno, cantando in coppia con Gino Latilla. Quest’ultimo la cantò guardando la madre seduta in prima fila, col viso segnato da lacrime di vera commozione. Il brano rappresenta un vero e proprio classico della canzone nostrana, con alcune espressioni nel testo che sono diventate ormai proverbiali: “gli anni passano, e i bimbi crescono”, per esempio. Certo, per la sensibilità attuale la canzone che loda così tanto la maternità risulta un po’ troppo retorica e se svogliamo “svenevole”… tuttavia è ancora nei ricordi e nelle orecchie di tante persone.

    Il cambiamento con la data mobile

    Sicuramente torna alla mente oggi, giorno nel quale si festeggia la Festa della Mamma, in linea con la tradizione ormai consolidata che la vuole fissata alla seconda domenica di maggio. Fino a pochi decenni fa, in Italia si festeggiava l’8 maggio. Ma dal 2001 è stato deciso di adottare una data mobile per allinearsi al modello anglosassone, dando più spazio alle celebrazioni familiari nel weekend.

    Perché in Italia non si celebra più l’8 maggio?

    L’8 maggio coincide con una ricorrenza religiosa cattolica, quella della Madonna del Rosario di Pompei, ma a partire dagli anni Duemila si è preferito spostare la Festa della Mamma alla seconda domenica del mese per motivi pratici e culturali. La scelta consente a più famiglie di riunirsi e celebrare con calma, lontano dagli impegni lavorativi e scolastici della settimana.

    Il cuore della famiglia e della società: il ruolo della madre

    Oltre la ricorrenza, la Festa della Mamma è un momento per riconoscere la centralità della figura materna nella società. Le madri sono, da sempre, il primo punto di riferimento emotivo, educativo e affettivo. Custodi di valori, artefici silenziose del benessere familiare, le mamme rappresentano una colonna portante del tessuto sociale. Nelle epoche passate come oggi, il loro ruolo è insostituibile: sostenitrici nei momenti difficili, educatrici, lavoratrici, donne resilienti. Celebrare questa giornata significa dare voce a un impegno quotidiano spesso invisibile, ma fondamentale per il futuro di ogni comunità.

    Le origini della ricorrenza, tra religione e marketing

    La Festa della Mamma in Italia, come la conosciamo oggi, nasce negli anni Cinquanta, con una doppia motivazione: da un lato la devozione a Maria, madre di Gesù, e dall’altro un’intuizione commerciale. Nel 1952 a Brescia, grazie a Emma Lubian Missiaia, si organizzò la prima celebrazione moderna, coinvolgendo i bambini delle scuole che regalarono lavoretti alle proprie madri. Una consuetudine che ha attraversato i decenni ed è ancora viva oggi.

    La Festa della Mamma nel mondo: quando si celebra?

    Non esiste una data unica per la Festa della Mamma a livello globale. Ecco alcuni esempi:

    USA, Giappone, Australia: seconda domenica di maggio (come l’Italia)

    Spagna, Portogallo, Ungheria: prima domenica di maggio

    Paesi arabi: coincidenza con l’equinozio di primavera

    Russia: ultima domenica di novembre

    Armenia: 7 aprile

    Balcani: 8 marzo, in concomitanza con la Giornata della Donna

    Il fiore simbolo della Festa della Mamma

    Secondo una recente indagine Coldiretti, quasi 6 italiani su 10 scelgono di regalare fiori per la Festa della Mamma. Ecco i più amati:

    Rosa: amore incondizionato

    Orchidea: eleganza e purezza

    Azalea: simbolo femminile per eccellenza

    Begonia: gratitudine e riconoscenza

    Ognuno di questi fiori è un messaggio d’amore, un piccolo gesto per onorare chi ogni giorno, spesso in silenzio, costruisce e protegge il cuore della famiglia.

    Un giorno per dire grazie, ogni giorno per dimostrarlo

    Che si tratti di regalare un fiore, un pensiero fatto a mano o semplicemente una giornata in famiglia, la Festa della Mamma rimane un’occasione speciale per dire grazie alle figure materne. Anche se non si festeggia più l’8 maggio, il significato profondo della giornata resta immutato: celebrare l’amore più grande e universale che ci sia, riconoscendo il contributo insostituibile delle madri di ieri, di oggi e di domani.

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      Società

      Hacker etici? Sì per dare la caccia ai predatori del web e proteggere i minori

      Grazie al loro lavoro, centinaia di pedofili sono già stati identificati e denunciati, e il loro contributo continua a essere fondamentale per rendere internet un luogo più sicuro per tutti, soprattutto per i più vulnerabili.

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        Nell’ombra del cyberspazio, dove spesso si nascondono minacce invisibili, esiste un gruppo di esperti informatici che ha scelto di usare le proprie competenze per combattere il crimine. Sono hacker, ma non quelli di cui si sente parlare in relazione ad attacchi informatici o frodi. Qui si tratta di hacker etici, conosciuti anche come white hat hackers, e hanno fatto della protezione dei più vulnerabili la loro missione. In particolare, si dedicano alla caccia ai pedofili che cercano di adescare minori online. Tra questi, il gruppo Cyber Sentinels, fondato da Volpe e Dottore (nomi di copertura). Conta oggi più di mille membri, tra esperti di cybersecurity, avvocati, studenti e tecnici informatici. Il loro obiettivo è duplice: stanare i pedofili e denunciarli alle autorità, e fornire formazione gratuita sulla sicurezza informatica e sull’hacking etico.

        Come funzionano le operazioni di caccia degli hacker buoni

        La strategia degli hunter, ovvero i cacciatori digitali, segue uno schema preciso. Entrano nei canali pubblici di chat, dove il rischio di adescamento è più alto, e si fingono adolescenti. È qui che iniziano a intercettare i predatori digitali, individui che cercano di instaurare un dialogo con minori fingendosi amici o confidenti. Quando un pedofilo abbocca, lo spingono a scoprirsi con tecniche di ingegneria sociale. Ovvero manipolazione psicologica: raccontano di vite difficili, assenza di figure genitoriali, cercando di far abbassare le difese del criminale. A quel punto, il pedofilo inizia a chiedere foto, video o incontri, e gli hacker raccolgono prove cruciali per l’incriminazione. Una delle fasi chiave è il passaggio su Telegram, dove gli hacker hanno strumenti avanzati per risalire all’identità dell’adescatore attraverso indirizzi IP e numeri di telefono. Quando raccolgono informazioni sufficienti, preparano un fascicolo digitale con chat, foto, email e profili social, e lo inviano alla Polizia Postale, al Moige o al Telefono Azzurro per l’intervento immediato delle autorità.

        Qual è il profilo dei predatori digitali?

        Secondo l’esperienza degli hacker etici, i pedofili online sono sempre uomini, con età che variano dai 30 ai 70 anni, provenienti da ogni parte d’Italia. Alcuni hanno un buon livello di istruzione, altri meno, ma il comportamento è spesso lo stesso: cercano di instaurare un rapporto di fiducia con la vittima, per poi farla cadere in una trappola psicologica. L’aspetto più inquietante è che, nel 90% dei casi, le prime domande che pongono riguardano l’abbigliamento: “Sei in pigiama?”. È il primo segnale che permette agli hacker etici di identificare una possibile minaccia.

        L’impegno contro la cyberpedofilia

        I forum del dark web, dove si vendono droga, malware e servizi illegali, vietano categoricamente la pedopornografia. Questo dimostra quanto sia considerato abominevole persino tra i criminali informatici. La lotta contro la cyberpedofilia è una priorità assoluta per le forze dell’ordine, che intervengono con la massima urgenza quando ricevono segnalazioni dettagliate e documentate. Per questo motivo, il lavoro degli hacker etici è prezioso. Agiscono lì dove spesso le autorità hanno difficoltà a operare in tempo reale, prevenendo abusi e aiutando a mettere sotto processo chi sfrutta il web per compiere crimini contro i minori.

        Come proteggere i minori online

        Se il lavoro degli hacker etici è fondamentale, altrettanto importante è la prevenzione. Tra i diversi consigli per i genitori al primo posto è quello di dare ai figli il cellulare il più tardi possibile. Installare software di parental control per limitare l’accesso a contenuti pericolosi. Importante monitorare proattivamente l’attività online dei ragazzi, verificando siti, app e contatti. E naturalmente serve insegnare la consapevolezza digitale, spiegando i rischi legati alle interazioni con sconosciuti. Infine fare molta attenzione ai videogiochi online, dove i pedofili possono infiltrarsi fingendosi altri giocatori.

        Hacker al servizio del bene

        Gli hacker etici dimostrano che la tecnologia non è solo un’arma per i criminali, ma può diventare un potente strumento di protezione. Il loro operato è una risposta concreta a una delle minacce più oscure del web, e il loro impegno offre una speranza. Il cyberspazio può essere reso più sicuro, se chi lo conosce lo usa per combattere il male.

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          Società

          Perché continuano le chiamate spam?

          Nonostante le difficoltà, il continuo miglioramento delle normative e delle misure di controllo può aiutare a ridurre il fenomeno del telemarketing molesto nel tempo.

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            Con l’attivazione del registro delle opposizioni, due anni fa, sembrava finalmente arrivata l’inizio di una nuova era. Quella nella quale non saremmo più stati disturbati da chiamate telefoniche indesiderate. Purtroppo molti di noi continuano ancora a ricevere chiamate di telemarketing molesto. Vediamo perché succede questo e quali sono le iniziative del Garante Privacy per contrastare il fenomeno.

            Cos’è il registro delle opposizioni e come funziona?

            Il registro pubblico delle opposizioni (RPO) è un servizio gratuito istituito nel 2022 dal Ministero dello Sviluppo Economico. Consente ai cittadini di opporsi alle chiamate promozionali, inclusi i numeri cellulari. Iscrivendosi al registro, i consensi alla pubblicità rilasciati in precedenza vengono annullati, ma è necessario rinnovare l’iscrizione per annullare eventuali nuovi consensi.

            Ancora troppe telefonate spam?

            Ci sono diverse ragioni per cui le chiamate di telemarketing persistono. La prima riguarda la violazione continua da parte degli operatori. Nonostante l’iscrizione al RPO, alcuni operatori continuano a utilizzare illegalmente numeri di telefono per le loro campagne. La seconda riguarda la circolazione di liste telefoniche illegali. Molti call center si avvalgono di liste telefoniche ottenute illegalmente. Questi database possono contenere numeri di telefono raccolti senza il consenso degli utenti. La terza riguarda i consensi rilasciati successivamente all’iscrizione presso l’RPO. Se dopo l’iscrizione al registro si rilascia nuovamente il consenso alla pubblicità, le chiamate continueranno.

            Le iniziative del Garante Privacy

            Il Garante della Privacy ha avviato numerose iniziative per contrastare il telemarketing molesto tra queste l’imposizione di nuove significative sanzioni inflitte agli operatori che violano le norme. Nel 2024, ad esempio, Eni Plenitude e Enel Energia sono state multate rispettivamente per 6 e 79 milioni di euro per telemarketing aggressivo. Inezie rispetto agli incassi dei due colossi. Ci sarebbe anche un codice di condotta per i call center approvato nel 2024. Il codice di condotta prevede misure specifiche per garantire la correttezza del trattamento dei dati.

            Dopo l’iscrizione all’RPO cosa posso fare per stoppare questo fastidio?

            I cittadini possono segnalare le chiamate moleste al Garante tramite un modulo disponibile sul sito ufficiale. Come proteggersi? Oltre all’iscrizione al RPO e al rinnovo periodico, ci sono altre misure che possono aiutare a ridurre le chiamate di telemarketing come evitare di fornire il proprio numero di telefono su siti non affidabili e leggere attentamente le condizioni di utilizzo. Bloccare i numeri. Come? Utilizzando app come Truecaller e Should I Answer specifiche per bloccare le chiamate dei call center. Inoltre si può e si deve segnalare le chiamate moleste al Garante della Privacy per contribuire all’identificazione degli operatori scorretti.

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              Lifestyle

              Basta cambio vita… gli italiani in fuga dal senso di insoddisfazione

              Quasi un italiano su dieci – l’8%, per la precisione –, mollerà tutto e cambierà vita «a breve, al massimo entro un anno». Uno su quattro confida di farlo «sicuramente più avanti», mentre addirittura uno su due lo vorrebbe ma al momento «è solo un’idea o un sogno nel cassetto».

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                Almeno una volta nella vita tutti abbiamo avuto la tentazione di cambiare vita, lasciare il nostro lavoro, la nostra citta e tutti gli stress connessi. Chi vorrebbe scappare al mare, chi sperduto in altissima montagna, chi in un altro Paese anche a migliaia di chilometri. E in effetti quella di mollare tutto e rifarsi una nuova vita è una tentazione condivisa da molti. Secondo un’analisi condotta da Hays Italia e Serenis almeno un italiano su due vorrebbe cambiare vita. E uno su dieci lo farà a breve. A pesare c’è sostanzialmente l’insoddisfazione sul lavoro.

                La ricerca della felicità

                Quasi un italiano su dieci (8%) cambierà vita “a breve, al massimo entro un anno“. Uno su quattro confida di farlo “sicuramente più avanti“, mentre uno su due lo vorrebbe ma per ora è solo un sogno. Solo il 9% degli italiani ammette di essere soddisfatto della propria situazione attuale.

                Un’analisi sull’insoddisfazione professionale

                L’analisi, condotta da Hays Italia e Serenis, ha coinvolto quasi mille persone. Soltanto il 28% degli intervistati si è dichiarato “molto o abbastanza” soddisfatto del proprio lavoro. Il 38% ha risposto “poco o per nulla”, e il 34% si è detto “mediamente” soddisfatto.

                Le principali ragioni per cambiare vita

                Tra le principali ragioni che spingono gli italiani a cambiare città e lavoro troviamo nel 60% dei casi è la ricerca la propria felicità, migliorare la qualità della vita per il 57%. Per il 45% la motivazione sarebbe avere più tempo e allontanarsi da ritmi meno frenetici. E naturalmente la riduzione dello stress (44%). Il 59% dei partecipanti si trasferirebbe in una città di mare, il 31% in un’isola, il 29% in montagna, il 23% in campagna e il 21% in una città d’arte. Le metropoli sono solo seste (20%), mostrando un desiderio di fuga dal caos e dall’inquinamento urbano.

                Ma una volta che ti trasferisci che vuoi fare?

                Il 32% sogna di avviare un’attività in proprio in un settore totalmente nuovo, aprire un B&B o un agriturismo (28%), lavorare vivendo in campagna o montagna (26%), viaggiare tutto l’anno svolgendo lavori saltuari, diventare artista/influencer, o aprire il famoso chiringuito. Un sogno che da decenni perseguita generazioni di nostri connazionali.

                Chi vuole scappare?

                Il lavoratore tipo che non vede l’ora di dare le dimissioni non mostra particolari differenze di genere. Vive principalmente da solo, ha dai 50 ai 64 anni, ha spesso un profilo alto (C-level) ma include anche i giovani appena entrati nel mondo del lavoro. In genere vive in comuni molto piccoli (meno di 5.000 abitanti) o medio grandi (100.000-500.000 abitanti) e lavora in grandi aziende.

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