Cucina
Involtini di pollo con mirtilli rossi: un gusto da non perdere!
Immaginate un secondo piatto che sia allo stesso tempo raffinato e semplice. Un piatto gourmet che non richiede ore in cucina: gli involtini di pollo con mirtilli rossi sono facili da preparare, perfetti per una cena elegante o un pranzo domenicale in famiglia.

Conquista tutti con la presentazione scenografica di questi involtini. Un piatto raffinato e gustoso che lascerà il segno e che diventerà un must nella vostra cucina.
Un’idea in più: se ami i sapori decisi, puoi aggiungere al ripieno un pizzico di pepe rosa o un filo di balsamico invecchiato. Per un gusto più delicato, invece, potete utilizzare mirtilli rossi disidratati al posto di quelli freschi.
Involtini di pollo ai mirtilli rossi
Ingredienti per 4 persone
4 fettine di petto di pollo sottili (circa 150 g l’una)
4 fettine di pancetta tesa affettata affumicata
100 g di mirtilli rossi freschi (o surgelati)
50 g di granella di noci
Mezzo bicchiere di vino bianco secco
Erbe aromatiche tritate tra rosmarino e salvia
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.
Preparazione
In una ciotola, mescola i mirtilli rossi, la granella di noci, le erbe aromatiche, un pizzico di sale e pepe. Spiana le fettine di pollo su un tagliere, battile leggermente, poi regola di sale e pepe, stendi la pancetta su ogni fetta, copri con il ripieno di mirtilli rossi distribuendo uniformemente, quindi arrotola gli involtini, avvolgendo ogni fetta ben stretta.
Fissa gli involtini con gli stecchini di legno, sigillando bene i bordi, disponili in una padella antiaderente con olio, sale e pepe, rosola a fuoco medio per 2-3 minuti per lato, fino a doratura uniforme. Sfuma con il vino bianco e cuoci per altri 5 minuti, poi copri, aggiungi acqua all’occorrenza fino a completa cottura della carne per altri 10 minuti. Servi gli involtini caldi o tiepidi a fette.
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Cucina
Minestrone alla genovese: un piatto della tradizione, ricco di sapori e storia
Il minestrone alla genovese è molto più di una zuppa di verdure: è un pezzo di storia gastronomica italiana. Scopriamo insieme la sua ricetta tradizionale, le varianti regionali e i benefici nutrizionali di questo piatto antico.

Il minestrone alla genovese è uno dei piatti più antichi della tradizione ligure, strettamente legato alla cucina povera contadina. Le sue origini risalgono a un tempo in cui la cucina mediterranea si basava principalmente sui prodotti dell’orto e su quello che la terra offriva di stagione. Il minestrone, in questo contesto, era un piatto preparato con le verdure fresche disponibili, arricchito a Genova con un elemento fondamentale della cultura locale: il pesto.
L’utilizzo del pesto, a base di basilico, pinoli, aglio, parmigiano e olio extravergine d’oliva, è il tratto distintivo che rende unico il minestrone alla genovese rispetto alle altre versioni italiane di questo piatto. Nella Genova del passato, il minestrone rappresentava un piatto completo e nutriente, capace di saziare e riscaldare durante le lunghe giornate lavorative.
La ricetta tradizionale del minestrone alla genovese
La preparazione del minestrone alla genovese richiede l’uso di verdure fresche, rigorosamente di stagione, e il tempo necessario per farle cuocere a lungo, permettendo ai sapori di fondersi perfettamente. Ecco gli ingredienti base per preparare questo piatto secondo la tradizione.
Ingredienti:
- 200 g di fagioli borlotti freschi (o secchi, ammollati per una notte)
- 2 patate
- 2 zucchine
- 1 cipolla
- 1 carota
- 1 gambo di sedano
- 200 g di cavolo verza
- 1 pomodoro maturo
- 100 g di bietole
- 100 g di piselli freschi
- 100 g di fagiolini
- 1 mazzetto di basilico fresco
- 50 g di pesto genovese
- 100 g di pasta corta (tipo ditalini o maltagliati)
- Sale, pepe, olio extravergine d’oliva
Preparazione:
- Lavare e tagliare tutte le verdure a piccoli pezzi.
- In una grande pentola, soffriggere la cipolla tritata con un filo d’olio extravergine d’oliva.
- Aggiungere tutte le verdure tagliate, i fagioli, i piselli e il pomodoro. Coprire con acqua e portare a ebollizione.
- Cuocere a fuoco lento per circa un’ora e mezza, finché tutte le verdure sono morbide.
- A questo punto, aggiungere la pasta e cuocerla direttamente nella zuppa.
- Poco prima di spegnere il fuoco, unire il pesto e mescolare bene, lasciando che il suo aroma si diffonda nel minestrone.
- Aggiustare di sale e pepe e servire caldo con un filo di olio extravergine d’oliva a crudo.
Le varianti del minestrone alla genovese
Ogni famiglia ligure ha la propria versione del minestrone alla genovese, variando leggermente gli ingredienti a seconda della stagione o delle tradizioni locali. Spesso, per esempio, viene aggiunto del riso al posto della pasta, o addirittura niente amido, lasciando il minestrone come una zuppa pura di verdure.
In alcune versioni, si trovano anche piccole aggiunte di pancetta o lardo per dare più sapore, anche se la versione tradizionale è completamente vegetariana. Il pesto, poi, può essere aggiunto alla fine, oppure servito a parte per permettere ai commensali di dosarlo a piacimento.
Proprietà nutrizionali
Il minestrone alla genovese è un piatto nutriente e bilanciato, perfetto per chi segue una dieta sana e ricca di fibre. Le verdure, protagoniste assolute di questa zuppa, apportano una quantità elevata di vitamine, minerali e antiossidanti, utili per il benessere del nostro organismo.
Le proteine vegetali provengono dai legumi come fagioli e piselli, mentre il pesto fornisce grassi “buoni” derivanti dall’olio extravergine d’oliva e dai pinoli. L’aggiunta della pasta o del riso fornisce l’energia necessaria sotto forma di carboidrati complessi. È inoltre un piatto ricco di fibre, ideale per favorire la digestione e mantenere un senso di sazietà prolungato.
Il minestrone alla genovese è molto più di una semplice zuppa: è un concentrato di sapori e storia, che porta in tavola il meglio della tradizione ligure. Un piatto che continua a raccontare la sua lunga storia, con ogni cucchiaio che assaporiamo.
Cucina
Cacio e pepe a 28 euro, esplode il dibattito sul nuovo ristorante veneziano di Alessandro Borghese
Nel menù spicca una cacio e pepe da 28 euro, simbolo della cucina povera romana, che a Venezia diventa piatto di lusso. Borghese paga 251mila euro l’anno per il mantenimento della sede sul Canal Grande: «Un costo stellare che inevitabilmente incide sui conti».

Si può pagare 28 euro per una cacio e pepe? La domanda rimbalza da giorni dopo l’apertura del nuovo ristorante di Alessandro Borghese a Venezia. Lo chef televisivo, volto di 4 Ristoranti e amatissimo dal pubblico per il suo stile diretto, ha inaugurato “AB – Il lusso della semplicità” all’interno di Ca’ Vendramin Calergi, palazzo storico affacciato sul Canal Grande e sede del Casinò.
Un contesto unico, di grande prestigio, ma anche di spese altissime. Per il mantenimento del locale Borghese paga infatti 251mila euro all’anno, Iva esclusa. È stato il sito Scattidigusto a rivelare la cifra che, inevitabilmente, si riflette sui prezzi del menù. Così il piatto simbolo della tradizione romana, nato come ricetta povera di pasta, pecorino e pepe, diventa un piccolo lusso a quasi trenta euro.
Il caso ha acceso il dibattito. Da un lato c’è chi accusa lo chef di snaturare un piatto popolare, trasformandolo in status symbol. Dall’altro, chi difende l’idea che in un contesto esclusivo come Venezia e in un palazzo storico affacciato sul Canal Grande i costi siano inevitabilmente più alti. Lo stesso Borghese aveva definito il suo progetto un ristorante “di lusso ma accessibile”, capace di raccontare la tradizione italiana con un tocco contemporaneo.
Il menù non si limita alla cacio e pepe: piatti iconici della cucina nazionale vengono ripensati in chiave moderna, con materie prime di qualità e presentazioni curate. Ma è proprio il prezzo della pasta che ha fatto più discutere, perché rappresenta l’emblema di una cucina povera trasformata in lusso. Una provocazione gastronomica che, nel contesto del nuovo locale, sembra quasi un marchio di fabbrica.
A Venezia, intanto, i clienti affollano il ristorante incuriositi. Qualcuno lo fa per la cucina, qualcuno per vedere da vicino lo chef televisivo, altri per scattare una foto con la vista mozzafiato. La polemica sul prezzo, però, non accenna a spegnersi: 28 euro per un piatto di pasta restano un simbolo perfetto di quella sottile linea che separa la semplicità dal lusso.
Cucina
Panbiscotto ai frutti rossi: una ricetta dalle origini antiche che anche la dieta perdona!
Il panbiscotto è una ricetta che ha origini antiche e si prestava a essere preparato con ingredienti semplici, spesso disponibili in dispensa. L’aggiunta dei frutti rossi, oltre a dare un tocco di colore e freschezza, arricchisce il dolce di vitamine e antiossidanti, rendendolo non solo gustoso ma anche nutriente

Combina la croccantezza del biscotto con la morbidezza e la dolcezza dei frutti rossi. Una scelta eccellente per chi cerca un dolce facile da preparare, ma che sia allo stesso tempo raffinato e delizioso.
Puoi personalizzare il tuo panbiscotto aggiungendo gocce di cioccolato o noci tritate per un tocco in più di sapore e croccantezza.
Il panbiscotto ai frutti rossi si conserva bene per diversi giorni se tenuto in un contenitore ermetico. Può anche essere congelato e scongelato all’occorrenza.
Panbiscotto ai frutti rossi
Ingredienti per uno stampo medio da plumcake
200 g di farina 00
100 g di zucchero semolato
100 g di burro fuso freddo
2 uova
3 cucchiai di nocciole tritate
1 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
150 g di frutti rossi misti (lamponi, mirtilli, ribes)
Procedimento
Inizia lavando e asciugando bene i frutti rossi. Se i frutti sono grandi, tagliali a metà. In una ciotola grande, sbatti le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungi il burro fuso e continua a mescolare.
Setaccia la farina insieme al lievito, alle nocciole e al pizzico di sale, poi incorporali gradualmente al composto di uova e zucchero. Delicatamente, aggiungi i frutti rossi all’impasto, mescolando con cura per evitare di romperli troppo.
Versa l’impasto in uno stampo da plumcake imburrato e infarinato. Livella la superficie con una spatola. Cuoci in forno preriscaldato a 170°C ventilato per circa 30-35 minuti, o fino a quando il panbiscotto non sarà dorato in superficie e uno stecchino inserito al centro ne uscirà pulito. Lascia raffreddare completamente il panbiscotto prima di tagliarlo a fette.
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